Compresse rivestite; Granulato per soluzione orale.
- [Vedi Indice]
Trattamento in associazione con altri antiepilettici per
pazienti con epilessia parziale resistente con o senza
generalizzazione secondaria e cioè in quei pazienti in cui
tutte le altre associazioni siano risultate inadeguate o non
siano state tollerate.
Monoterapia nel trattamento di spasmi infantili (sindrome di
West).
�
Il trattamento con SABRIL può essere iniziato solo da
uno specialista in neurologia o neuropsichiatria o
neuropsichiatria infantile. Il follow-up deve essere organizzato
sotto il controllo di uno specialista in neurologia o
neuropsichiatria o neuropsichiatria infantile.
Il SABRIL è destinato alla somministrazione orale una o
due volte al giorno e può essere assunto prima o dopo i
pasti. Il contenuto delle bustine può essere versato in
bevande (ad es. acqua, succo di frutta o latte) immediatamente
prima dell’assunzione orale.
Se il controllo dell’epilessia non è migliorato
in maniera clinicamente significativa dopo un periodo di
trattamento adeguato, la somministrazione di vigabatrin non deve
essere continuata.
Vigabatrin deve essere gradualmente sospeso sotto rigoroso
controllo medico.
Adulti
L’efficacia massima si manifesta generalmente in un
intervallo di 2-3 g/die. Una dose iniziale di 1 g/die deve essere
aggiunta al regime terapeutico attuale dei pazienti con farmaci
antiepilettici. La dose giornaliera deve essere poi titolata con
incrementi di 0,5 g ad intervalli settimanali, a seconda della
risposta clinica e della tollerabilità del farmaco. La
dose massima raccomandata è di 3 g/die.
Non esiste alcuna correlazione diretta fra la concentrazione
plasmatica e l’efficacia del farmaco. La durata
dell’effetto del farmaco dipende dal tasso di resintesi
della GABA-transaminasi anziché dalla concentrazione
plasmatica del farmaco (vedere anche i Paragrafi 5.1
Proprietà farmacodinamiche e 5.2 Proprietà
farmacocinetiche).
Bambini
La dose iniziale raccomandata nei bambini è di 40
mg/kg/die. Le dosi di mantenimento raccomandate in rapporto al
peso corporeo sono le seguenti:
Peso corporeo:����� 10-15 kg���������� 0,5-1 g/die
��������������������������� 15-30 kg���������� 1-1,5 g/die
��������������������������� 30-50 kg���������� 1,5-3 g/die
��������������������������� > 50 kg������������ 2-3
g/die
Non bisogna superare la dose massima raccomandata in ciascuna
delle categorie.
Bambini - Monoterapia per gli spasmi infantili (Sindrome di
West). La dose iniziale raccomandata è di 50 mg/kg/die
che può essere titolata nel corso di una settimana, se
necessario. Sono state usate con una buona tollerabilità
dosi fino a 150 mg/kg/die.
Anziani e pazienti con alterazione renale
Dato che vigabatrin viene eliminato attraverso il rene,
bisogna usare cautela quando si somministra il farmaco a persone
anziane e, più in particolare, a pazienti con clearance
della creatinina inferiore a 60 ml/min. Bisogna prendere in
considerazione un aggiustamento della dose o della frequenza di
somministrazione. Questi pazienti possono rispondere ad una dose
di mantenimento inferiore. I pazienti devono essere tenuti sotto
controllo per accertare eventuali effetti indesiderati, come
sedazione o confusione (vedere i Paragrafi 4.4 Speciali
avvertenze e speciali precauzioni per l’uso e 4.8 Effetti
indesiderati).
�
Ipersensibilità ad uno dei componenti del prodotto.
�
Tranne che per il trattamento degli spasmi infantili, il
SABRIL non deve essere iniziato come monoterapia.
