- [Vedi Indice]Videx è indicato in combinazione con altri farmaci per il trattamento antivirale di pazienti infetti dal virus HIV.
Uso orale
Alterata funzionalità renale: nei soggetti con alterata funzionalità renale in modo così grave da richiedere la dialisi, l'emivita della didanosina dopo somministrazione orale aumenta fino a 4,1 ore rispetto ad una media di 1,4 ore dei pazienti con normale funzionalità renale. Dopo somministrazione orale, la didanosina non è dosabile nel fluido di dialisi peritoneale; nell'emodializzato si riscontra una dose variabile dallo 0,6% al 7,4% durante il periodo di 3-4 ore in cui si effettua la dialisi. Pazienti con una clearance della creatinina <60 ml/min possono essere a maggior rischio di tossicità da didanosina a causa della diminuita clearance del farmaco. Pertanto in questi pazienti si raccomanda una riduzione del dosaggio (vedi `
').
Alterata funzionalità epatica: nei pazienti emofiliaci con alterazioni croniche e persistenti degli enzimi epatici che possano essere indicativi di disfunzione epatica, non è stato messo in evidenza alcun cambiamento della farmacocinetica della didanosina; ugualmente nessun cambiamento si è riscontrato nei pazienti emofiliaci con nessuna o lieve alterazione della funzione epatica; e, dopo somministrazione di una singola dose e.v. od orale, nessun cambiamento è stato riscontrato nei pazienti non emofiliaci con normali livelli enzimatici. Comunque il metabolismo della didanosina potrebbe essere alterato in pazienti con più severe o differenti forme di disfunzione epatica: pertanto deve essere preso in considerazione un aggiustamento posologico (vedi `
').
I pazienti in terapia con didanosina o con altri farmaci antiretrovirali possono continuare a sviluppare infezioni opportunistiche ed altre complicanze da infezione HIV o relative alla terapia. Per questa ragione devono rimanere sotto stretta sorveglianza di medici con esperienza nel trattamento di malattie associate all'infezione da HIV.
Precauzioni per l'uso
Pazienti in dieta iposodica: ciascuna capsula gastroresistente contiene 0,85 mg di sodio.
Ipersensibilità alla didanosina o a ciascuno degli eccipienti. Bambini al di sotto dei 6 anni (rischio di aspirazione accidentale).
* Le capsule gastroresistenti di Videx non possono essere impiegate in questi casi. Si deve usare una forma farmaceutica alternativa in questi casi. Le capsule gastroresistenti devono essere preferibilmente somministrate dopo la dialisi (vedi `04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso'). Non è necessario somministrare una dose supplementare in seguito a dialisi.
Alterata funzionalità epatica: non sono disponibili dati sufficienti per raccomandare uno specifico aggiustamento posologico nei pazienti con alterata funzionalità epatica, tuttavia una riduzione del dosaggio deve essere considerata (vedi `04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso').
Modo di somministrazione: per ottimizzare l'assorbimento, le capsule gastroresistenti devono essere assunte con almeno 100 ml di acqua. Non aprire le capsule gastroresistenti per facilitare la somministrazione dato che la stabilità dei granuli al di fuori dell'involucro della capsula non è stata studiata.
Speciali avvertenze
La pancreatite è una grave e nota complicazione nei pazienti con infezione da HIV. È inoltre stata associata alla terapia con didanosina e in alcuni casi è stata fatale. La terapia con didanosina deve essere attuata solo con estrema cautela in pazienti con storia di pancreatite. È stata riscontrata una correlazione tra il rischio di pancreatite ed il dosaggio giornaliero.
Quando consentito dalle condizioni cliniche, la didanosina deve essere sospesa fino a quando la diagnosi di pancreatite viene esclusa con appropriate tecniche di laboratorio e di diagnosi per immagini. Analogamente, quando è richiesto un trattamento con altri farmaci noti causare tossicità pancreatica (ad es.: pentamidina), la somministrazione di didanosina, se possibile, deve essere sospesa. Se il trattamento concomitante è inevitabile, è necessario un controllo attento. Deve essere, inoltre, considerata una riduzione del dosaggio o la sospensione qualora markers biochimici della pancreatite siano significativamente aumentati, anche in assenza di sintomi.
