- [Vedi Indice]Triasporin soluzione orale è indicato:
Per il trattamento della candidosi orale e/o esofagea dei pazienti HIV-positivi o di altri pazienti immunocompromessi.Per la profilassi delle infezioni micotiche profonde sensibili all'itraconazolo, quando la terapia standard si ritenga inadeguata, in pazienti con tumori ematici o destinati a trapianto di midollo osseo nei quali è prevedibile la comparsa di neutropenia (i.e. < 500 cell/ml).
Al momento non sono disponibili sufficienti dati di efficacia nella prevenzione dell'aspergillosi.
Considerare con attenzione eventuali linee-guida per l'utilizzo dei farmaci antimicotici
Per un assorbimento ottimale, Triasporin soluzione orale dovrebbe essere assunto lontano dai pasti (i pazienti devono essere avvisati di evitare di mangiare per almeno 1 ora dopo l'assunzione).
Per il trattamento della candidosi orale e/o esofagea, la soluzione deve essere trattenuta all'interno della cavità orale (circa 20 secondi) prima di essere deglutita. Evitare di risciacquarsi la bocca dopo aver deglutito la soluzione.
Trattamento della candidosi orale e/o esofagea: 200 mg (2 misurini) al giorno preferibilmente in due somministrazioni oppure in dose unica per una settimana. Se dopo una settimana non si manifesta una risposta al trattamento, il trattamento deve essere proseguito per un'altra settimana.Trattamento della candidosi orale e/o esofagea resistente al fluconazolo: da 100 a 200 mg (1-2 misurini) due volte al giorno per due settimane. Se dopo 2 settimane non si ha una risposta al trattamento, questo trattamento deve essere proseguito per altre 2 settimane.
La dose giornaliera di 400 mg non deve essere utilizzata per più di 14 giorni qualora non vi siano segnali di miglioramento.
- Profilassi delle infezioni micotiche: 5 mg/kg suddivisi in due somministrazioni giornaliere . Negli studi clinici il trattamento profilattico è stato iniziato immediatamente prima del trattamento citostatico e di solito una settimana prima del trapianto. Quasi tutte le infezioni micotiche profonde dimostrate sono comparse a carico di pazienti che presentavano una conta di neutrofili inferiore a 100 cell/ml.
Il trattamento è stato protratto fino al ripristino della conta dei neutrofili (i.e. > 1000 cell/ml).
Gli studi clinici in pazienti neutropenici hanno evidenziato una considerevole variabilità individuale dei parametri farmacocinetici.
Si consiglia il monitoraggio dei livelli ematici, soprattutto in presenza di danno gastrointestinale, diarrea e durante trattamenti prolungati con Triasporin soluzione orale.
Uso pediatrico:
Si rimanda al paragrafo "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso".
Profilassi delle infezioni micotiche: non sono disponibili dati di efficacia in pazienti pediatrici neutropenici.Si dispone di una limitata esperienza clinica sulla sicurezza di impiego di 5 mg/kg in due somministrazioni giornaliere. L'incidenza di eventi avversi quali diarrea, dolore addominale, vomito, febbre, rash e mucositi è stata più alta che negli adulti.
Impiego negli anziani e nei pazienti con malattie renali o epatiche:
Si rimanda al paragrafo "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso".
Triasporin soluzione orale è controindicato nei pazienti con nota ipersensibilità al principio attivo o ai suoi eccipienti.Terfenadina, astemizolo, cisapride, midazolam e triazolam per via orale, chinidina, pimozide, inibitori della HMG-CoA reduttasi metabolizzati dal citocromo P 450 - CYP3A4 come simvastatina e lovastatina, e atorvastatina sono controindicati in corso di trattamento con Triasporin soluzione orale.Triasporin soluzione orale dovrebbe essere somministrato in gravidanza solo nei casi in cui essendoci pericolo di vita per la madre si ritenga che il beneficio atteso superi il rischio potenziale per il feto.
Pertanto, tutte le donne in età fertile, prima di iniziare il trattamento, devono mettere in atto adeguate misure contraccettive da protrarre sino al ciclo mestruale successivo al termine della terapia con Triasporin soluzione orale.
Triasporin può originare interazioni clinicamente rilevanti con altri farmaci (Si rimanda al paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicamenti e interazioni di altro genere)
Uso pediatrico
I dati clinici sull'impiego del farmaco nei pazienti pediatrici sono limitati; pertanto l'uso di Triasporin soluzione orale in età pediatrica non è consigliato
Uso nei pazienti anziani
I dati clinici sull'impiego del farmaco nei pazienti anziani sono limitati; pertanto l'impiego in tal senso deve essere destinato solo a quei casi in cui il beneficio atteso superi il rischio potenziale.
