La posologia va regolata secondo la gravità della malattia e la tolleranza del paziente al farmaco.
Colite ulcerosa e morbo di Crohn
Inizialmente si consiglia di aumentare gradualmente la dose nei primi due giorni.
Adulti: 2-4 compresse 4 volte al dì.
Bambini: 40-60 mg per chilo di peso corporeo nelle 24 ore. Suddivisi in 3-6 dosi. È della massima importanza suddividere equamente le dosi. L'intervallo tra le dosi non deve eccedere le 8 ore durante il periodo notturno.
In casi acuti di colite e diarrea è preferibile cominciare con dosi massive raggiungendo un massimo di 16 compresse nelle 24 ore. In casi di nausea si deve ridurre la dose a metà e sospendere per 2 giorni il trattamento e ricominciare poi con dosi inizialmente ridotte. Il farmaco va somministrato per due settimane: quindi si sospende la cura per una settimana. Il risultato della terapia va controllato con la rettoscopia. Talvolta è necessario continuare il trattamento per parecchi mesi. Anche se la diarrea cessa dopo un paio di giorni, come spesso succede, la cura deve essere continuata fino a che gli esami rettoscopici siano soddisfacenti. In seguito basterà una terapia di mantenimento con dosi ridotte, per es. 4 compresse. Al più piccolo segno di ricaduta si deve aumentare immediatamente la dose.
Artrite reumatoide
Trattamento dell'artrite reumatoide che non ha risposto a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Lo schema posologico raccomandato è il seguente (n. compresse).
Settimana | 1 a | 2 a | 3 a | 4 ae successive |
cpr mattina | - | 1 | 1 | 2 - |
cpr sera | 1 | 1 | 2 | 2 - |
Le più comuni reazioni collaterali dovute al trattamento con sulfasalazina sono: nausea, inappetenza, disturbi gastrici ed occasionalmente lieve aumento della temperatura. Nella maggior parte dei casi il trattamento può essere continuato se la posologia viene diminuita oppure se la somministrazione viene sospesa per alcuni giorni e poi ripresa gradualmente fino a raggiungere i livelli terapeutici. La gastroprotezione consente di migliorare significativamente la tollerabilità di sulfasalazina.
Sono state riscontrate le seguenti rare reazioni secondarie:
reazioni ematologiche: leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, anemia emolitica, anemia con corpuscoli di Heinz, porpora, ipoprotrombinemia, metemoglobinemia;
reazioni di ipersensibilizzazione: eruzioni cutanee generalizzate, sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica, prurito, orticaria, fotosensibilizzazione, anafilassi, sindrome da malattia da siero, febbre da farmaci, edema periorbitale, infezione congiuntivale o sclerale, artralgia, miocardite allergica, periartrite nodosa, sintomi di L. E. e complicazioni polmonari con dispnea, eosinofilia, alveolite fibrosa;
reazioni gastrointestinali: stomatite, parotite, pancreatite ed epatite. Disfunzioni dell'assorbimento dell'acido folico:
reazioni neurologiche: emicranie, vertigini, tinnito, neuropatia periferica, lesioni transitorie della colonna posteriore, mielite trasversa, atassia, convulsioni, meningite asettica, insonnia, depressione mentale, allucinazioni;
reazioni renali: cristalluria, ematuria, proteinuria e sindrome nefrotica.
I sulfamidici presentano certe similarità chimiche con alcuni farmaci per il trattamento del gozzo; con certi diuretici (acetazolamide ed i tiazidici) e farmaci ipoglicemizzanti per via orale. La comparsa di gozzo, l'aumento della diuresi ed ipoglicemia si sono manifestate raramente. Una sensibilizzazione crociata può esistere con questi farmaci. Nella valutazione delle complicazioni epatiche ed articolari si deve tener presente che queste sono spesso associate alle colite ulcerosa.
Diminuzione della fertilità : sono stati descritti casi di oligospermia ed infertilità di uomini trattati con sulfasalazina. Questi effetti sono reversibili dopo la sospensione del prodotto.