Interazioni - [Vedi Indice]
Nei pazienti ai quali sono stati somministrati terazosina
più ACE-inibitori o diuretici, l’incidenza di
vertigini o effetti collaterali collegati è risultata
maggiore rispetto alla popolazione totale dei pazienti sottoposti
a trattamento con terazosina durante gli studi clinici.
Si dovrà osservare opportuna cautela nel caso in cui la
terazosina venga somministrata con altri agenti antiipertensivi
(ACE-inibitori, bloccanti dei beta-recettori, antagonisti del
calcio e diuretici), al fine di evitare la possibilità di
ipotensione significativa. Nel caso in cui terazosina venga
aggiunta a un diuretico o ad altro agente antiipertensivo,
potrebbe risultare necessaria una riduzione del dosaggio e una
nuova titolazione.
Non si raccomanda l’uso combinato di terazosina con
altri bloccanti alfa-recettori.
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Anche se non sono stati rilevati effetti teratogenici in
esperimenti effettuati su animali, non sono stati stabiliti
criteri di sicurezza durante la fase della gravidanza e
dell’allattamento.
Inoltre dati provenienti da studi su animali dimostrano che
terazosina può aumentare la durata della gravidanza o
inibire il parto.
Terazosina non deve pertanto essere usata durante la
gravidanza a meno che il beneficio potenziale non risulti
superiore all’eventuale rischio.
L’allattamento al seno deve essere evitato.
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Vertigine, stordimento o sonnolenza possono verificarsi in
concomitanza con l’assunzione della dose iniziale o nel
caso di mancata assunzione delle dosi e successivo nuovo inizio
della terapia a base di terazosina. I pazienti devono essere
avvertiti riguardo tali possibili eventi negativi e le
circostanze in cui potrebbero verificarsi, per evitare di
mettersi alla guida o di effettuare lavori pericolosi
approssimativamente nell’arco delle prime 12 ore successive
all’assunzione della dose iniziale o nel caso in cui la
dose venga aumentata.
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Terazosina,come altri antagonisti dei recettori
alfa-adrenergici può provocare sincope. Manifestazioni
sincopali si sono verificate in un intervallo di tempo compreso
tra 30 e 90 minuti a partire dalla dose iniziale del farmaco. La
sincope si è verificata saltuariamente in associazione con
aumenti rapidi di dosaggio o con l’introduzione di un altro
agente ipertensivo.
Nel corso di studi clinici sull’ipertensione,
l’incidenza di episodi sincopali è risultata
approssimativamente pari all’1%. Nella maggior parte dei
casi, la causa di tale fattore è stata imputata ad un
eccessivo effetto di ipotensione ortostatica, sebbene
occasionalmente l’episodio sincopale sia stato preceduto da
un attacco di tachicardia con una frequenza del battito cardiaco
da 120 a 160 battiti al minuto.
In caso di sincope il paziente dovrà essere disteso e
assistito con un trattamento di supporto a seconda della
necessità.
Nel caso in cui il paziente passi velocemente da una posizione
seduta o distesa ad una posizione eretta, potranno verificarsi
episodi di vertigine, stordimento o svenimento. I pazienti
dovranno essere avvisati di tale eventualità e istruiti� a
sdraiarsi non appena tali sintomi dovessero apparire e rimanere
successivamente seduti per alcuni minuti prima di alzarsi al fine
di impedire il ripetersi di tali episodi.
Questi eventi avversi sono autolimitanti e, nella maggior
parte dei casi, non si ripresentano dopo il periodo iniziale
della terapia o durante la successiva ripetizione della
titolazione.
Segnalazione di eventi avversi con terazosina
Gli eventi avversi più comuni sono stati astenia,
palpitazioni, nausea, edema periferico, vertigine, sonnolenza,
congestione nasale/rinite e ambliopia/visione offuscata.
In aggiunta, sono stati segnalati i seguenti casi: dolore alla
schiena, cefalea, tachicardia, ipotensione ortostatica, sincope,
edema, aumento di peso, dolore alle estremità, diminuzione
della libido, depressione, nervosismo, parestesia, vertigini,
dispnea, sinusite e impotenza.
Altre reazioni avverse segnalate in studi clinici o riportate
durante la commercializzazione, ma non chiaramente associate
all’uso di terazosina, comprendono le seguenti: dolore al
torace, edema facciale, febbre, dolore addominale, dolore al
collo, dolore alle spalle, vasodilatazione, aritmia,
costipazione, diarrea, xerostonia, dispepsia, flatulenza, vomito,
gotta; atralgia, artrite, disturbi alle articolazioni, mialgia,
ansietà, insonnia, bronchite, epistassi, sintomi di
influenza, faringite, rinite, sintomi di raffreddore, prurito,
eruzione cutanea, aumento della tosse, sudorazione, visione
alterata, congiuntivite, tinnito, frequenza urinaria, infezione
delle vie urinarie e incontinenza urinaria rilevata
principalmente nelle donne in menopausa.
Sono stati registrati almeno due casi di reazioni
anafilattoidi gravi in concomitanza con la somministrazione di
terazosina.
Esperienza post-marketing: sono stati segnalati casi di
trombocitopenia e priapismo. E’ stata segnalata
fibrillazione atriale: tuttavia, non è stato stabilito un
rapporto causa-effetto.
