Interazioni - [Vedi Indice]Dato l'effetto induttivo della carbamazepina sul sistema enzimatico epatico della monossigenasi, si può avere una diminuzione dei livelli plasmatici e anche una inattivazione di certi farmaci che sono metabolizzati da questo sistema.
Il dosaggio dei seguenti farmaci deve essere adattato ai requisiti clinici: clobazam, clonazepam, etosuccimide, primidone, acido valproico, alprazolam, corticosteroidi, ciclosporina, digossina, doxiciclina, felodipina, aloperidolo, imipramina, metadone, contraccettivi orali (si consiglia l'uso di metodi alternativi), teofillina, anticoagulanti orali.
I livelli plasmatici della fenitoina possono essere sia innalzati che abbassati dalla carbamazepina; raramente la carbamazepina ha innalzato i livelli di mefenitoina.
I seguenti farmaci innalzano i valori plasmatici di carbamazepina: eritromicina, troleandomicina, isoniazide, verapamil, diltiazem, destropropossifene, viloxazina, fluoxetina, acetazolamide, danazolo e nicotinamide (negli adulti solo ad alte dosi).
Dal momento che aumentati livelli plasmatici di carbamazepina possono causare effetti collaterali, il dosaggio di Tegretol va adattato e i livelli plasmatici monitorati. La concomitante somministrazione di carbamazepina e isoniazide aumenta l'epatotossicità indotta dall'isoniazide. La somministrazione di carbamazepina e litio o metoclopramide oppure carbamazepina e tranquillanti maggiori può aumentare gli effetti collaterali neurologici.
I livelli plasmatici di carbamazepina possono essere ridotti da: fenobarbitale, fenitoina, primidone, teofillina e, sebbene i dati siano parzialmente contraddittori anche dal clonazepam e acido valproico. D'altra parte acido valproico e primidone innalzano i livelli plasmatici del metabolita farmacologicamente attivo cbz-10,11-epossido; il dosaggio di Tegretol deve essere di conseguenza adattato.
La somministrazione concomitante di Tegretol con alcuni diuretici può portare ad una iponatremia sintomatica.
La carbamazepina può antagonizzare l'effetto dei rilassanti muscolari non depolarizzanti; il loro dosaggio deve essere aumentato e i pazienti strettamente controllati per evitare un ripristino del blocco neuromuscolare troppo rapido.
L'isotretinoina altera la biodisponibilità e/o la clearance della carbamazepina e del cbz-10,11-epossido; i livelli plasmatici di carbamazepina devono essere controllati.
Tegretol, come altri farmaci psicoattivi può ridurre la tollerabilità all'alcol; è quindi consigliabile per il paziente astenersi dal consumo di alcool.
Le pazienti con epilessia devono essere trattate con molta cautela durante la gravidanza. Nelle donne in età fertile Tegretol, ove possibile, dovrebbe essere prescritto in monoterapia, in quanto l'incidenza di anormalità congenite nei figli di donne trattate con associazioni di farmaci antiepilettici (es. ac. valproico, carbamazepina e fenobarbitale e/o fenitoina) è maggiore che nelle madri trattate in monoterapia.
Si raccomanda di somministrare la minima dose efficace e di controllare i livelli plasmatici.
Se durante la terapia con Tegretol si dovesse verificare una gravidanza, o se si verificasse la necessità di assumere Tegretol durante una gravidanza, i possibili benefici devono essere attentamente soppesati insieme ai possibili rischi, in modo particolare nei primi 3 mesi di gravidanza.
È noto che i figli di madri epilettiche sono più predisposti a disturbi e a malformazioni durante la crescita. Esiste la possibilità che la carbamazepina, come tutti i maggiori farmaci antiepilettici, aumenti il rischio soprariportato, sebbene manchi una reale conferma derivante da studi controllati con monoterapia a base di carbamazepina. Tuttavia, sono stati riportati rari casi di disturbi dello sviluppo e di malformazioni, inclusa la spina bifida, associate all'uso di Tegretol. Le pazienti devono essere informate sulla possibilità di rischio di malformazioni.
Durante la gravidanza si raccomanda una cura addizionale con acido folico in modo da prevenire una possibile deficienza dovuta all'induzione enzimatica di farmaci antiepilettici, compresa la carbamazepina.
