La risposta leucopenica può variare di intensità in seguito a terapia con Velbe. Per questa ragione si raccomanda che il farmaco sia somministrato con una frequenza non superiore a una volta ogni sette giorni.
Si ritiene prudente iniziare la terapia negli adulti con la somministrazione di una singola dose intravenosa di 3,7 mg/m2 di superficie corporea; la dose iniziale per bambini deve corrispondere a 2,5 mg/m2 di superficie corporea. Dopo di che si deve eseguire una conta leucocitaria per determinare la sensibilità del paziente al Velbe. Si consiglia una riduzione del 50% della dose di Velbe in pazienti che presentano un valore di bilirubinemia diretta superiore a 3 mg/100 ml.
Dato che il metabolismo e l'escrezione avvengono prevalentemente per via epatica, non si consigliano modificazioni della dose nei pazienti con funzione renale compromessa.
Un modo semplice per incrementare la dose a intervalli settimanali può corrispondere al seguente schema:
| Adulti | Bambini |
| mg/m2
di superficie corporea | mg/m2
di superficie corporea |
Prima dose | 3,7 | 2,5 |
Seconda dose | 5,5 | 3,75 |
Terza dose | 7,4 | 5,0 |
Quarta dose | 9,25 | 6,25 |
Quinta dose | 11,1 | 7,5 |
Gli incrementi sopra riportati si possono utilizzare fino a raggiungere la dose massima (non superiore a 18,5 mg/m2 di superficie corporea negli adulti e 12,5 mg/m2 di superficie corporea nei bambini). Il dosaggio non deve essere aumentato oltre quella dose che abbia ridotto la conta leucocitaria a circa 3000 cellule/mm3 . In alcuni adulti 3,7 mg/m2 possono indurre tale livello di leucopenia, mentre altri adulti possono richiedere più di 11,1 mg/m2 e, in casi rarissimi, anche 18,5 mg/m2 di superficie corporea.
Tuttavia, per la maggior parte dei pazienti adulti, il dosaggio settimanale è compreso tra 5,5 e 7,4 mg/m2 di superficie corporea.
Stabilita la dose di Velbe capace di indurre il suddetto grado di leucopenia, si deve somministrare una dose di mantenimento di un incremento inferiore a questa. In tal modo il paziente riceverà la dose massima che non induce leucopenia.Si deve sottolineare il fatto che, anche se sono trascorsi 7 giorni, la dose successiva di Velbe non deve essere somministrata fino a quando la conta leucocitaria non sia ritornata ad almeno 4000 G.B./mm 3.
In alcuni casi l'attività oncolitica può manifestarsi prima dell'effetto leucopenico. Quando ciò avviene non c'è bisogno di aumentare il volume della dose successiva. La durata della terapia di mantenimento varia a seconda della malattia in trattamento e della combinazione con altri agenti antineoplastici in uso.
Somministrazione
Per preparare una soluzione contenente 1 mg/ml di Velbe, si aggiungono i 10 ml della soluzione diluente acclusa (soluzione al cloruro di sodio 0,9% con alcool benzilico come conservante) ai 10 mg di Velbe contenuti nella fiala sterile. Non sono raccomandati altri liquidi diluenti. Il farmaco si scioglie immediatamente, dando una soluzione limpida.
Dopo aver preparato la soluzione ed aver aspirato la parte prestabilita, il resto del contenuto può essere conservato a temperatura tra +2 °C e +8 °C per altri ventotto giorni senza che si verifichi una perdita significativa di potenza.
La dose di Velbe può essere iniettata nel tubo di un'infusione endovenosa continua oppure direttamente in vena. Quest'ultimo metodo si adatta meglio alla terapia ambulatoriale. È di estrema importanza che l'ago sia correttamente posizionato nella vena, prima di iniettare il prodotto.
Si inietta la dose in circa un minuto prendendo tutte le precauzioni perché l'ago sia ben situato in vena e perché non avvengano degli stravasi della soluzione del Velbe che possono produrre irritazioni del tessuto sottocutaneo e flebiti.
