Proprietà farmacologiche
ATC: C08CA. Derivato diidropiridinico ad attività antipertensiva e antianginosa.
La felodipina, principio attivo di Plendil 5 e Plendil 10, è un calcio-antagonista diidropiridinico: la sua principale azione a livello cardiovascolare consiste in una riduzione selettiva del tono della muscolatura liscia della parete vasale in tutti i distretti periferici: la conseguente riduzione delle resistenze vascolari periferiche comporta una riduzione della pressione arteriosa e del consumo miocardico di ossigeno. L'associazione con un b-bloccante può ridurre ulteriormente il consumo di ossigeno inibendo un eventuale transitorio aumento della frequenza cardiaca osservato nelle fasi iniziali della somministrazione di felodipina. L'effetto benefico nella cardiopatia ischemica è completato dalla riduzione delle resistenze arteriolari coronariche, con conseguente aumento del flusso coronarico, dalla dilatazione delle arterie coronariche epicardiche e dall'azione inibente sugli episodi di spasmo coronarico.
Data la sua elevata selettività d'azione a livello arteriolare, a dosi terapeutiche la felodipina non esercita alcun effetto inotropo negativo a livello cardiaco né ha un effetto elettrofisiologico clinicamente rilevante.
La felodipina esercita un effetto natriuretico e diuretico, ma non kaliuretico; ciò avviene attraverso una riduzione del riassorbimento tubulare di sodio e acqua, che può spiegare l'assenza di ritenzione idrosalina tipica invece di altri vasodilatatori.
La felodipina è ben tollerata in pazienti ipertesi e/o ischemici con insufficienza cardiaca, che traggono beneficio dalla riduzione delle resistenze periferiche e quindi del post-carico cardiaco.
Farmacodinamica
L'effetto emodinamico principale indotto dalla felodipina è la riduzione delle resistenze vascolari periferiche, con diminuzione della pressione arteriosa ed un lieve transitorio aumento riflesso della frequenza e della gittata cardiaca.
L'aumentata frequenza cardiaca viene controbilanciata da un trattamento in combinazione con un b-bloccante.
Gran parte dell'effetto antipertensivo osservato durante il trattamento cronico, in condizioni di steady-state, viene già ottenuto dopo la prima dose. Generalmente si evidenzia una diminuzione della pressione arteriosa due ore dopo la prima dose orale.
In condizioni di steady-state l'effetto antipertensivo persiste per almeno 24 ore dopo somministrazione.
La concentrazione plasmatica e la diminuzione delle resistenze vascolari periferiche e della pressione arteriosa sono correlate tra loro, sia dopo somministrazioni singole, che ripetute.
La felodipina, da sola o in associazione con un b-bloccante,non ha alcun effetto diretto sull'intervallo P-Q dell'ECG. L'unico effetto diretto osservato negli studi elettrofisiologici dopo una dose terapeutica è un lieve prolungamento dell'intervallo A-H.
Inoltre non si osservano ulteriori effetti diretti rispetto a quelli registrati dopo b-blocco in caso di somministrazione contemporanea di felodipina.
Quando la felodipina viene somministrata sola o in associazione con un b-bloccante, alle dosi terapeutiche, non presenta alcun effetto negativo sulla contrattilità cardiaca.
La felodipina ha effetto natriuretico e diuretico. Gli studi sui ratti hanno mostrato che il riassorbimento del sodio filtrato è ridotto nei tubuli distali e nei dotti collettori renali. Questo contrasterebbe con la ritenzione di sale e acqua osservata con altri vasodilatatori.
La felodipina non agisce sull'escrezione giornaliera di potassio.
Le resistenze vascolari renali vengono diminuite dalla felodipina e, nonostante l'abbassamento della pressione arteriosa sistemica, il flusso renale plasmatico aumenta; la velocità di filtrazione glomerulare rimane invariata.
Tossicologia
DL50 p. os: nel topo circa 264 mg/kg, nel ratto circa 2390 mg/kg.
DL50 i.v.: nel topo circa 10,4 mg/kg, nel ratto circa 6,8 mg/kg.
Per quanto riguarda la tossicità cronica, nel ratto dosi orali di 1,9 mg/kg/die per 6 mesi sono state perfettamente tollerate, e anche nel cane, per via orale, dosi di 0,76 mg/kg/die per 12 mesi non hanno provocato alcun segno apparente di intolleranza né alterazioni significative dei vari parametri ematochimici ed istopatologici presi in esame.
Il farmaco non è risultato dotato di tossicità fetale né di attività teratogena nel ratto, mentre nel coniglio ha provocato anomalie digitali dose-correlate a carico dei feti.
La felodipina è risultata essere priva di potere mutageno.
Farmacocinetica
Dopo somministrazione orale la felodipina è completamente assorbita dal tubo gastroenterico. La biodisponibilità è di circa il 15% e, nell'ambito dell'attività terapeutica,non è dipendente dalla dose.
Con le compresse a rilascio controllato la fase di assorbimento viene prolungata determinando una curva di concentrazione plasmatica appiattita e concentrazioni terapeutiche ancora 24 ore dopo la somministrazione.
Il legame con le proteine plasmatiche è del 99%, prevalentemente con la frazione albuminica.
L'emivita di eliminazione è di circa 25 ore. Durante trattamenti prolungati non si verifica accumulo. La felodipina viene metabolizzata a livello epatico, e nessuno dei metaboliti identificati è dotato di attività vasodilatatrice. Circa il 70% della dose somministrata viene escreta sottoforma di metaboliti nelle urine e circa il 10% nelle feci. Meno dello 0,5% della dose somministrata viene escreta in forma immodificata nelle urine.