- In pazienti in trattamento continuo per un periodo superiore ad un mese si raccomanda il controllo della funzionalità epatica. Tale controllo deve essere eseguito immediatamente nei pazienti nei quali compaiano sintomi tipici dell'epatite, quali anoressia, nausea, vomito, affaticamento, dolore addominale o urine scure. Nel caso in cui la funzionalità epatica risulti anormale, è necessario interrompere il trattamento. In pazienti con enzimi epatici elevati ed in soggetti affetti da una malattia epatica in fase attiva o nei quali la somministrazione di altri farmaci ha provocato tossicità epatica, il trattamento non dovrebbe essere istituito a meno che il beneficio atteso superi il rischio potenziale di un danno epatico. In questi casi è necessario monitorare gli enzimi epatici.
Malattie epatiche
Itraconazolo è metabolizzato essenzialmente a livello epatico. L'emivita terminale dell'itraconazolo nei pazienti cirrotici è parzialmente prolungata. Nei pazienti cirrotici è stata osservata una riduzione della biodisponibilità orale di Itraconazolo impiegato come Triasporin capsule. È probabile che ciò si verifichi anche con Triasporin soluzione orale. Può quindi rendersi necessaria una correzione della dose.
Malattie renali
In alcuni pazienti con insufficienza renale è stata osservata una riduzione della biodisponibilità orale dell'Itraconazolo impiegato come - Triasporin capsule . È probabile quindi che ciò si verifichi anche con - Triasporin soluzione orale. Può quindi rendersi necessaria una correzione della dose.
- Profilassi dei pazienti neutropenici: negli studi clinici l'evento avverso più frequentemente riportato è stato la diarrea. Questo disturbo può causare una riduzione dell'assorbimento nel tratto gastrointestinale, nonché una alterazione della flora batterica che potrebbe favorire le infezioni micotiche. In questi casi occorre valutare l'opportunità di interrompere il trattamento.
- L'eventuale insorgenza di una neuropatia, correlabile con l'assunzione del farmaco, deve indurre la sospensione del trattamento.
- Non sono disponibili informazioni inerenti l'ipersensibilità crociata tra itraconazolo ed altri agenti antimicotici con struttura azolica. Particolare cautela è richiesta in caso di prescrizione di Triasporin soluzione orale a pazienti con ipersensibilità ad altri azoli.
Farmaci che agiscono sul metabolismo dell'itraconazolo
Itraconazolo viene metabolizzato prevalentemente attraverso il citocromo CYP3A4.
Sono stati effettuati studi in interazione con rifampicina, rifabutina e fenitoina, che sono potenti induttori enzimatici del CYP3A4.
Poiché la biodisponibilità dell'itraconazolo e dell'idrossi-itraconazolo in questi studi risulta ridotta al punto che l'efficacia potrebbe risultare compromessa, l'associazione con questi induttori di enzimi è sconsigliata.
Non sono disponibili studi di interazione con altri induttori di enzimi come carbamazepina, fenobarbitale e isoniazide, ma ci si possono aspettare effetti simili.
Potenti inibitori di questo enzima come ritonavir, indinavir e claritromicina potrebbero far aumentare i livelli plasmatici di itraconazolo.
Effetti dell'itraconazolo sul metabolismo di altri farmaci
Itraconazolo può inibire il metabolismo dei farmaci metabolizzati dalla famiglia enzimatica 3A del citocromo P450. In tale caso si può verificare un aumento e/o un prolungamento dei loro effetti, inclusi quelli indesiderati.
Itraconazolo, somministrato a dosaggi elevati a ratte gravide (40 mg/kg/die e oltre) e a femmine di topo gravide (80 mg/kg/die e oltre), ha determinato una maggiore incidenza di anomalie fetali e ha causato eventi avversi sugli embrioni.
Non sono disponibili studi relativi all'uso di Triasporin soluzione orale in donne gravide. Pertanto, Triasporin soluzione orale dovrebbe essere somministrato soltanto in quei casi dove, essendoci pericolo per la vita della madre, si ritenga che il beneficio atteso superi il rischio per il feto.
Solo una piccolissima quantità di Itraconazolo viene escreto nel latte materno. Nel somministrare Triasporin soluzione orale ad una donna in allattamento è necessario valutare il rischio potenziale in funzione del beneficio atteso. In caso di dubbio, la paziente non dovrebbe allattare.
Non sono stati osservati effetti negativi.
Effetti indesiderati osservati in relazione all'impiego di Triasporin soluzione orale:
Gli effetti più frequentemente riportati sono stati di origine gastrointestinale, quali diarrea, nausea, dolore addominale, e vomito. Effetti riportati meno frequentemente includono cefalea, aumenti reversibili degli enzimi epatici, capogiro e reazioni allergiche (quali prurito, rash, orticaria e angio-edema).
