- [Vedi Indice]Disturbi dell'irrorazione periferica su base aterosclerotica (claudicatio intermittens, dolori a riposo), diabetica (angiopatia diabetica) e flogistica (endoangioite obliterante).
Disturbi trofici (sindrome post-trombotica, ulcus cruris, gangrena e congelamenti) ed angioneuropatie (acrocianosi e morbo di Raynaud).
Sequele da alterata irrorazione cerebrale, oculare ed auricolare.
Somministrazione per fleboclisi
All'inizio del trattamento la posologia giornaliera è di 1 fiala (100 mg) infusa con 250-500 ml di soluzione fisiologica o glucosata nel corso di 120-180 minuti. In seguito può essere aumentata di 1 fiala il dì fino a 300 mg.
Nei casi gravi, se la tollerabilità è buona, la posologia giornaliera può essere gradualmente aumentata (1 fiala il dì) fino 600 mg da somministrare in 2 infusioni (mattino e pomeriggio) con 250-500 ml di soluzione vettrice nel corso di 120-180 minuti.
Se per motivi pratici o di tollerabilità l'infusione può essere praticata solo una volta il dì, si raccomanda la somministrazione supplementare di 3 (2 + 1) compresse di Trental 400 suddivise nell'arco della giornata (mezzogiorno e sera).
Somministrazione per via i.v. ed i.a.
1 fiala (100 mg) il dì, iniettando lentamente ed a paziente disteso. Per via intravenosa la durata di infusione deve essere di almeno 5 minuti, mentre per via intraarteriosa (dopo diluizione del contenuto della fiala in 20 ml di soluzione fisiologica) deve essere di 10 minuti ogni 5 ml.
In seguito, se la tollerabilità è buona, tale somministrazione può essere ripetuta nel corso della giornata.
Dopo il trattamento parenterale la terapia può essere proseguita per os. È comunque compito del medico stabilire la posologia, la via di somministrazione e la durata del trattamento che, a seconda della gravità del quadro clinico, può essere effettuato per via parenterale, per os oppure combinato (per os e per via parenterale contemporaneamente).
La somministrazione regolare ed il trattamento protratto sono determinanti per il successo terapeutico.
Ipersensibilità individuale accertata verso la pentossifillina. Infarto miocardico recente. Emorragie gravi. Gravi stati di sclerosi cerebrale e coronarica con ipertensione, nonché gravi aritmie, costituiscono controindicazioni alla somministrazione i.v. od i.a. di Trental. In caso di aterosclerosi avanzata evitare l'iniezione nell'arteria carotidea.
Se durante la terapia con Trental si manifestano vaste emorragie della retina, il trattamento va sospeso.
La somministrazione parenterale di qualsiasi farmaco può determinare in casi eccezionali shock anafilattico. In questo caso è necessario adottare immediatamente le adeguate contromisure quali decubito laterale, vie respiratorie libere, respirazione artificiale, catecolamine (noradrenalina, adrenalina, isoproterenolo) e dosi molto elevate di corticosteroidi per via i.v.
Prima dell'inizio del trattamento parenterale (i.v. od i.a.) è opportuno, per controllare la reattività individuale, somministrare lentamente 1/2 fiala (2,5 ml = 50 mg) diluita in 10 ml di soluzione fisiologica.
Nei pazienti ipotesi e con labilità circolatoria l'iniezione i.v. od i.a. di farmaci vasoattivi può determinare la comparsa di transitoria ipotensione con tendenza al collasso e disturbi stenocardici, pertanto si deve porre attenzione ad usare gradualmente il farmaco.
In caso di insufficienza cardiaca, in cui è necessario raggiungere il compenso con glicosidi, il Trental non va infuso con elevati volumi di liquido.
In caso di compromessa funzionalità renale, è necessario ridurre la posologia di Trental (ad esempio: con clearance della creatinina < a 10 ml/minuto la posologia va ridotta del 50/70%).
In corso di trattamento è necessario adeguare la posologia degli eventuali farmaci antiipertensivi somministrati contemporaneamente allo scopo di evitare sinergismo d'azione.
