�DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0�COMPOSIZIONE�QUALITATIVA E QUANTITATIVA
 

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacit� di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE
05.1 Propriet� farmacodinamiche
05.2 Propriet� farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilit�
06.3 Periodo di validit�
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  www.carloanibaldi.com
06.6 Istruzioni per l'uso
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO
10.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
home

TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90
12.0

�DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE - [Vedi Indice]

SEROBIF

02.0�COMPOSIZIONE�QUALITATIVA E QUANTITATIVA - [Vedi Indice]

SEROBIF iniettabile da 1.000.000 e 3.000.000 UI

1 flacone di prodotto liofilizzato contiene rispettivamente 1.000.000 o 3.000.000 UI di interferone beta ricombinante umano.

Eccipienti: albumina umana� 9 mg , mannite� 5 mg , sodio acetato 0,15 mg.

1 fiala di solvente contiene rispettivamente 1 o 2 ml di soluzione fisiologica.

SEROBIF gocce oculari

1 flacone di prodotto liofilizzato contiene 600.000 UI di interferone beta ricombinante umano.

Eccipienti: albumina umana 5,4 mg , mannite 3 mg , sodio acetato 0,15 mg..

1 siringa preriempita con 1,2 ml di solvente contiene mannite 36 mg , metile p-idrossibenzoato 0,24 mg, propile p-idrossibenzoato 0,12 mg, acqua per preparazioni iniettabili.

SEROBIF pomata

Un grammo di pomata contiene 100.000 UI di interferone beta ricombinante umano.

Eccipienti: polietilinglicole 4000� 650 mg , propilenglicole 100 mg , cetomacrogol 1.000 10 mg, carbossimetilcellulosa 5 mg , albumina umana 3 mg , metile p-idrossibenzoato 0,15 mg, propile p-idrossibenzoato 0,1 mg, butilidrossianisolo 0,1 mg, tampone acetato q.b. a 1 g.

FORMA FARMACEUTICA - [Vedi Indice]

Polvere e solvente per soluzione iniettabile.

Gocce oftalmiche: polvere e solvente per soluzione.

Crema (Pomata).

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - [Vedi Indice]

 

- [Vedi Indice]

Infezioni virali acute recidivanti e croniche:

����� Oftalmologia:� Cheratocongiuntiviti da adenovirus, compresa la forma epidemica da� �� ����������� ������������������ tipo 8���������������

����������������������������� Cheratocongiuntiviti da herpes virus.

��� Ginecologia /Urologia : Herpes genitalis

��������������������������� Lesioni da virus del papilloma (HPV): condilomi piani ed acuminati

��� Dermatologia: Herpes labialis

����������������������������� Herpes genitalis

����������������������������� Herpes zoster (localizzato o generalizzato)

������������������������� Lesioni da virus del papilloma (HPV): condilomi piani ed acuminati

���� Epatologia� �� : Epatite cronica da virus B in pazienti adulti con positività dei marcatori

�������������������������� della replicazione virale

�������������������������� Epatite cronica da virus non A- non B: riduzione a breve termine�� della

�������������������������� attività della malattia in pazienti adulti affetti da epatite cronica attiva

�������������������������� non A - non B con elevati livelli enzimatici e senza scompenso epatico.

�������������������������� Non esiste evidenza, su basi cliniche ed istologiche, di un beneficio a lungo

�������������������������� termine.

����� Oncologia:� Neoplasia intraepiteliale della cervice uterina (CIN)

������������������������ Versamenti pleurici neoplastici

������������������������ Tricoleucemia ( leucemia a cellule capellute)

Induzione dei recettori steroidei nel carcinoma mammario avanzato e���� nel����������������������������� carcinoma endometriale in pazienti in post-menopausa da sottoporre, successivamente, ad endocrinoterapia.

  - [Vedi Indice]

CHERATOCONGIUNTIVITI DA ADENOVIRUS

Instillare nel sacco congiuntivale una goccia ogni 2 ore per 8 volte nel corso della giornata

� ( dose giornaliera 200.000 UI). Continuare il trattamento per 7-10 giorni.

CHERATOCONGIUNTIVITI ERPETICHE

Instillare nel sacco congiuntivale 2 gocce ogni 2 ore per 6 volte nel corso della giornata ( dose giornaliera 300.000 UI). Continuare il trattamento per 7 giorni.