Durante l'ultima settimana di gravidanza si raccomanda inoltre la somministrazione di vitamina K1 , per prevenire eccessive perdite di sangue.
La carbamazepina passa attraverso il latte materno (circa 25-60% della concentrazione plasmatica). Il beneficio dell'allattamento al seno deve essere ben valutato contro il rischio, seppure remoto, di possibili effetti collaterali sul neonato (es. eccessiva sonnolenza).
È stato segnalato un caso di grave reazione di ipersensibilità in un bambino allattato da madre in trattamento con Tegretol.
Poiché Tegretol può rallentare la prontezza dei riflessi, occorre avvisare di ciò i pazienti che esplicano operazioni richiedenti integrità del grado di vigilanza.
Tegretol è generalmente ben tollerato purché vengano rispettate le direttive posologiche.
Talvolta, soprattutto all'inizio del trattamento con Tegretol, o se la dose iniziale è troppo alta, o nei pazienti anziani, si possono verificare effetti collaterali a carico del SNC, del tratto gastrointestinale e raramente reazioni cutanee. Gli effetti collaterali correlati alla dose solitamente scompaiono in pochi giorni, spontaneamente o dopo temporanea riduzione del dosaggio. Gli effetti collaterali sul SNC possono essere espressione di un sovradosaggio o di fluttuazioni significative dei livelli plasmatici. In questi casi si suggerisce di controllare i livelli plasmatici e di abbassare la dose giornaliera e/o di suddividerla in 3-4 dosaggi.
A livello del SNC si possono verificare i seguenti effetti indesideratineurologici: vertigini, atassia, sonnolenza, affaticamento; occasionalmente cefalea, diplopia, disturbi dell'accomodazione; raramente movimenti anormali involontari dei segmenti scheletrici, nistagmo; in casi isolati: disturbi oculomotori e della parola, neuriti periferiche, parestesie, debolezza muscolare e sintomi paretici. 04.8 Effetti indesideratipsichiatrici: in casi isolati allucinazioni (visive o acustiche), depressione, perdita di appetito, agitazione, comportamento aggressivo, confusione, attivazione di psicosi.
A livellocutaneo occasionalmente occorrono reazioni allergiche tipo orticaria, che possono talvolta essere importanti. Raramente, dermatite esfoliativa, eritrodermia, sindrome di Stevens-Johnson e lupus eritematosus simile.
In casi isolati si può verificare alterazione della pigmentazione cutanea, porpora, prurito, acne, sudorazione, perdita dei capelli, necrolisi epidermica tossica, fotosensibilità, eritema multiforme e nodoso.
A livelloematico: leucopenia, eosinofilia occasionale, trombocitopenia, leucocitosi, linfoadenopatia; casi isolati di agranulocitosi, anemia aplastica, aplasia dei globuli rossi, anemia megaloblastica, porfiria intermittente acuta, reticolocitosi, carenza di acido folico, possibilità di anemia emolitica.
A livelloepatico si sono verificati innalzamento delle gamma-GT, clinicamente irrilevanti; occasionalmente innalzamento della fosfatasi alcalina, raramente delle transaminasi; raramente ittero, epatiti colestatiche, parenchimali o di tipo misto; in casi isolati epatiti granulomatose.
A livello deltratto gastro-intestinale: nausea, vomito; occasionalmente secchezza delle fauci; raramente diarrea o costipazione e in casi isolati dolori addominali, glossiti, stomatiti.
Si possono verificare le seguentireazioni di ipersensibilità:raramente febbre, rash cutanei, vasculiti, linfoadenopatia, disturbi linfoma simili, artralgia, leucopenia, eosinofilia, epatosplenomegalia e alterazione dei tests di funzionalità epatica; meningite asettica con mioclono, eosinofilia periferica, reazioni anafilattiche.
Si consiglia l'interruzione del trattamento qualora si verificassero tali reazioni di ipersensibilità.
A livello delsistema cardiovascolare raramente si presentano disturbi della conduzione cardiaca. In casi isolati bradicardia, aritmia, blocco A-V con sincope, collasso, insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione o ipotensione, aggravamento della arteriopatia coronarica, tromboflebite, tromboembolia.