Effetti indesiderati osservati in relazione all'impiego di Triasporin capsule 100 mg:
Gli effetti indesiderati più frequentemente riportati sono stati di origine gastrointestinale, quali dispepsia, nausea, dolore addominale e costipazione.
Meno frequentemente sono stati riportati casi di cefalea, aumenti reversibili degli enzimi epatici, disturbi mestruali, capogiro e reazioni allergiche (come prurito, rash, orticaria e angio-edema). Sono stati inoltre riportati casi isolati di neuropatia periferica e di sindrome di Stevens-Johnson.
Soprattutto nei pazienti trattati a lungo termine in terapia continua (un mese circa), sono stati osservati casi di ipokalemia, edema, epatite e perdita di capelli.
Nel caso di sovradosaggio accidentale devono essere adottate misure di supporto. Entro la prima ora dall'ingestione si può eseguire una lavanda gastrica. Se ritenuto opportuno si può somministrare carbone attivo. Itraconazolo non viene rimosso dall'emodialisi. Non si dispone di un antidoto specifico.
Classificazione farmacoterapeutica: J02AC02 (Antimicotici per uso sistemico, derivati triazolici).
Studi in vitro hannno dimostrato che Itraconazolo, derivato triazolico, inibisce lo sviluppo di un ampio spettro di funghi patogeni per l'uomo, a concentrazioni solitamente comprese tra
£ 0.025 e 0.8 mg/ml.
Fra questi sono compresi: Candida albicans, molte Candida non albicans spp., Aspergillus spp., Trichosporon spp., Geotrichum spp., Cryptococcus neoformans, dermatofiti e funghi dematiacei quali Fonsecaea spp., Histoplasma spp., Pseudallescheria boydii e Penicullium marneffei.
Candida glabrata e Candida tropicalis sono risultate le specie di Candida generalmente meno sensibili ed hanno talvolta dimostrato una inequivocabile resistenza in vitro all'itraconazolo.
I principali tipi di fungo che non sono inibiti dall'itraconazolo sono :
Zygomycetes (quali Rhizopus spp., Rhizomucor spp., Mucor spp. e Absidia spp), Fusarium spp., Scedosporium spp. e Scopulariopsis spp.
Studi in vitro hanno dimostrato che l'itraconazolo inibisce la sintesi di ergosterolo nella parete cellulare fungina. Poiché l'ergosterolo è un componente vitale di queste cellule, l'inibizione della sua sintesi risulta in un effetto antimicotico.
Dopo interruzione del trattamento, i livelli plasmatici di itraconazolo diminuiscono gradualmente, a seconda della dose e della durata del trattamento (ved. Paragrafo 5.2 05.2 Proprietà farmacocinetiche). Questo deve essere considerato nel valutare l'effetto di itraconazolo su farmaci in co-somministrazione.
Esempi sono:
Farmaci che non dovrebbero essere usati durante il trattamento con itraconazolo :
Terfenadina, astemizolo, cisapride, chinidina, pimozide inibitori della HMG-CoA reduttasi metabolizzati dal citocromo P 450 - CYP3A4 come simvastatina e lovastatina, e atorvastatina , midazolam e triazolam per via orale. Farmaci dei quali si dovrebbero monitorare i livelli plasmatici, gli effetti e gli effetti indesiderati:
Il loro dosaggio, dovrebbe essere ridotto, se necessario, se somministrati concomitantemente a itraconazolo.
Anticoagulanti oraliInibitori della HIV- proteasi come ritonavir, indinavir, saquinavir;Alcuni agenti antineoplastici come alcaloidi della vinca, busulfan docetaxel, trimetressato;Calcio antagonisti metabolizzati dal citocromo P 450 - CYP3A4 come diidropiridine e verapamil;Alcuni agenti immunosoppressori: ciclosporina, tacrolimo, rapamicina; Altri: digossina, carbamazepina, buspirone, alfentanile, alprazolam, midazolam per via endovenosa, rifabutina
Non è stata osservata alcuna interazione tra Itraconazolo e AZT (zidovudina) e fluvastatina.
Itraconazolo non ha effetti inducenti sul metabolismo di etinilestradiolo e noretisterone.
Effetti sul legame con le proteine
Gli studi in vitro hanno dimostrato che non vi sono interazioni per il legame con le proteine plasmatiche tra Itraconazolo e imipramina, propranololo, diazepam, cimetidina, indometacina, tolbutamide e sulfametazina.
