Insufficienza coronarica acuta e cronica. Trattamento dei
postumi dell’infarto miocardico. Aritmie ipercinetiche
sopraventricolari come tachicardia parossistica
sopraventricolare, fibrillazione e flutter atriali a risposta
ventricolare rapida, extrasistolie. Ipertensione arteriosa.
Adulti : 1 - 2 compresse, 3 volte al giorno.
Ragazzi : 1 - 3� compresse, 2- 3 volte al giorno.
Adulti :Verapamil-ratiopharm 80 mg
compresse rivestite viene somministrato alla dose di 1 compressa,
3 volte al giorno preferibilmente durante i pasti.
Nelle tachiaritmie recidivanti, per mantenere una frequenza
ventricolare normale, Verapamil-ratiopharm
80 mg compresse rivestite può essere somministrato anche
ad intervalli più brevi (1 compressa ogni 3-4 ore).
Nella prima infanzia: si consiglia l’uso di�
posologie� adeguate secondo prescrizione medica
Il verapamil non deve essere impiegato in caso di shock
cardiogeno, infarto miocardico recente complicato da bradicardia,
marcata ipotensione, insufficienza contrattile del ventricolo
sinistro. Gravi disturbi di conduzione dell’eccitazione
come blocco AV di II e III grado, blocco senoatriale e sindrome
del nodo del seno. Insufficienza cardiaca scompensata.
Spiccata bradicardia (< 50 battiti/min). Ipotensione
(pressione sistolica < 90 mm di Hg).
La terapia con Verapamil è inoltre controindicata in
associazione con inibitori delle MAO e beta-bloccanti.
Il verapamil deve essere evitato in pazienti con grave
disfunzione ventricolare sinistra (per esempio: frazione di
eiezione inferiore al 30% o sintomi gravi di insufficienza
cardiaca). I pazienti con disfunzione ventricolare più
lieve , se possibile , devono essere controllati con dosi
ottimali di digitale e/o diuretici prima del trattamento con
verapamil.
Talvolta l’azione farmacologica di verapamil può
produrre una diminuzione della pressione arteriosa al di sotto
dei livelli normali, il che può provocare stordimento od
ipotensione sintomatica.
In pazienti ipertesi è insolita una diminuzione della
pressione arteriosa al di sotto della norma.
Alcuni casi di danno epatocellulare sono stati correlati al
verapamil mediante la tecnica del “rechallenge”;
metà di questi casi presentavano sintomi clinici
(malessere, febbre e/o dolore al quadrante superiore destro)
oltre ad aumento della SGOT, della SGPT e della fosfatasi
alcalina. E’ quindi consigliabile un monitoraggio periodico
della funzionalità epatica in pazienti trattati con
verapamil.�
Uso in pazienti con alterata funzione epatica: dato
che il verapamil viene notevolmente metabolizzato dal fegato,
esso deve essere somministrato con cautela a pazienti con
alterata funzione epatica. Una grave disfunzione epatica prolunga
l’emivita di eliminazione del verapamil a circa 14-16 ore;
quindi a questi pazienti si deve somministrare circa il 30% della
dose usuale impiegata nei pazienti con normale
funzionalità epatica. Bisogna adottare un accurato
monitoraggio per riconoscere un anormale prolungamento
dell’intervallo PR od altri segni di effetti farmacologici
eccessivi.
Uso in pazienti con alterata funzione renale: circa il
70% di una dose somministrata di verapamil viene escreto sotto
forma di metaboliti nell’urina. Fino a quando non saranno
disponibili ulteriori dati, il verapamil deve essere
somministrato con cautela a pazienti con alterata funzione
renale. Questi pazienti devono essere seguiti accuratamente per
accertare un eventuale prolungamento dell’intervallo PR od
altri segni di sovradosaggio.