Per ridurre ulteriormente al minimo la possibilità dello stravaso, si suggerisce di lavare ripetutamente la siringa con sangue venoso prima di ritirare l'ago.
Si sconsiglia l'iniezione del Velbe in un'estremità il cui circolo sia già alterato o potenzialmente già danneggiato da compressioni od invasioni neoplastiche, da flebite o da varicosità al fine di evitare tromboflebiti.
Attenzione: lo stravaso accidentale della soluzione di Velbe può causare irritazione grave. Bisogna subito interrompere l'iniezione e la rimanente quantità della soluzione deve essere iniettata in altra vena. La dispersione del farmaco stravasato viene facilitata dalla applicazione di impacchi caldi o di jaluronidasi. Queste misure servono a ridurre le manifestazioni dolorose e la possibilità delle manifestazioni locali.
La leucopenia (granulocitopenia) può raggiungere livelli pericolosamente bassi in seguito a somministrazione delle dosi più alte raccomandate. Perciò è importante seguire la tecnica di dosaggio consigliata alla voce
.
La stomatite e la tossicità neurologica non sono frequenti né permanenti, ma possono essere inabilitanti.
Informazioni per i pazienti.Il paziente deve essere avvertito di riferire immediatamente l'insorgenza di mal di gola, febbre, brividi, disturbi del cavo orale. Si deve avvertire di evitare la stitichezza e il paziente deve essere consapevole che potrebbe manifestarsi alopecia e che dolori mascellari e dolore agli organi contenenti tessuto tumorale, potrebbero verificarsi. Questi ultimi si ritengono causati da rigonfiamenti del tessuto tumorale durante la risposta al trattamento. Si avrà la ricrescita dei capelli fino al ritorno a condizioni anteriori al trattamento anche continuando la terapia con Velbe.
Possono apparire nausea e vomito, anche se non frequentemente. Qualsiasi altro evento clinicamente importante deve essere riferito al Medico.
Esami di laboratorio.Dato che la tossicità clinica dose-limitante è il risultato della depressione della conta leucocitaria, è indispensabile che questo parametro sia rilevato proprio prima della dose prevista di Velbe. In seguito alla somministrazione di Velbe può verificarsi una caduta del numero di globuli bianchi. Il nadir di questa caduta si osserva da 5 a 10 giorni dopo la dose. Il ritorno ai livelli pre-trattamento si osserva di solito da 7 a 14 giorni dopo la terapia. Questi effetti saranno accentuati se è preesistente una lesione midollare, oppure usando le dosi più alte raccomandate (vedi "Posologia e modo di somministrazione"). Non risulta che la presenza di questo farmaco o dei suoi metaboliti nel sangue o nei tessuti dell'organismo interferisca con gli esami clinici di laboratorio.
Uso pediatrico.La posologia da praticare nei bambini è indicata sotto la voce "Posologia e modo di somministrazione".
Si raccomanda di seguire con cura le istruzioni per il dosaggio.
Questo prodotto è destinato al solo uso endovenoso e deve essere somministrato da persone esperte nella modalità di somministrazione del Velbe.
La somministrazione intratecale di solfato di vinblastina è fatale.
Il seguente trattamento ha efficacemente arrestato una paralisi progressiva in un paziente al quale era stata somministrata erroneamente per via intratecale la vincristina solfato. Tale trattamento è raccomandato anche in caso di somministrazione erronea intratecale di Velbe e dovrebbe essere iniziato subito dopo l'iniezione intratecale.
1.Rimozione della maggiore quantità possibile di liquido spinale attraverso l'accesso lombare.
2. Posizionamento di un catetere in un ventricolo cerebrale laterale per lavare lo spazio subaracnoideo in senso cranio-spinale prima con soluzione Ringer lattato alla velocità di 150 ml/h, poi con plasma fresco congelato, quanto prima possibile.
