Interazioni - [Vedi Indice]
Litio:
Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e
dei suoi effetti tossici sono stati riportati durante la
somministrazione contemporanea di litio con ACE inibitori. Sono
stati riportati casi molto rari anche con gli antagonisti del
recettore dell’angiotensina II. La co-somminstrazione di
litio e Pritor deve essere effettuata con cautela. Se con questa
associazione si verifica un livello di litio sierico idiopatico
è consigliabile controllare i livelli sierici di litio
durante l'uso concomitante.
Farmaci che possono incrementare i livelli di potassio o
indurre iperpotassemia (es. ACE inibitori, diuretici non
risparmiatori di potassio, apporto supplementare di potassio,
sostituti del sale contenenti potassio, ciclosporina od altri
prodotti quali eparina sodica): Se questi farmaci devono essere
prescritti con telmisartan, si raccomanda di monitorare i livelli
plasmatici di potassio. Sulla base dell'esperienza legata all'uso
di altri antagonisti del sistema renina-angiotensina, l'uso
concomitante dei farmaci sopra elencati, può indurre un
aumento del potassio sierico (vedere 4.4 Avvertenze speciali e
opportune precauzioni d'impiego).
I farmaci valutati negli studi di farmacocinetica comprendono
digossina, warfarin, idroclorotiazide, glibenclamide, ibuprofene,
paracetamolo e amlodipina. E’ stato osservato un valore
mediano del 20% (del 39% in un singolo caso) di aumento delle
concentrazioni plasmatiche di digossina rilevate prima della
somministrazione della dose successiva, si consiglia quindi il
controllo dei livelli plasmatici di digossina.
Telmisartan può incrementare l'effetto ipotensivo di
altri agenti antiipertensivi. Altre interazioni di rilevanza
clinica non sono state identificate.
Sulla base delle loro proprietà farmacologiche,
è probabile che le seguenti sostanze possano potenziare
gli effetti di tutti gli antiipertensivi incluso telmisartan:
Baclofen, amifostina. Inoltre l'ipotensione ortostatica
può essere potenziata da alcool, barbiturici, narcotici od
antidepressivi.
È stato dimostarto che la Cmax del
metabolita della simvastatina (simvastatin acido) ha un lieve
incremento (di un fattore pari a 1,34) ed una eliminazione
più rapida quando somministato con telmisartan.
�
Uso durante la gravidanza (vedere 4.3
Controindicazioni)
Non sono disponibili dati sufficienti sull’utilizzo di
telmisartan in gravidanza. Studi preclinici non indicano effetto
teratogeno, ma hanno mostrato fetotossicità. Pertanto,
come misura precauzionale, telmisartan preferibilmente, non
dovrebbe essere utilizzato durante il primo trimestre di
gravidanza. Prima di pianificare una gravidanza si deve passare
ad un trattamento alternativo.
Nel secondo e terzo trimestre, i farmaci che agiscono
direttamente sul sistema renina-angiotensina possono causare
danni e anche la morte del feto (vedere anche paragrafo 5.3. Dati
preclinici di sicurezza); quindi, telmisartan è
controindicato nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza.
In caso sia accertata una gravidanza, telmisartan deve essere
sospeso il più presto possibile.
Uso durante l'allattamento (vedere 4.3
Controindicazioni)
Telmisartan è controindicato durante l'allattamento,
poiché non è noto se venga escreto nel latte
umano.
�
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di
guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Comunque, quando si
guidano veicoli o si utilizzano macchinari, bisogna tenere
presente che con la terapia antipertensiva potrebbero
occasionalmente verificarsi sonnolenza e vertigini.
�
L'incidenza complessiva degli eventi avversi riportati con
telmisartan (41,4%) era solitamente confrontabile a quella
riportata con il placebo (43,9%) nel corso di studi clinici
controllati. L’incidenza degli eventi avversi non era dose
correlata e non era correlata al sesso, all'età o alla
razza dei pazienti.
Le seguenti reazioni avverse al farmaco sono state raccolte da
tutti gli studi clinici e includono 5.788 pazienti ipertesi
trattati con telmisartan.
Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza
ricorrendo alla seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10);
comune (≥ 1/100, <1/10); non comune (≥ 1/1.000,
<1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (<
1/10.000)
Effetti sistemici:
Comune: Dolore alla schiena (es. sciatica), dolore toracico,
sintomi di tipo influenzale, sintomi di infezione (es. infezioni
del tratto urinario inclusa cistite)
Non comune: Visione anormale, aumento
di sudorazione
Sistema Nervoso Centrale e Periferico:
Non comune: Vertigini
Apparato Gastro-intestinale:
Comune: Dolore addominale, diarrea, dispepsia,
disturbi gastro-intestinali
Non comune: Secchezza delle fauci,
flatulenza
Sistema Musculo-Scheletrico:
Comune: Artralgia, crampi o dolori agli
arti inferiori, mialgia
Non comune: Sintomi tipo tendinite
Manifestazioni psichiatriche:
Non Comune: Ansia
Apparato respiratorio:
Comune: Infezioni del tratto respiratorio superiore
incluse faringite e sinusite
Cute e appendici:
Comune: Disturbi cutanei come
eczema
Inoltre, dall'introduzione sul mercato di telmisartan,
raramente sono stati riportati casi di eritema, prurito,
svenimento, insonnia, depressione, disturbi di stomaco, vomito,
ipotensione, bradicardia, tachicardia, dispnea, eosinofilia,
trombocitopenia, senso di debolezza, e mancanza di efficacia.
Come con altri antagonisti dell'angiotensina II sono stati
riportati casi isolati di angioedema, orticaria e altri eventi
collegati.
Dati chimico-clinici
Raramente, si è osservato una diminuzione
nell'emoglobina o un aumento nell'acido urico, che si sono
verificati più spesso durante il trattamento con
telmisartan che con placebo. Durante il trattamento con
telmisartan sono stati osservati aumenti della creatinina o degli
enzimi epatici, ma queste variazioni nei valori chimico-clinici
si sono verificate con una frequenza simile o inferiore rispetto
al placebo.
�
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. Le
manifestazioni più probabili legate al sovradosaggio di
telmisartan sono ipotensione e tachicardia, può
verificarsi anche bradicardia. Telmisartan non viene rimosso
dall’emodialisi. Il paziente deve essere strettamente
controllato e il trattamento deve essere sintomatico e di
supporto. Il trattamento dipende dal tempo trascorso
dall’ingestione e dalla gravità dei sintomi. Le
misure suggerite includono induzione di emesi e/o lavanda
gastrica. Il carbone attivo può essere utile nel
trattamento del sovradosaggio. I livelli degli elettroliti
sierici e della creatinina dovrebbero essere controllati
frequentemente. Nel caso di ipotensione, il paziente dovrebbe
essere posto in posizione supina e sali e fluidi dovrebbero
essere reintegrati rapidamente.
�
Categoria farmacoterapeutica: antagonisti
dell’angiotensina II, codice ATC C09CA07.
Il telmisartan è un antagonista recettoriale
dell’angiotensina II (tipo AT1) specifico ed
efficace per via orale. Il telmisartan spiazza con
un’elevata affinità l’angiotensina II dal suo
sito di legame con il recettore di sottotipo AT1,
responsabile dei ben noti effetti dell’angiotensina II. Il
telmisartan non mostra alcuna attività agonista parziale
per il recettore AT1. Il telmisartan si lega
selettivamente con il recettore AT1. Tale legame
è di lunga durata. Telmisartan non mostra una rilevante
affinità per altri recettori, compresi l'AT2 e
altri recettori AT meno caratterizzati. Non sono noti il ruolo
funzionale di questi recettori né l'effetto della loro
possibile sovrastimolazione da parte dell'angiotensina II, i cui
livelli sono aumentati dal telmisartan. Il telmisartan determina
una diminuzione nei livelli plasmatici di aldosterone. Il
telmisartan non inibisce la renina plasmatica umana né
blocca i canali ionici. Il telmisartan non inibisce
l’enzima di conversione dell’angiotensina (chininasi
II), enzima che degrada anche la bradichinina. Quindi non
è atteso un potenziamento degli eventi avversi mediati
dalla bradichinina.