E' consigliabile iniziare la terapia molto precocemente in coincidenza con la comparsa dei primi sintomi. Le gocce non sono irritanti nè provocano effetti indesiderati degni di menzione.

HERPER LABIALIS, HERPES GENITALIS, HERPER ZOSTER

Applicare la pomata in modo da ricoprire l'intera superficie della lesione con un leggero velo. Devono essere effettuate 4-6 applicazioni al giorno (sino ad 8-10 nei casi di lesioni ai genitali esterni), ed ogni applicazione deve essere seguita da un leggero massaggio. Può essere necessario, in base alla severità o alla localizzazione della/e lesioni ( per es. lesioni degli organi sessuali interni ), che le medicazioni vengano effettuate inizialmente dal medico al fine di garantire la correttezza dell'applicazione.

In lesioni erpetiche diffuse o a più lenta responsività è consigliabile procedere al trattamento sistemico per via intramuscolare alla dose indicativa di 2 milioni di unità/die per 10 giorni consecutivi.����������������������������������� ��������������������������������������������

CONDILOMI VIRALI PIANI ED ACUMINATI

Applicare la pomata� secondo le modalità descritte precedentemente per 14-21 giorni� consecutivi.

L'uso di Serobif iniettabile, somministrato per via intra e peri-lesionale o per via intramuscolare, è consigliabile nei casi di condilomatosi di maggiore gravità o di più lenta responsività. In particolare la via intramuscolare è da preferire nelle forme a localizzazione multipla e/o di difficile accesso all'iniezione intra e peri-lesionale.

Gli schemi posologici consigliati sono : 1-3 milioni di Unità/die per 1-3 cicli settimanali di 5 giorni consecutivi ciascuno mediante la somministrazione intra e peri-lesionale; 2 milioni di

Unità/die per 10 giorni consecutivi con la somministrazione intramuscolare.

EPATITI CRONICHE

Virus B: non è stato ancora stabilito lo schema di trattamento ottimale. Si consigliano: 5 milioni di Unità/m2 per via intramuscolare 3 volte a settimana per 6 mesi. La dose può essere aumentata se i marcatori della replicazione virale o l'HBeAg non si riducono dopo un mese di terapia. Il dosaggio può essere ulteriormente modificato in rapporto alla tollerabilità che il paziente� dimostra verso la cura. Dovrebbe essere presa in esame un'interruzione della terapia nei casi in cui non si osservi alcun miglioramento dopo 3-4 mesi di trattamento.

Virus non A non B: non è stato ancora stabilito lo schema di trattamento ottimale. Si consigliano: 6 milioni di unità per via intramuscolare 3 volte alla settimana per i primi 2 mesi, quindi 3 milioni di unità per via intramuscolare 3 volte alla settimana per 3-6 mesi secondo parere medico. La maggior parte dei pazienti che risponde al trattamento evidenzia un miglioramento del livello delle transaminasi entro 16 settimane.

Per quanto riguarda i pazienti non responsivi dopo 16 settimane di trattamento deve essere presa in esame l'interruzione della terapia. L'esperienza in materia di ripetizione del trattamento è limitata.

NEOPLASIA INTRAEPITELIALE DELLA CERVICE UTERINA

3 milioni di Unità/die iniettati per via intralesionale per 5 giorni consecutivi; quindi 3 milioni di unità a giorni alterni per altre 2 settimane.

VERSAMENTI PLEURICI NEOPLASTICI

Previa toracentesi, introdurre nel cavo pleurico 5 milioni di unità diluiti in 50 cc di soluzione fisiologica.

In caso di recidiva del versamento, dopo 7-15 giorni effettuare una nuova toracentesi ed iniettare nel cavo pleurico 10 milioni di unità con la stessa quantità di soluzione fisiologica.

Nel caso di ulteriore recidiva del versamento dopo altri 15 giorni, somministrare 20 milioni di unità sempre con la stessa quantità di solvente.

TRICOLEUCEMIA

Terapia di induzione: 6 milioni di unità/m2/die per infusione endovenosa lenta per 7 giorni, per 3 cicli con intervalli settimanali tra un ciclo e l'altro.

