Il principio attivo è fluvastatina
sodica: sale monosodico dell’acido (R*,
S*-(E)]-(±)-7-[3-(4-fluorofenil)-1-(1-metiletil)-1H-indol-2-il]-3,5-diidrossi-6-eptenoico.
Una compressa a rilascio prolungato da 80 mg
contiene: fluvastatina sodica 84,24 mg (pari a 80 mg
di fluvastatina acido libero)
- [Vedi Indice]
PRIMESIN è indicato in pazienti
affetti da ipercolesterolemia� primaria e dislipidemia di tipo
misto (tipo IIa e IIb secondo Fredrickson), per ridurre i livelli
di colesterolo totale (TC), colesterolo LDL (LDL-C),
apolipoproteina B (apo B) e trigliceridi (TG), quando la risposta
alla dieta e ad altre misure non farmacologiche è
inadeguata.
�
Prima di iniziare il trattamento con PRIMESIN il paziente deve seguire una
dieta ipocolesterolemizzante standard. L’approccio
dietetico deve essere continuato durante il trattamento.
La dose iniziale raccomandata è di 40 mg
capsula di PRIMESIN 40 mg) o 80 mg (1 compressa di PRIMESIN 80
mg a rilascio prolungato una volta al giorno. La dose di 20 mg di fluvastatina (1 capsula
di PRIMESIN 20 mg) può essere adeguata nei casi lievi. La
dose iniziale deve essere individualizzata a seconda dei
livelli basali di colesterolo LDL (LDL-C) e del
traguardo terapeutico che si intende raggiungere. PRIMESIN
può essere assunto la sera od al momento di� coricarsi, indipendentemente dai pasti, e
deglutito intero con un bicchiere d’acqua.
Nel corso della terapia devono essere
effettuati aggiustamenti del dosaggio, in funzione della risposta
del paziente alla terapia, ad intervalli di 4 settimane o
più.
L’effetto terapeutico di PRIMESIN si mantiene nel trattamento
prolungato.
Insufficienza
renale
Poiché PRIMESIN è metabolizzato dal
fegato, con una frazione escreta nelle urine inferiore al 6%
della dose somministrata, non si rendono necessari aggiustamenti
posologici in pazienti con insufficienza renale di grado da lieve a severo.
Pazienti anziani
Non vi sono evidenze riguardo una ridotta
tollerabilità o necessità di
aggiustamento posologico nei pazienti anziani.
�
Ipersensibilità alla fluvastatina o a qualsiasi altro
componente di PRIMESIN.
PRIMESIN è controindicato in
pazienti con epatopatia in fase acuta o in presenza di
innalzamenti persistenti, di natura non accertata, delle
transaminasi sieriche (vedi 4.4 “Speciali avvertenze e
precauzioni per l’uso).
PRIMESIN è controindicato in
gravidanza, durante l’allattamento e nelle donne in
età fertile, a meno che tali pazienti non prendano
adeguate precauzioni contraccettive.
Il prodotto non deve essere impiegato in età
pediatrica.
�
Funzione epatica
Come per altri farmaci ipolipemizzanti, è raccomandata
l’esecuzione di prove di funzionalità epatica prima
dell’inizio del trattamento con PRIMESIN ed in seguito
periodicamente.
Se si dovesse verificare un aumento
delle transaminasi (ALT, AST) eccedente tre volte i limiti superiori della norma e persistente,
la terapia deve essere sospesa. Molto raramente
sono stati riferiti casi di epatite, presumibilmente legati al
trattamento, risolti con la sospensione della terapia.
PRIMESIN deve essere somministrato con
cautela in pazienti con anamnesi positiva per malattie epatiche o
che assumono quantità ragguardevoli di alcool.
