Interazioni - [Vedi Indice]La somministrazione contemporanea di cefalosporine ed antibiotici aminoglicosidici è stata associata ad un aumento della nefrotossicità.
L'eventuale uso contemporaneo o ravvicinato di altri farmaci nefrotossici (kanamicina, streptomicina, colistina, viomicina, polimixina, neomicina, gentamicina, ecc.) aumenta la tossicità renale e la funzione del rene va assiduamente controllata.
Durante una terapia concomitante con Probenecid, quest'ultimo potrebbe determinare una riduzione della secrezione tubulare delle cefalosporine, provocandone un aumento ed un prolungamento dei livelli sierici.
La somministrazione delle cefalosporine può interferire con i risultati di alcune prove di laboratorio, causando pseudopositività della glicosuria con i metodi di Benedict, Fehling e "Clinitest" ma non con i metodi enzimatici. Sono state segnalate, in corso di trattamento con cefalosporine, positività talora false, dei test di Coombs; queste si possono verificare anche nei neonati le cui madri erano state trattate con cefalosporine prima del parto.
La sicurezza d'impiego di Totacef durante la gravidanza non è stata stabilita. Non sono stati condotti studi ben controllati su donne in gravidanza. La cefazolina attraversa la barriera placentare ed è stato ritrovato nel cordone ombelicale e nel liquido amniotico.Travaglio e parto: i livelli di farmaco presenti nel cordone ombelicale di madri trattate con cefazolina prima del taglio cesareo sono stati approssimativamente di 1/4 e 1/3 dei livelli materni. Il farmaco sembra non avere effetti collaterali sul feto. Pertanto Totacef deve essere usato in gravidanza soltanto in casi di assoluta necessità sotto il diretto controllo del medico.Allattamento: Totacef è presente nel latte materno in concentrazioni molto basse. Totacef, pertanto, deve essere somministrato con cautela in donne che allattino.
Nessuno noto.
Gli effetti indesiderati da cefalosporine sono per lo più limitati a disturbi gastrointestinali e, occasionalmente, a fenomeni di ipersensibilità. La frequenza della comparsa di questi ultimi è maggiore negli individui nei quali, in precedenza, si siano verificate reazioni di ipersensibilità verso farmaci e sostanze varie, ed in quelli con precedenti di allergia, asma, febbre da fieno, orticaria, ecc. nell'anamnesi. Complessivamente, in corso o a seguito di trattamento con cefalosporine, sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati:
Ipersensibilità: eosinofilia, febbre da farmaci, rash cutaneo, prurito, orticaria, angioedema ed anafilassi.
Ematologici: leucopenia, neutropenia, trombocitopenia, trombocitemia e positività diretta ed indiretta ai test di Coombs.
Epatici: sono stati raramente osservati aumenti transitori di SGOT, SGPT e dei livelli della fosfatasi alcalina. Raramente sono stati riportati epatite transitoria ed ittero colestatico.
Renali: Sono stati riportati aumenti transitori dei livelli dell'azotemia senza evidenza clinica di insufficienza renale. Raramente sono stati riportati nefrite interstiziale ed altri disturbi renali.
Gastrointestinali: sintomi di colite pseudomembranosa possono manifestarsi sia durante che dopo trattamento con antibiotici. Raramente sono stati riportati nausea e vomito. Sono stati riportati anoressia, diarrea e candidosi orale (mughetto).
Altri: raramente si è verificato dolore nel sito di iniezione, a volte con indurimento della parte. Totacef, somministrato per infusione endovenosa, è ben tollerato con bassa incidenza di flebite.
Altri effetti indesiderati sono stati: prurito anale e genitale, candidosi vaginale e vaginite.
L'inappropriata somministrazione di dosaggi elevati di cefalosporine per via parenterale può causare vertigini, parestesia e cefalea. A seguito di sovradosaggio con alcune cefalosporine si possono verificare convulsioni, soprattutto in pazienti con insufficienza renale, nei quali è probabile accumulo del farmaco (vedi punto "Posologia e modo di somministrazione"). In caso di convulsioni, il trattamento dovrà essere immediatamente interrotto e dovrà essere istituita una terapia anticonvulsiva, se clinicamente possibile.
In caso di eccessivo sovradosaggio si dovrà considerare il ricorso all'emodialisi.