Aumenti significativi dei trigliceridi sono una causa nota di pancreatite e necessitano di una stretta sorveglianza.
Neuropatia periferica: i pazienti in trattamento con didanosina possono sviluppare neuropatia periferica tossica, generalmente caratterizzata da intorpidimento distale bilaterale simmetrico, formicolio, e dolori ai piedi e, meno frequentemente, alle mani. Quando consentito dalle condizioni cliniche, il trattamento con didanosina deve essere sospeso fino alla scomparsa dei sintomi. Molti pazienti tollerano un dosaggio ridotto dopo la scomparsa dei sintomi.
Iperuricemia: la didanosina è stata associata a iperuricemia. Il trattamento deve essere sospeso qualora dovessero verificarsi aumenti significativi dei livelli dell'acido urico.
Insufficienza epatica di eziologia sconosciuta si è raramente verificata in pazienti in terapia con didanosina. I pazienti devono essere controllati relativamente all'aumento degli enzimi epatici e la didanosina deve essere sospesa se tale aumento eccede i valori superiori della norma. La ripresa della terapia deve essere considerata solo se i potenziali benefici superino chiaramente i rischi potenziali.
Bambini in trattamento con didanosina, soprattutto trattati con dosi superiori a quelle raccomandate, hanno mostrato raramente alterazioni della retina o del nervo ottico. Negli adulti sono stati segnalati casi di depigmentazione della retina. Soprattutto nei bambini, si raccomanda di effettuare esami periodici della retina (ogni 6 mesi) o quando si dovessero verificare alterazioni della vista.
Acidosi lattica: con l'uso di analoghi nucleosidici sono stati riportati casi di acidosi lattica (in assenza di ipossiemia), talvolta fatali, di solito associati a grave epatomegalia e steatosi epatica.
Il trattamento con analoghi nucleosidici deve essere interrotto in caso di rapido innalzamento dei valori di aminotransferasi, epatomegalia progressiva o acidosi metabolico/lattica ad eziologia sconosciuta. Sintomi digestivi lievi come nausea, vomito e dolore addominale possono essere indicativi dello sviluppo di acidosi lattica.
Deve porsi cautela nel somministrare analoghi nucleosidici a pazienti (specialmente se donne obese) con epatomegalia, epatite od altri noti fattori di rischio di patologia epatica. Tali pazienti devono essere seguiti attentamente.
Studi specifici di interazione sono stati condotti con zidovudina, stavudina, ranitidina, loperamide, metoclopramide, foscarnet, trimetoprim, sulfametossazolo, dapsone e rifabutina, senza evidenza di interazione.
La somministrazione di didanosina 2 ore prima o in concomitanza con il ganciclovir è stata associata ad un aumento medio del 111% dell'AUC allo steady state per la didanosina. L'AUC allo steady state del ganciclovir diminuisce (21%) quando la didanosina è somministrata due ore prima del ganciclovir, ma non quando i due farmaci sono somministrati contemporaneamente. Non è stata osservata alcuna variazione nella clearance renale dei due farmaci. Non è noto se queste variazioni siano associate ad alterazioni della sicurezza di Videx o dell'efficacia del ganciclovir. Non c'è alcuna evidenza che la didanosina potenzi la mielosoppressione provocata dal ganciclovir o dalla zidovudina.
La somministrazione combinata di didanosina con farmaci che sono noti causare neuropatia periferica o pancreatite può aumentare il rischio di queste tossicità. I pazienti che assumono questi farmaci dovranno essere tenuti sotto stretta osservazione.
A differenza di Videx compresse masticabili/dispersibili, Videx capsule gastroresistenti non contiene antiacidi. Perciò non c'è rischio di interazione con farmaci il cui assorbimento è influenzato dall'acidità gastrica. Studi di interazione specifica con ciprofloxacina e indinavir non hanno mostrato evidenze di interazioni significative. Perciò, Videx capsule gastroresistenti può essere prescritto con questi farmaci.