Terapia di consolidamento-mantenimento: 6 milioni di unità/m2 per infusione endovenosa lenta bisettimanalmente per 24 settimane

������������������������������������������������������������������

INDUZIONE DEI RECETTORI STEROIDEI NEL CARCINOMA MAMMARIO E NELCARCINOMA ENDOMETRIALE

2-6 milioni di unità iniettati per via intramuscolare a giorni alterni per 2 settimane.Tale posologia può essere ciclicamente ripetuta in corso di endocrinoterapia ad intervalli di 4 settimane.��������

04.3 Controindicazioni - [Vedi Indice]

Ipersensibilità individuale accertata verso il prodotto. Gravidanza, poichè gli effetti dell'interferone sul feto non sono ancora ben conosciuti.

Grave patologia cardiaca preesistente; grave disfunzione renale od epatica; epilessia e/o compromessa funzionalità del sistema nervoso centrale; epatite cronica con cirrosi epatica scompensata in fase avanzata; epatite cronica in pazienti in corso di trattamento o sottoposti recentemente a terapia con agenti immunosoppressivi con l'esclusione di una recente interruzione di un trattamento a breve termine con corticosteroidi; epatite� autoimmune; patologia tiroidea preesistente, salvo che possa essere controllata con trattamento convenzionale.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - [Vedi Indice]

L'uso di Serobif deve essere limitato ai casi di effettiva necessità, sotto diretto controllo del medico.

Particolare attenzione deve essere prestata all’impiego di interferone per via parenterale in pazienti cardiopatici e sottoposti a trattamenti cardiolesivi.

Anche se non segnalati con interferone beta, si tenga presente che, nel corso di sperimentazioni cliniche effettuate con interferone alfa ricombinante in pazienti affetti da epatite cronica non A - non B, sono stati riportati rari casi ( meno dell'1%) di disfunzione tiroidea. Non è stata dimostrata l'efficacia del trattamento in pazienti affetti da epatite cronica B e concomitante infezione da virus HIV.

Al trattamento con Serobif si possono associare, in caso di necessità, altre terapie quali termocauterizzazione e crioterapia; farmaci antivirali quali iododesossiuridina e acicloguanosina.

Dosaggi particolarmente elevati di Serobif potrebbero ritardare la riepitelizzazione delle lesioni oculari. Nell'impiego oftalmologico� particolare attenzione va posta nella diagnosi differenziale atta ad escludere la presenza di lesioni corneali provocate da agenti chimico-fisici o , comunque, di origine non virale.

La somministrazione parenterale in associazione con farmaci caratterizzati da cardiotossicità o in pazienti cardiopatici� richiede uno stretto controllo medico. L'uso specie prolungato dei preparati� per uso� topico può� dare origine a fenomeni� di sensibilizzazione; in tal caso interrompere il trattamento ed adottare idonee misure terapeutiche.

Interazioni - [Vedi Indice]

Nelle indicazioni di cui ai rispettivi paragrafi è sconsigliata l'associazione con i cortisonici. E' anche sconsigliata l'associazione con acido acetilsalicilico, indometacina ed, in genere, con farmaci che interferiscono nel metabolismo delle prostaglandine poichè ne può derivare una riduzione dell'azione biologica dell'interferone. Dovendosi ricorrere ad antinevralgici la preferenza sarà eventualmente riservata ad altri prodotti, come ad esempio il paracetamolo.��������������������������������������������������������������

Si tenga presente che in analogia con quanto osservato con prodotti a base di interferone alfa anche Serobif potrebbe determinare una ridotta clearance ed un allungamento dell'emivita plasmatica della teofillina.��������������������������

04.6 Gravidanza e allattamento - [Vedi Indice]

E' controindicato l'uso in gravidanza poichè gli effetti dell'interferone sul feto non sono ancora ben conosciuti.

04.7 Effetti sulla capacit� di guidare veicoli e sull'uso di macchine - [Vedi Indice]

La sostanza non interferisce sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.

04.8 Effetti indesiderati - [Vedi Indice]

Durante il trattamento devono essere attentamente controllati il bilancio elettrolitico ed il quadro ematico. In presenza di valori limite di leucociti, delle piastrine e dell'emoglobina è opportuno procedere a controlli del quadro ematico 1-2 volte alla settimana. Se si verifica un prolungamento del tempo di protrombina lo stesso deve essere controllato giornalmente.

Nei casi di somministrazione parenterale possono manifestarsi effetti collaterali anche a carico del Sistema Nervoso Centrale e cardiocircolatorio.