Difetti del campo visivo sono stati segnalati con elevata
prevalenza (circa 1/3 dei pazienti) in pazienti trattati con
vigabatrin. L’insorgenza generalmente si verifica dopo un
periodo che varia da mesi ad anni di terapia con vigabatrin. Il
grado di restrizione del campo visivo può essere severo,
il che può avere conseguenze pratiche per il paziente. La
maggior parte dei pazienti con difetti confermati dalla
misurazione del campo visivo (perimetria) era priva di sintomi.
Quindi questo effetto indesiderato può essere riconosciuto
in maniera attendibile solo mediante perimetria sistematica che
di solito è possibile solo in pazienti con età
dello sviluppo di oltre 9 anni. Il produttore fornisce su
richiesta un metodo messo a punto appositamente, basato sui
“Potenziali Evocati Visivi” (Visual Evoked Potentials
= VEP), per controllare la presenza della visione periferica in
bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non
è stato validato nel riconoscimento di difetti visivi
attribuiti a vigabatrin. L’elettroretinografia può
essere utile, ma deve essere impiegata solo in adulti che non
siano in grado di collaborare con la perimetria o in soggetti
molto giovani (vedere “Difetti del campo
visivo”).
I dati attualmente disponibili fanno ritenere che i difetti
del campo visivo siano irreversibili anche dopo la sospensione di
vigabatrin.
Pertanto, vigabatrin deve essere impiegato solo dopo
un’accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio
rispetto alle alternative terapeutiche disponibili.
Vigabatrin non è raccomandato per l’uso in
pazienti con pre-esistenti difetti del campo visivo clinicamente
significativi.
I pazienti devono essere sottoposti ad un esame di screening
sistematico quando si inizia la terapia con vigabatrin e ad
intervalli regolari per diagnosticare difetti del campo visivo
(vedere “Difetti del campo visivo”).
Difetti del campo visivo (DCV)
In base ai dati disponibili, l’andamento abituale
è costituito da una restrizione concentrica del campo
visivo di entrambi gli occhi, che generalmente è
più marcata a livello nasale che a livello temporale. Nel
campo visivo centrale (entro 30° di eccentricità), si
osserva spesso un difetto nasale anulare. L’acuità
visiva centrale non è alterata, ma i DCV segnalati in
pazienti trattati con vigabatrin andavano da lievi a gravi. I
casi gravi sono potenzialmente invalidanti.
La maggior parte dei pazienti con difetti del campo visivo
confermati mediante perimetria non aveva notato in precedenza
spontaneamente alcun sintomo, neppure in casi in cui si osservava
un grave difetto alla perimetria. I dati disponibili fanno
ritenere che il DCV sia irreversibile anche dopo sospensione di
vigabatrin.
I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno ritenere
che fino ad un terzo dei pazienti trattati con vigabatrin
presenti DCV. I pazienti di sesso maschile possono essere esposti
ad un rischio maggiore dei pazienti di sesso femminile.
Tutti i pazienti devono essere sottoposti a consulto
oftalmologico con l’esame del campo visivo prima di
iniziare il trattamento con vigabatrin.
Se possibile, prima di iniziare il trattamento e ad intervalli
di sei mesi devono essere eseguiti esami del campo visivo
appropriati (perimetria) usando una perimetria statica
standardizzata (Humphrey oppure Octopus) od una perimetria
cinetica (Goldmann). La perimetria statica è il metodo
preferito per riconoscere i difetti del campo visivo associati al
vigabatrin.
L’elettroretinografia può essere utile, ma deve
essere usata solo in pazienti adulti che non siano in grado di
collaborare durante la perimetria. In base ai dati disponibili,
il primo potenziale oscillatorio e le risposte di flicker a 30 Hz
dell’elettroretinogramma sembrano correlate ad un DCV
associato a vigabatrin. Queste risposte sono ritardate e ridotte
al di là dei limiti normali. Queste modificazioni non sono
state osservate in pazienti trattati con vigabatrin senza
DCV.
Il paziente e/o gli operatori sanitari devono ricevere una
descrizione approfondita della frequenza e delle implicazioni
dello sviluppo di DCV durante il trattamento con vigabatrin. I
pazienti devono essere istruiti a segnalare eventuali nuovi
problemi e sintomi visivi che possano essere associati ad una
limitazione del campo visivo. Se si sviluppano dei sintomi
visivi, il paziente deve essere inviato a consulto da un
oculista.
