PROSTAVASIN 20 microgrammi polvere per soluzione per
infusione endovenosa o endoarteriosa
PROSTAVASIN 40 microgrammi polvere per
soluzione per infusione endovenosa o endoarteriosa
pari ad alprostadil������������ �������������
������������� ��� 40,0 microgrammi
PROSTAVASIN 60 microgrammi polvere per soluzione per
infusione endovenosa o endoarteriosa
pari ad alprostadil������������ �������������
������������� ��� 60,0 microgrammi
Polvere per soluzione per infusione endovenosa in fiale e
flaconcini previa solubilizzazione in fisiologica salina per uso
endovenoso o endoarterioso.
- [Vedi Indice]
Trattamento della tromboangioite obliterante (morbo
di Bürger) in stadio avanzato con ischemia critica degli
arti inferiori quando non è indicato un intervento di
rivascolarizzazione.
Trattamento delle arteriopatie obliteranti di grado severo con
ischemia critica degli arti inferiori quando non è
indicato un intervento di rivascolarizzazione.
�
L’esperienza clinica acquisita con il composto di
inclusione alprostadil a-ciclodestrina ha mostrato che il
prodotto può essere usato sia per infusione endovenosa che
per infusione endoarteriosa con risultati sovrapponibili in
termini di efficacia terapeutica.
Non somministrare il prodotto se non opportunamente diluito
(50 - 250 ml).
Somministrazione endovenosa
Quando nel paziente da trattare non vi sono particolari
problemi di carico idrico, Prostavasin può essere
somministrato per infusione lenta, con una normale fleboclisi,
senza necessità di usare una pompa da infusione.
Sciogliere il contenuto di 2 fiale di Prostavasin 20
microgrammi o di 1 fiala di Prostavasin 40 microgrammi in
250 ml di soluzione fisiologica salina ed infondere e.v. la
soluzione ottenuta in due ore. Questa dose va somministrata due
volte al giorno. In alternativa è possibile anche
infondere 3 fiale di Prostavasin 20 microgrammi o 1
flaconcino 60 microgrammi� in 250 ml di soluzione fisiologica
salina una volta al giorno in 2 o 3 ore.
Nei pazienti con diminuita funzionalità renale
può essere opportuno iniziare il trattamento con una dose
ridotta di Prostavasin (ad esempio una fiala da 20
microgrammi e.v. in due ore due volte al giorno) per passare al
dosaggio pieno indicato sopra nel giro di due o tre giorni.
Quando nel paziente da trattare vi sono problemi di carico
idrico (vedi Speciali Avvertenze e Precauzioni per l’uso),
questi dosaggi dovrebbero essere somministrati in un volume
ridotto (fino ad un minimo di 50 ml) di soluzione fisiologica
salina.
Quando la velocità di infusione che ne deriva è
inferiore a 50 ml/ora, è consigliabile l’uso di una
pompa da infusione per garantire l’esattezza del
dosaggio.
N.B.
In alternativa alla soluzione fisiologica salina, a giudizio
del medico curante, possono essere usate soluzione glucosata o di
levulosio.
Somministrazione endoarteriosa
Sciogliere il contenuto di una fiala di Prostavasin 20
microgrammi in 50 ml di soluzione fisiologica salina.
Sulla base delle attuali conoscenze si può seguire il
seguente schema posologico:
come dose iniziale somministrare con l’aiuto di una
pompa da infusione mezza fiala di Prostavasin 20 microgrammi
(corrispondente a 10 microgrammi di alprostadil) in 60-120
minuti.
Se necessario (in modo particolare se sono presenti lesioni
necrotiche) e se la dose iniziale è stata ben tollerata,
aumentare il dosaggio ad una fiala di Prostavasin 20
microgrammi, ugualmente somministrata in 60-120 minuti.
Questo dosaggio viene somministrato una volta al giorno.
