Gli intervalli di dosaggio precisati successivamente devono essere intesi quali indicazioni di riferimento.
Quando si impiega Sandimmun concentrato per infusione e.v. la dose consigliata è un terzo della dose somministrata per via orale.
Si consiglia di monitorare regolarmente i livelli ematici del farmaco, utilizzando preferibilmente metodi specifici basati su anticorpi monoclonali.
a) Trapianto d'organo
La dose iniziale orale di Sandimmun, pari a 10-15 mg/kg, deve essere somministrata 4-12 ore prima dell'intervento in unica presa. Come regola generale, la medesima dose giornaliera deve essere somministrata anche dopo l'intervento per una o due settimane; ridurre poi la dose giornaliera in accordo ai livelli ematici, fino a una dose di mantenimento di 2-6 mg/kg/die. Sandimmun concentrato per infusione endovenosa può essere usato in caso di intolleranza gastroenterica tale da compromettere l'assorbimento dei preparati orali del farmaco oppure in sostituzione degli stessi fin dall'inizio della terapia. In quest'ultimo caso si consiglia di passare ai preparati orali non appena possibile dopo l'intervento.
Qualora si somministrasse Sandimmun concentrato per infusione endovenosa, la dose raccomandata è approssimativamente 1/3 della dose orale consigliata di Sandimmun Neoral; si consiglia di passare alla terapia orale non appena possibile.
Se Sandimmun viene impiegato in associazione ad altri farmaci immunosoppressori (es. con corticosteroidi, oppure quando sia necessaria una terapia immunosoppressiva triplice o quadruplice) possono essere impiegate dosi più basse (es.: 1 mg/kg/die e.v., seguito da una dose di 6 mg/kg/die per os, come dose iniziale).
b) Trapianto di midollo osseo
La dose iniziale di Sandimmun deve essere somministrata il giorno precedente quello del trapianto. Nella maggior parte dei casi si preferisce usare il concentrato per infusione endovenosa alla dose di 3-5 mg/kg/die come dose iniziale e nel periodo immediatamente susseguente il trapianto, per una durata non superiore alle due settimane, per poi passare alla terapia di mantenimento per via orale alla dose di 12,5 mg/kg/die.
In caso di complicanze gastrointestinali, che potrebbero ridurre l'assorbimento del farmaco, può essere necessario un dosaggio più elevato per via orale, od il ricorso alla somministrazione per via e.v..
Sandimmun può essere somministrato per via orale anche dall'inizio del trattamento, nel qual caso la dose consigliata è di 12,5-15 mg/kg/die dal giorno prima del trapianto.
La terapia di mantenimento deve essere protratta per almeno 36 mesi (preferibilmente 6 mesi) prima di ridurla gradatamente fino alla sospensione totale entro un anno.
In alcuni pazienti, alla sospensione di Sandimmun può instaurarsi GVHD. In questo caso si ottiene generalmente una risposta positiva con la ripresa della somministrazione di Sandimmun (a basse dosi se la GVHD è di tipo cronico lieve).
Sandimmun può essere anche impiegato nel trattamento della GVHD in atto.
Si consiglia di utilizzare Sandimmun per via e.v. alla dose di 3-5 mg/kg/die, fino a quando il farmaco può essere assunto oralmente. Se possibile utilizzare fin dall'inizio la somministrazione orale, alla dose di 12,5-15 mg/kg/die.
La posologia iniziale deve essere mantenuta per circa 2 mesi, riducendo poi gradualmente la dose (5% alla settimana) fino a raggiungere i 2 mg/kg/die. A tale dosaggio il trattamento può essere sospeso.
c) Uveite endogena
Si raccomanda di iniziare con una dose orale di 5 mg/kg/die, in somministrazione singola o in due somministrazioni refratte giornaliere, fino alla remissione dell'infiammazione attiva dell'uvea e al miglioramento dell'acuità visiva.
La dose può eventualmente essere aumentata a 7 mg/kg/die per un limitato periodo di tempo in casi particolarmente resistenti, a condizione che Sandimmun sia tollerato e che non siano presenti alterazioni dei parametri biochimici (creatininemia) o della pressione arteriosa.
Per ottenere la remissione iniziale o per controllare i ripetuti attacchi infiammatori oculari, possono essere somministrati in concomitanza corticosteroidi per via sistemica (0,2-0,6 mg/kg/die di prednisone o dosi equivalenti di altri corticosteroidi).