Se si osserva una restrizione del campo visivo durante il
follow-up, bisogna prendere in considerazione una sospensione
graduale di vigabatrin. Se si decide di continuare il
trattamento, bisogna prendere in considerazione un follow-up
più frequente (perimetria) per riconoscere la progressione
del difetto o difetti che mettano in pericolo la vista del
paziente.
Vigabatrin non deve essere impiegato in concomitanza con altri
farmaci retinotossici.
Bambini
La perimetria è raramente possibile in bambini di
età inferiore a 9 anni nell’età dello
sviluppo. I rischi del trattamento devono essere ponderati
accuratamente in confronto ad un possibile vantaggio nei bambini.
Attualmente non esiste alcun metodo affermato per diagnosticare
od escludere difetti del campo visivo in bambini in cui non si
possa eseguire una perimetria standardizzata. Un metodo messo a
punto appositamente, basato su Potenziali Evocati Visivi (PEV)
specifici è messo a disposizione dal produttore su
richiesta per controllare la presenza della visione periferica di
bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non
è stato validato nel riconoscimento dei difetti del campo
visivo attribuiti a vigabatrin. Se il metodo rivela una risposta
normale del campo visivo centrale, ma una risposta periferica
assente, il rapporto rischio/beneficio di vigabatrin deve essere
passato in rassegna e bisogna prendere in considerazione una
sospensione graduale del farmaco. La presenza della visione
periferica non esclude la possibilità che si sviluppi un
DCV. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve
essere impiegata solo in bambini di età inferiore ai 3
anni.
Condizioni neurologiche e psichiatriche
Tenendo conto dei risultati degli studi sulla sicurezza del
farmaco nell’animale (vedere il Paragrafo 5.3 Dati
preclinici di sicurezza), si consiglia di tenere sotto stretta
osservazione i pazienti trattati con vigabatrin per accertare
eventuali effetti avversi sulla funzione neurologica.
Poco dopo l’inizio del trattamento con vigabatrin sono
stati descritti rari rapporti di sintomi encefalopatici, come
marcata sedazione, stupore e confusione in associazione con
un’attività aspecifica ad onde lente
sull’elettroencefalogramma. I fattori di rischio di
sviluppo di queste reazioni comprendono una dose iniziale
più elevata di quella raccomandata, un aumento della dose
più rapida di quella raccomandata ed insufficienza renale.
Questi eventi erano reversibili dopo una riduzione della dose o
dopo la sospensione di vigabatrin. (Vedere il Paragrafo 4.8
Effetti indesiderati).
Come avviene con altri farmaci antiepilettici, in alcuni
pazienti si possono verificare un aumento della frequenza delle
convulsioni o la comparsa di nuovi tipi di convulsioni con
vigabatrin (vedere il Paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). Questi
fenomeni possono essere anche la conseguenza di un sovradosaggio,
di una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di un
trattamento antiepilettico concomitante o di un effetto
paradosso.
Come avviene con altri antiepilettici, un’improvvisa
sospensione può determinare convulsioni di rebound. Nel
caso di sospensione del trattamento con vigabatrin, si consiglia
di farlo con una graduale riduzione della dose nel corso di 2-4
settimane.
Vigabatrin deve essere usato con cautela in pazienti con
anamnesi di psicosi, depressione o problemi comportamentali.
Eventi psichiatrici (ad es. agitazione, depressione, pensiero
anormale, reazioni paranoidi) sono stati riferiti durante il
trattamento con vigabatrin. Questi eventi si sono verificati in
pazienti con e senza anamnesi psichiatrica e, di solito, erano
reversibili quando le dosi di vigabatrin venivano ridotte o
gradualmente sospese.
Anziani o pazienti con alterazione renale
Dato che vigabatrin viene eliminato per via renale, bisogna
usare cautela in pazienti con clearance della creatinina
inferiore a 60 ml/min ed in pazienti anziani. Questi pazienti
devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza per accertare
eventuali effetti indesiderati, come sedazione e confusione.