Se l’infusione endoarteriosa deve essere praticata
attraverso un catetere a permanenza, si raccomanda, in base alla
tollerabilità del prodotto e alla gravità della
condizione clinica del paziente, un dosaggio di 0,1 - 0,6
ng/Kg/min. somministrati tramite pompa da infusione in 12 ore
(questo dosaggio è mediamente equivalente a 1/4 - 1 fiala
e mezzo di Prostavasin 20 microgrammi).
DURATA DELLA TERAPIA
Il periodo di trattamento non deve superare le 4
settimane.
Dopo 3 settimane di trattamento occorre tuttavia decidere,
sulla base della condizione clinica, se continuare la terapia
rappresenta un beneficio per il paziente.
Se non c’è stata risposta terapeutica, si
consiglia l’interruzione del trattamento.
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Ipersensibilità individuale accertata verso
il componente attivo alprostadil o altre sostanze strettamente
correlate dal punto di vista chimico.
Gravidanza ed allattamento.
Scompenso cardiaco congestizio acuto o cronico (NYHA
II - IV), sospetta congestione polmonare, infarto miocardico
entro gli ultimi 6 mesi, coronaropatie ed aritmie cardiache
gravi, valvulopatie (es. stenosi aortica e mitralica). Stati di�
ipotensione severa o di grave ipertensione arteriosa.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva grave.
Emorragie in atto e condizioni di aumentato rischio
emorragico (es. ulcera peptica florida o pazienti
traumatizzati).
Epatopatie acute o epatopatie croniche in fase di
scompenso.
�
L’impiego del prodotto non può essere
considerato un’alternativa terapeutica nei casi che
richiedano una urgente amputazione (es.: gangrena infetta) che
non deve essere rinviata.
Particolare attenzione va posta nel trattamento di
pazienti coronaropatici, cardiopatici con precedenti di scompenso
cardiaco o in condizioni di aumentato rischio per lo sviluppo di
insufficienza cardiaca, pazienti con edemi periferici o diminuita
funzionalità renale (creatininemia > 1.5 mg/dl). In
questi pazienti è opportuna una attenta sorveglianza delle
funzioni cardiocircolatorie su base clinica e, se necessario, si
deve� attuare un appropriato monitoraggio, con controllo del peso
corporeo, dell’equilibrio idroelettrolitico e ripetuti
esami ecocardiografici.
A giudizio del medico occorrerà inoltre
stabilire l’opportunità di ridurre l’apporto
idrosalino giornaliero globale, diminuendo se necessario anche il
volume per l’infusione di Prostavasin fino ad un
minimo di 50� ml/die. Prostavasinva inoltre somministrato
con cautela nei soggetti ipotesi o portatori di patologie� nelle
quali una possibile diminuzione pressoria potrebbe fare
precipitare la condizione clinica del paziente.
Nei soggetti trattati è possibile
l’insorgenza di ipotensione ortostatica.
Non ingerire ed evitare il contatto con la cute dove
può verificarsi eritema indolore persistente. In caso di
contatto accidentale lavare immediatamente con abbondante acqua o
soluzione salina.
�
Prostavasin può potenziare
l’effetto ipotensivo di farmaci antiipertensivi,
vasodilatatori ed antischemici-antianginosi. L’effetto
antiaggregante piastrinico di Prostavasin può inoltre
potenziare l’azione dei farmaci antiaggreganti piastrinici
ed anticoagulanti, con possibile aumento di rischio
emorragico.
Nella soluzione pronta per l’uso non aggiungere
altri farmaci.
�
Prostavasin non deve essere somministrato
durante la gravidanza o l’allattamento.
�
Nessuno.
�
Durante la somministrazione endoarteriosa possono
verificarsi con una certa frequenza, dolore, eritema ed edema
nell’arto sede di infusione.