�
Apparato muscolo-scheletrico
In corso di trattamento con fluvastatina� sono stati riportati
raramente casi di miopatia, e molto raramente casi di
miosite e rabdomiolisi.��
E’ opportuno che il paziente riferisca prontamente al
medico curante la comparsa di dolori muscolari non altrimenti
spiegabili, dolorabilità muscolare o debolezza muscolare,
soprattutto se tali sintomi si accompagnano a malessere generale
o febbre.
In pazienti con mialgia diffusa di origine non accertata,
dolorabilità muscolare o debolezza muscolare e/o in caso
di innalzamento marcato dei livelli di creatinfosfochinasi (CPK)
(oltre 10 volte i valori massimi della norma) si deve considerare
la possibilità di una eventuale miopatia, miosite o
rabdomiolisi e il trattamento con PRIMESIN deve essere
immediatamente sospeso.
Si è osservato che il rischio di
miopatia è maggiore in pazienti in trattamento con farmaci
immunosoppressori (inclusa la ciclosporina), fibrati,
acido nicotinico o eritromicina in associazione ad altri inibitori dell’enzima HMG-CoA reduttasi.
PRIMESIN deve essere utilizzato con cautela in pazienti in
trattamento concomitante con tali farmaci (vedi 4.5
“Interazioni con altri medicinali ed altre forme di
interazione”).
�
Warfarin ed altri derivati cumarinici
Nei pazienti in trattamento con warfarin, si raccomanda di
controllare il tempo di protrombina quando si inizi o si
interrompa una terapia con fluvastatina o quando se ne vari il
dosaggio (vedi anche 4.5 “Interazioni con altri medicinali
ed altre forme di interazione”).
�
Soggetti di età inferiore a 18
anni
Non vi sono esperienze riguardo all’uso di
PRIMESIN in soggetti di età inferiore ai 18 anni; pertanto l’utilizzo di PRIMESIN in questi
pazienti non può essere raccomandato.
�
Ipercolesterolemia familiare
omozigote.
Non sono disponibili dati sull’uso di
fluvastatina in pazienti con una rara patologia, nota come
ipercolesterolemia familiare omozigote. Pertanto, PRIMESIN
non è attualmente indicato in questa condizione.
�
Cibo: non si osservano apparenti differenze negli
effetti ipolipemizzanti di PRIMESIN quando viene assunto con il
pasto della sera o 4 ore dopo il pasto serale.
In
base all’assenza di interazioni della fluvastatina con
altri substrati del CYP3A4, non sono attese interazioni con il
succo di pompelmo.
Sequestranti degli acidi
biliari:
PRIMESIN deve essere
assunto almeno 4 ore dopo l’assunzione della resina
(per es. colestiramina) al fine di evitare una interazione
significativa dovuta al legame del farmaco alla resina
stessa.
Fibrati e niacina (acido
nicotinico): l’assunzione concomitante di
fluvastatina e bezafibrato, gemfibrozil, ciprofibrato o niacina
(acido nicotinico) non ha un
effetto clinicamente rilevante sulla biodisponibilità
della fluvastatina o dell’altro agente
ipolipemizzante. Tuttavia PRIMESIN deve essere utilizzato
con cautela in pazienti in trattamento concomitante con tali
farmaci (vedi� 4.4 “Speciali avvertenze e precauzioni per
l’uso- sezione Apparato
muscolo-scheletrico”)
Itraconazolo ed eritromicina: l’assunzione concomitante di
fluvastatina con itraconazolo ed
eritromicina, potenti inibitori del citocromo P450 (CYP) 3A4, ha
effetti minimi sulla biodisponibilità della
fluvastatina. In base al minimo coinvolgimento di questo
enzima nel metabolismo della fluvastatina, è improbabile
che altri inibitori CYP 3A4(per es.
ketoconazolo, ciclosporina) influenzino la
biodisponibilità della fluvastatina.
Ciclosporina: studi in
pazienti sottoposti a trapianto renale indicano che la
biodisponibilità della fluvastatina (fino a 40 mg/die) non
viene aumentata in modo clinicamente significativo in pazienti in
terapia stabilizzata con ciclosporina. Non è stato
osservato nessun effetto della fluvastatina
(dose massima 40 mg/die) sui livelli ematici di ciclosporina in
caso di somministrazione concomitante.