(Vedere il Paragrafo 4.2 Posologia e modo di
somministrazione).
�
Dato che vigabatrin non viene metabolizzato né si lega
alle proteine e non è un induttore di enzimi del citocromo
P450 che metabolizzano i farmaci, sono improbabili interazioni
con altri farmaci. Tuttavia, durante studi clinici controllati,
è stata osservata una graduale riduzione del 16-33% delle
concentrazioni plasmatiche di fenitoina. La natura esatta di
questa interazione non è attualmente chiara, ma, nella
maggior parte dei casi, è improbabile che abbia un
significato terapeutico.
Le concentrazioni plasmatiche di carbamazepina, fenobarbitale
e valproato di sodio sono state anch’esse monitorate
durante studi clinici controllati e non è stata
riconosciuta alcuna interazione clinicamente significativa.
Vigabatrin può determinare una diminuzione
dell’attività plasmatica misurata
dell’alanin-aminotransferasi (ALT) e, in misura minore,
dell’aspartato-aminotransferasi (AST). E’ stato
riferito che l’entità della soppressione
dell’ALT variava fra il 30 ed il 100%. Pertanto questi test
epatici possono essere inaffidabili dal punto di vista
quantitativo in pazienti che assumevano vigabatrin. (Vedere il
Paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
Vigabatrin può aumentare la quantità di
aminoacidi nell’urina probabilmente determinando un test
falso-positivo per certi disturbi metabolici genetici rari (ad
es. la presenza nell’urina di acido
alfa-amino-adipico).
�
Sono disponibili i dati relativi ad un numero limitato (n =
192) di gravidanze esposte al farmaco. Nel 14,5% delle gravidanze
esposte sono state riferite anomalie congenite, di cui il 64,5%
era rappresentato da gravi malformazioni. Un aborto spontaneo
è stato riferito nel 10,9% delle gravidanze esposte al
farmaco. Non si può trarre alcuna conclusione definitiva
per stabilire se vigabatrin determini un maggior rischio di
malformazioni se assunto durante la gravidanza a causa dei dati
limitati, dell'epilessia stessa e della presenza di concomitanti
medicinali antiepilettici durante ciascuna gravidanza riferita.
Non esistono informazioni sulla possibile comparsa di difetti del
campo visivo in bambini che siano stati esposti a vigabatrin in
utero.
Studi eseguiti nell’animale hanno dimostrato una
tossicità riproduttiva (vedere il Paragrafo 5.3 Dati
preclinici sulla sicurezza d’impiego). Non si conosce la
rilevanza di questi dati per l’uomo.
Se una paziente resta incinta o desidera avere un bambino, il
trattamento deve essere riesaminato. L’improvvisa
interruzione di un trattamento antiepilettico efficace può
portare ad un aggravamento delle condizioni della madre che
risultano dannose per il feto.
Vigabatrin deve essere usato durante la gravidanza solo se
è chiaramente necessario.
Vigabatrin viene escreto nel latte materno.
L’allattamento al seno non è consigliato durante il
trattamento con vigabatrin.
�
Come regola generale, i pazienti con epilessia non controllata
non sono autorizzati a guidare veicoli o usare macchinari
potenzialmente pericolosi. Tenendo conto del fatto che è
stato osservato senso di stordimento in studi clinici con il
SABRIL, bisogna avvisare i pazienti di questa possibilità
all’inizio del trattamento.
Difetti del campo visivo che possano influenzare
significativamente la capacità di guidare veicoli ed usare
macchinari sono stati segnalati frequentemente in associazione
con il SABRIL. I pazienti devono essere esaminati per accertare
l’eventuale presenza di difetti del campo visivo (vedere
anche il Paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni
per l’uso). Bisogna che i pazienti che guidano veicoli,
usano macchinari od eseguono compiti pericolosi adottino una
particolare attenzione.