Una sintomatologia di questo tipo si verifica solo
occasionalmente a seguito di infusione endovenosa; può
invece verificarsi nella vena sede di infusione una reazione
locale consistente in arrossamento, edema e dolore in
corrispondenza del punto di infusione.
Queste reazioni, che sono dipendenti dal farmaco o
causate direttamente dalla puntura, regrediscono con il
riposizionamento dell’ago o del catetere la riduzione della
dose, o la sospensione dell’infusione.
Indipendentemente dalla via di somministrazione
endoarteriosa o endovenosa, sono state osservate cefalea, flush
al volto, reazioni gastrointestinali quali diarrea, nausea e
vomito, dolori addominali, sensazioni di calore, astenia e
parestesie.
Sono stati inoltre osservati dopo trattamento
endoarterioso ed endovenoso casi di ipotensione acuta,
tachicardia, aritmie extrasistoliche, sintomi anginosi, dispnea,
asma, elevazione delle transaminasi, leucopenia o leucocitosi,
artralgie, stati confusionali, agitazione o sedazione,
convulsioni di origine cerebrale, ipertermia, sudorazione,
brividi, febbre, reazioni allergiche, variazioni della proteina C
reattiva.
Queste manifestazioni sono regredite con la
sospensione del trattamento.
In casi isolati sono state osservate esostosi
reversibili delle ossa tubolari lunghe (solo con trattamenti
protratti per più di quattro settimane), scompenso
cardiaco globale o edema polmonare acuto.
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In caso di sovradosaggio sono possibili effetti
collaterali dovuti all’azione farmacologica
dell’alprostadil (grave cefalea, arrossamenti cutanei
generalizzati, spiccati sintomi gastrointestinali, variazione
della pressione e della frequenza cardiaca). Queste situazioni
richiedono la sospensione della terapia e l’istituzione di
terapia sintomatica.
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Il potenziale terapeutico del Prostavasin nei
processi aterosclerotici è dovuto alle sue dimostrate
attività farmacologiche quali :
aumento dell’irrorazione sanguigna ed in particolare
nella microcircolazione;
miglioramento del flusso ematico con modificazione della
deformabilità eritrocitaria;
inibizione della attivazione ed aggregazione piastrinica;
incremento dell’attività fibrinolitica;
inibizione della attivazione dei leucociti.
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Dopo ricostituzione, l’alprostadil
(PGE1) si dissocia dal complesso di inclusione
alfaciclodestrina; la distribuzione di entrambi i composti
avviene in modo independente dopo la somministrazione. Nei
volontari sani, le concentrazioni plasmatiche medie di
PGE1 dosate durante e dopo 2 ore di infusione
endovenosa con placebo, variano da 1 a 2 pg/ml.
Durante infusione endovenosa di 2 ore con 60
microgrammi di alprostadil, le concentrazioni plasmatiche di
PGE1 aumentano rapidamente fino ad un plateau di circa
7pg/ml; alla fine dell’infusione di Prostavasin le
concentrazioni plasmatiche di PGE1 ritornano entro
pochi minuti al valore basale.
L’aumento plasmatico di PGE1
è proporzionale alla dose somministrata (velocità
di infusione 30 mg/2h, 60 mg/2h, 120 mg/2h). Approssimativamente
il 90% di PGE1 trovato nel plasma è legato alle
proteine.
Metabolismo
L’ossidazione enzimatica del gruppo idrossi
C15 e la riduzione del doppio legame C 13, 14 producono i
metaboliti primari 15-keto-PGE1, PGE0 (13,
14-diidro PGE1) e 15 keto PGE0. Solamente
la PGEo ed il 15-keto PGE0 sono stati rilevati nel
plasma umano.
A differenza dei metaboliti 15-keto, che sono meno
attivi farmacologicamente del composto progenitore, la
PGE0 è simile a PGE1 in efficacia e
in più aspetti.