Rifampicina: la
somministrazione di fluvastatina a volontari sani, pretrattati
con rifampicina, comporta una riduzione nella
biodisponibilità della fluvastatina pari a circa il 50%.
Sebbene attualmente non esistano evidenze cliniche che supportino
un’alterazione dell’efficacia ipolipemizzante della
fluvastatina, nei pazienti sottoposti a terapia protratta con
rifampicina (per es. nella terapia della tubercolosi), può
essere giustificato un aggiustamento del dosaggio della
fluvastatina, per assicurare una soddisfacente riduzione dei
livelli lipidici.
Antidiabetici orali: nei pazienti
in terapia con sulfaniluree (glibenclamide, tolbutamide) per il
trattamento del diabete non-insulino-dipendente (tipo 2), la
somministrazione addizionale di fluvastatina non ha indotto
variazioni clinicamente significative del controllo glicemico.
Fenitoina: l’entità complessiva delle
variazioni della farmacocinetica della fenitoina in caso di
somministrazione contemporanea con fluvastatina è
relativamente modesta e� clinicamente non
significativa. Pertanto, in caso di somministrazione
contemporanea con fluvastatina, sono sufficienti i controlli routinari dei livelli
plasmatici di fenitoina. Il minimo effetto della fenitoina sulla
farmacocinetica della fluvastatina indica che non è
giustificato un aggiustamento del dosaggio della
fluvastatina, in caso di cosomministrazione con
fenitoina.
Propranololo, losartan e digossina: l’assunzione
concomitante di fluvastatina con
propranololo, losartan o digossina non produce interazioni farmacocinetiche
clinicamente significative. In base ai dati di farmacocinetica
non sono richiesti controlli o aggiustamenti del dosaggio quando
la fluvastatina sia somministrata contemporaneamente con questi
farmaci.
Antagonisti dei recettori H2 ed
inibitori della pompa protonica: l’assunzione concomitante di
fluvastatina e cimetidina, ranitidina o omeprazolo comporta un
aumento della biodisponibilità della fluvastatina, che
tuttavia non è di rilevanza clinica. Sebbene non
siano stati condotti ulteriori studi di interazione, è
improbabile che altri antagonisti dei recettori
H2/inibitori della pompa protonica influenzino la
biodisponibilità della fluvastatina.
Warfarin ed altri derivati cumarinici: nel
volontario sano, la somministrazione di warfarin e fluvastatina
(dose singola) non ha influenzato negativa mentre i
livelli plasmatici di warfarin ed i tempi di
protrombina, in confronto alla somministrazione di warfarin da
solo. Tuttavia, sono stati riportati molto raramente casi isolati
di episodi di sanguinamento e/o allungamento del tempo di protrombina, in pazienti in
trattamento contemporaneo con fluvastatina, warfarin o altri derivati
cumarinici. Nei pazienti in trattamento con warfarin, si
raccomanda di controllare il tempo di protrombina quando si inizi o si
interrompa una terapia con fluvastatina o quando se ne vari il
dosaggio.
�
Poiché gli inibitori della HMG-CoA reduttasi
diminuiscono la sintesi del colesterolo e probabilmente quella di
altre sostanze biologicamente attive derivate dal colesterolo,
essi potrebbero causare danni al feto quando somministrati
durante la gravidanza. Pertanto tali farmaci sono controindicati
in gravidanza, durante l’allattamento ed in donne fertili
che non prendano adeguate precauzioni contraccettive.
Qualora nel corso della terapia, venga
accertato uno stato di gravidanza, la somministrazione di
PRIMESIN deve essere interrotta.
�
Nessuno noto.
�
Frequenza: molto rara <0.01%; rara da >0.01% a
<0.1%; non comuni da >0.1% a <1%, comuni da
>1% a <10%.