Nell’uomo, una dose di 80 mg di telmisartan determina
un’inibizione quasi completa dell’aumento pressorio
indotto dall’angiotensina II. L'effetto inibitorio si
protrae per 24 ore ed è ancora misurabile fino a 48
ore.
L’attività antipertensiva inizia a manifestarsi
entro tre ore dalla somministrazione della prima dose di
telmisartan. La massima riduzione dei valori pressori si ottiene
generalmente dopo 4-8 settimane dall’inizio del trattamento
e viene mantenuta nel corso della terapia a lungo termine.
L'effetto antipertensivo si protrae costantemente per 24 ore
dopo la somministrazione e include le ultime 4 ore prima della
successiva somministrazione, come dimostrato dalle misurazioni
continue nelle 24 ore della pressione sanguigna. Ciò
è confermato dal rapporto valle/picco costantemente
superiore all'80% osservato dopo una dose di 40 mg e 80 mg di
telmisartan negli studi clinici controllati verso placebo.
C'è un apparente trend per una relazione tra la dose e
il tempo di ritorno ai valori basali della pressione sanguigna
sistolica. Da questo punto di vista, i dati che riguardano la
pressione sanguigna diastolica non sono invece consistenti.
Nei pazienti ipertesi il telmisartan riduce la pressione sia
sistolica che diastolica senza influire sulla frequenza cardiaca.
Non è ancora stato definito il contributo
dell’effetto diuretico e natriuretico del farmaco alla sua
efficacia ipotensiva. L'efficacia antipertensiva del telmisartan
è paragonabile a quella di farmaci rappresentativi di
altre classi di antipertensivi (dimostrato negli studi clinici
che hanno confrontato telmisartan con amlodipina, atenololo,
enalapril, idroclorotiazide e lisinopril).
Dopo una brusca interruzione del trattamento con telmisartan,
la pressione sanguigna ritorna gradualmente ai valori
preesistenti durante un periodo di diversi giorni, senza
comportare un effetto rebound.
Negli studi clinici l’incidenza di tosse secca è
risultata significativamente inferiore nei pazienti trattati con
telmisartan che in quelli trattati con ACE inibitori.
Attualmente non sono noti gli effetti di telmisartan sulla
mortalità e sulla morbidità cardiovascolare.
�
Assorbimento:
L’assorbimento del telmisartan è rapido, sebbene
la frazione assorbita sia variabile. La biodisponibilità
assoluta del telmisartan è mediamente del 50% circa.
Quando telmisartan viene assunto con il cibo, la riduzione
dell’area sotto la curva delle concentrazioni
plasmatiche/tempo (AUC0-¥) del
telmisartan varia tra il 6% (dose di 40 mg) e il 19% circa (dose
di 160 mg). Dopo 3 ore dalla somministrazione le concentrazioni
plasmatiche risultano simili sia che il telmisartan venga assunto
a digiuno che con un pasto.
Non si ritiene che la lieve riduzione nell’AUC causi una
riduzione dell’efficacia terapeutica.
Non c'è una relazione lineare tra dosi e livelli
plasmatici. Il Cmax e, in misura minore, l'AUC
aumentano in modo non proporzionale a dosi superiori a 40 mg.
Sono state osservate differenze di concentrazioni plasmatiche
tra i sessi, nelle donne Cmax e AUC erano
rispettivamente 3 e 2 volte superiori rispetto agli uomini.
Distribuzione:
Il telmisartan è fortemente legato alle proteine
plasmatiche (>99,5%), in particolare all’albumina e alla
glicoproteina acida alfa-1. Il volume medio di distribuzione allo
stato stazionario (Vdss) è di circa 500
litri.
Metabolismo:
Il telmisartan è metabolizzato mediante coniugazione a
glucuronide. Non è stata dimostrata un'attività
farmacologica per il coniugato.
Eliminazione:
Il telmisartan mostra una cinetica di decadimento
biesponenziale con un’emivita terminale di eliminazione
superiore alle 20 ore. La concentrazione plasmatica massima,
(Cmax), e, in misura minore, l’area sotto la
curva delle concentrazioni plasmatiche/tempo, (AUC), aumentano in
misura non proporzionale alla dose. Quando il telmisartan viene
assunto alle dosi consigliate non si evidenzia un accumulo
rilevante dal punto di vista clinico. Le concentrazioni
plasmatiche sono superiori nella donna rispetto all’uomo,
ma ciò non influisce in modo rilevante
sull’efficacia.