�
Digitale: l’impiego clinico del verapamil in
pazienti digitalizzati ha dimostrato che l’associazione
è ben tollerata se le dosi di digossina sono adeguatamente
regolate. Il trattamento cronico con verapamil può
aumentare i livelli di digossina nel siero del 50-75% durante la
prima settimana di terapia, il che può provocare una
tossicità digitalica. Le dosi di mantenimento di digitale
devono essere ridotte quando si somministra verapamil e bisogna
controllare accuratamente il paziente per evitare una iper od
ipodigitalizzazione.
Ogni volta che si sospetta una iperdigitalizzazione bisogna
ridurre o sospendere temporaneamente la dose di digossina.
Dopo la sospensione del verapamil il paziente deve essere
riesaminato, per evitare una ipodigitalizzazione.
Farmaci anti-ipertensivi: il verapamil
somministrato contemporaneamente ad altri farmaci
anti-ipertensivi orali (per esempio: vasodilatatori, inibitori
dell’enzima di conversione dell’angiotensina I,
diuretici, beta-bloccanti) di solito ha un effetto additivo
sull’abbassamento della pressione arteriosa. In uno studio
la contemporanea somministrazione di verapamil e prazosina ha
determinato un’eccessiva caduta della pressione.
Disopiramide: fino a quando non saranno stati
ottenuti dati sulle possibili interazioni fra verapamil e
disopiramide, la disopiramide non deve essere somministrata nelle
48 ore precedenti o 24 ore seguenti la somministrazione di
verapamil.
Nitrati: il verapamil è stato
somministrato in concomitanza con nitrati ad azione di breve e
lunga durata, senza alcuna interazione farmacologica
indesiderabile. Il profilo farmacologico di entrambi i farmaci e
l’esperienza clinica indicano che le interazioni sono
positive.
Cimetidina: due sperimentazioni cliniche hanno
dimostrato assenza di una significativa interazione con
cimetidina. Un terzo studio ha dimostrato che la cimetidina
riduceva la clearance del verapamil ed aumentava l’emivita
di eliminazione.
Litio: la terapia orale con verapamil può
provocare un abbassamento dei livelli serici di litio in pazienti
che ricevono una terapia orale, stabile, cronica, con litio. Si
può rendere necessaria una regolazione della dose di
litio.
Carbamazepina: la terapia con verapamil
può aumentare le concentrazioni di carbamazepina durante
la terapia di associazione.
Rifampicina: la terapia con rifampicina può
ridurre notevolmente la biodisponibilità del
verapamil.
Anestetici: i dati clinici e le sperimentazioni
sull’animale indicano che il verapamil può
potenziare l’attività di bloccanti neuromuscolari e
di anestetici da inalazione.
�
Non sono state effettuate sperimentazioni adeguate e ben
controllate in donne gravide; poiché gli studi sulla
riproduzione nell’animale non sono sempre in grado di far
prevedere la risposta nell’uomo, il farmaco deve essere
usato durante la gravidanza solo se è strettamente
necessario.
Il verapamil viene secreto nel latte umano. A causa della
possibilità di effetti indesiderati dovuti al verapamil
nei lattanti, bisogna sospendere l’allattamento durante la
somministrazione di verapamil.
�
Non sono mai stati segnalati effetti sulla capacità di
guidare e sull’uso di macchinari.
�
Effetti indesiderati gravi sono insoliti se la terapia con
verapamil viene iniziata aumentando progressivamente la dose fino
alla massima dose consigliata.