�
Difetti del campo visivo che andavano da lievi a gravi sono
stati riferiti frequentemente in pazienti trattati con
vigabatrin. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti. La
comparsa avviene di solito dopo mesi od anni di terapia con
vigabatrin. I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno
ritenere che fino ad un terzo dei pazienti trattati con
vigabatrin sviluppi difetti del campo visivo (vedere anche il
Paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni per
l’uso).
Circa il 50% dei pazienti in studi clinici controllati ha
avuto effetti indesiderati durante il trattamento con vigabatrin.
Negli adulti essi erano per la maggior parte a carico del sistema
nervoso centrale, ad esempio: sedazione, stordimento, stanchezza
ed alterata capacità di concentrazione. Mentre, nei
bambini è frequente eccitazione od agitazione.
L’incidenza di questi effetti indesiderati è
generalmente più elevata all’inizio del trattamento
e diminuisce con l’andar del tempo.
Come avviene con altri antiepilettici, alcuni pazienti possono
avere un aumento della frequenza di convulsioni, compreso lo
“status epilepticus” (stato epilettico), con
vigabatrin. I pazienti con convulsioni miocloniche possono essere
particolarmente soggetti a questo effetto. In casi rari possono
verificarsi mioclono di nuova insorgenza ed esacerbazione del
mioclono esistente.
Molto comuni
(>1/10)
|
Disturbi generali: sonnolenza, stanchezza
Disturbi psichiatrici*: eccitazione ed agitazione
(bambini)
Disturbi oculari: difetti del campo visivo
|
Comuni
(>1/100, <1/10)
|
Disturbi generali: cefalea, aumento di peso, tremore,
edema
Disturbi del sistema nervoso: vertigini, parestesia,
disturbi della capacità di concentrazione e di memoria
Disturbi psichiatrici*: agitazione,
aggressività, nervosismo, irritabilità,
depressione, disturbi dell’ideazione, reazione
paranoide
Disturbi gastrointestinali: nausea, dolore
addominale
Disturbi oculari: visione offuscata, diplopia,
nistagmo
|
Insoliti
(>1/1.000, <1/100)
|
Disturbi del sistema nervoso: atassia
Disturbi psichiatrici*: ipomanie, manie, psicosi
Disturbi cutanei: rash
|
Rari
(<1/1.000)
|
Disturbi generali: angioedema, orticaria
Disturbi del sistema nervoso: sintomi
encefalopatici**
Disturbi psichiatrici: tentativi di suicidio
Disturbi oculari: disturbi retinici (ad esempio atrofia
della retina)
|
Molto rari
(<1/10.000)
|
Disturbi oculari: neurite ottica, atrofia del nervo
ottico
|
*��� Durante la terapia con vigabatrin sono state segnalate
reazioni psichiatriche che si sono verificate in pazienti con e
senza anamnesi psichiatrica ed erano di solito reversibili quando
le dosi di vigabatrin venivano ridotte o gradualmente sospese
(vedere il Paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e opportune
precauzioni d’impiego). La depressione era una reazione
psichiatrica frequente negli studi clinici, ma raramente ha
richiesto la sospensione di vigabatrin.
**�� Rari rapporti di sintomi encefalopatici, come marcata
sedazione, stupore e confusione, in associazione ad
attività aspecifica ad onde lente
nell’elettroencefalogramma, sono stati descritti poco dopo
l’inizio del trattamento con vigabatrin. Queste reazioni
erano pienamente reversibili dopo la riduzione della dose o la
sospensione di vigabatrin (vedere il Paragrafo 4.4 Avvertenze
speciali e opportune precauzioni d’impiego).
I dati di laboratorio indicano che il trattamento con
vigabatrin non determina tossicità renale od epatica. Sono
state osservate riduzioni dei valori di ALT e AST, che sono
considerate il risultato dell’inibizione di queste
aminotransferasi da parte di vigabatrin. Il trattamento cronico
con vigabatrin può essere associato ad una lieve
diminuzione del livello di emoglobina che raramente raggiunge una
significatività clinica.
