- [Vedi Indice]- Per contrastare l'azione di stimolo sull'endometrio esercitata dagli estrogeni quando somministrati come terapia ormonale sostitutiva in donne in menopausa.
- Menometrorragie funzionali.
- Amenorrea secondaria.
Per contrastare l'azione di stimolo sull'endometrio esercitata dagli estrogeni, quando somministrati come terapia ormonale sostitutiva in donne in menopausa: da 5 a 10 mg al giorno per almeno 10 giorni a partire dall'11° giorno in un ciclo che prevede una terapia con estrogeni per 21 giorni. L'emorragia da sospensione si manifesta normalmente entro 3-7 giorni dall'interruzione del trattamento con Provera G.
Menometrorragie funzionali: inizialmente dosi da 5 mg a 10 mg/die per 10 giorni dovrebbero gradualmente determinare, nel corso del trattamento, la cessazione dell'emorragia. L'emorragia da sospensione si manifesta entro 3-7 giorni dall'interruzione del trattamento con Provera G.
Il trattamento con Provera G alle dosi di 5-10 mg/die per 10 giorni può essere ripetuto, iniziando la somministrazione al 16° giorno del ciclo, per 2-3 cicli. Successivamente sospendere la terapia per verificare la regressione della disfunzione.
Amenorrea secondaria: da 5 a 10 mg/die, per 10 giorni. Se l'endometrio è stato precedentemente stimolato da adeguati tassi di estrogeni endogeni, l'emorragia da sospensione si manifesta entro 3-7 giorni dall'interruzione del trattamento con Provera G.
Tromboflebiti, disturbi tromboembolici, apoplessia cerebrale o anamnesi positiva per queste affezioni.Grave insufficienza epatica.Perdite ematiche vaginali o del tratto urinario di natura non accertata.Aborto ritenuto.Ipersensibilità nota al medrossiprogesterone acetato o a qualcuno degli eccipienti.Accertata o sospetta neoplasia genitale in fase iniziale.Il prodotto è controindicato come test di gravidanza e non deve essere impiegato durante la gravidanza stessa.
Prima di prescrivere Provera G, deve essere esclusa la presenza di neoplasie mammarie o genitali.
Il Medico deve fare attenzione alle prime manifestazioni di disordini trombotici e sospendere la terapia con Provera G, se dovessero verificarsi episodi di questo tipo o al semplice sospetto.
Se si dovesse verificare un'improvvisa parziale o totale perdita della vista o in caso di esoftalmo, diplopia o emicrania, prima di continuare il trattamento effettuare un controllo oftalmico onde escludere la presenza di edema della papilla e di lesione vascolare retinica.
Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprietà carcinogeniche negli animali in particolari condizioni sperimentali. Cani di razza Beagle, trattati con medrossiprogesterone acetato, hanno sviluppato noduli mammari, alcuni dei quali di natura evolutiva.
Poiché i progestinici possono causare un certo grado di ritenzione idrica, devono essere tenute sotto osservazione le condizioni che potrebbero essere influenzate da questo fattore, quali: l'epilessia, l'emicrania, l'asma, le disfunzioni cardiache e renali.
Pazienti con anamnesi positiva per depressione psichica richiedono un'attenta osservazione durante il trattamento con Provera G. Durante il trattamento alcune pazienti possono manifestare sintomi depressivi di tipo premestruale.
È stata notata una ridotta tolleranza al glucosio, in alcune pazienti trattate con progestinici. Il meccanismo di questa diminuzione è tuttora oscuro. Per questo motivo le pazienti diabetiche devono essere tenute sotto stretta sorveglianza nel corso della terapia progestinica.
Il trattamento progestinico nelle pazienti in pre-menopausa può mascherare l'insorgenza del climaterio.
Nel caso si dovessero eseguire esami anatomo-patologici, informare il Medico responsabile del trattamento con Provera G.
In caso di perdite ematiche vaginali, occorre tenere presenti le cause non funzionali. Nei casi di metrorragia di natura non accertata, si consigliano adeguate misure diagnostiche.
A causa delle segnalazioni di disordini tromboembolici (tromboflebiti, embolia polmonare, trombosi dell'arteria retinica e disordini cerebrovascolari) riferite a pazienti in terapia estro-progestinica e, dal momento che il meccanismo di questi disordini è oscuro, è bene prestare particolare attenzione ai sintomi premonitori di queste manifestazioni.
Prima di iniziare o riprendere la terapia ormonale sostitutiva (HRT), oltre ad eseguire una visita generale e ginecologica, dovrebbe essere valutata l'anamnesi personale e familiare della paziente, alla luce delle controindicazioni e delle avvertenze speciali e precauzioni per l'uso.
Durante il trattamento sono raccomandati controlli specialistici periodici la cui natura e frequenza va adattata alla paziente e vanno condotte ripetute visite al seno e/o mammografia in linea con i programmi di controllo consigliati per le donne sane, modificati secondo le necessità cliniche individuali.