Anche l'assorbimento di ketoconazolo è influenzato dall'acidità gastrica. Pertanto, non si prevede alcuna interazione tra i due farmaci. In uno studio con 24 volontari sani, è stato osservato un incremento del 30% dell'AUC e della CMAX del ketoconazolo quando questo è stato somministrato contemporaneamente con Videx capsule gastroresistenti (in tre soggetti in particolare l'AUC del ketoconazolo è aumentata di 8-16 volte in seguito alla co-somministrazione). Di conseguenza, non si può escludere una interazione con ketoconazolo ed è necessaria cautela quando i due farmaci sono somministrati contemporaneamente.
Gravidanza: non ci sono studi adeguati e ben controllati in donne in stato di gravidanza e non è noto se la didanosina, somministrata durante la gravidanza, possa causare danni fetali o compromettere la capacità riproduttiva. Pertanto, l'uso di didanosina durante la gravidanza deve essere preso in considerazione solo se espressamente indicato e se i benefici potenziali sono maggiori del possibile rischio.
Studi di teratologia nei ratti e nei conigli non hanno evidenziato embriotossicità, tossicità fetale né teratogenicità. Uno studio condotto sui ratti ha dimostrato che la didanosina e/o i suoi metaboliti attraversano la placenta.
Allattamento: non è noto se didanosina venga escreta nel latte umano. Alle donne che assumono didanosina si sconsiglia l'allattamento al seno per la potenziale insorgenza di reazioni avverse gravi nel lattante.
Nei ratti, a dosaggi di 1000 mg/kg/die, la didanosina si è dimostrata leggermente tossica per femmine e cuccioli a metà e fine allattamento (ridotta assunzione del cibo ed aumento del peso corporeo), ma lo sviluppo fisico e funzionale dei neonati non è risultato alterato. Un ulteriore studio nei ratti ha dimostrato che, a seguito di somministrazione orale, la didanosina e/o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte.
Riproduzione: nei ratti, la didanosina non ha recato danno alla capacità riproduttiva dei genitori maschio o femmina a seguito di trattamento effettuato prima e durante l'accoppiamento, la gestazione e l'allattamento con dosi giornaliere di didanosina fino a 1000 mg/kg/die. In uno studio di riproduzione perinatale e postnatale nei ratti, la didanosina non ha indotto effetti tossici.
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.
Adulti: la maggior parte degli eventi avversi gravi osservati riflette generalmente il noto andamento clinico dell'infezione da HIV. Nel corso degli studi è stata consentita la somministrazione concomitante di altri farmaci. È difficile pertanto poter distinguere quali eventi siano correlati alla somministrazione di Videx, alla malattia in quanto tale, o a qualsiasi altro evento correlato alle terapie concomitanti.
I dati di seguito riportati si riferiscono al dosaggio di Videx compresse in 2 somministrazioni giornaliere, sia in monoterapia che in combinazione. Negli studi di confronto tra Videx QD e BID (compresse) non sono emerse differenze significative in relazione all'incidenza di pancreatite e neuropatia periferica, per quanto riguarda i dati a breve termine. In studi clinici in corso (48 settimane) per la valutazione di Videx capsule gastroresistenti come parte di un triplice regime nel trattamento di adulti con infezione semplice da HIV, non sono stati osservati nuovi elementi relativi alla sicurezza nell'analisi preliminare a 24 settimane.
Gli eventi avversi, significativi dal punto di vista clinico, riportati in studi clinici controllati che possono essere possibilmente correlati al trattamento con Videx compresse BID, alla dose raccomandata, includono pancreatite (7%) ed aumento dell'amilasi sierica (18%) e dei livelli di lipasi. Pancreatite, in alcuni casi fatale, è stata più frequente in pazienti trattati con dosaggi superiori a quelli raccomandati (9-13%); anche pazienti con infezione da HIV in fase avanzata o con storia di pancreatite possono essere ad elevato rischio di sviluppare pancreatite.