Nella terapia di mantenimento, diminuire gradatamente la posologia alla minima dose efficace che, durante la fase di remissione, non deve superare i 5 mg/kg/die.
Avvertenze: utilizzare esclusivamente Sandimmun per via orale.
Poiché Sandimmun può alterare la funzione renale, devono essere trattati soltanto pazienti con funzione renale normale. È necessario valutare frequentemente la funzione renale e ridurre la dose del 25-50% se la creatininemia aumenta di oltre il 30% rispetto il valore basale, anche se tale valore è ancora nell'intervallo di normalità.
Se non si ottiene un miglioramento dell'infiammazione intraoculare dopo 3 mesi di trattamento con Sandimmun a dosi adeguate ed in associazione a steroidi, valutare la possibilità di adottare terapie alternative.
d) Psoriasi
Induzione della remissione: si raccomanda di iniziare con 2,5 mg/kg/die per os, in due prese giornaliere. Se non si osserva un miglioramento entro un mese, aumentare gradualmente la posologia senza superare i 5 mg/kg/die. Nei pazienti che non mostrano una adeguata risposta dopo 6 settimane di terapia alla dose di 5 mg/kg/die, è opportuno interrompere la somministrazione; è altresì opportuno interromperla nei pazienti in cui la minima dose efficace non è compatibile con le norme per la sicurezza del trattamento riportate più avanti (vedi paragrafo "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
È possibile iniziare la terapia con 5 mg/kg/die nei pazienti che, a causa della gravità della malattia, richiedono un rapido miglioramento.
Mantenimento: stabilire per ogni paziente la minima dose efficace di mantenimento; tale dose non deve superare i 5 mg/kg/die.
Avvertenze: utilizzare esclusivamente Sandimmun per via orale.
I pazienti con alterata funzionalità renale, ipertensione non controllata, infezioni clinicamente rilevanti o qualsiasi tipo di neoplasia (escluso quelle cutanee, vedi più avanti), non devono essere trattati con Sandimmun. In pazienti con iperuricemia o iperkaliemia è necessaria cautela.
Poiché Sandimmun può peggiorare la funzione renale, è opportuno misurare la creatininemia ogni 2 settimane per i primi tre mesi di terapia; successivamente, nei pazienti trattati con 2,5 mg/kg/die, se la creatininemia rimane stabile, effettuare un controllo ogni 2 mesi; mensilmente in quelli trattati con dosi più elevate. È necessario ridurre la dose del 25-50% se la creatininemia aumenta oltre il 30% rispetto al basale, anche se i valori sono ancora nell'intervallo di normalità. Se tale riduzione non porta le desiderate correzioni del parametro entro 1 mese, interrompere il trattamento.
Se nel corso della terapia si instaura un'ipertensione non controllabile con una adeguata terapia antiipertensiva, è opportuno interrompere il trattamento.
Nei pazienti con psoriasi trattati sia con Sandimmun sia con altre terapie, è stata segnalata la comparsa di neoplasie, particolarmente cutanee. Lesioni cutanee non tipiche della psoriasi, che potrebbero far pensare a lesioni neoplastiche o preneoplastiche, dovrebbero essere sottoposte a biopsia prima di iniziare il trattamento con Sandimmun. I pazienti che presentano alterazioni cutanee preneoplastiche o neoplastiche possono iniziare il trattamento con Sandimmun solo dopo un adeguato trattamento di tali lesioni e solo se non esistono alternative terapeutiche.
Raramente è stata osservata la comparsa di una malattia linfoproliferativa in pazienti psoriasici trattati con Sandimmun, prontamente reversibile alla sospensione del trattamento (vedere anche paragrafo "Effetti indesiderati").
e) Artrite reumatoide
Per le prime 6 settimane di trattamento la dose raccomandata è di 3 mg/kg/die suddivisa in due somministrazioni per os.
Se la risposta clinica è insufficiente la dose giornaliera può essere aumentata gradualmente a seconda della tollerabilità, ma non deve mai superare i 5 mg/kg/die.
Per acquisire piena efficacia, possono essere necessarie fino a 12 settimane di trattamento.
Nella successiva terapia di mantenimento la dose deve essere adattata al singolo paziente in accordo con la tollerabilità.
Sandimmun può essere somministrato in associazione a basse dosi di corticosteroidi e/o antiinfiammatori non steroidei.
Avvertenze: utilizzare esclusivamente Sandimmun per via orale.