Infondere 25 ml di plasma fresco congelato diluito in 1 litro di soluzione Ringer lattato alla velocità di 75 ml/h. La velocità di infusione dovrebbe essere aggiustata in modo da mantenere una concentrazione proteica nel liquido spinale pari a 150 mg/dl. La rimozione delle soluzioni di lavaggio viene effettuata attraverso l'accesso lombare.
3.Somministrare 10 g di acido glutammico endovena nell'arco delle 24 ore e, successivamente, 500 mg tre volte al giorno per via orale per 1 mese, o fino a stabilizzazione del quadro neurologico.
Il ruolo dell'acido glutammico in questo trattamento non è certo e può non essere essenziale. L'uso di questo trattamento non è stato riportato a seguito dell'iniezione intratecale di vinblastina solfato.
Per la presenza di alcool benzilico, il solvente accluso non può essere usato per la somministrazione a bambini al di sotto dei due anni. In tal caso il prodotto può essere disciolto in soluzione fisiologica o acqua per iniezioni nelle identiche quantità.
Le soluzioni preparate in questo modo devono essere conservate in frigorifero ed essere usate entro 24 ore dalla loro preparazione.
Generalità. La tossicità può aumentare in presenza di insufficienza epatica. Se si verifica leucopenia con meno di 2.000 globuli bianchi per mm3 in seguito ad una dose di Velbe, il paziente deve essere sorvegliato con particolare attenzione per possibili manifestazioni infettive, fino a quando la conta leucocitaria non sia ritornata ad un livello di sicurezza.
In presenza di cachessia o aree di ulcerazione della superficie cutanea, ci si può trovare di fronte a una più intensa risposta leucopenica al farmaco; pertanto, il suo uso deve essere evitato nelle persone anziane sofferenti di una delle due suddette manifestazioni.
Nei pazienti con infiltrazione delle cellule maligne nel midollo osseo si è talvolta osservata una precipitosa caduta della conta leucocitaria e della conta piastrinica dopo moderate dosi di Velbe. Si sconsiglia l'ulteriore uso del farmaco in questi pazienti.
Dopo somministrazione di alcaloidi della vinca sono stati riportati casi di dispnea acuta e grave broncospasmo. Tali reazioni sono state riscontrate più frequentemente quando l'alcaloide della vinca è stato usato in combinazione con mitomicina-C. Queste reazioni possono verificarsi da pochi minuti ad alcune ore dopo la somministrazione di Velbe e fino a 2 settimane dopo quella della mitomicina-C. Può anche verificarsi dispnea progressiva richiedente terapia cronica. In tali casi Velbe non dovrebbe essere risomministrato.
Non si consiglia l'uso di piccole quantità giornaliere di Velbe per lunghi periodi, anche se il risultante dosaggio settimanale totale può essere simile a quello raccomandato. Con questa posologia gli effetti terapeutici si sono dimostrati di poco o niente affatto accresciuti. È molto importante la rigorosa osservanza delle raccomandazioni di dosaggio. Quando si sono somministrate quantità corrispondenti a parecchie volte il dosaggio settimanale, in 7 quote giornaliere per lunghi periodi, si è osservata la comparsa di convulsioni, lesioni gravi e permanenti a carico del sistema nervoso centrale e perfino morte.
Si dovrà fare attenzione ad evitare contaminazione dell'occhio con le concentrazioni di Velbe usate clinicamente. In caso di contaminazione accidentale, può risultarne irritazione grave (oppure, se il farmaco è stato erogato sotto pressione, anche ulcerazione della cornea). L'occhio dovrà essere immediatamente e accuratamente lavato con acqua.
Non è necessario usare solventi contenenti conservanti se le porzioni inutilizzate delle restanti soluzioni vengono immediatamente scartate. Le soluzioni inutilizzate contenenti conservanti devono essere riposte in frigorifero per futura utilizzazione. Nell'uomo sono stati riferiti casi di aspermia. Gli studi sugli animali dimostrano l'arresto in metafase e modificazioni degenerative nelle cellule germinali.