A livello del sistemaendocrino emetabolico: occasionalmente edema, ritenzione idrica, aumento del peso corporeo, iponatremia e riduzione dell'osmolarità plasmatica dovuta ad un'azione simile all'ADH, che può portare in casi isolati ad intossicazioni da acqua accompagnata da vomito, letargia, cefalea, confusione mentale. Attenzione nel distinguere la confusione, vertigini, nausea e cefalea indotti dall'intossicazione da acqua dagli effetti indesiderati relativi al SNC od a quello gastrointestinale. In casi isolati ginecomastia e galattorrea, alterazione dei parametri funzionali della tiroide, disturbi del metabolismo osseo, che possono portare all'osteomalacia, livelli elevati di colesterolo e trigliceridi.
A livello del sistemaurogenitale in casi isolati possono occorrere nefriti interstiziali e disturbi renali, così come segni di disfunzione renale, pollachiuria, ritenzione urinaria, disturbi sessuali, impotenza.
A livello degliorgani di sensoin casi isolati alterazioni del gusto, congiuntiviti, opacità del cristallino, iperacusia, tinnito.
A livello delsistema muscolo-scheletrico: in casi isolati artralgia, dolori muscolari o crampi.
A livello deltratto respiratorio: in casi isolati ipersensibilità polmonare caratterizzata da febbre, dispnea, polmonite.
Un accidentale sovradosaggio del farmaco può suscitare i seguenti sintomi, che solitamente coinvolgono i sistemi nervoso centrale, cardiovascolare e respiratorio:
depressione, disorientamento, sonnolenza, agitazione, allucinazione, coma, visione offuscata, disartria, disturbi della parola, nistagmo, atassia, discinesia, iperreflessia seguita da iporeflessia, convulsioni, disturbi psicomotori, mioclono, ipotermia. Depressione respiratoria, edema polmonare. Tachicardia, ipotensione, a volte ipertensione, disturbi della conduzione cardiaca con allargamento del complesso QRS; sincope associata ad arresto cardiaco. Vomito, ritardo dello svuotamento gastrico, ridotta mobilità del bolo. Ritenzione urinaria, oliguria, anuria, ritenzione di liquidi, intossicazione di acqua dovuta all'effetto tipo ADH della carbamazepina. Iponatremia, possibile acidosi metabolica, possibile iperglicemia incremento della creatinfosfochinasi muscolare.
Terapia: non esiste un antidoto specifico.
Il trattamento iniziale deve essere condotto sulla base delle condizioni del paziente, che deve essere ospedalizzato. Occorre misurare la concentrazione plasmatica della carbamazepina per poter confermare l'avvelenamento e la quantità di dose assunta.
Svuotare lo stomaco, fare una lavanda gastrica e somministrare carbone attivo. È importante supportare le funzioni vitali in unità di cura intensiva con monitoraggio cardiaco e correggere i valori degli elettroliti nel sangue.
In caso di ipotensione somministrare dobutamina o dopamina e.v.
Disturbi del ritmo cardiaco: va trattato individualmente.
Convulsioni: somministrare una benzodiazepina (es. diazepam) o altro antiepilettico (es. fenobarbitale o paraldeide).
Iponatremia: riduzione dei liquidi, lenta ed attenta infusione e.v. di NaCl 0,9%. Queste misure sono utili per prevenire un possibile danno cerebrale.
Si raccomanda un'emoperfusione di carbone. Diuresi forzata, emodialisi. La dialisi peritoneale non si è dimostrata efficace.
Tegretol è un farmaco antiepilettico che possiede anche proprietà psicotrope ed analgesiche; appartiene alla famiglia delle Dibenzazepine.
Qualefarmaco antiepilettico il suo spettro d'azione comprende epilessie parziali (semplici o complesse) con o senza generalizzazione secondaria; convulsioni tonico-cloniche generalizzate (grande male), così come combinazioni di questi tipi di epilessia.
È riportato negli studi clinici che Tegretol, somministrato in monoterapia, a pazienti epilettici - in particolare bambini e adolescenti - esercita un'azione psicotropa, migliora l'attenzione, le funzioni cognitive, i sintomi di ansietà e depressione e diminuisce l'irritabilità e l'aggressività.
Qualefarmaco neurotropo Tegretol previene la comparsa dei parossismi dolorosi delle nevralgie essenziali del trigemino e del glossofaringeo.
