Una compressa sublinguale da 0,4 mg contiene: buprenorfina
cloridrato 0,432 mg equivalente a buprenorfina base 0,4 mg.
Una compressa sublinguale da 2 mg contiene: buprenorfina
cloridrato 2,16 mg equivalente a buprenorfina base 2 mg.
Una compressa sublinguale da 8 mg contiene: buprenorfina
cloridrato 8,64 mg equivalente a buprenorfina base 8 mg.
Compressa sublinguale.
- [Vedi Indice]
Terapia sostitutiva nella dipendenza da oppiacei,
all’interno di un trattamento medico, sociale e
psicologico.
�
SUBUTEX compresse sublinguali deve essere utilizzato in adulti
e ragazzi di età superiore ai 15 anni, che abbiano
espresso il consenso al trattamento della loro situazione di
tossicodipendenza.
Iniziando il trattamento con SUBUTEX, il medico deve essere
informato del profilo di agonista parziale della molecola di
buprenorfina. La buprenorfina si lega ai recettori oppiacei m e
k, e può precipitare i sintomi da astinenza nei pazienti
dipendenti da oppiacei.
La somministrazione è sublinguale. I medici devono
avvisare i pazienti che la via sublinguale è la sola via
efficace e sicura per la somministrazione di questo farmaco.
Fase di induzione
Deve essere graduale, fino al raggiungimento della dose
sostitutiva ottimale e i diversi dosaggi disponibili (compresse
da 0,4 mg a 8 mg), consentono questa gradualità.
Soggetti che si autosomministrano quotidianamente
eroina: la buprenorfina è un agonista/antagonista che
si comporta da antagonista se somministrato sotto l'effetto di un
agonista puro, per cui deve essere somministrata quando compaiono
i primi sintomi vegetativi di astinenza; diversamente la
buprenorfina può di per sé indurre una sindrome di
astinenza proporzionata allo stato di tolleranza del soggetto e
quindi, all'ultima dose di eroina assunta.
Soggetti in trattamento con metadone: 8 mg di
buprenorfina hanno un'efficacia sostitutiva simile a quella di 60
mg di metadone. Prima di sostituire il metadone con la
buprenorfina si consiglia di ridurre il dosaggio di metadone
al di sotto dei 60 mg/die. Anche in questo caso, la
prima somministrazione di buprenorfina deve avvenire in presenza
dei primi sintomi vegetativi di astinenza da metadone.
Diversamente la buprenorfina può di per sé indurre
una sindrome di astinenza proporzionata allo stato di tolleranza
del soggetto e quindi, all'ultima dose di metadone assunta.
Aggiustamento della posologia e mantenimento: la dose
di SUBUTEX deve essere incrementata
progressivamente in base alla risposta clinica del singolo
paziente e non deve eccedere la dose massima singola
giornaliera di 32 mg.
La dose viene modificata in base alla rivalutazione dello
status clinico e psicologico del paziente.
Riduzione della dose e termine del trattamento: dopo il
raggiungimento di un soddisfacente periodo di stabilizzazione, la
dose può essere ridotta gradualmente ad una dose di
mantenimento inferiore; qualora giudicato appropriato, in alcuni pazienti
il trattamento può essere
interrotto. La disponibilità in compresse sublinguali da
0,4, 2 e 8 mg permette un decremento della dose.
I pazienti dovrebbero essere monitorati dopo il termine del
trattamento con la buprenorfina a causa della possibilità
di ricadute.
�
Ipersensibilità verso i componenti o altre sostanze
strettamente correlate dal punto di vista chimico, grave
insufficienza respiratoria, grave insufficienza epatica, grave
insufficienza renale; alcoolismo acuto o delirium tremens,
trattamento contemporaneo con antiMAO, soggetti di età inferiore ai 15
anni (vedere 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso),
allattamento, generalmente controindicato in gravidanza (vedere
4.6 Gravidanza e allattamento).
�
· Avvertenze
Subutex compresse sublinguali è raccomandato solo per
il trattamento della dipendenza da oppiacei.