Le seguenti reazioni al verapamil, somministrato per via
orale, si sono verificate in misura superiore all’1%,
oppure in percentuali inferiori ma chiaramente in relazione con
il farmaco, nelle sperimentazioni cliniche:
Stitichezza���������������� 8,4%�������������� Scompenso
cardiaco/Edema polmonare���� 1,8%
Vertigini���������������������� 3,5%��������������
Astenia����������������������������������������������������������
1,7%
Nausea���������������������� 2,7%�������������� Bradicardia
(FC < 50 battiti/min)������������������ 1,4%
Ipotensione���� ����������� 2,5%�������������� Blocco AV:
totale del I-II-III grado������������������ 1,3%
Edema���������������������������2,1%��������������
Solo blocco di III grado���������������������������������
0,8%
Cefalea���������������������� 1,9%�������������� Vampe di
calore������������������������������������������� 0,1%
�
In sperimentazioni cliniche relative al controllo della
risposta ventricolare in pazienti digitalizzati che avevano
fibrillazione o flutter atriali, una frequenza ventricolare
inferiore a 50 battiti/min. a riposo si è verificata nel
15% dei pazienti ed ipotensione asintomatica nel 5% dei
pazienti.
I seguenti effetti indesiderati, riferiti nell’1% o meno
dei pazienti, si sono verificati in condizioni (sperimentazioni
aperte, esperienze post-marketing) in cui un rapporto di
causa/effetto è incerto; essi vengono riferiti per
avvisare il medico in merito ad un possibile rapporto:
-��� Cardiovascolari: angina pectoris, dolore toracico,
claudicatio, infarto miocardico, palpitazioni, porpora
(vasculite), sincope.
- �� Sistema digerente: diarrea, secchezza delle fauci,
disturbi gastrointestinali, iperplasia gengivale.
-��� Ematici e linfatici: ecchimosi od abrasioni
-��� Sistema nervoso: accidenti cerebrovascolari, confusione,
disturbi dell’equilibrio, insonnia, crampi muscolari,
parestesie, sintomi psicotici, tremore, sonnolenza
- �� Respiratori: dispnea
- �� Cutanei: artralgia ed eruzioni cutanee, esantemi, perdita
dei capelli, ipercheratosi,�chiazze, sudorazioni, orticaria
- �� Organi di senso: offuscamento della visione
Urogenitali:ginecomastia, impotenza, aumentata
frequenza della minzione, perdite�intermestruali.
Trattamento di effetti indesiderati cardiovascolari
acuti
La frequenza di effetti indesiderati cardiovascolari che
richiedano una terapia è rara; quindi l’esperienza
con il loro trattamento è limitata. Ogni volta che si
verificano una ipotensione grave od un blocco AV completo dopo
somministrazione orale di verapamil, bisogna applicare
immediatamente le misure d’urgenza appropriate, per esempio
somministrazione endovenosa di isoproterenolo, norepinefrina,
atropina (tutte alle dosi abituali) o gluconato di calcio
(soluzione al 10%). Se è necessario un ulteriore sostegno,
si possono somministrare farmaci inotropi negativi (dopamina o
dobutamina). Il trattamento e la dose devono dipendere dalla
gravità e dalla situazione clinica nonché dal
giudizio e dall’esperienza del medico curante.
�
Il trattamento del sovradosaggio deve essere di sostegno. La
stimolazione beta-adrenergica o la somministrazione parenterale
di soluzioni di calcio può aumentare il flusso di ioni
calcio attraverso i canali lenti e questi metodi sono stati usati
con successo nel trattamento di un sovradosaggio volontario con
verapamil.
Reazioni ipotensive clinicamente significative o blocco AV di
grado elevato devono essere trattati rispettivamente con
vasopressori o “pacing” cardiaco. L’asistolia
deve essere trattata con le misure consuete, fra cui la
rianimazione cardiopolmonare.
�
Il verapamil è un inibitore dei flussi transmembrana
dello ione calcio, equiattivo sul muscolo liscio vasale e sulla
fibrocellula miocardica nel ridurre il tono e la
contrattilità; è inoltre dotato di proprietà
antiaritmiche. Il� verapamil esercita la sua azione antianginosa:
1.� Attraverso la diminuzione del fabbisogno miocardico di
ossigeno secondario, all’inibizione del flusso di
calcio attraverso la membrana con conseguente riduzione del
metabolismo energetico cardiaco ed alla riduzione delle
resistenze periferiche con conseguente riduzione del lavoro
pressorio cardiaco.
