- [Vedi Indice]Ogni flaconcino contiene:
Principio attivo: cefoperazone sale sodico, (pari a cefoperazone acido) mg 1000.
Ogni fiala solvente da 3 ml contiene:lidocaina HCl mg 15, acqua per preparaz. Iniettabili ml 3.
Flaconcino contenente polvere sterile iniettabile + fiala solvente.
- [Vedi Indice]Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi.
Adulti
2-4 g/die in due somministrazioni uguali equidistanziate (ogni 12 ore). Nelle infezioni particolarmente gravi, fino a 8 g/die in 2 dosi uguali. Sono stati somministrati fino a 12 g/die suddivisi in 3 somministrazioni uguali ogni 8 ore.
Nei nefropatici con filtrato glomerulare minore di 18 ml/min o con creatininemia maggiore di 3,5 mg/100 ml è consigliabile non superare i 4 g/die.
Bambini
50-200 mg/kg/die suddivisi in 2 (ogni 12 ore) o più somministrazioni, in caso di necessità. In casi eccezionali sono state somministrate, senza complicanze, dosi superiori a 200 mg/kg/die.
Ipersensibilità già nota verso le cefalosporine e la lidocaina.
Data la possibile allergia crociata tra penicilline e cefalosporine, occorre accertare, prima di somministrare la sostanza, l'esistenza di precedenti reazioni di ipersensibilità nei confronti di cefalosporine, penicilline od altri farmaci. Sono stati infatti segnalati casi di pazienti che hanno presentato reazioni, talora anche di tipo anafilattico, ad entrambe queste classi di antibiotici. Il cefoperazone va quindi somministrato con cautela ai pazienti sensibili alla penicillina. Gli antibiotici vanno somministrati con cautela ad ogni paziente che abbia presentato qualche forma di allergia, in particolare ai farmaci. Nei pazienti affetti da epatopatia e/o da ostruzione delle vie biliari, l'emivita sierica del cefoperazone è generalmente prolungata e l'eliminazione renale aumentata. In assenza di concomitante insufficienza renale si possono somministrare negli adulti 2 g/die, suddivisi in due somministrazioni, senza rischio di accumulo. Per posologie superiori a 2 g die è necessario monitorare le concentrazioni sieriche del farmaco.
Nei pazienti affetti contemporaneamente da insufficienza epatica e renale sarà opportuno rinunciare all'impiego del cefoperazone. L'emodialisi riduce lievemente l'emivita del cefoperazone, pertanto il farmaco va somministrato dopo la seduta dialitica.
Analogamente a quanto segnalato con altre cefalosporine, in corso di trattamento con cefoperazone, è stata descritta, a seguito della ingestione di alcool, (e fino a 5 giorni dopo l'ultima somministrazione) una reazione caratterizzata da arrossamento intenso del volto, sudorazione, cefalea e tachicardia. È pertanto necessario evitare l'assunzione di alcool sotto qualsiasi forma in corso di trattamento con cefoperazone. La somministrazione concomitante di cefalosporine e aminoglicosidi può determinare effetti nefrotossici. Le soluzioni contenenti lidocaina non possono essere utilizzate nei bambini al di sotto dei 30 mesi di età.
Il cefoperazone è stato somministrato con successo nell'infanzia. Non è stato però esaurientemente studiato nei prematuri e nei neonati fino a 6 mesi di vita.
In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire un trattamento idoneo (amine vasopressorie, antistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza.
Casi di colite pseudomembranosa sono stati segnalati con l'uso di cefalosporine (e di altri antibiotici a largo spettro); perciò è importante prendere in considerazione questa eventualità nei pazienti che presentano diarrea in conseguenza dell'uso di antibiotici. Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora batterica del colon e ciò può consentire la crescita di clostridi. Alcuni studi hanno evidenziato che una delle cause principali di colite associata agli antibiotici è una tossina prodotta dal Clostridium difficile.