Qualefarmaco psicotropo Tegretol dà prova di efficacia nei disturbi affettivi, per es. nel trattamento della mania, così come nella prevenzione di sindromi maniaco-depressive (bipolari), quando prescritto sia in monoterapia che in associazione con tranquillanti maggiori, antidepressivi o litio.
Il meccanismo d'azione della carbamazepina è stato solo parzialmente chiarito. La carbamazepina stabilizza le membrane nervose ipereccitate, inibisce scariche neuronali ripetute e riduce la propagazione sinaptica degli impulsi eccitatori. È ragionevole pensare che il blocco dei canali del sodio voltaggio dipendenti possa essere uno se non il principale meccanismo d'azione. Le proprietà della carbamazepina, così come l'azione inibente sul turnover delle catecolamine e sul release di glutammato, potrebbero derivare dal presunto meccanismo d'azione. Mentre la diminuzione del release di glutammato e la stabilizzazione delle membrane neuronali potrebbe spiegare gli effetti antiepilettici, l'effetto inibente sul turnover della dopamina e noradrenalina potrebbe dare spiegazione delle proprietà antimaniacali della carbamazepina.
Assorbimento
La carbamazepina viene assorbita completamente, ma relativamente lentamente dalle compresse. Le compresse convenzionali raggiungono la concentrazione di picco plasmatico di sostanza immodificata dopo 12 ore, dopo singola dose orale. Con lo sciroppo si raggiunge la massima concentrazione plasmatica entro 2 ore. Rispetto alla quantità di sostanza attiva assorbita, non esiste una differenza rilevante con le forme orali. Dopo una singola dose orale di 400 mg di carbamazepina (compresse) il picco di concentrazione plasmatica di sostanza immodificata è di circa 4,5 mg/ml.
Quando le compresse CR sono somministrate in dose singola o ripetuta, raggiungono circa il 25% del picco di concentrazione plasmatica più basso di sostanza attiva rispetto alle compresse convenzionali. I picchi si raggiungono entro 24 ore. Le compresse CR producono un decremento dell'indice di fluttuazione statisticamente significativo, ma non un decremento significativo del valore di Cmin allo steady-state. Con una posologia di due somministrazioni giornaliere la fluttuazione delle concentrazioni plasmatiche è molto bassa. La biodisponibilità delle compresse CR è circa il 15% più bassa di quella delle altre forme orali.
L'ingestione di cibo non influenza la velocità e l'entità dell'assorbimento.
Lo steady-state delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina si raggiunge entro 1-2 settimane, a seconda del soggetto.
Distribuzione
La carbamazepina è legata alle proteine plasmatiche per il 70-80%. La concentrazione di sostanza immodificata nel fluido cerebrospinale e nella saliva rispecchia la porzione non legata alle proteine plasmatiche (20-30%). Le concentrazioni nel latte materno equivalgono al 25-60% dei corrispondenti livelli plasmatici.
La carbamazepina attraversa la placenta. Ipotizzando il completo assorbimento della carbamazepina, il volume apparente di distribuzione varia da 0,8 a 1,9 l/kg.
Eliminazione
L'emivita di eliminazione di sostanza immodificata si aggira approssimativamente intorno alle 36 ore dopo singola dose orale, mentre dopo somministrazioni ripetute si aggira sulle 16-24 ore (autoinduzione del sistema epatico delle mono-ossigenasi), a seconda della durata della terapia. Nei pazienti in trattamento contemporaneo con altri farmaci induttori degli enzimi epatici i valori di emivita sono stati trovati intorno alle 9-10 ore. L'emivita di eliminazione plasmatica del 10,11-epossido è di circa 6 ore dopo singole dosi orali dell'epossido stesso.
Dopo somministrazione di una singola dose orale di 400 mg di carbamazepina, il 72% è escreto nelle urine ed il 28% nelle feci. Nelle urine, circa il 2% della dose è sotto forma di sostanza immodificata e circa l'1% sotto forma del metabolita attivo 10,11-epossido. La carbamazepina è metabolizzata nel fegato, la cui più importante via di eliminazione è l'epossidazione; si ottiene così il derivato 10,11-trans-diolo ed il suo glicuronide quali principali metaboliti.
Il 9-idrossi-metil-10-carbamoil acridano è il metabolita meno frequente di questa via di metabolizzazione. Dopo una singola dose orale di carbamazepina, circa il 30% appare nelle urine come prodotto finale della metabolizzazione.