Test di laboratorio: nel corso di studi clinici
controllati, sono state osservate piccole ma significative
diminuzioni dell’ematocrito, dell’emoglobina, dei
leucociti, del contenuto proteico totale e dell’albumina.
Questi risultati di laboratorio suggeriscono la
possibilità di emodiluzione. Il trattamento a base di
terazosina protratta fino a 24 mesi non ha avuto effetti
significativi sui livelli dell’antigene prostatico
specifico (PSA).
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Se la somministrazione di terazosina dovesse provocare
ipotensione acuta, interventi di supporto cardiovascolare
risultano di primaria importanza. La ristabilizzazione della
pressione sanguigna e la normalizzazione della frequenza del
battito cardiaco possono essere raggiunte mantenendo il paziente
in posizione supina. Se questa misura dovesse risultare
inadeguata, lo stato si shock dovrà essere trattato con
espansori di massa e, se necessario, si potranno successivamente
usare vasopressori. La funzionalità renale dovrà
essere monitorata e si dovranno applicare misure generali di
supporto, secondo necessità. La dialisi può non
arrecare beneficio, in quanto i dati di laboratorio indicano un
elevato grado di legame della terazosina alle proteine.
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Categoria farmacoterapeutica: antagonisti dei recettori
alfa-adrenergici.
Codice aic: G04CA03
Uso nell’ipertensione
Sebbene il meccanismo esatto dell’azione ipotensiva
della terazosina non sia stato determinato, il rilassamento dei
vasi sanguigni periferici appare essere principalmente prodotto
per mezzo dell’antagonismo competitivo dei recettori
alfa-adrenergici postsinaptici. La terazosina produce
generalmente una graduale diminuzione iniziale della pressione
sanguigna seguita da un’azione antiipertensiva
protratta.
L’esperienza clinica indica che alla somministrazione di
dosi terapeutiche di terazosina sono associate diminuzioni del
2-5% della concentrazione totale di colesterolo nel plasma, e una
diminuzione del 3-7% della concentrazione delle frazioni
LDLC + VLDLC combinate nel plasma, rispetto
ai valori rilevati prima del pre-trattamento.
Uso nell’ipertrofia prostatica benigna (IPB)
Alcuni studi indicano che l’antagonismo dei recettori
alfa-adrenergici è utile ai fini del miglioramento
dell’urodinamica in pazienti affetti da ostruzione
vescicale cronica, come da ipertrofia prostatica benigna.
I sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB) sono
principalmente causati dalla presenza di una prostata ingrandita
e dall’incremento del tono della muscolatura liscia
dell’apertura di uscita della vescica urinaria e della
prostata, che è regolato dai recettori
alfa-adrenergici.
Nel corso di esperimenti in vitro è stato
mostrato che la terazosina antagonizza le contrazioni del tessuto
prostatico umano indotte da fenilefrina. In studi clinici
è stato mostrato che terazosina è in grado di
migliorare l’urodinamica e la sintomatologia in pazienti
affetti da ipertrofia prostatica benigna (IPB).
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Assorbimento
La terazosina è ben assorbita (80-100%). La terazosina
ha un minimo effetto di “primo passaggio” e la dose
quasi completa di terazosina è disponibile a livello
sistemico. I picchi di concentrazione plasmatica vengono
raggiunti approssimativamente 1-2 ore dopo somministrazione orale
a digiuno.
La biodisponibilità non è influenzata
significativamente dall’assunzione di cibo.
Distribuzione
Circa il 90-94% di terazosina si lega alle proteine
plasmatiche. Il legame proteico è indipendente dalle
concentrazioni totali del principio attivo.
Biotrasformazione
I principali metaboliti della terazosina vengono originati
attraverso demetilazione e coniugazione.
Eliminazione
Approssimativamente il 10% - 20% di terazosina somministrata
per via orale è escreta immutata nelle urine e nelle feci,
rispettivamente.
Circa il 40% della dose di terazosina somministrata è
eliminata nelle urine e il 60% nelle feci. L’emivita totale
di eliminazione è approssimativamente di 8-13 ore.
Linearità/non linearità di farmacocinetica
Dopo somministrazione orale di terazosina l’AUC ed il
Cmax � aumentano in proporzione al dosaggio oltre il
range raccomandato (2-10 mg).
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Cancerogenicità : è stato mostrato che la
terazosina produce tumori benigni del midollo surrenale in ratti
di sesso maschile quando è somministrata ad alti dosaggi
per un lungo periodo di tempo. Nessun evento di questo tipo
è stato osservato in ratti di sesso femminile o in studi
simili effettuati su topi. Non è nota la rilevanza di tali
scoperte in riferimento all’uso clinico del principio
attivo sull’uomo.
Non è stata riportata evidenza di un effetto
genotossico della terazosina da studi in vitro e in vivo su
potenziale mutageno della sostanza.
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Ogni compressa divisibile da 2 mg contiene: lattosio, amido di
mais, talco, magnesio stearato.
Ogni compressa divisibile da 5 mg contiene: lattosio, amido di
mais, talco, magnesio stearato, E132.
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Non applicabile
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36 mesi a confezionamento integro
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Conservare nella confezione originale
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Scatola di cartone contenente 10 compresse divisibili da 2 mg
in blister.
Scatola di cartone contenente 14 compresse divisibili da 5 mg
in blister.
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Nessuna in particolare.
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Epifarma srl
Via San Rocco 6
85033 Episcopia (Potenza)
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AIC N. 035046010
AIC N. 035046022
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