La somministrazione parenterale di interferone beta impiegato per via sistemica, specie a dosi giornaliere elevate, può determinare aumento della temperatura corporea, astenia, mialgia, cefalea transitoria, nausea, vomito.

In particolare,� durante trattamenti protratti sono stati segnalati leucopenia, trombocitopenia,����������������������������������������������������������������

eritrocitopenia, allungamento del tempo di protrombina, transitorio aumento delle transaminasi,tachicardia, inappetenza, dimagramento, dolori osteoarticolari, sonnolenza, insonnia, diarrea, ipotensione, dispnea, perdita di capelli.

Questi effetti collaterali sono reversibili anche dopo trattamenti prolungati.

In casi di iperpiressia (oltre 40 °C) con prolungati brividi, vomito, variazioni della pressione arteriosa, la terapia dovrebbe essere sospesa o dovrebbe essere diminuita la posologia a giudizio del medico.

04.9 Sovradosaggio - [Vedi Indice]

Non sono stati segnalati effetti da sovradosaggio

05.0 PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE - [Vedi Indice]

05.1 Propriet� farmacodinamiche - [Vedi Indice]

Gli interferoni sono proteine prodotte nelle cellule di vertebrati a seguito di induzione. Gli induttori classici sono i virus ma lo possono essere anche altri agenti microbici, sostanze naturali di diversa natura e composti sintetici. Alcuni interferoni ( alfa e beta ) sono acido resistenti, altri ( gamma ) acido-sensibili.

Tutti gli interferoni, dopo il legame con un recettore specifico di membrana, promuovono la sintesi di proteine o di enzimi responsabili delle loro diverse attività biologiche ( antivirale, antiproliferativa, immunomodulante ).

Negli studi di FARMACOLOGIA generale dosi di interferone fino a 5 milioni di UI/Kg non hanno modificato nel ratto nè l’attività cardiocircolatoria nè la funzione respiratoria. Sono state anche escluse interferenze significative a livello di attività dei muscoli lisci.

05.2 Propriet� farmacocinetiche - [Vedi Indice]

Dopo somministrazione endovenosa nell’uomo di 6 milioni di UI la farmacocinetica dell’interferone beta segue un modello bicompartimentale con una breve emivita di distribuzione ( circa 5 minuti ) ed una emivita di eliminazione di circa 5 ore. Questo profilo farmacocinetico è molto simile a quello osservato nei ratti e nelle scimmie.

Dopo somministrazione intramuscolare e sottocutanea non si osservano livelli apprezzabili di interferone beta circolante, si rileva tuttavia un aumento significativo della concentrazione intracellulare della 2’-5’ OAS (oligo-adenilato sintetasi), enzima prodotto specificatamente dopo contatto delle cellule con l’interferone. Tale aumento è identico a quello osservato dopo somministrazione endovenosa e persiste fino a 72 ore dopo il trattamento.

05.3 Dati preclinici di sicurezza - [Vedi Indice]

Nel topo, nel ratto e nella scimmia la tossicità acuta per via endovenosa ed intramuscolare è stata valutata iniettando fino a 20 milioni di UI di sostanza/Kg.

La tossicità subacuta è stata valutata nel ratto e nella scimmia con dosi fino a 1 milione/Kg/die per 13 settimane somministrate per via endovenosa ed intramuscolare. Nel coniglio l’interferone è stato iniettato sia per via intramuscolare che per via endovenosa fino a 500.000 UI/Kg per 4 settimane.

Studi di tollerabilità sui conigli per instillazione endocongiuntivale non hanno rivelato effetti di intolleranza o tossicità.

Nella cavia è stato riscontrato lo scarso potere sensibilizzante dopo applicazione topica.

L’interferone beta non ha mostrato attività mutagena o clastogenica.�

- [Vedi Indice]

06.1 Eccipienti - [Vedi Indice]

Iniettabile: albumina umana 9 mg, mannite 5 mg, sodio acetato 0.15 mg.

Gocce oculari: albumina umana 5,4 mg, mannite 3 mg, sodio acetato 0,15 mg.

Pomata: polietilenglicole 4000 650 mg, propilenglicole 100 mg, cetomacrogol 1.000 10 mg, carbossimetilcellulosa 5 mg, albumina umana 3 mg, metile p-idrossibenzoato 0,15 mg, propile p-idrossibenzoato 0,1 mg, butilidrossianisolo 0,1 mg, tampone acetato q.b. a 1 g.