Pazienti con funzionalità renale ridotta, con ipertensione non controllabile o con neoplasie maligne di qualsiasi genere non devono assumere Sandimmun..
Poiché Sandimmun può alterare la funzionalità renale, è necessario determinare il valore pre-trattamento della creatininemia in modo attendibile, mediante almeno due determinazioni; durante i primi tre mesi di terapia è opportuno monitorare i livelli di creatininemia a intervalli di due settimane. Successivamente le determinazioni possono essere fatte ogni 4 settimane, ma è necessario un monitoraggio più frequente nel caso si aumenti la dose di Sandimmun, si inizi un trattamento concomitante con un farmaco antiinfiammatorio non steroideo o il suo dosaggio venga aumentato.
Variazioni del dosaggio in base alla creatininemia: se tale parametro raggiunge valori superiori del 30% rispetto ai valori basali in più di una determinazione, è necessario ridurre il dosaggio di Sandimmun.
Se la creatininemia aumenta oltre il 50% del valore basale si deve ridurre la dose del 50%.
Queste raccomandazioni si applicano anche se i valori di creatininemia si trovano ancora entro i normali limiti di laboratorio.
Se la riduzione del dosaggio non è sufficiente a diminuire i valori di creatininemia entro un mese, è necessario interrompere il trattamento con Sandimmun.
L'interruzione della terapia può essere necessaria anche se, nel corso del trattamento, si sviluppa un'ipertensione non controllabile con un'appropriata terapia antiipertensiva.
Come con altri farmaci immunosoppressori, si deve tenere presente la possibilità di un aumento del rischio di insorgenza di malattie linfoproliferative.
f) Sindrome nefrosica
Per indurre la remissione, la dose giornaliera raccomandata, somministrata in 2 dosi orali refratte, è di 5 mg/kg negli adulti e 6 mg/kg nei bambini a condizione che, ad eccezione che per la proteinuria, la funzionalità renale sia nella norma. In pazienti con funzionalità renale ridotta, la dose iniziale non deve essere superiore a 2,5 mg/kg/die.
È raccomandato l'uso di Sandimmun in associazione a basse dosi di corticosteroidi per uso orale in caso di risposta non soddisfacente alla monoterapia, in particolare nei casi steroido-resistenti.
Se non si osserva alcun miglioramento dopo 3 mesi di trattamento, la terapia con Sandimmun deve essere interrotta.
È necessario adeguare le dosi individualmente a seconda dell'efficacia (controllo della proteinuria) e della sicurezza (principalmente monitoraggio della creatininemia). Nel bambino, per una diversa biodisponibilità del farmaco, si potranno impiegare dosi superiori, effettuando il monitoraggio dei livelli di ciclosporinemia pre-dose, per evitare il sovradosaggio.
Per la terapia di mantenimento la dose deve essere ridotta gradualmente fino alla dose minima efficace.
Avvertenze: utilizzare esclusivamente Sandimmun per via orale.
Poiché Sandimmun può compromettere la funzionalità renale, ne è necessario un controllo frequente. È necessario ridurre la dose del 25-50% se la creatininemia risulta aumentata oltre il 30% rispetto al basale in più di una misurazione anche se i valori sono ancora nell'intervallo di normalità. Pazienti che presentino disfunzione renale al basale devono essere trattati inizialmente alla dose di 2,5 mg/kg/die ed effettuare frequenti controlli della funzionalità renale stessa.
In alcuni pazienti può essere difficile diagnosticare una disfunzione renale indotta da ciclosporina a causa delle alterazioni della funzionalità renale correlate alla sindrome nefrosica stessa. Ciò spiega perché, in rari casi, siano state osservate alterazioni strutturali renali associate a ciclosporina senza aumenti della creatininemia. Deve essere presa in considerazione l'esecuzione di una biopsia renale per pazienti con glomerulonefrite a lesioni minime steroido-dipendente in cui la terapia con Sandimmun è stata mantenuta per più di un anno.
In pazienti con sindrome nefrosica trattati con immunosoppressori (e tra questi la ciclosporina) sono stati riportati rari casi di neoplasia (compreso il linfoma di Hodgkin).
g) Dermatite atopica
A causa della variabilità di presentazione clinica di questa malattia, la terapia deve essere individualizzata. L'intervallo di dose consigliato è 2,5-5 mg/kg/die in 2 dosi orali refratte. Se una dose iniziale di 2,5 mg/kg/die non determina una risposta soddisfacente entro 2 settimane di terapia, la dose giornaliera può essere rapidamente aumentata fino ad un massimo di 5 mg/kg. In casi molto gravi, è più probabile che si verifichi un controllo rapido ed adeguato della malattia con una dose iniziale di 5 mg/kg/die. Una volta raggiunta una risposta soddisfacente, la dose deve essere ridotta gradualmente e, se possibile, il trattamento con Sandimmun deve essere interrotto. Una ricaduta successiva può essere trattata con un ulteriore ciclo di Sandimmun.