Casi lievi di colite si possono risolvere con la semplice interruzione della terapia. I casi di colite moderati e gravi vanno trattati con l'integrazione delle perdite di liquidi, elettroliti e proteine.
Se la colite non si risolve con l'interruzione della terapia o è grave, il trattamento di scelta per la colite pseudomembranosa da antibiotico, causata dal Clostridium difficile è la vancomicina per via orale.
Bisogna anche valutare la possibilità di altre cause per la colite.
L'insorgenza di una qualsiasi reazione di tipo allergico impone la sospensione del trattamento.
Come con altri antibiotici, sono stati segnalati casi di deficit di vitamina K in corso di trattamento con cefoperazone.
Con tutta probabilità tale fenomeno va ricondotto alla soppressione della flora batterica intestinale che normalmente sintetizza questa vitamina e i soggetti a rischio appaiono essere quelli sottoposti a dieta deficitaria o con condizioni di malassorbimento (es. fibrosi cistica) o pazienti alimentati per lunghi periodi per via endovenosa. Con l'uso di cefoperazone, possono verificarsi rari casi di ipoprotrombinemia.
Sono maggiormente a rischio di emorragie e di fenomeni tromboembolici i pazienti con disordini primari e secondari della emocoagulazione (trombocitopenia, trombopatia o altri disordini della coagulazione). In questi pazienti "a rischio" è opportuno effettuare il test di Quick ogni 2/3 giorni e somministrare vitamina K (10 mg per settimana).
Come per altre betalattamine, durante un trattamento prolungato con Cefoperazone, possono svilupparsi resistenze microbiche: tale evenienza è maggiore verso microorganismi opportunisti specialmente enterobacteriacee e pseudomonas in soggetti immunodepressi e, probabilmente, associando tra loro più betalattamine. Si può verificare una falsa positività della glicosuria se si impiegano i reattivi di Fehling, di Benedict e "Clinitest". Sono state segnalate, in corso di trattamento con cefalosporine, positività dei tests di Coombs (talora false).
Se il Cefoperazone viene impiegato in associazione con aminoglicosidi è necessario il monitoraggio della funzionalità renale durante il trattamento.
I due farmaci non vanno miscelati nella stessa siringa e devono essere iniettati in sedi diverse, dato che tra essi esiste un'incompatibilità di ordine chimico-fisico.
Fra le precauzioni d'uso sono descritti gli effetti da contemporanea assunzione di alcool.
Benché negli esperimenti sugli animali di laboratorio non si siano osservati effetti teratogeni, non è dimostrato che il cefoperazone può essere utilizzato in tutta sicurezza nella gravidanza e nell'allattamento. L'antibiotico è reperibile in concentrazioni ridotte nel latte materno. Pertanto nelle donne in stato di gravidanza, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del Medico.
La sostanza non influenza la capacità di guidare e non produce nessun effetto indesiderato sull'uso di macchine.
Come con altre cefalosporine, anche con il cefoperazone si possono manifestare le seguenti reazioni secondarie:
Ipersensibilità: eruzioni maculo-papulose, orticaria, febbre ed eosinofilia, reazioni anafilattoidi.Effetti ematologici: per somministrazione protratta, neutropenia reversibile e/o eosinofilia transitoria e rari casi di ipoprotrombinemia, talora riduzione dell'emoglobina e dell'ematocrito.
Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine.
Funzionalità epatica: possibile transitorio aumento di SGOT, SGPT, fosfatasi alcalina.Funzionalità renale: segnalato transitorio aumento dell'azotemia e della creatinina sierica.Effetti gastro-intestinali: segnalate transitorie modificazioni dell'alvo (feci molli o diarrea), nausea, vomito. La diarrea in genere risponde alla terapia sintomatica o alla sospensione dell'antibiotico. Se persistente, considerare l'eventualità della insorgenza della colite pseudomembranosa.Reazioni locali: occasionalmente dolenzia transitoria in sede di inoculo dopo somministrazione intramuscolare. Come altre cefalosporine, può determinare flebiti nella sede di infusione, a seguito di somministrazione con catetere endovenoso.Segnalati raramente: tremori, cefalee, vertigini.