Nei volontari sani, le concentrazion plasmatiche
medie di PGE0 misurate durante e dopo
un’infusione endovenosa di 2 ore con placebo sono di 1
pg/ml. Durante un’infusione endovenosa di due ore con 60 mg
di alprostadil sono state osservate concentrazioni plasmatiche di
PGE0 di circa 13 pg/ml.
Escrezione
Dopo ulteriore degradazione dei metaboliti primari
dovuta a Beta e Omega ossidazione, vengono eliminati parecchi
metaboliti polari, soprattutto nelle urine (88%) e nelle feci
(12%) in 72 ore e l’eliminazione totale è
essenzialmente completa (92%) entro 24 ore dopo la
somministrazione. Nessuna PGE1 invariata è
stata trovata nelle urine e non vi è evidenza di
ritenzione tissutale di PGE1 o dei suoi
metaboliti.
�
Tossicità acuta : nel topo e nel ratto per
via e.v., i.p., s.c. la DL50, espressa come PGE1, varia da 20 a
29 mg/kg; per os è circa 200 mg/kg; nel cane e.v. è
di circa 15 mg/kg.
Tossicità subacuta e cronica : nel cane non
si sono avute manifestazioni tossiche fino a 360 mcg/kg/die
somministrati per infusione endoarteriosa per 30 giorni; nel
ratto la dose massima tossica è di 50 mcg/kg/die,
somministrata i.p. per 6 mesi.
Tollerabilità locale : l’applicazione
sulla pelle del coniglio di soluzioni contenenti 1 mg/ml è
stata ben tollerata; l’iniezione retrosternale nel coniglio
di soluzioni da 0,625 a 5 mg/ml ha dato luogo a fenomeni locali
infiammatori risoltisi entro 7 giorni.
Antigenicità : non sono stati rilevati
fenomeni di sensibilizzazione nel topo cavia.
Teratogenesi e fertilità nel ratto e coniglio
: non sono stati messi in evidenza danni fetali o
all’attività riproduttiva.
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Lattosio anidro
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Non sono note.
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24 mesi.
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Conservare a temperatura inferiore a 25°C al
riparo della luce.
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Fiale di vetro neutro incolore tipo I.
Confezione di 1 fiala da 20 e 40 microgrammi.
Flaconcino di vetro neutro incolore di tipo I con
tappo di bromobutilcaucciù.
Confezione di 1 flaconcino da 60 microgrammi.
�
La soluzione per l'infusione deve essere preparata
immediatamente prima dell'uso e deve essere utilizzata entro 24
ore.
Le fiale ed il flaconcino� contengono una polvere
bianca liofilizzata che forma uno strato compatto sul fondo. Lo
strato può mostrare incrinature e frantumarsi
leggermente.
Nel caso di danno alle fiale o al flaconcino, il
contenuto secco diventa umido e viscoso e si riduce di volume. In
questo caso Prostavasin non deve essere utilizzato.
La polvere si scioglie immediatamente dopo aggiunta
di soluzione fisiologica. Inizialmente la soluzione può
sembrare leggermente torbida a causa delle presenza di bolle.
Queste scompariranno velocemente e la soluzione diverrà
limpida.
�
SCHWARZ PHARMA AG, Alfred Nobel Strasse 10, D-40789
Monheim, Germany.
Rappresentante per l’Italia :
SCHWARZ PHARMA S.p.A., Via Gadames, 57 – 20151
- Milano.
�
Prostavasin 20 microgrammi polvere per
soluzione per infusione endovenosa
AIC n. 027584010
Prostavasin 40 microgrammi polvere per soluzione
per infusione endovenosa
AIC n.027584022
Prostavasin 60 microgrammi polvere per soluzione per
infusione endovenosa
AIC n.027584034
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3.1993 per Prostavasin 20 microgrammi polvere per
soluzione per infusione endovenosa
30.08.2000 per Prostavasin 40 microgrammi e 60
microgrammi polvere per soluzione per infusione endovenosa
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Maggio 2001
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