Neuropatia periferica (9%) è stata associata alla terapia con Videx compresse. Sono stati riportati anche anormali test della funzione epatica (13%), con rari casi di insufficienza epatica e decesso. Altri eventi, possibilmente correlati alla terapia con Videx compresse, includono diarrea, nausea/vomito, reazioni allergiche, diabete mellito, secchezza delle fauci, astenia, cefalea e livelli elevati dell'acido urico. Raramente sono state riportate alterazioni della retina o del nervo ottico. Rispetto al trattamento con zidovudina, sono state riportate con incidenza significativamente minore: leucopenia, trombocitopenia ed anemia e la loro relazione con la terapia con didanosina (compresse) non è stata stabilita.
In corso di trattamento con analoghi nucleosidici sono stati riportati casi di acidosi lattica, talvolta fatali, in genere associata a grave epatomegalia e steatosi epatica.
Bambini: i dati di sicurezza per i bambini sono stati generalmente simili a quelli osservati per gli adulti. Una maggiore emotossicità è stata riportata durante terapia combinata con zidovudina rispetto alla monoterapia con didanosina. Sono stati riportati casi di alterazione della retina o del nervo ottico in un limitato numero di bambini trattati con dosi superiori a quelle raccomandate. Si raccomanda di effettuare nei bambini, in trattamento con didanosina, esami della retina ogni 6 mesi o se si dovessero verificare alterazioni della vista.
Non si conosce un antidoto per sovradosaggio da didanosina. L'esperienza di studi recenti, durante i quali la didanosina è stata inizialmente somministrata a dosaggi dieci volte superiori a quelli consigliati, mostra che le complicazioni da sovradosaggio sarebbero secondarie a iperuricemia o, probabilmente, a disfunzione epatica.
La didanosina non è dializzabile per dialisi peritoneale, mentre è stata evidenziata una parziale eliminazione per emodialisi. (La parziale eliminazione della didanosina durante una usuale seduta di emodialisi di 3 o 4 ore è stata approssimativamente del 20-35% della quantità presente nell'organismo all'inizio della dialisi).
Inibitore nucleosidico della trascrittasi inversa: Codice ATC: J05AF02
Didanosina (2',3'-dideossiinosina) è un inibitore della replicazione in vitro dell'HIV nelle cellule umane e linee cellulari in coltura. Dopo essere penetrata nella cellula, la didanosina viene convertita enzimaticamente in dideossiadenosintrifosfato (ddATP), il suo metabolita attivo. Nella replicazione dell'acido nucleico virale, l'incorporazione di questo 2',3'-dideossinucleoside impedisce l'accrescimento della catena ed inibisce pertanto la replicazione del virus.
Inoltre il ddATP inibisce la trascrittasi inversa dell'HIV mediante competizione con dATP per il legame sul sito attivo dell'enzima, impedendo la sintesi del DNA provirale.
Non è stata chiarita la relazione tra la suscettibilità in vitro dell'HIV alla didanosina e la risposta clinica alla terapia. Analogamente, la sensibilità in vitro risulta variare notevolmente e le metodiche per determinare le risposte virologiche non sono state dimostrate.
Relativamente all'uso della formulazione in compresse, gli effetti della somministrazione BID di Videx, da solo o in combinazione con zidovudina, sono stati valutati in numerosi studi clinici maggiori randomizzati e controllati (ACTG 175, ACTG 152, DELTA, CPCRA 007).
Questi studi hanno confermato la riduzione del rischio della progressione della malattia da HIV o del decesso a seguito di terapia con Videx compresse, da solo o in combinazione con zidovudina, confrontato con zidovudina in monoterapia in soggetti con infezione da HIV, inclusi adulti sintomatici e asintomatici con conta dei CD4 <500 cellule/mm3 e bambini con evidenza di immunodepressione. I benefici clinici della terapia iniziale con Videx compresse BID sono stati dimostrati sia negli adulti con conta dei CD4 tra 200 e 500 cellule/mm3 che nei bambini. Lo studio ACTG 175 ha dimostrato che 8 settimane di trattamento con zidovudina, Videx compresse BID, o Videx compresse BID più zidovudina hanno portato alla diminuzione di HIV RNA plasmatico medio di 0,26, 0,65 e 0,93 copie per ml, rispettivamente, espresse in logaritmo in base 10.