Nel corso della terapia parenterale con alte dosi in pazienti diabetici, regolati con insulina od ipoglicemizzanti orali, si può verificare potenziamento dell'effetto ipoglicemizzante di questi preparati. In questi casi è quindi opportuno valutare la possibilità di ridurre la dose di insulina o di ipoglicemizzante orale per la durata del trattamento.
L'uso contemporaneo di ketorolac trometamina può aumentare il rischio di sanguinamento.
Sebbene in esperimenti su animali non sia stata evidenziata alcuna indicazione di possibili effetti teratogeni del preparato, tuttavia, come per tutti i farmaci, si raccomanda di non usare il Trental durante la gravidanza.
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Possono manifestarsi disturbi gastroenterici (oppressione gastrica, nausea, vomito, diarrea), cefalea o vertigini che in genere scompaiono praticando l'iniezione più lentamente o riducendo la velocità di infusione; in singoli casi, tuttavia, potrebbe rendersi necessario sospendere il trattamento.
Eccezionalmente sono state osservate reazioni di ipersensibilità, quali manifestazioni cutanee (prurito, esantema, orticaria) od edema angioneurotico, comunque rapidamente reversibili con la sospensione del trattamento.
Molto raramente e soprattutto dopo dosi elevate di pentossifillina, sono stati segnalati flush cutaneo, tachicardia, angina pectoris ed ipotensione, che hanno richiesto la riduzione della posologia o la sospensione del trattamento.
Pur non essendo stato dimostrato rapporto causale con l'impiego della pentossifillina, sono stati segnalati casi molto rari di emorragia (cutanea o delle mucose) in pazienti trattati con Trental con e senza anticoagulanti od antiaggreganti piastrinici.
Sono stati segnalati anche rari casi di trombocitopenia.
In caso di intossicazione possono comparire vampate di calore, perdita di coscienza, vomito a tipo fondo di caffè, areflessia e convulsioni tonico-cloniche.
Oltre a misure generali per il trattamento dell'intossicazione dovrebbe essere dedicata particolare attenzione al controllo dei valori pressori.
In caso di forte diminuzione della pressione arteriosa occorre infondere plasma-expander (attenzione ai segni di edema).
Tenere libere le vie respiratorie.
Diazepam in caso di convulsioni.
La pentossifillina è caratterizzata dalla capacità di modificare le proprietà reologiche del sangue; normalizza infatti le condizioni di perfusione riducendo la viscosità ematica e ripristinando la dinamica degli scambi metabolici a livello della microcircolazione.
La sua azione si esplica mediante l'aumento della flessibilità dei globuli rossi, l'inibizione dell'aggregazione piastrinica ed il miglioramento dell'attività fibrinolitica.
Dopo somministrazione i.v. la fase di distribuzione ha emivita di 7-8 minuti, mentre l'emivita di eliminazione t1/2 è di 1-1,5 ore. Il picco ematico è di 1,2 mg/ml.
La DL50 (mg/kg) della pentossifillina per via i.v. è di 197 nel topo, di 231 nel ratto, tra 100-120 nel coniglio e superiore a 160 nel cane.
La somministrazione i.v. protratta di 10, 25, 50 e 100-150 mg/kg/die nel ratto, di 4 e 20 mg/kg/die nel coniglio e di 10, 25 e 63 mg/kg/die nel cane non induce negli animali alcun danno rilevabile clinicamente.
Sodio cloruro ed acqua per preparazioni iniettabili q.b. a 5 ml.
Non sono note.
5 anni.
Non sono previste.
Fiale di vetro neutro, incolore; 5 fiale da 5 ml.
Per l'apertura tenere la fiala verticalmente curando che il punto colorato sia rivolto verso chi guarda, quindi spingere all'indietro la parte superiore della fiala facendo leva.
AVENTIS PHARMA S.p.A.
Via G. Rossini, 1/A - 20020 Lainate (MI)
5 fiale da 5 ml AIC n. 022863031
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
Febbraio 1979/maggio 2000
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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Maggio 2000
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