�
Sintomi
Sono stati riferiti casi di sovradosaggio di vigabatrin in cui
le dosi, se riferite, comunemente erano comprese fra 7,5 e 30 g;
tuttavia sono stati segnalati casi di ingestione fino a 90 g.
Quasi metà dei casi implicava l’ingestione di
numerosi farmaci. I sintomi più comuni, se erano riferiti,
comprendevano stordimento o coma. Altri sintomi riferiti meno di
frequente comprendevano: vertigini, cefalea, psicosi, depressione
respiratoria od apnea, bradicardia, ipotensione, agitazione,
irritabilità, confusione, comportamento anormale e
disturbi della parola. Nessuno dei casi di sovradosaggio si
è concluso con la morte del soggetto.
Trattamento
Non esiste alcun antidoto specifico. Si devono impiegare le
misure di sostegno consuete. Si devono prendere in considerazione
alcune misure per eliminare il farmaco non assorbito. In uno
studio in vitro è stato dimostrato che il carbone attivo
non assorbe significativamente vigabatrin. L’efficacia
dell’emodialisi nel trattamento del sovradosaggio di
vigabatrin è sconosciuto. In casi isolati in pazienti con
insufficienza renale trattati con dosi terapeutiche di
vigabatrin, l’emodialisi ha ridotto del 40-60% le
concentrazioni plasmatiche di vigabatrin.
�
Gruppo farmacoterapico: antiepilettici, codice ATC:
N03AG04
Vigabatrin è un antiepilettico con un meccanismo
d’azione chiaramente definito. Il trattamento con
vigabatrin determina un aumento della concentrazione di GABA
(acido gamma-aminobutirrico), che è il principale
neurotrasmettitore inibitore a livello cerebrale, perché
vigabatrin è stato impostato razionalmente come inibitore
irreversibile selettivo della GABA-transaminasi, l’enzima
responsabile della scissione del GABA.
Studi clinici controllati ed a lungo termine hanno dimostrato
che vigabatrin è un anticonvulsivante efficace se
somministrato come terapia associata in pazienti con epilessia
non controllata in misura soddisfacente mediante la terapia
convenzionale. Questa efficacia è particolarmente marcata
in pazienti con convulsioni parziali.
�
Vigabatrin è un composto idrosolubile che viene
assorbito rapidamente e completamente dal tratto
gastrointestinale. La somministrazione di cibo non altera
l’entità dell’assorbimento di vigabatrin. Il
farmaco si distribuisce largamente con un volume di distribuzione
apparente leggermente superiore a quello dell’acqua
corporea totale. Le concentrazioni nel plasma e nel liquido
cerebrospinale sono in un rapporto lineare con la dose
nell’ambito di dosi raccomandate.
Non esiste una correlazione diretta fra la concentrazione
plasmatica del farmaco e la sua efficacia. La durata
dell’effetto del farmaco dipende dalla velocità di
sintesi della GABA-transaminasi.
Vigabatrin viene eliminato dal plasma con un’emivita
terminale di 5-8 ore e circa il 70% di una dose orale singola
viene recuperato sotto forma di farmaco immodificato nelle urine
nelle prime 24 ore dopo la dose. Non sono stati identificati
metaboliti.
Vigabatrin non induce gli enzimi epatici del citocromo P450
né viene metabolizzato o legato alle proteine. Pertanto
sono improbabili interazioni con i farmaci.
�
Studi sulla sicurezza del farmaco nell’animale, eseguiti
nel ratto, nel topo, nel cane e nella scimmia, hanno indicato che
vigabatrin non provoca alterazioni significative sul fegato, sul
rene, sul polmone, sul cuore o sul tratto gastrointestinale.
Nel cervello, è stata osservata microvacuolizzazione in
tratti della sostanza bianca di ratto, topo e cane a dosi di
30-50 mg/kg/die. Nella scimmia queste lesioni sono minime o
dubbie. Questo effetto è causato da una separazione della
guaina lamellare esterna di fibre mieliniche, una modificazione
caratteristica dell’edema intramielinico. Sia nel ratto che
nel cane l’edema intramielinico era reversibile alla
sospensione del trattamento con vigabatrin e si osservava una
regressione istologica anche continuando il trattamento.