Depressione respiratoria:
sono stati segnalati alcuni casi di decesso in
seguito a depressione respiratoria quando buprenorfina è stata usata in
combinazione con le benzodiazepine (vedere 4.5 Interazioni con
altri farmaci ed altre forme di interazione) o quando
buprenorfina non è stata utilizzata in accordo con quanto
riportato nel foglio illustrativo.
Pazienti con disfunzioni epatiche e renali il farmaco va usato
con prudenza
Epatite, eventi epatici:
un ridotto
metabolismo epatico della buprenorfina in presenza di danno
epatico esteso sembra infatti condizionare maggiori
effetti collaterali. Inoltre in pazienti che hanno fatto
uso di buprenorfina, specie a
dosaggi elevati, sono stati segnalati casi di alterazione
della funzionalità epatica e casi di necrosi epatica
ed epatite con ittero, che si sono risolti in genere in modo
favorevole. Quando si sospetta un evento epatico e la
causalità è sconosciuta, è necessaria una
ulteriore valutazione. Se si sospetta che SUBUTEX possa essere la
causa della necrosi epatica o dell’ittero, si deve
sospendere la sua somministrazione, con la rapidità
consentita dalle condizioni del paziente. Se si continua il
trattamento farmacologico, si deve monitorare attentamente la
funzionalità epatica.
La buprenorfina può causare sintomi da astinenza dagli
oppiacei se somministrata ad un tossicodipendente quando siano
trascorse meno di 4 ore dall’ultima dose di
eroina/oppiacei. (Vedere punto 4.2 Posologia e modo di
somministrazione).
La buprenorfina può causare sonnolenza, che può
essere esacerbata da altri farmaci attivi centralmente, quali
alcool, tranquillanti, sedativi, ipnotici. (Vedi punto 4.5
Interazione con altri medicinali e altre forme di
interazione).
La buprenorfina può causare ipotensione
ortostatica.
Studi farmacotossicologici, così come
l’esperienza clinica, hanno dimostrato che la buprenorfina
può causare un basso livello di dipendenza.
In caso di sospensione brusca di un trattamento sostitutivo di
mantenimento, segni di astinenza possono comparire tre giorni
dopo la sospensione stessa, raggiungendo un massimo dal terzo al
quinto giorno per poi diminuire progressivamente nell’arco
di 8-10 giorni.
Gli atleti dovrebbero essere messi al corrente che
buprenorfina può causare una reazione positiva ai test
anti-doping.
· Uso pediatrico
Nessun dato è disponibile nei ragazzi al di sotto dei
15 anni d’età; perciò SUBUTEX non deve essere
somministrato a soggetti di età inferiore ai 15 anni.
· Precauzioni per l’uso
Il prodotto deve essere usato con cautela nei pazienti con
asma o insufficienza respiratoria (con buprenorfina sono stati
segnalati casi di insufficienza respiratoria).
Insufficienza renale (il 20% della dose somministrata viene
eliminata per via renale, così l’eliminazione renale
può essere prolungata).
Insufficienza epatica (il metabolismo epatico della
buprenorfina può venire alterato).
�
Può risultare potenziata l’azione
di analgesici, sedativi centrali e farmaci che deprimono la
respirazione , nonchè dell’alcool.
L’alcool, incrementando l’effetto sedativo di buprenorfina,
può rendere pericoloso l’uso dell’auto o di
macchinari.