Mediante l’incremento del flusso coronarico conseguente
alla dilatazione dei vasi coronarici ed alla potente
azione preventiva nei confronti del coronarospasmo.
L’azione antiipertensiva del verapamil è dovuta
alla diminuzione delle resistenze periferiche non accompagnata da
un aumento riflesso della frequenza cardiaca, del volume/minuto
del cuore e da ritenzione idrosalina.
Il verapamil esercita la sua azione antiaritmica sulle fibre
lente “fisiologiche” quali quelle del nodo
atrioventricolare delle quali riduce la velocità di
conduzione ed aumenta i periodi refrattari, e sulle fibre lente
“patologiche”, vale a dire su quelle normalmente
rapide, sodiodipendenti (miocardio di lavoro, sistema di
His-Purkinije) che, in situazioni particolari (come
l’ischemia), divengono appunto lente, calciodipendenti e
possono dare origine ad aritmie ipercinetiche focali o da
rientro. Durante la terapia con verapamil, la capacità di
regolazione simpatica del cuore rimane inalterata e non si
osservano pertanto diminuzioni della gittata sistolica oppure del
volume/minuto del cuore in pazienti in compenso
cardiocircolatorio.
�
L’assorbimento è del 92%. Il legame alle proteine
plasmatiche del 90%; la biodisponibilità assoluta del 20%.
L’emivita del verapamil è di 3,5 ore.
Il verapamil e i suoi metaboliti sono eliminati per via renale
dopo un intenso metabolismo di primo passaggio epatico. Il 3-4%
del farmaco è stato trovato immodificato nelle urine dopo
48 ore. Alcuni dei principali metaboliti conservano una
significativa efficacia clinica sul tessuto muscolare liscio o
miocardico.
�
Tossicità acuta
Le prove tossicologiche hanno evidenziato che nei più
comuni animali di laboratorio (ratto, Mus musculus) il verapamil
è ben tollerato (DL50 ratto p.o. 229,60 mg/kg;
Mus musculus p.o. 229,60 mg/Kg, senza sostanziali differenze trai
i due sessi).
Tossicità subacuta e cronica
Il verapamil somministrato quotidianamente per via orale, nel
ratto e nel cane, per 180 giorni consecutivi, non ha determinato
alcun caso di morte, né segni di tossicità locale o
sistemica. Il verapamil non determina effetti nocivi sugli
animali gravidi, né influenza negativamente la gestazione,
lo sviluppo embrio-fetale e il ciclo riproduttivo.
�
Cellulosa microcristallina, amido di mais pregelatinizzato,
amido di mais, carbossimetilcellulosa sodica, talco, silice
colloidale, magnesio stearato, idrossipropilmetilcellulosa,
glicerolo.
�
Non sono noti casi di incompatibilità chimico-fisica
con altre sostanze.
�
5 anni
�
Non sono previste speciali precauzioni� per la
conservazione
�
Astuccio contenente 3 blisters (Alluminio/PVC termosaldato) di
10 compresse rivestite con film da 40 mg
Astuccio contenente 3 blisters (Alluminio/PVC termosaldato) di
10 compresse rivestite con film da 80 mg
�
Nessuna
�
ratiopharm GmbH, Graf-Arco Strasse 3, D-89079 Ulm
(Germania)
Rappresentante per l’Italia: ratiopharm Italia
S.r.l. – Viale Monza, 270 – 20128 Milano
�
30 compresse rivestite con film da 40 mg -�� A.I.C. n°
034124026/G
30 compresse rivestite con film da 80 mg -�� A.I.C. n°
034124014/G
�
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�
27 Marzo 2000
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Decreto n° 383 del 27.03.2000 – G.U. n° 104 del
06.05.2000
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