Le reazioni avverse da farmaco più comunemente
riportate sono sintomi gastrointestinali minori, insonnia,
cefalea.
�
Apparato gastrointestinale
Comuni: dispepsia, dolore addominale, nausea.
�
Sistema nervoso centrale e periferico
Comuni: cefalea, insonnia.
Molto rari: parestesia, disestesia, ipoestesia, anche note per
essere associate a disordini iperlipidemici.
�
Reazioni di ipersensibilità
Rari: rash, orticaria.
Molto rari: altre reazioni cutanee ( es. eczema, dermatite,
esantema bolloso), edema del volto, angioedema, trombocitopenia,
vasculite, reazioni lupus eritematoso simili.
�
Apparato muscolo scheletrico (vedi anche
4.4”Speciali avvertenze e precauzioni per
l’uso”)
Rari: mialgia, dolorabilità muscolare, debolezza
muscolare, miopatia.
Molto rari: miositi, rabdomiolisi.
�
Fegato (vedi 4.4 “Speciali avvertenze e
precauzioni per l’uso”)
Molto rari: epatite.
�
Parametri di laboratorio
Alterazioni dei parametri di laboratorio relativi alla funzione
epatica sono state associate al trattamento con
inibitori dell’HMG-CoA reduttasi e con altri agenti
ipolipemizzanti.
Aumenti confermati dei livelli delle transaminasi, superiori a 3 volte i limiti superiori della norma, si
sono manifestati� solo in
una piccola percentuale di pazienti (1-2%). La maggior parte di queste
alterazioni sono decorse in modo asintomatico con risoluzione o
ritorno ai valori pretrattamento dopo la sospensione del
trattamento stesso.
Incrementi marcati dei livelli di CPK (superiori a 10 volte i
limiti superiori della norma) si sono manifestati in un numero
molto piccolo di pazienti.
�
Non esistono specifici
trattamenti in
caso di sovradosaggio. In caso di sovradosaggio
accidentale, effettuare trattamenti sintomatici ed istituire le
necessarie misure terapeutiche di supporto.
�
PRIMESIN, un agente
ipocolesterolemizzante idrofilico di completa sintesi chimica,
è un inibitore competitivo dell’enzima
idrossimetil-glutaril-coenzimaA (HMG-CoA) reduttasi, che
trasforma l’HMG-CoA in mevalonato, un precursore degli
steroli, incluso il colesterolo.
PRIMESIN in aggiunta alla dieta riduce i
livelli di colesterolo totale (TC), di colesterolo LDL (LDL-C), di apolipoproteine B (apo B)
e di trigliceridi (TG) ed aumenta i livelli di colesterolo HDL
(HDL-C).
PRIMESIN esercita il suo principale
effetto a livello epatico ed è principalmente una miscela
racema di 2 eritro-enantiomeri dei quali uno è
responsabile dell’azione farmacologica. L’inibizione
della biosintesi del colesterolo riduce i livelli di colesterolo
negli epatociti, il che stimola un aumento della sintesi dei
recettori per le LDL con un conseguente incremento della
captazione delle LDL stesse. Il risultato finale di questi
meccanismi è la riduzione dei livelli plasmatici di
colesterolo.
Diversi studi clinici hanno dimostrato che elevati livelli di
colesterolo totale (TC), di colesterolo-LDL (LDL-C) e di
apolipoproteina B (un complesso di trasporto di membrana per
l’LDL-C) promuovono i processi di aterosclerosi umana.
Similmente, ridotti livelli di colesterolo trasportato dalle
lipoproteine ad alta densità (HDL-C) e del suo complesso
di trasporto, apolipoproteina A, sono associati con lo sviluppo
dell’aterosclerosi.
Studi epidemiologici hanno stabilito che la morbilità e
la mortalità cardiovascolare variano in modo direttamente
proporzionale con i livelli di TC e LDL-C ed in modo inversamente
proporzionale con i livelli di HDL-C.