Attualmente i dati clinici disponibili (derivati dalla valutazione dei dati emersi da cinquantuno studi epidemiologici) suggeriscono che nelle donne in postmenopausa che si sottopongono o si siano sottoposte a terapia ormonale sostitutiva, vi sia un aumento da lieve a moderato della probabilità di diagnosi di cancro mammario. Ciò può essere dovuto sia ad una diagnosi precoce nelle pazienti trattate, che ad un reale effetto della HRT, che alla combinazione di ambedue.
La probabilità di porre diagnosi di cancro mammario aumenta con la durata del trattamento e sembra ritornare al valore iniziale dopo cinque anni dalla sospensione della HRT. Il cancro mammario diagnosticato in pazienti che usino o abbiano usato recentemente HRT sembrerebbe di natura meno invasiva di quello trovato in donne non trattate.
Nelle donne di età compresa tra i cinquanta e i settanta anni, che non usano HRT, viene diagnosticato il cancro mammario a circa quarantacinque soggetti ogni mille, con un aumento legato all'età.
È stato stimato che nelle donne che fanno uso di HRT, per almeno cinque anni, il numero di casi supplementari di diagnosi di cancro mammario sarà tra due e dodici per ogni mille soggetti, ciò in relazione all'età in cui le pazienti iniziano il trattamento e alla durata dello stesso.
E' importante che il medico discuta l'aumento di probabilità di diagnosi di cancro mammario con la pziente candidata a terapia a lungo termine, valutandolo in relazione ai benefici della HRT.
Dovrebbero essere strettamente controllate le pazienti con storia familiare di neoplasie e quelle che soffrano o abbiano sofferto delle patologie che seguono:
Colestasi ricorrente o prurito insistente durante la gravidanzaAlterazioni della funzionalità epaticaInsufficienza renale o cardiacaNoduli al seno o mastopatia fibrocisticaEpilessiaAsmaOtospongiosiDiabete mellitoSclerosi multiplaLupus eritematoso sistemico
A seguito della somministrazione di Provera G si possono avere alterazioni dei seguenti esami di laboratorio: gonadotropinemia, progesterone plasmatico, pregnandiolo urinario, estrogeni plasmatici, cortisolemia, test di tolleranza al glucosio, test del metopirone.
La somministrazione concomitante di Provera G con l'amminoglutetimmide può significativamente deprimere la biodisponibilità di Provera G.
L'uso dei progestinici è sconsigliato durante la gravidanza e l'allattamento.
L'impiego in gravidanza non è consigliabile in quanto i dati lasciano presumere una possibile relazione tra la somministrazione di progestinici all'inizio della gravidanza e la presenza di malformazioni cardiache congenite nel neonato.
Sebbene siano stati ritrovati quantitativi irrilevanti di progestinico nel latte delle madri trattate con medrossiprogesterone acetato, l'effetto sul lattante non è stato ancora stabilito.
Non sono noti dati al riguardo.
I seguenti effetti indesiderati, elencati in ordine di gravità e non di frequenza d'insorgenza, sono stati rilevati da occasionalmente a raramente a seguito di somministrazione di progestinici:
Anafilassi o reazioni di tipo anafilattoide. Malattie tromboemboliche, quali: tromboflebiti ed embolia polmonare. Sistema nervoso centrale: nervosismo, insonnia, sonnolenza, stanchezza, depressione, vertigini ed emicrania.Cute e mucose: orticaria, prurito, rash, acne, irsutismo ed alopecia, edema ed esantema diffuso con o senza prurito.Sistema gastrointestinale: nausea.Mammelle: mastodinia e galattorrea.Cervice uterina: alterazioni di erosioni e di secrezioni cervicali.Iperpiressia, ittero colestatico, alterazioni ponderali e facies lunaris.Malformazioni congenite: l'impiego in gravidanza non è consigliabile in quanto i dati lasciano presumere una possibile relazione tra somministrazione di progestinici all'inizio della gravidanza e la presenza di malformazioni congenite nel neonato.In donne in trattamento con progestinici (medrossiprogesterone acetato incluso) sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: perdite ematiche vaginali di entità variabile (dallo spotting all'emorragia vera e propria), alterazioni del flusso mestruale, amenorrea.
Non sono noti dati al riguardo.
Il medrossiprogesterone acetato somministrato per via orale o per via parenterale alle dosi consigliate nelle pazienti con adeguati tassi di estrogeni endogeni, trasforma l'endometrio da proliferativo a secretivo. Mentre sono stati osservati effetti mascolinizzanti ed anabolizzanti, il farmaco sembra essere sprovvisto di significativa attività estrogenica. Sebbene il medrossiprogesterone acetato somministrato per via parenterale inibisca la produzione di gonadotropine, con conseguente inibizione della maturazione follicolare e dell'ovulazione, ciò non si verifica quando la dose normalmente consigliata è somministrata per via orale in dose singola giornaliera.