Sebbene un ciclo di 8 settimane di terapia possa essere sufficiente per raggiungere la remissione, è stato dimostrato che il trattamento fino ad 1 anno è efficace e ben tollerato purché vengano seguite le linee guida di monitoraggio.
Avvertenze: utilizzare esclusivamente Sandimmun per via orale.
Pazienti con alterata funzionalità renale, ipertensione non controllata, infezioni clinicamente rilevanti o neoplasie maligne di qualsiasi genere, non devono essere trattati con Sandimmun.
Poiché Sandimmun può alterare la funzionalità renale, è opportuno misurare i livelli basali della creatininemia almeno 2 volte prima del trattamento e successivamente ogni 2 settimane per i primi tre mesi di terapia. Se la creatininemia in seguito rimane stabile, si deve effettuare un controllo ogni 2 mesi nei pazienti trattati con 2,5 mg/kg/die, e mensilmente in quelli trattati con dosi più elevate.
È necessario ridurre la dose del 25-50% se la creatininemia risulta aumentata oltre il 30% rispetto al basale in più di una misurazione anche se i valori sono ancora nell'intervallo di normalità. Se tale riduzione di dosaggio non porta ad una soddisfacente correzione del parametro entro 1 mese, il trattamento deve essere sospeso.
Se nel corso del trattamento si instaura un'ipertensione non controllabile con una adeguata terapia antiipertensiva, è opportuno interrompere il trattamento.
Data l'esigua esperienza di impiego di Sandimmun in soggetti pediatrici con dermatite atopica, il suo utilizzo in questi pazienti deve essere limitato ai casi più gravi.
I pazienti anziani devono essere trattati solo in caso di dermatite atopica invalidante e la funzionalità renale deve essere accuratamente controllata.
Una eventuale linfoadenopatia reattiva benigna si può associare ad una riacutizzazione della dermatite atopica, e scomparire sempre spontaneamente o con il miglioramento generale della malattia. La linfoadenopatia che si dovesse verificare durante il trattamento con ciclosporina va controllata regolarmente e nel caso persistesse, malgrado il miglioramento della dermatite atopica, si consiglia di effettuare una biopsia linfonodale come misura precauzionale per accertare l'assenza di una malattia linfoproliferativa.
Il trattamento con Sandimmun deve iniziare in assenza di infezioni in atto dovute a Herpes simplex; tuttavia, a meno che l'infezione non sia grave, non è necessario interrompere la somministrazione di Sandimmun in caso di una loro insorgenza durante il trattamento.
Le infezioni cutanee da Stafilococco aureo non sono una controindicazione assoluta al trattamento con Sandimmun, ma devono essere controllate con agenti antibatterici idonei. Deve essere evitata la somministrazione orale di eritromicina, che può determinare aumento della concentrazione ematica di ciclosporina (vedere paragrafo "Interazioni"). In assenza di una alternativa terapeutica, si raccomanda di controllare i livelli ematici di ciclosporina, la funzionalità renale, nonché eventuali effetti indesiderati correlabili a ciclosporina.
A causa del potenziale rischio di neoplasie cutanee, i pazienti trattati con Sandimmun devono essere avvertiti di evitare l'esposizione eccessiva al sole senza protezione e non devono esporsi contemporaneamente a raggi ultravioletti B o a fotochemioterapia con PUVA.
Modalità di somministrazione
Soluzione orale
Per dosare il farmaco servirsi della siringa acclusa alla confezione.
Primo impiego
Sollevare la protezione in plastica della capsula metallica.Asportare completamente la capsula metallica.Rimuovere il tappo nero e gettarlo.Introdurre la cannula nel flacone spingendo a fondo il tappo bianco nell'imboccatura del flacone.Inserire la siringa nel tappo bianco della cannula.Prelevare il volume richiesto di soluzione.Qualora si formino delle grosse bolle d'aria all'interno della siringa, spingere lo stantuffo verso il basso e prelevare nuovamente il liquido in modo da provocare la fuoriuscita delle stesse anche dalla cannula. Prelevare nuovamente il volume richiesto di soluzione. La presenza di alcune minuscole bolle è trascurabile e non influisce sul quantitativo della dose richiesta.Dopo l'usonon sciacquare la siringa, ma pulire solo la parte esterna con un pannoasciutto e riporlo nella custodia. La cannula deve rimanere nel flacone.