In studi multicentrici è stato dimostrato che gli
interventi di tipo farmacologico e/o non farmacologico che siano
in grado contemporaneamente di ridurre i livelli di LDL-C e di
aumentare l’HDL-C, riducono l’incidenza di eventi
cardiovascolari (infarto miocardico sia fatale che non
fatale).
Nei pazienti con ipercolesterolemia, il trattamento con
PRIMESIN riduce TC, LDL-C,
l’apolipoproteina B e, in misura minore anche i
trigliceridi. Inoltre PRIMESIN aumenta moderatamente HDL-C,
con il risultato di abbassare in modo� consistente i rapporti
LDL/HDL e TC/HDL, ritenuti gli indici più fedeli di
rischio cardiovascolare. In due studi a lungo termine, a
differenza di quanto noto per altre statine, il trattamento con
PRIMESIN si è associato ad� una
riduzione significativa dei livelli di Lp(a), noto importante
fattore di rischio cardiovascolare. In un modello animale di
aterosclerosi accelerata, PRIMESIN ha esercitato una inibizione
particolarmente marcata della proliferazione miointimale, che
viene considerata la prima tappa del processo che porta alla
formazione della placca aterosclerotica, con un meccanismo che
sembra in parte indipendente dagli effetti sui lipidi
plasmatici.
�
Assorbimento
La fluvastatina è assorbita rapidamente e completamente
(98%) dopo somministrazione orale a volontari a digiuno.
Dopo somministrazione orale di PRIMESIN 80 mg
compresse a Rilascio Prolungato, la
velocità di assorbimento della fluvastatina è del
60% circa inferiore in confronto alle capsule, mentre il tempo di
residenza medio della fluvastatina è aumentato di circa 4
ore. La velocità di assorbimento è ridotta in
caso di assunzione a stomaco pieno.
Distribuzione
La fluvastatina esercita il suo
principale effetto a livello del fegato che �
è anche il principale organo per il suo metabolismo.
La biodisponibilità assoluta, valutata con le
concentrazioni ematiche sistemiche, è del 24%.�
Il volume apparente di distribuzione
è di 330 litri.
Più del 98% del farmaco in circolo è legato alle
proteine plasmatiche e questo legame non è influenzato né dalle concentrazioni
di
fluvastatina, né da
quelle di warfarin, acido salicilico e glibenclamide.
Metabolismo
La fluvastatina è metabolizzata
prevalentemente nel fegato. I principali componenti
circolanti nel sangue sono la fluvastatina ed il suo metabolita
acido N-desisopropil-propionico, farmacologicamente inattivo. I
metaboliti idrossilati presentano attività farmacologica, ma non sono presenti nel circolo
sistemico.
Il ciclo metabolico epatico della fluvastatina nell’uomo
è stato chiarito completamente. Le vie di
biotrasformazione della fluvastatina sono multiple e coinvolgono
differenti citocromi P450 (CYP450); pertanto, il metabolismo della fluvastatina
è relativamente insensibile all’inibizione del
CYP450, una delle principali cause di interazioni indesiderate
tra farmaci.
Numerosi e particolareggiati studi in vitro
hanno indagato il potenziale inibitorio della fluvastatina sugli
isoenzimi comuni CYP. La fluvastatina inibisce solo il
metabolismo dei composti che sono metabolizzati dal CYP2C9. Nonostante
l’esistenza di una potenziale interazione competitiva tra la
fluvastatina ed i substrati del CYP2C9, come diclofenac,
fenitoina, tolbutamide e warfarin, i dati clinici indicano
che questa interazione è improbabile.
Eliminazione
Dopo assunzione di 3H-fluvastatina in volontari
sani, l’escrezione della radioattività è di
circa il 6% nelle urine e del 93% nelle feci e la fluvastatina
rappresenta meno del 2%
della radioattività totale escreta. La clearance
plasmatica della fluvastatina (CL/f) nell’uomo è di 1,8
+ 0,8 l/min.