Tuttavia, nei roditori, sono state osservate modeste alterazioni
residue costituite da assoni rigonfi (sferoidi eosinofili) e
micro-corpi mineralizzati. Nel cane, i risultati di uno studio
elettrofisiologico indicano che un edema intramielinico è
associato ad un incremento della latenza del potenziale evocato
somatosensoriale che è reversibile quando si sospende il
farmaco.
Nell’uomo non vi sono prove della comparsa di un edema
intramielinico. Test eseguiti per confermare la mancanza di un
effetto avverso significativo sulla funzione neurologica
comprendono: potenziali evocati, TAC, risonanza magnetica,
analisi del liquido cerebrospinale e, in un piccolo numero di
casi, esami neuropatologici di campioni cerebrali.
Una retinotossicità associata a vigabatrin è
stata osservata solo in ratti albini, ma non in ratti pigmentati,
cani o scimmie. Le alterazioni retiniche nei ratti albini si
manifestavano sotto forma di disorganizzazione focale o
multifocale dello strato nucleare esterno con spostamento dei
nuclei nell’area dei coni e bastoncelli. Gli altri strati
della retina non erano influenzati. Queste lesioni sono state
osservate nell’80-100% degli animali alla dose di 300
mg/kg/die per os. L’aspetto istologico di queste lesioni
era simile a quello riscontrato in ratti albini dopo eccessiva
esposizione alla luce. Tuttavia le alterazioni retiniche possono
rappresentare anche un effetto diretto indotto dal farmaco.
Esperimenti eseguiti nell’animale hanno dimostrato che
vigabatrin non ha alcuna influenza negativa sulla
fertilità o sullo sviluppo dei piccoli. Non è stata
osservata alcuna teratogenicità nel ratto a dosi fino a
150 mg/kg (3 volte la dose umana) o nei conigli a dosi fino a 100
mg/kg. Tuttavia, nel coniglio si è osservato un lieve
aumento dell’incidenza di palatoschisi a dosi di 150-200
mg/kg.
Studi eseguiti con vigabatrin non hanno rivelato alcuna
evidenza di effetti mutageni o cancerogeni.
�
Compresse rivestite
Polivinilpirrolidone; Cellulosa microcristallina; Sodio
carbossimetilamido; Magnesio stearato; Opadry white OY-S-7298
(Idrossipropilmetilcellulosa; Titanio biossido;
Polietilenglicole 8000).
Granulato per soluzione orale
Polivinilpirrolidone
�
Non pertinente.
�
Compresse rivestite: 5 anni
Granulato per soluzione orale: 3 anni
�
Nessuna.
�
Compresse rivestite:
Astuccio contenente compresse rivestite in blister, costituito
da un foglio di PVC e da un nastro di alluminio:
- 500 mg compresse rivestite – 50 compresse
Granulato per soluzione orale:
Astuccio contenente bustine, costituite da un laminato di
carta/politene/alluminio/politene:
- 500 mg granulato per soluzione orale – 50 bustine
- 1 g granulato per soluzione orale – 24 bustine
�
Nessuna.
�
RHÔNE-POULENC AVENTIS S.p.A.
P.le S. Türr, 5
20149 Milano
�
Sabril 500 mg compresse rivestite – 50
compresse:������������������� A.I.C. n. 027443011.
Sabril 500 mg granulato per soluzione orale - 50 bustine:
�����������A.I.C. n. 027443047.
Sabril 1 g granulato per soluzione orale - 24
bustine:������������������ A.I.C. n. 027443050.
�
-----
�
Sabril 500 mg compresse rivestite – 50
compresse:��������������������������� 17.01.1992 / 1.2.2002
Sabril 500 mg granulato per soluzione orale - 50 bustine:
�����������16.4.2002
Sabril 1 g granulato per soluzione orale - 24
bustine:������������������ 16.4.2002
�
-----
�
Aprile 2002
�
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