Il medrossiprogesterone acetato (MPA) è rapidamente assorbito dal tratto gastrointestinale e dalla vagina. I picchi di concentrazione sierica si osservano dopo 2-6 ore (somministrazione orale) e dopo 4-20 giorni (somministrazione i.m.). L'emivita apparente varia da circa 30-60 ore, dopo somministrazione orale, a circa 6 settimane, dopo somministrazione i.m. Il MPA si lega per il 90-95% alle proteine plasmatiche. Attraversa la barriera ematoencefalica ed è escreto nel latte. Il MPA viene eliminato nelle feci e con le urine.
I dati tossicologici relativi agli studi condotti su animali da esperimento utilizzando il medrossiprogesterone acetato sono i seguenti:
- DL50 , somministrazione orale - Topo: superiore a 10.000 mg/kg
- DL50 , somministrazione intraperitoneale - Topo: 6.985 mg/kg
A seguito di somministrazione orale a ratti e topi (334 mg/kg/die) ed a cani (167 mg/kg/die) trattati per 30 giorni, non fu evidenziato alcun effetto tossico.
Studi di tossicità cronica condotti su ratti e cani alle dosi di 3,10 e 30 mg/kg/die trattati per 6 mesi non hanno evidenziato alcun effetto tossico ai livelli saggiati.
Alle dosi più elevate è stata osservata solamente la comparsa degli effetti ormonali attesi.
Gli studi di teratogenesi condotti su femmine di cani Beagle gravide, trattate alle dosi di 1,10 e 50 mg/kg/die per somministrazione orale hanno evidenziato ipertrofia clitoridea nei cuccioli femmine nati da animali trattati alla dose più elevata.
Nessuna anormalità fu evidenziata nei cuccioli maschi.
L'indagine successiva effettuata per verificare le capacità riproduttive delle femmine partorite da animali trattati con medrossiprogesterone acetato, non ha evidenziato alcuna diminuzione della fertilità.
Studi di tossicità a lungo termine condotti sulla scimmia, sul cane e sul ratto, con somministrazione parenterale di medrossiprogesterone acetato, hanno evidenziato i seguenti effetti:
Cani Beagle , trattati alle dosi di 3 e 75 mg/kg ogni 90 giorni per 7 anni, svilupparono noduli mammari che furono osservati anche in alcuni animali di controllo.
I noduli notati negli animali di controllo erano a carattere intermittente, mentre i noduli apparsi negli animali trattati col farmaco erano di dimensioni maggiori, più numerosi, a carattere persistente e due degli animali trattati alla dose più alta svilupparono tumori mammari maligni.
Due scimmie , trattate alla dose di 150 mg/kg ogni 90 giorni per 10 anni, svilupparono carcinoma indifferenziato dell'utero, che non si manifestò invece nelle scimmie del gruppo di controllo ed in quelle trattate alle dosi di 3 e 30 mg/kg ogni 90 giorni per 10 anni.
Noduli mammari di carattere intermittente furono evidenziati negli animali del gruppo di controllo ed in quelli trattati alle dosi di 3 e 30 mg/kg, ma non nel gruppo che aveva ricevuto la dose di 150 mg/kg.
In sede di autopsia (dopo 10 anni) i noduli furono riscontrati solamente in 3 delle scimmie del gruppo trattato alla dose di 30 mg/kg.
Dall'esame istopatologico risultò che tali noduli erano di natura iperplastica.
Nel ratto trattato per 2 anni, non fu evidenziata alcuna alterazione a livello dell'utero e delle mammelle.
Studi di mutagenesi condotti impiegando il test Salmonella Microsomi (Ames test) ed il Micronucleus test, hanno dimostrato che il medrossiprogesterone acetato non possiede alcuna attività mutagenetica.
Altri studi non hanno evidenziato alcuna modificazione della fertilità nella prima e nella seconda generazione degli animali osservati.
Non è ancora stato accertato se le osservazioni sopra riportate possono essere riferite anche nell'uomo.
Provera G 5 mg: lattosio monoidrato, talco, amido di mais, saccarosio, calcio stearato, paraffina liquida, E132, alluminio ossido idrato.
Provera G 10 mg: lattosio monoidrato, talco, amido di mais, saccarosio, calcio stearato, paraffina liquida.
Non sono noti dati al riguardo.
3 anni.
Nessuna.
Blister in PVC opaco/Alluminio
Provera G 5 mg: confezione da 12 compresse
Provera G 10 mg: confezione da 12 compresse
Nessuna.
PHARMACIA & UPJOHN S.p.A. - Milano
Provera G 5 mg: 12 compresse AIC n. 029037025
Provera G 10 mg: 12 compresse AIC n. 029037049
Da vendersi soltanto dietro presentazione di ricetta medica, utilizzabile una sola volta.
Giugno 1998
Non si applica.
Maggio 2000
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