I principi attivi del Tridin sono dei sali organici di fluoro e calcio e precisamente L-glutamina monofluorofosfato, calcio gluconato e calcio citrato. Il fluoro stimola l'attività e la formazione degli osteoblasti ed è quindi in grado di aumentare la formazione del tessuto osseo prevalentemente nella porzione trabecolare. Esso favorisce inoltre la fissazione del calcio nel tessuto osseo e stimola il consolidamento della parte minerale dell'osso. I sali organici di calcio, presenti nel Tridin, sono di facile assorbimento e forniscono il substrato minerale per il tessuto osseo.
Il fluoro, somministrato sotto forma di L-glutamina monofluorofosfato, non viene liberato nello stomaco. Si evitano perciò i disturbi gastrici provocati da altri sali di fluoro che, in presenza di acido cloridrico, formano acido fluoridrico. A livello intestinale lo ione fluorofosfato viene assorbito e idrolizzato mediante processi enzimatici in fluoro ione e fosfato ione. Nel sangue periferico si trova perciò solo fluoro ione. L'assorbimento è pressoché completo.
Non esiste incompatibilità della L-glutamina monofluorofosfato con il calcio presente negli alimenti oppure dato in associazione, come avviene invece se si somministrano fluoruri inorganici che, in presenza di calcio, danno un precipitato insolubile di calcio fluoruro.
Il Tridin consente, pertanto, una buona utilizzazione del fluoro e del calcio in esso contenuti ed è un farmaco utile nel trattamento dell'osteoporosi.
Queste attività sono state ben documentate in studi farmacologici sugli animali.
Per somministrazioni singole
Si sono trovate le seguenti DL50 (mg/kg):
DL50 mg/kg dopo somministrazioni singole
Specie | Via | Associazione* | MFPG |
Topo Swiss m e f | orale | > 4000 | 3076 |
| s.c | > 4000 | |
Ratto S.D. m e f | orale | > 4000 | 2924 |
| s.c. | >4000 | |
* Associazione dei principi attivi del Tridin nello stesso rapporto in cui si trovano nella forma farmaceutica.
Per somministrazioni prolungate L'"associazione" ha fornito i seguenti risultati:
Per via orale, per 4 settimane, nel ratto SD.
Sono state somministrate dosi giornaliere di 0 (controlli), 227, 680, 2270 mg/kg della "associazione".
Alla dose di 227 mg/kg non si è verificato alcun fenomeno tossico.
Alla dose di 680 mg/kg sono stati osservati: aumento della creatininemia nelle femmine, proteinuria, incremento ponderale dei reni nelle femmine.
Alla dose di 2270 mg/kg sono stati osservati: marcato e significativo rallentamento della crescita, aumento dell'azotemia e della creatininemia, proteinuria, ematuria, incremento ponderale dei reni.
Buona è risultata la tollerabilità gastrica a tutte le dosi somministrate.
Per via orale, per 26 settimane, nel ratto SD
Sono state somministrate dosi giornaliere di 0 (controlli), 113, 340, 1135 mg/kg della "associazione".
Con 113 e 340 mg/kg non è stata osservata nessuna reazione tossica.
Alla dose di 1135 mg/kg sono stati osservati: rallentamento della crescita, aumento della azotemia e della creatininemia, proteinuria ed ematuria.
Buona la tollerabilità gastrica a tutte le dosi somministrate.
Per via orale, per 26 settimane, nel cane Beagle
Sono state somministrate dosi giornaliere di 0 (controlli), 113, 340, 1135 mg/kg della "associazione".
Alle dosi di 113 e 340 mg/kg non è stata osservata alcuna reazione tossica, eccettuate proteinuria ed ematuria nei cani trattati con la dose di 340 mg/kg.
Alla dose di 1135 mg/kg sono stati osservati: rallentamento della crescita, aumento della azotemia e della creatininemia, proteinuria ed ematuria, con alterazioni patologiche a carico dei reni.
Tossicità sulla funzione riproduttiva
Embriotossicità - Teratogenesi
Sono state somministrate alla coniglia New Zealand dal 6° al 18° giorno di gravidanza le seguenti dosi di "associazione": 0 (controlli), 227, 680, 2270 mg/kg.
Nessuna delle dosi somministrate è risultata teratogena.
Fertilità
Sono state somministrate a ratti SD m e f dosi orali di 0 (controlli), 227, 680, 2270 mg/kg dell'"associazione", rispettivamente per 60 e 15 giorni prima dell'accoppiamento.
A metà delle femmine gravide il trattamento è stato prolungato fino al 20° giorno di gestazione, e alla rimanente metà fino al termine della lattazione.
Generazione F0
Il trattamento non ha influenzato la fertilità in nessun gruppo sperimentale. È stato osservato un lieve effetto embriotossico e fetotossico con la dose più alta, da correlarsi presumibilmente alla tossicità del prodotto sulle madri. In nessun caso furono evidenziate azioni teratogene.
Generazione F1
Non si sono osservate differenze significative tra la fertilità degli animali nati da ratti trattati e quella degli animali di controllo. Anche nei feti di questa generazione non sono state evidenziate malformazioni somatiche e/o scheletriche, che possano far supporre un effetto tardivo del prodotto sulla discendenza.
Mutagenesi
L'associazione dei principi attivi del prodotto Tridin è risultata priva di attività mutagena.