�
SUBUTEX deve essere usato con cautela insieme a:
benzodiazepine:
l’associazione di
buprenorfina, soprattutto a dosaggi elevati, con
benzodiazepine, anch’esse usate ad alti
dosaggi ed impropriamente, può potenziare la depressione
respiratoria di origine centrale, con conseguenze anche fatali; perciò
le dosi devono essere adattate individualmente ed il paziente
deve essere monitorato con attenzione. Deve anche essere
considerato il rischio di abuso del farmaco (Vedere 4.4 Speciali
avvertenze e precauzioni per l’uso).
altri farmaci depressori del sistema
nervoso centrale; altri derivati dell’oppio (analgesici e
sedativi della tosse); alcuni antidepressivi, sedativi
antagonisti dei recettori H1, barbiturici, ansiolitici
diversi dalle benzodiazepine, neurolettici, clonidina e sostanze
correlate. Questa combinazione aumenta� la depressione del
sistema nervoso centrale e può rendere pericoloso
l’uso dell’auto e di macchinari.
Inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO): in base a quanto
accade con la morfina, è possibile un'accentuazione degli
effetti di altri oppiacei. Evitare la somministrazione
contemporanea e nelle due settimane successive all'interruzione
del trattamento con IMAO.
Al momento non sono state osservate interazioni degne di nota
con la cocaina, l’agente più frequentemente
utilizzato dai soggetti poliabusatori, in associazione con gli
oppiacei.
Uno studio di interazione tra buprenorfina
e etoconazolo, ha
evidenziato un aumento delle concentrazioni di buprenorfina e
norbuprenorfina.
I pazienti
in trattamento con SUBUTEX, devono essere attentamente
monitorati. Potrebbe
essere infatti necessaria una riduzione della dose se farmaci inibitori
del CYP3A4 (ad esempio ketoconazolo, gestodene,
TAO, gli inibitori delle proteasi del virus HIV
ritonavir, indinavir e saquinavir)sono somministrati
in concomitanza. L’interazione di buprenorfina con induttori
del CYP3A4 non è stata studiata; tuttavia
si raccomanda che i pazienti in terapia con SUBUTEX siano
attentamente monitorati se trattati in concomitanza con induttori
enzimatici quali, ad esempio,
fenobarbital, carbamazepina, enitoina e rifampicina.
�
Gravidanza
Gli
studi sugli animali hanno mostrato tossicità a livello
delle funzione riproduttiva (v. sezione 5.3). Il potenziale
rischio per l’uomo non è noto.
Verso
la fine della gravidanza, dosi elevate di buprenorfina possono
indurre depressione respiratoria nel neonato anche dopo un
periodo di somministrazione breve. La somministrazione prolungata
di buprenorfina durante gli ultimi tre mesi di gravidanza
può provocare sindrome da astinenza nel neonato. Pertanto
la somministrazione di buprenorfina e’ generalmente
controindicata durante la gravidanza. L’eventuale uso di
buprenorfina in gravidanza deve essere limitata ai soli casi in
cui il beneficio terapeutico giustifichi i possibili
rischi.
Allattamento
Come evidenziato
negli studi sui ratti, la buprenorfina può potenzialmente inibire
la secrezione o la produzione di latte.
Inoltre,
poiché la buprenorfina viene secreta nel latte materno,
l’allattamento è controindicato.
�
SUBUTEX può causare sonnolenza in particolar modo
quando assunto insieme ad alcool o a farmaci che esplicano una
azione di tipo depressivo sul sistema nervoso centrale. Evitare,
in tal caso, di guidare o di usare macchinari (Vedere 04.4
Interazione con altri medicinali e altre forme di
interazione).
�
La comparsa di effetti indesiderati dipende dalla soglia di
tolleranza del paziente, che è più elevata nei
tossicodipendenti che nella popolazione generale.