Le variazioni dei parametri di laboratorio che si possono verificare a seguito di sovradosaggio comprendono aumenti della creatinina, azoto ureico, degli enzimi epatici e della bilirubina, falsa positività al test di Coombs, trombocitosi, trombocitopenia, eosinofilia, leucopenia e prolungamento del tempo di protrombina.
Totacef (cefazolina sodica), cefalosporina semi-sintetica per uso parenterale, sviluppa un'azione battericida ad ampio spettro che si esercita mediante l'inibizione della sintesi della parete cellulare e conseguente lisi della cellula batterica.
Totacef,in vitro e nelle infezioni cliniche, svolge la sua attività antibatterica nei confronti dei seguenti organismi:
Staphylococcus aureus (penicillino-sensibili e penicillino-resistenti)Staphylococcus epidermidis . Gli stafilococchi meticillino-resistenti sono uniformemente resistenti a TotacefStreptococchi beta-emolitici gruppo A e altri ceppi di streptococchi (molti ceppi di enterococchi sono resistenti)Streptococcus pneumoniae (Diplococcus pneumoniae)Escherichia coliProteus mirabilisKlebsiella speciesEnterobacter aerogenesHemophilus influenzae
Molti ceppi diEnterobacter cloacae e Proteus di indole positiva (P. vulgaris )Morganella morganii (Proteus morganii), Providencia rettgeri (Proteus rettgeri) sono resistenti. Quasi uniformemente resistenti alla cefazolina sono:Serratia, Pseudomonas, Acinetobacter calcoaceticus (speci Mima e Herellea) .
A seguito disomministrazione intramuscolare di cefazolina sodica si raggiungono, a intervalli stabiliti, le concentrazioni sieriche medie riportate nella tabella che segue:
Concentrazioni sieriche (mg/ml)
dopo somministrazione intramuscolare |
Dose | 1 /2 ora | 1 ora | 2 ore | 4 ore | 6 ore | 8 ore | 10 ore |
250 mg | 15,5 | 17 | 13 | 5,1 | 2,5 | | |
500 mg | 36,2 | 36,8 | 37,9 | 15,5 | 6,3 | 3 | |
1 g (*) | 60,1 | 63,8 | 54,3 | 29,3 | 13,2 | 7,1 | 4,1 |
(*) media tra due studi.
A seguito disomministrazione endovenosa di una dose singola da 1 g di cefazolina sodica si raggiungono le concentrazioni sieriche medie riportate nella tabella che segue:
Concentrazioni sieriche (mg/ml)
dopo somministrazione di 1 g per via endovenosa |
5
minuti | 15
minuti | 30
minuti | 1 ora | 2 ore | 4 ore | Picco | Emivita (ore) |
188,4 | 135,8 | 106,8 | 73,7 | 45,6 | 16,5 | 190,0 | 1,4 |
Dopo somministrazione intramuscolare di 500 mg ed 1 g di cefazolina, il picco della concentrazione raggiunto nell'urina è stato 1000 mg/ml e 4000 mg/ml, rispettivamente.
Alte concentrazioni di cefazolina, molto al di sopra dei livelli sierici, sono state ritrovate nel tessuto di cistifellea e nella bile di pazienti senza ostruzione delle vie biliari. Quando la cefazolina è stata somministrata in pazienti con ostruzione delle vie biliari la concentrazione nel siero è stata considerevolmente più alta che non nella bile.
La concentrazione di cefazolina nelle articolazioni, in caso di infiammazione della membrana sinoviale, è paragonabile alla concentrazione ritrovata nel siero. Ciò dipende dalla facilità con cui l'antibiotico attraversa la membrana infiammata.
Totacef si diffonde facilmente nel tessuto di molti organi come polmone, tonsille, parete della colecisti e appendice. Buone concentrazioni si raggiungono anche nell'umor acqueo. In assenza di infiammazione, raggiunge scarse concentrazioni nel liquor per cui si può asserire che non supera la barriera ematoencefalica. Totacef viene eliminato in forma attiva, prevalentemente per via renale, sia per filtrazione glomerulare che per secrezione tubulare.
La cefazolina viene escreta immodificata attraverso l'urina. A seguito di somministrazione intramuscolare di 500 mg di cefazolina il 63 ± 17% della dose è stata ritrovata entro 6 ore ed approssimativamente dall'80% al 100% entro le 24 ore.