Le concentrazioni plasmatiche in condizioni di “steady
state” non evidenziano fenomeni di accumulo di
fluvastatina a seguito di assunzione di 80 mg al giorno.
Dopo assunzione orale di 40
mg di PRIMESIN, l’emivita terminale di fluvastatina è di 2,3
+ 0,9 ore.
Non sono state osservate differenze significative dell’area sotto la curva
di concentrazione plasmatica (AUC) quando la
fluvastatina viene assunta con il pasto serale oppure 4
ore dopo.
Categorie particolari di pazienti
Nella popolazione generale le concentrazioni plasmatiche di
fluvastatina non variano a seconda dell’età
né del sesso.
Tuttavia, nelle donne e nei pazienti anziani
si è osservata una maggiore risposta al
trattamento.
Poiché fluvastatina è eliminata principalmente
per via biliare ed è soggetta ad un significativo
metabolismo pre-sistemico, esiste la possibilità
di un accumulo di farmaco in pazienti con insufficienza
epatica.
�
La sicurezza di fluvastatina è stata ampiamente
studiata in ratto, coniglio, topo, cane, scimmia e
criceto.
Negli studi di tossicità sono state rilevate diverse
alterazioni comuni agli inibitori dell’enzima HMG-CoA
reduttasi, quali iperplasia e ipercheratosi della parte non
ghiandolare dello stomaco nel roditore, cataratta nel cane,
miopatia nel roditore, lievi alterazioni epatiche nella maggior
parte degli animali di laboratorio con iperplasia della mucosa
della cistifellea in cane, scimmia e criceto, aumento del peso
della tiroide nel ratto e degenerazione testicolare nel criceto.
Fluvastatina è priva degli effetti tossici vascolari e
degenerativi a livello del Sistema Nervoso Centrale registrati
nel cane con altri prodotti appartenenti alla stessa classe.
E’ stato effettuato uno studio di tossicità
ripetuta nel ratto a due anni di trattamento con dosi di 6
– 9 – 18 – 24 mg/kg/die (aumentate in modo
scalare dopo un anno) per stabilire con certezza la dose massima
tollerata. Questi dosaggi portano a livelli plasmatici di
fluvastatina pari a circa 9-13-26-35 volte quelli raggiunti
nell’uomo con la dose orale di 40 mg. Una bassa incidenza
di papillomi squamosi e un carcinoma della parte non ghiandolare
dello stomaco alla dose di 24 mg/kg/die è da considerarsi
come un riflesso della prolungata iperplasia indotta dal contatto
diretto con la fluvastatina piuttosto che un effetto sistemico
genotossico del farmaco.
Inoltre si è osservata
un’aumentata incidenza di adenomi e di carcinomi delle
cellule follicolari della tiroide nei ratti maschi trattati con
18 – 24 mg/kg/die. Questo risultato è in linea con
le alterazioni specie-specifiche osservate con altri inibitori
dell’HMC-CoA� reduttasi. Diversamente da questi, invece,
non si è notato con fluvastatina alcun aumento
dell’incidenza di adenomi o carcinomi epatici.
Lo studio di cancerogenesi condotto nel topo a dosi di 0,3
–15 – 30 mg/kg/die, ha messo in evidenza un aumento
statisticamente significativo di papillomi delle cellule squamose
della parte non ghiandolare dello stomaco, sia nei maschi che
nelle femmine trattati con 30 mg/kg/die e nelle femmine trattate
con 15 mg/kg/die. Questi dosaggi portano a livelli plasmatici di
fluvastatina pari a circa 0,2 – 10- 21 volte quelli che si
raggiungono nell’uomo con una dose orale di 40 mg.
Nei diversi studi di mutagenesi effettuati sia in vitro, con o
senza attivazione metabolica, che in vivo nel ratto o nel topo,
fluvastatina non è mai risultata mutagena.