Il cefoperazone è dializzabile. In caso di sovradosaggio il farmaco può essere eliminato mediante trattamento emodialitico o dialisi peritoneale.
Il Tomabef è a base di cefoperazone, una cefalosporina semisintetica di "terza generazione", per uso parenterale, resistente a molte beta-lattamasi e dotata di attività antibatterica ad ampio spettro nei confronti di numerosi germi Gram-positivi, Gram-negativi, aerobi ed anaerobi.
Il cefoperazone non è assorbito dal tubo gastroenterico. Picco di concentrazione sierica di 22, 33, 65 mcg/ml in media dopo 1 h dalla somministrazione i.m. di 0,25; 0,5 e 1 g rispettivamente; e di 153,252 e 340 mcg/ml dopo infusione e.v. per 15 minuti a velocità costante di 1 - 2 e 3 g. rispettivamente.
Legame reversibile con proteine plasmatiche: circa 90%, emivita media del siero: circa 2 ore, indipendentemente dalla via di somministrazione.
Il cefoperazone raggiunge concentrazioni terapeutiche in tutti i liquidi e tessuti esaminati: liquido ascitico, liquido peritoneale, liquido cefalo-rachidiano (in pazienti con infiammazione meningea) urine, bile e parete della colecisti, espettorato, polmone, tonsilla palatina, mucosa dei seni paranasali, orecchietta atriale, rene, uretere, prostata, testicoli, utero, tube di Falloppio, tessuto osseo, sangue ombelicale e liquido amniotico.
Il cefoperazone viene eliminato sia con la bile (70-80%) che con le urine (20-30%). Concentrazioni massime nella bile, a 3h dalla somministrazione e.v. di 2 g: 6.000 mcg/ml. Concentrazioni urinarie massime: 2.200 mcg/ml (dopo infusione e.v. di 2 g). Il cefoperazone è eliminato in forma attiva (meno dell'1% viene metabolizzato). Non spiazza la bilirubina dal legame con le proteine plasmatiche.
La DL50 nel topo (via orale e sottocutanea) è superiore a 13-15 g/kg; per via endovenosa, nella stessa specie animale, è pari a 4,76 g/kg nei maschi e a 3,84 g/kg nelle femmine.
Negli studi a lungo termine nel cane non ha determinato lesioni istologiche a carico del rene. A dosi di 1 - 2 g/kg/die per 4 settimane, nel ratto non ha provocato lesioni istopatologiche significative a carico dell'orecchio interno. Dosi fino a 10 volte superiori a quelle impiegate nell'uomo non hanno evidenziato nel topo, ratto e scimmia, alcuna compromissione della fertilità né attività teratogena.
Fiala solvente: lidocaina HCl, acqua per preparaz. iniettabili.
La polvere nel flaconcino può essere degradata dalla esposizione alla luce diurna per periodi protratti.
La validità del preparato è di 24 mesi.
La soluzione ricostituita ha una validità di 24 ore e deve essere conservata in frigorifero.
Conservare a temperatura ambiente. Evitare forti sbalzi termici.
Flaconcino di vetro neutro bianco, tappo in gomma butile; ghiera di alluminio; fiala solvente in vetro bianco neutro, colore bianco, con prerottura; scatola di cartone litografato; cassonetto in PVC contenente il flaconcino e la fiala.
Uso intramuscolare.
SALUS RESEARCHES S.p.A.
Via Aurelia, 58 (Portacavalleggeri) - 00165 Roma (RM)
AIC n. 025330022.
Da vendersi su presentazione di ricetta medica, ripetibile.
Rinnovo 01/06/2000.
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]Non soggetto al DPR 309/90.
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