Un'altra importante via di biotrasformazione della carbamazepina porta a vari composti monoidrossilati, come all'N-glicuronide della carbamazepina.
Caratteristiche nei pazienti
Allo steady-state le concentrazioni plasmatiche di carbamazepina considerate come range terapeutico variano molto da individuo ad individuo: nella maggior parte dei pazienti un range di 4-12 mg/ml corrispondono a 17-50 mmol/l. La concentrazione del 10,11-epossido (il metabolita attivo della carbamazepina) è circa il 30% dei livelli del principio attivo. Data la consistente eliminazione di carbamazepina, i bambini necessitano di dosi maggiori degli adulti (in mg/kg).
Non ci sono indicazioni di un'alterata farmacocinetica della carbamazepina nei pazienti anziani confrontati con i giovani adulti.
Si è osservato un aumento della incidenza di tumori al fegato nei ratti trattati con carbamazepina per 2 anni. Al momento non è noto il significato di questi dati relativamente all'uso di carbamazepina nell'uomo. Gli studi di mutagenicità nei batteri e nei mammiferi hanno dati risultati negativi.
Compresse 200 mg
Cellulosa microcristallina; sodio carbossimetilcellulosa; silice colloidale anidra; magnesio stearato.
Compresse 400 mg
Cellulosa microcristallina; sodio carbossimetilcellulosa; silice colloidale anidra; magnesio stearato.
Sciroppo pediatrico al 2%
Polietilenglicole stearato; cellulosa microcristallina/sodio carbossimetilcellulosa; sorbitolo 70%; metil p-idrossibenzoato; propil p-idrossibenzoato; sodio saccarinato; idrossietilcellulosa; acido sorbico; propilenglicole; aroma caramello; acqua deionizzata.
Compresse CR da 200 mg
Silice colloidale anidra; polimero etilcellulosa-alcool cetilico-sodio laurilsolfato; cellulosa microcristallina; dispersione di poliacrilati al 30%; magnesio stearato; sodio croscarmellosio; talco; metilidrossipropilcellulosa; gliceril-polietilenglicole ossistearato; ferro ossido rosso; ferro ossido giallo; titanio biossido.
Compresse CR da 400 mg
Silice colloidale anidra; polimero etilcellulosa-alcool cetilico-sodio laurilsolfato; cellulosa microcristallina; dispersione di poliacrilati al 30%; magnesio stearato; sodio croscaramellosio; talco; metilidrossipropilcellulosa; gliceril-polietilenglicole ossistearato; ferro ossido rosso; ferro ossido giallo; titanio biossido.
Nessuna nota.
Compresse convenzionali e sciroppo: 5 anni.
Compresse CR: 3 anni.
Sciroppo pediatrico: proteggere dal calore e dalla luce.
Compresse convenzionali: proteggere dall'umidità
Compresse CR: proteggere dall'umidità - Conservare a temperatura inferiore a 25 °C.
Compresse e compresse CR: blister PVC atossico; blister PVC/PCTFE; blister PVC/PE/PVDC
Sciroppo pediatrico: flacone vetro scuro
Astuccio da 50 compresse di 200 mg
Astuccio da 30 compresse di 400 mg
Flacone da 250 ml sciroppo al 2%
Astuccio da 30 compresse CR da 200 mg
Astuccio da 30 compresse CR da 400 mg
Nessuna.
NOVARTIS FARMA S.p.A.
S.S. 233 (Varesina) km 20,5 - 21040 Origgio (VA)
Compresse 200 mg AIC n. 020602013
Compresse 400 mg AIC n. 020602025
Sciroppo pediatrico al 2% AIC n. 020602037
Compresse CR 200 mg AIC n. 020602049
Compresse CR 400 mg AIC n. 020602052
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Tegretol 200: autorizzazione 19.02.1966/rinnovo 6.2000
Tegretol 400: autorizzazione 16.03.1983/rinnovo 6.2000
Tegretol CR 200: autorizzazione 9.1989/rinnovo 6.2000
Tegretol CR 400: autorizzazione 9.1989/rinnovo 6.2000
Tegretol sciroppo pediatrico: autorizzazione 13.06.1979 / rinnovo 6.2000
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Giugno 2000
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