06.2 Incompatibilit� - [Vedi Indice]

Dalla letteratura non risultano dati di incompatibilità con altri farmaci.

06.3 Periodo di validit� - [Vedi Indice]

Tutte le confezioni di Serobif devono essere conservate a +2/+8°C: in queste condizioni il liofilizzato delle forme iniettabili e gocce oculari è stabile per 2 anni e la pomata è stabile per 1 anno.

La soluzione ricostituita delle gocce oculari è stabile 3 giorni a temperatura ambiente.

- [Vedi Indice]

Conservare in frigorifero ( 2/8 °C )

- [Vedi Indice]

Contenitori

����������� A) Prodotto liofilizzato (iniettabile e gocce oculari): flacone in vetro neutro bianco

����������� ���� classe I, chiuso ermeticamente con tappo " tipo lio " in elastomero e sigillato

����������� ���� con apposita ghiera in alluminio.

����������� B) Fiala solvente per iniettabili: vetro neutro bianco classe I

����������� C) Siringa per solvente per gocce oculari in vetro borosilicato classe I; tappo-pistone

����������� ���� in gomma butilica; ago in acciaio inox; cappuccio per ago in gomma butilica.

����������� D) Contagocce in polietilene, sterilizzato con raggi gamma, adattabile sul flacone del

����������� ���� prodotto ricostituito dopo rimozione del tappo di gomma.

����������� E) siringa per pomata in vetro borosilicato classe I; tappo-pistone in gomma butilica;

����������� ���� cappuccio in gomma butilica.

Confezioni e prezzi

����������� SEROBIF iniettabile 3.000.000 UI: 3 flaconi di liofilizzato + 3 fiale solvente

�����������

����������� SEROBIF iniettabile 3.000.000 UI: 1 flacone di liofilizzato + 1 fiala solvente

�����������

����������� SEROBIF iniettabile 1.000.000 UI: 3 flaconi di liofilizzato + 3 fiale solvente

�����������

����������� SEROBIF gocce oculari 600.000 UI: 3 flaconi di liofilizzato + 3 siringhe preriempite

����������� con 1,2 ml di solvente ( tampone per gocce oculari ) + 3 contagocce

�����������

����������� SEROBIF pomata: 1 siringa preriempita contenente 500.000 UI di interferone

����������� ( pari a 5 g di pomata ).

�����������

06.6 Istruzioni per l'uso - [Vedi Indice]

SEROBIF GOCCE OCULARI e INIETTABILE: dopo la ricostituzione con il solvente attendere la completa dissoluzione del liofilizzato che può richiedere anche diversi minuti.

SEROBIF POMATA: erogare la quantità di pomata necessaria premendo opportunamente il pistone della siringa.

Prima dell’uso riscaldare il contenitore della pomata mantenendolo qualche minuto nel palmo della mano.

07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - [Vedi Indice]

Industria Farmaceutica Serono SpA - Via Casilina 125 ROMA

08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO - [Vedi Indice]

��������

Serobif iniettabile 3.000.000 UI x 3 flaconi����������� Codice�� 028698088

Serobif iniettabile 3.000.000 UI x 1 flacone����������� Codice�� 028698076

Serobif iniettabile 1.000.000 UI x 3 flaconi ����������� Codice�� 028698064

Serobif gocce oculari� ����������������������� ����������� ������Codice�� 028698090

Serobif pomata� ����������������������� ����������� ������������Codice�� 028698102

REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO - [Vedi Indice]

Serobif iniettabile: da vendersi dietro presentazione di ricetta medica su indicazione di un centro ospedaliero.

Serobif gocce oculari e pomata: da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.

10.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE - [Vedi Indice]

Serobif iniettabile 3.000.000 UI x 3 flaconi����������� 19 Maggio 1998

Serobif iniettabile 3.000.000 UI x 1 flacone���������� 19 Maggio 1998

Serobif iniettabile 1.000.000 UI x 3 flaconi ���������� � 19 Maggio 1998

Serobif gocce oculari� ����������������������� ����������� ��������19 Maggio 1998

Serobif pomata� ����������������������� ����������� ������������������� 19 Maggio 1998

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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]

La sostanza non è soggetta al D.P.R. 309/90

12.0 - [Vedi Indice]

Marzo 2002

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