Dialisi peritoneale: sono stati osservati livelli sierici medi approssimativamente di 10 e 30 mg/ml di cefazolina in pazienti sottoposti a dialisi peritoneale (2 l/h) dopo istillazione per 24 ore di una soluzione per dialisi contenente 50 mg/l e 150 mg/l di cefazolina, rispettivamente.
I livelli medi del picco sono stati 29 mg/ml (da 13 a 44 mg/ml) e 72 mg/ml (da 26 a 142 mg/ml), rispettivamente.
La somministrazione intraperitoneale di cefazolina sodica è generalmente ben tollerata.
Volontari sani adulti, ai quali è stato somministrato, in studi controllati, Totacef 1 g, quattro volte al giorno per 10 giorni, non hanno mostrato modificazioni clinicamente significative attribuibili alla cefazolina nei seguenti valori CBC, AST (SGOT), ALT (SGPT), bilirubina, fosfatasi alcalina, azoto ureico, creatinina ed esame delle urine.
Sono stati effettuati studi sulla riproduzione e sulla teratogenicità di Totacef somministrato sia su ratti che su topi, a dosi 25 volte superiori a quelle usate nell'uomo. Sebbene non sia mai stato riscontrato alcun danno per il feto, il farmaco dovrà essere somministrato durante la gravidanza solo nei casi in cui venga considerato essenziale.
Totacef 250 i.m. - Fiala solvente: lidocaina cloridrato 10 mg; acqua p.p.i.
Totacef 500 i.m. - Fiala solvente: lidocaina cloridrato 15 mg; acqua p.p.i.
Totacef 1 i.m. - Fiala solvente: lidocaina cloridrato 20 mg; acqua p.p.i.
Totacef 1 e.v. - Fiala solvente: Acqua p.p.i.
Nessuna nota.
36 mesi.
Conservare i flaconi ermeticamente chiusi. Da un punto di vista microbiologico, la soluzione ricostituita dovrà essere utilizzata entro 24 ore se conservata a temperatura ambiente (25 °C) o entro 96 ore se conservata in frigorifero (4 °C).
Un'eventuale colorazione giallastra della polvere o del prodotto ricostituito non è indice di alterazione né di variazione dell'efficacia terapeutica del farmaco.
I flaconi di polvere iniettabile i.m. sono in vetro tipo III con tappo in gomma e ghiera in alluminio; i flaconi di polvere iniettabile e.v. sono in vetro tipo I; le fiale di solvente sono in vetro incolore di tipo I.
Totacef 250 1 flacone i.m. 250 mg + f. solvente 2 ml
Totacef 500 1 flacone i.m. 500 mg + f. solvente 3 ml
Totacef 1 i.m. 1 flacone i.m. 1 g + f. solvente 4 ml
Totacef 1 e.v. 1 flacone e.v. 1 g + f. solvente 10 ml
Totacef può essere somministrato per via intramuscolare, per via endovenosa lenta o per fleboclisi.
Per la somministrazione intramuscolare va impiegata la fiala solvente con lidocaina (0,5%) acclusa alla confezione.
Per la somministrazione endovenosa la fiala solvente acclusa alla confezione contiene acqua per preparazioni iniettabili.
Nei due casi, dopo aver introdotto il solvente adatto, è necessario agitare il flaconcino fino ad ottenere una completa soluzione del contenuto.
Qualora si desideri somministrare Totacef per fleboclisi, preparare il prodotto per la somministrazione endovenosa ed aggiungerlo alla soluzione da infondere.
Per la somministrazione per fleboclisi possono essere utilizzate le seguenti soluzioni per endovena: cloruro di sodio 0,9%; destrosio 5% o 10%; destrosio 5% in Ringer lattato; destrosio 5% e cloruro di sodio 0,9% (Può anche essere utilizzato destrosio 5% e cloruro di sodio 0,45% o 0,2%); Ringer lattato; zucchero invertito 5% o 10% in acqua per preparazioni iniettabili; soluzione di Ringer.
BRISTOL - MYERS SQUIBB S.p.A.
Via del Murillo km 2,800 - Sermoneta (LT)
Totacef 250 i.m. AIC n. 022810081
Totacef 500 i.m. AIC n. 022810105
Totacef 1 i.m. AIC n. 022810129
Totacef 1 e.v. AIC n. 022810055
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Maggio 2000
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Gennaio 2001
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