In uno studio nel ratto con dosi rispettivamente di 0,6
– 2 – 6� mg/kg/die nelle femmine e di 2 –10
– 20 mg/kg/die nei maschi, fluvastatina non ha dimostrato
alcun effetto sulla fertilità o sulla capacità
riproduttiva. Studi di teratogenesi nel ratto e nel coniglio
hanno rivelato una tossicità sulle madri trattate con le
dosi più alte, senza alcuna evidenza di un potenziale
embriotossico o teratogeno. Il trattamento con 12 o 24 mg/kg/die
nel ratto, durante il terzo trimestre di gravidanza, ha portato
alla morte delle madri nei giorni precedenti o successivi al
parto. Inoltre si è evidenziata letalità fetale e
neonatale. La dose di 2 mg/kg/die non ha mostrato alcun effetto
sulle madri o sui feti.
Un secondo studio con dosi di 2 – 6 – 12 e 24
mg/kg/die ha confermato i risultati del primo. Uno studio di
tossicità peri e post-natale modificato è stato
condotto con dosi di 12 e 24 mg/kg/die con o senza la presenza
nella dieta di un supplemento di acido mevalonico, un derivato d
HMG-CoA essenziale per la biosintesi del colesterolo. La
somministrazione contemporanea di acido mevalonico ha evitato
completamente la mortalità materna e neonatale. Pertanto
la letalità materna e neonatale osservata con fluvastatina
riflette un suo eccessivo effetto farmacodinamico durante la
gravidanza.
�
PRIMESIN 20 e 40 mg:
Magnesio stearato, sodio bicarbonato, talco, cellulosa
microcristallina polvere fine, cellulosa microcristallina polvere
granulare, amido di mais modificato, calcio carbonato, titanio
diossido, ferro ossido rosso, ferro ossido giallo, gelatina.
�
PRIMESIN 80
mg compresse a rilascio prolungato:
cellulosa microcristallina, ipromellosa,
idrossipropilcellulosa, potassio bicarbonato, povidone,
magnesio stearato, ferro ossido giallo, titanio diossido,
macrogol 8000.
�
Nessuna nota a tutt’oggi.
�
PRIMESIN 20 e 40 mg:
3 anni
PRIMESIN 80 mg compresse a rilascio
prolungato:
2 anni
�
Conservare a temperature non superiori ai 25°C.
Conservare le capsule e le compresse nel
blister fino al momento dell’uso.
�
PRIMESIN 20 mg: 28 capsule� da 20 mg in
blister di alluminio/alluminio.
PRIMESIN 40 mg: 14 capsule� da 40 mg in
blister di alluminio/alluminio.
PRIMESIN 40 mg: 28 capsule� da 40 mg in
blister di alluminio/alluminio.
PRIMESIN 80 mg: 28 compresse
Rilascio Prolungato da 80 mg in blister di
alluminio/alluminio.
�
Nessuna.
�
Schwarz Pharma S.p.A. – Via Gadames, snc – 20151
Milano
�
PRIMESIN 20 mg:����������28 capsule� da
20 mg ������������������������������������� �������������������������������������A.I.C.� n. 029416031
PRIMESIN 40 mg:����������14 capsule da
40 mg ������������������������������������� �������������������������������������A.I.C.� n. 029416043
PRIMESIN 40 mg:����������28 capsule da
40 mg ������������������������������������ ��������������������������������������A.I.C. n. 029416056
PRIMESIN 80 mg:���������� 28 compresse a
Rilascio Prolungato da 80 mg �������������������������������������A.I.C. n. 029416068
�
-----
�
28 capsule da 20 mg e 14 capsule da 40 mg
autorizzazione: 10.4.1995;
rinnovo: 4.5.2000�����������
28 capsule da 40mg : 30.10.2000
28 compresse a rilascio prolungato da
80 mg:
autorizzazione: 9.7.2001
�
-----
�
Luglio 2002
�
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