Chiudere il flacone con la capsula di plastica fornita a parte.
Impiego successivo: iniziare al punto 5.
La dose prescritta di soluzione orale deve essere diluita in un bicchiere (non di plastica) utilizzando cioccolata, latte o succo di frutta a temperatura ambiente, preparando la soluzione immediatamente prima dell'assunzione. Dopo aver versato il farmaco agitare bene e bere immediatamente; successivamente sciacquare il bicchiere con un piccolo quantitativo della stessa bevanda e berlo per assicurarsi che tutta la dose sia stata assunta. È preferibile proseguire per tutta la durata del trattamento con la stessa bevanda. La siringa per la misurazione del farmaco non deve entrare in contatto con la bevanda.
La soluzione orale non deve essere messa in frigorifero e deve essere impiegata entro due mesi dall'apertura del flacone.
Non utilizzare la soluzione se la ghiera di alluminio è rotta o è stata rimossa prima dell'uso.
Capsule
Lasciare le capsule nel blister fino all'assunzione. All'apertura del blister si può notare un caratteristico odore: ciò è normale e non pregiudica l'utilizzo del farmaco.
Le capsule devono essere inghiottite intere.
I preparati per via orale possono essere somministrati come dose singola o preferibilmente in due dosi refratte.
Somministrazione endovenosa
I tipi di contenitori adatti alla soluzione per infusione sono citati al paragrafo "Incompatibilità".
A causa del possibile rischio di anafilassi, Sandimmun concentrato per infusione endovenosa deve essere riservato ai pazienti che sono incapaci di assumere il farmaco per via orale. Si raccomanda di passare alla somministrazione orale non appena possibile.
Diluire il concentrato per infusione endovenosa in rapporto da 1:20 a 1:100 con soluzione fisiologica o glucosata 5%; somministrare per infusione endovenosa lenta in 2-6 ore. Le soluzioni diluite devono essere eliminate dopo 48 ore.
Sandimmun deve essere impiegato soltanto da medici specialisti che abbiano esperienza di terapia immunosoppressiva e/o di trattamento di trapianto d'organo o di trapianto di midollo osseo.
I pazienti che ricevono Sandimmun devono essere seguiti da centri con personale specializzato ed attrezzati con laboratori adatti e personale medico di supporto adeguato.
Il medico responsabile della terapia di mantenimento dovrà ricevere le informazioni complete per il monitoraggio del paziente.
Sandimmun non dovrebbe essere somministrato in concomitanza con altri immunosoppressori eccetto che con corticosteroidi. Tuttavia nei trapianti in alcuni centri specializzati sono in uso protocolli di terapia immunosoppressiva che impiegano Sandimmun insieme ad azatioprina e corticosteroidi oppure, in casi speciali, protocolli di associazione con altri agenti immunosoppressivi (tutti a basse dosi) al fine di attenuare la potenziale nefrotossicità di Sandimmun.
Quando Sandimmun è usato insieme ad altri immunosoppressori, tenere presente il rischio di immunosoppressione eccessiva, che può portare ad aumentata suscettibilità alle infezioni e al possibile sviluppo di linfomi.
Sandimmun concentrato per infusione endovenosa contiene olio di ricino poliossietilenato, per il quale sono state segnalate reazioni anafilattoidi a seguito di somministrazione endovenosa. Queste reazioni consistono in arrossamento del viso e della parte superiore del torace, insufficienza respiratoria acuta con dispnea e sibili, variazione della pressione arteriosa e tachicardia. È necessario quindi adottare speciali cautele in pazienti che hanno ricevuto in passato iniezioni endovenose o infusioni di preparati contenenti olio di ricino poliossietilenato (ad es. una preparazione contenente Cremophor EL), e in pazienti con una predisposizione allergica. Per questa ragione, i pazienti che ricevono Sandimmun per via e.v. devono essere tenuti sotto continua osservazione per almeno i primi 30 minuti dall'inizio dell'infusione e successivamente a intervalli frequenti. Se interviene un episodio di anafilassi, l'infusione deve essere interrotta. Tenere a disposizione una soluzione di adrenalina 1:1000 e una bombola di ossigeno. La somministrazione profilattica di un antistaminico (H1 +H2 -bloccante) prima della somministrazione di Sandimmun concentrato per infusione e.v. è stata utilizzata con successo per prevenire l'insorgenza di una reazione anafilattoide.