In seguito alla somministrazione orale (ed endovenosa), il
telmisartan viene escreto quasi esclusivamente con le feci,
soprattutto in forma immodificata. L’escrezione urinaria
cumulativa è inferiore all'1% della dose. La clearance
plasmatica totale (Cltot) è elevata (ca. 1000
ml/min) se confrontata al flusso plasmatico epatico (ca.
1500/ml/min).
Popolazioni speciali
Pazienti anziani:
La farmacocinetica del telmisartan non differisce nei pazienti
anziani rispetto ai soggetti giovani.
Pazienti con disfunzioni renali:
Nei pazienti con insufficienza renale in dialisi sono state
osservate concentrazioni plasmatiche inferiori. Nei pazienti
affetti da insufficienza renale il telmisartan è
fortemente legato alle proteine plasmatiche e non può
essere eliminato con la dialisi. Nei pazienti con disfunzioni
renali l'emivita di eliminazione non varia.
Pazienti con disfunzioni epatiche:
Negli studi di farmacocinetica in pazienti con insufficienza
epatica è stato osservato un aumento nella
biodisponibilità assoluta fino a quasi il 100%. Nei
pazienti con disfunzioni epatiche l'emivita di eliminazione non
varia.
�
Negli studi preclinici di tollerabilità e sicurezza,
dosi tali da determinare un’esposizione confrontabile a
quella del range di dosi da impiegarsi nella terapia clinica
hanno causato una riduzione dei parametri eritrocitari
(eritrociti, emoglobina, ematocrito), alterazioni
nell’emodinamica renale (aumento di azotemia e
creatininemia) e un aumento nella potassiemia in animali
normotesi. Nel cane sono state osservate dilatazione ed atrofia
dei tubuli renali. Nel ratto e nel cane sono state osservate
inoltre lesioni della mucosa gastrica (erosioni, ulcere o
infiammazioni). Questi effetti indesiderati farmacologicamente
mediati, come evidenziato dagli studi preclinici con ACE
inibitori e antagonisti dell'angiotensina II, si possono
prevenire somministrando supplementi salini orali.
In entrambe le specie sono stati osservati aumento
dell’attività della renina plasmatica e
ipertrofia/iperplasia delle cellule iuxtaglomerulari renali. Tali
alterazioni, anch’esse un effetto di tutta la classe degli
ACE inibitori e di altri antagonisti dell'angiotensina II, non
sembrano avere significato clinico.
Non vi è alcuna evidenza di effetto teratogeno ma studi
preclinici hanno mostrato un potenziale rischio di telmisartan
nello sviluppo postnatale della prole: minore peso corporeo,
apertura ritardata degli occhi, mortalità più
elevata.
Non vi è stata alcuna evidenza di mutagenesi, né
di attività clastogena rilevante negli studi in vitro
né di cancerogenicità nel ratto e nel topo.
�
Polividone, meglumina, sodio idrossido, sorbitolo, magnesio
stearato
�
Non pertinente
�
3 anni
�
Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo
dall’umidità
�
14 compresse
28 compresse
56 compresse
98 compresse
Blister in poliammide/alluminio/PVC
�
Nessuna istruzione particolare
�
Glaxo Group Ltd
Greenford
Middlesex, UB6 0NN
Regno Unito
�
EU/1/98/089/011 (14 compresse)
A.I.C. 034326114
EU/1/98/089/012 (28 compresse)
A.I.C. 034326126
EU/1/98/089/013 (56 compresse)
A.I.C. 034326138
EU/1/98/089/014 (98 compresse)
A.I.C. 034326140
�
-----
�
15 settembre 1999
�
TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
-----
�
Maggio 2002
�
Prontuariofarmaci. - Copyright � 2000-2012 - Anibaldi.it@Network -
Tutti i diritti riservati.
[http://www.carloanibaldi.com/terapia/schede/summary.htm]