Gli
effetti indesiderati osservati più frequentemente sono riportati
nella seguente tabella:
CLASSE DI SISTEMA/ORGANO
|
DISTURBI DEL SISTEMA NERVOSO
CENTRALE
|
Sedazione
|
Sonnolenza
|
Nausea
|
Capogiri / Vertigini
|
Cefalea
|
Astenia
|
Ansia
|
DISTURBI DELL’APPARATO
GASTROINTESTINALE
|
Vomito
|
Stipsi
|
DISTURBI DELL’APPARATO RESPIRATORIO
|
Depressione respiratoria
|
DISTURBI DELL’APPARATO VISIVO
|
Miosi
|
DISTURBI DELL’APPARATO CARDIO
CIRCOLATORIO
|
Ipotensione
|
DISTURBI DELL’ORGANISMO IN GENERALE
|
Cefalea
|
Sudorazione
|
Le
seguenti reazioni avverse sono state segnalate con una frequenza
inferiore all’ 1% dei pazienti:
confusione, euforia, debolezza /
affaticamento, secchezza
delle fauci, irritabilità, depressione, discorsi
incoerenti, parestesia, ipertensione, tachicardia, bradicardia,
costipazione, dispnea, cianosi, prurito, diplopia, anomalie
visive, ritenzione urinaria, tinnito, congiuntivite, blocco di
Wenckebac, psicosi.
Altri
effetti osservati raramente includono:
allucinazioni, spersonalizzazione, coma,
dispepsia, apnea, eruzione cutanea, tremori, pallore, perdita di
appetito, disforia/irrequietezza, diarrea, orticaria,
convulsioni/mancanza di coordinazione muscolare, svenimento e
insonnia.
Nei
pazienti che presentano una tossicodipendenza marcata, la
somministrazione iniziale di buprenorfina può produrre un
effetto di astinenza simile a quello associato a
naloxone.
Altre reazioni indesiderate che sono state riportate sono:
depressione respiratoria (vedere 04.4 Speciali avvertenze e
precauzioni� per l’uso e 04.5 Interazioni con altri
medicinali e altre forme di interazione).
Inoltre
in pazienti che hanno fatto uso di buprenorfina, specie a dosaggi
elevati, sono stati segnalati rari casi di alterazione della
funzionalità epatica, che si sono risolti in genere in
modo favorevole. Sono stati riportati casi
di: necrosi epatica ed epatite (vedere
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni� per
l’uso) e depressione respiratoria vedere 04.4
Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso e 04.5
Interazioni con altri medicinali e altre forme di
interazione).
�
La buprenorfina sembra possedere un ampio margine di
sicurezza, a causa delle sue proprietà di
agonista/antagonista oppiaceo parziale.
Sintomi
In
linea di principio, in caso di sovradosaggio della buprenorfina,
ci si deve attendere sintomi simili a quelli di altri oppioidi ad
azione centrale. Questi comprendono: depressione respiratoria,
sedazione, sonnolenza, nausea, vomito, collasso cardiovascolare,
miosi marcata.
Il
principale sintomo che richiede intervento è la
depressione respiratoria che potrebbe evolvere fino
all’arresto respiratorio con il rischio di morte.
L’altro sintomo che potrebbe essere
pericoloso è il vomito, di cui si deve prevenire
l’aspirazione.
Trattamento
Nel
caso di un sovradosaggio accidentale il paziente deve essere
monitorato attentamente prestando particolare attenzione allo
status respiratorio e cardiaco e devono essere usate misure di
supporto adeguate.
Utilizzarele misure di emergenza
generali, compreso il trasferimento del paziente in
unità di rianimazione.
In particolare si proceda al
trattamento sintomatico della depressione respiratoria,
garantendo la pervietà delle vie aeree e un’adeguata
ventilazione e al
trattamento sintomatico di un eventuale collasso
cardiovascolare.
E’ consigliato l’uso di un
antagonista degli oppioidi (naloxone) tenendo presente che
l’efficacia potrebbe essere modesta rispetto a
quella esercitata
nei confronti di altri agonisti degli oppioidi, per
la maggiore
affinità recettoriale della buprenorfina.