La biodisponibilità orale di itraconazolo è massima quando Triasporin soluzione orale viene assunto senza cibo. Durante il trattamento cronico, lo steady-state viene raggiunto dopo 1-2 settimane. I livelli plasmatici di picco vengono osservati da 2 ore (a stomaco vuoto da almeno 2 ore) a 5 ore (con cibo) dopo l'assunzione di una dose orale. Per somministrazioni ripetute di 200 mg/die in unica somministrazione a stomaco vuoto, le concentrazioni plasmatiche allo steady-state di itraconazolo oscillano tra 1 e 2 mg/ml (minimo a massimo).
Quando la soluzione orale viene assunta insieme con il cibo, le concentrazioni plasmatiche di itraconazolo allo steady-state sono inferiori del 25% circa.
Il farmaco si lega in larga misura (99,8%) alle proteine plasmatiche.
L'itraconazolo si distribuisce estesamente anche ai tessuti suscettibili all'infezione micotica. Concentrazioni da 2 a 3 volte più elevate delle corrispondenti concentrazioni plasmatiche sono state rilevate nei seguenti organi: polmoni, reni, fegato, ossa, stomaco, milza e muscoli.
Itraconazolo è largamente metabolizzato a livello epatico in un gran numero di metaboliti: l'idrossi-itraconazolo, in particolare, ha mostrato in vitro una attività antimicotica paragonabile a quella dell'itraconazolo. I livelli plasmatici di idrossi-itraconazolo sono circa il doppio di quelli dell'itraconazolo.
Dopo ripetuta somministrazione orale, l'eliminazione del farmaco dal plasma è bifasica con una emivita terminale pari a 1,5 giorni.
L'escrezione fecale del farmaco immodificato varia tra il 3 e il 18% della dose. L'escrezione renale del farmaco immodificato è minore dello 0.03% della dose. Circa il 35% della dose è escreto come metaboliti nelle urine entro una settimana.
Idrossipropil-b-ciclodestrina (HP-b-CD)
Studi di tossicità per somministrazione unica e ripetuta nei topi, ratti e cani indicano un ampio margine di sicurezza dopo somministrazione orale ed endovenosa di HP-b-CD. La maggior parte degli effetti osservati è il risultato della capacità di adattamento e mostra una buona reversibilità (modifiche istologiche del tratto urinario, ammorbidimento delle feci a seguito della ritenzione osmotica di acqua nell'intestino crasso, attivazione del sistema fagocitario mononucleare). Lievi modifiche epatiche si sono manifestate con dosi di 30 volte superiori alla dose proposta per l'uomo di HP-b-CD.
HP-b-CD non ha effetti sulla fertilità, non ha un effetto diretto embriotossico e teratogeno e non è mutageno.
Negli studi di carcinogenicità nel ratto, è stata osservata una aumentata incidenza di neoplasie a carico dell'intestino crasso (con dosi di 5000 mg/kg/die) e del pancreas esocrino (da 500 mg/kg/die).
Lo sviluppo di tumori pancreatici è da collegare all'azione mitogena della colecistochinina nei ratti. Tale effetto, infatti, non è stato osservato negli studi di carcinogenicità nei topi, né negli studi di tossicità a 12 mesi nel cane o in quelli di tossicità della durata di 2 anni nella scimmia cynomolgus femmina.
Non vi sono evidenze sperimentali a supporto di una azione mitogena nell'uomo della colecistochinina. Sulla base di un confronto delle superifici corporee, l'esposizione dell'uomo alla HP-b-CD contenuta nella dose clinica raccomandata di Triasporin soluzione orale, è approssimativamente equivalente a 1.7 volte l'esposizione alla dose più bassa negli studi effettuati sui ratti.
Idrossipropil-b-ciclodestrina, sorbitolo, glicol propilenico, acido cloridrico, aroma di ciliegia 1, aroma di ciliegia 2, caramello, saccarina sodica, idrossido di sodio, acqua purificata.
Nessuna conosciuta.
24 mesi come confezione per la vendita
1 mese dopo la prima apertura del flacone
Non conservare a temperatura superiore a 25 °C.
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
Flacone di vetro ambrato da 150 ml con tappo a vite a prova di bambino in polipropilene e con anello di chiusura in LDPE.
Triasporin soluzione orale viene fornita in flaconi con tappo a vite a prova di bambino da aprire premendo verso il basso il tappo a vite e ruotandolo contemporaneamente in senso antiorario
ITALFARMACO S.p.A.
Viale F. Testi, 330 Milano
Prodotto su licenza della:
Janssen Pharmaceutica-N.V. - Beerse (Belgio)
AIC n. 027814021
Febbraio 1998
Non compete.
Medicinale soggetto a prescrizione medica.
Maggio 2000
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