I preparati orali di Sandimmun non contengono olio di ricino poliossietilenato.
Sandimmun può determinare frequentemente un aumento della creatininemia o dell'uremia nelle prime settimane di terapia. Queste modificazioni sono le complicazioni potenzialmente più serie del trattamento con Sandimmun; esse sono tuttavia dose-dipendenti e reversibili. Durante una terapia a lungo termine, alcuni pazienti potrebbero raramente sviluppare alterazioni strutturali del rene (es.: fibrosi interstiziale), per le quali deve essere posta diagnosi differenziale con il rigetto nel trapianto di rene. Molti casi di nefrotossicità cronica rispondono favorevolmente ad una riduzione del dosaggio. Sandimmun potrebbe occasionalmente determinare un aumento della bilirubinemia e degli enzimi epatici; anche queste modificazioni sono dose-dipendenti e reversibili. È necessario quindi un controllo accurato di questi parametri e talvolta anche la riduzione del dosaggio.
Per il monitoraggio dei livelli ematici di ciclosporina su sangue intero è preferibile l'impiego di metodi basati su anticorpi monoclonali specifici (metodi RIA) o su letture in HPLC. Nel caso si preferisca determinare i livelli ematici sul plasma o siero, è necessario utilizzare un protocollo standard di separazione (tempo e temperatura). Nel periodo iniziale post-trapianto di fegato, per assicurare una adeguata immunosoppressione, è necessario valutare i livelli ematici di ciclosporina immodificata con l'anticorpo monoclonale specifico, o in alternativa effettuare determinazioni contemporanee impiegando l'anticorpo monoclonale specifico e quello non specifico (sostanza immodificata più metaboliti) con i metodi sopracitati.
È necessario tenere presente che la concentrazione di ciclosporina nel sangue, nel plasma o nel siero, è soltanto uno dei molti fattori che contribuiscono allo stato clinico del paziente. I livelli ematici devono quindi essere impiegati come guida alla determinazione del dosaggio nel contesto degli altri parametri clinici e di laboratorio.
Durante la terapia con Sandimmun, è necessario effettuare un monitoraggio regolare della pressione arteriosa; in caso di riscontro di ipertensione, adottare un'adeguata terapia antiipertensiva.
Poiché in rare occasioni è stato riportato che Sandimmun può indurre un aumento lieve e reversibile dei trigliceridi plasmatici, è consigliabile valutarne i livelli prima del trattamento e dopo il primo mese di terapia. In caso di aumento significativo, è consigliabile l'assunzione di una dieta ipolipidica e, se necessario, la riduzione del dosaggio di ciclosporina.
I pazienti in trattamento con Sandimmun devono evitare una dieta con alto contenuto di potassio; evitare inoltre farmaci contenenti potassio o diuretici risparmiatori di potassio.
Poiché Sandimmun occasionalmente può causare o può aggravare una preesistente iperkaliemia, si raccomanda il monitoraggio della potassiemia, specialmente in pazienti con grave disfunzione renale.
Attenzione deve essere posta nel trattamento di pazienti con iperuricemia.
Durante il trattamento con Sandimmun, le vaccinazioni possono essere meno efficaci; evitare l'impiego di vaccini vivi attenuati.
I pazienti trattati con ciclosporina non dovrebbero assumere preparazioni a base di hypericum perforatum, in quanto l'assunzione contemporanea di preparazioni a base di hypericum perforatum può causare diminuzione dell'efficacia terapeutica di ciclosporina.
Rispettare rigorosamente la posologia prescritta dal Medico. Non tralasciare di effettuare i controlli di laboratorio prescritti dal Medico.
In caso di infezioni intercorrenti anche banali (raffreddore, influenza ecc.) avvertire immediatamente il Medico.
Pazienti anziani
L'esperienza con ciclosporina negli anziani è limitata, ma alle dosi consigliate non si sono manifestati problemi particolari in seguito all'uso del farmaco.
Bambini
Bambini da un anno di età in poi hanno ricevuto ciclosporina in dose standard senza particolari problemi. In parecchi studi pazienti pediatrici hanno richiesto e tollerato dosi di ciclosporina più alte per kg di peso corporeo, rispetto a quelle usate negli adulti.