�
ANALGESICO OPPIACEO
(N: Sistema nervoso centrale)
La buprenorfina è un agonista/antagonista oppiaceo
parziale che si lega ai recettori m e k del cervello. La sua
attività nella terapia di mantenimento è
attribuibile al suo legame reversibile in modo lento con il
recettore m che, in un periodo prolungato, minimizza la
necessità della droga per i pazienti
tossicodipendenti.
Buprenorfina presenta un ampio margine di sicurezza dovuto
alla sua parziale attività agonista/antagonista, che
limita i suoi effetti depressivi, in particolar modo sulle
funzioni cardiaca e respiratoria.
�
Assorbimento
Quando somministrata per via orale, la buprenorfina è
sottoposta ad un processo metabolico di “first-pass”
epatico con N-dealchilazione e glicuronoconiugazione
nell’intestino tenue. Perciò l’uso di questo
farmaco per via orale è inappropriato.
Le concentrazioni plasmatiche al picco sono raggiunte 90
minuti dopo la somministrazione sublinguale e la relazione dose
massimale-concentrazione è lineare tra 2 e 16 mg.
Distribuzione
L’assorbimento di buprenorfina è seguito da una
rapida fase di distribuzione ed una emivita compresa tra 2 e 5
ore.
Metabolismo ed eliminazione
Buprenorfina è metabolizzata per 14-N-dealchilazione e
glicuronoconiugazione della molecola di partenza e del metabolita
dealchilato. La N-dealchilbuprenorfina è un m agonista con
debole attività intrinseca.
L’eliminazione di buprenorfina è bi- o
tri-esponenziale, con una lunga fase di eliminazione terminale di
20-25 ore, dovuta in parte al riassorbimento della buprenorfina
dopo idrolisi intestinale del derivato coniugato, ed in parte
alla natura altamente lipofilica della molecola.
Buprenorfina è essenzialmente eliminata nelle feci per
escrezione biliare dei metaboliti glicuronoconiugati (80%), la
parte restante viene eliminata con le urine.
�
La tossicità acuta di buprenorfina è stata
determinata nel topo e nel ratto a seguito di somministrazione
orale e parenterale.
La dose media letale (DL50 ) nel topo era pari a
26, 94 e 261 mg/kg per somministrazione endovenosa,
intraperitoneale ed orale, rispettivamente.
I valori di DL50 � nel ratto erano 35, 243 e 600
mg/kg per somministrazione endovenosa, intraperitoneale ed orale,
rispettivamente.
Quando somministrata in continuo sottocute a cani beagle per
un mese, a scimmie rhesus per via orale per un mese ed a ratti e
babbuini per via intramuscolare per sei mesi, buprenorfina
evidenziava una tossicità eccezionalmente bassa sia
tissutale sia biochimica.
Gli studi di teratologia e di riproduzione nei ratti e nei
conigli trattati per via intramuscolare evidenziavano come
buprenorfina non fosse embriotossica, embrioletale o teratogena e
non avesse alcun effetto indesiderato sullo svezzamento.
Non c’è alcun effetto indesiderato sulla
fertilità o sulla funzione riproduttiva generale nei
ratti.
�
Lattosio monoidrato, mannitolo, amido di mais, povidone K30,
acido citrico, sodio citrato e magnesio stearato.
�
Non pertinente.
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36 mesi
�
Conservare a temperatura ambiente (fino a 30 gradi), in luogo
secco.
�
7 compresse in blister PVC/PDC/Alluminio.
�
Nessuna istruzione particolare.
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Reckitt Benckiser Healthcare (UK) Ltd.
Dansom Lane
Hull
HU8 7DS
Regno Unito
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Rappresentata in Italia da:
Essex Italia S.p.A.
Via Serio, 1
20139 Milano
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7 compresse sublinguali da 0,4 mg�������� A.I.C. 033791017
7 compresse sublinguali da 2 mg����������� A.I.C.
033791029
7 compresse sublinguali da 8 mg����������� A.I.C.
033791031
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2 dicembre 1999.
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Luglio 2002
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