L'efficacia di Videx compresse QD in combinazione con stavudina è stata valutata in due studi clinici randomizzati (doppio cieco, n=88 - in aperto, n=89) verso Videx compresse BID in associazione a stavudina, in adulti con infezione da HIV. Sulla base dell'attività antivirale, è stato dimostrato che, a breve termine (12 settimane), il regime QD di Videx compresse è risultato simile al regime BID. La didanosina mostra un'emivita intracellulare particolarmente lunga (superiore alle 24 ore) che permette un accumulo della molecola fosforilata (ddATP-legata) farmacologicamente attiva per periodi di tempo estesi. Questo conferma la somministrazione del dosaggio totale giornaliero di didanosina in un'unica somministrazione.
L'efficacia delle capsule gastroresistenti di Videx è stata valutata nel trattamento di adulti con infezione semplice da HIV come parte di un triplice schema di trattamento in due studi clinici in corso (48 settimane) randomizzati, in aperto. Lo studio -152 (n=466) ha confrontato le capsule gastroresistenti di Videx (QD) più stavudina e nelfinavir a zidovudina più lamivudina e nelfinavir. La confrontabilità delle capsule gastroresistenti di Videx con le compresse, ciascuna data QD in combinazione con stavudina e nelfinavir è stata studiata nello studio -158 (n=134). A 24 settimane di follow up, e per entrambi gli studi ci sono state diminuzioni equivalenti nel Log10 dell'RNA plasmatico dell'HIV rispetto ai valori basali (differenza temporale media calcolata) nei due bracci di trattamento. Al medesimo momento, e per entrambi gli studi, la percentuale di pazienti con carica virale non misurabile (limite di misurabilità <400 copie/ml) era della stessa grandezza negli schemi contenenti Videx capsule gastroresistenti e i rispettivi bracci di riferimento. L'efficacia delle capsule gastroresistenti di Videx non è stata determinata nella malattia avanzata o in pazienti con prolungata esposizione a terapie antiretrovirali.
La resistenza virale è stata valutata soltanto per la somministrazione BID di Videx compresse.
Per minimizzare la riduzione dell'assorbimento di didanosina in presenza degli alimenti, Videx capsule gastroresistenti deve essere somministrato almeno 2 ore dopo un pasto (vedi 5.2, 05.2 Proprietà farmacocinetiche).
Posologia
Videx capsule gastroresistenti può essere somministrato sia in mono- (QD) che in bi-somministrazione giornaliera (BID) (vedi "Proprietà farmacodinamiche").
Adulti: La dose giornaliera raccomandata dipende dal peso del paziente:
Per pazienti
³ 60 kg: 400 mg al giorno
Per pazienti < 60 kg: 250 mg al giorno
La tabella seguente definisce lo schema di somministrazione per tutti i dosaggi delle capsule gastroresistenti:
Peso del
paziente | Dose giornaliera
totale | Schema posologico |
³ 60 kg | 400 mg | 1 capsula da 400 mg QD o 1 capsula da 200 mg BID |
< 60 kg | 250 mg | 1 capsula da 250 mg QD o 1 capsula da 125 mg BID |
Bambini oltre i 6 anni: l'uso delle capsule gastroresistenti di Videx non è stato specificatamente studiato nei bambini. Tuttavia, come per le altre formulazioni di Videx, la dose giornaliera raccomandata (basata sulla superficie corporea) è di 240 mg/m2 (180 mg/m2 in combinazione con zidovudina).
Bambini sotto i 6 anni: dato che le capsule non devono essere aperte c'è il potenziale rischio di aspirazione accidentale. Perciò, questo farmaco è controindicato nei pazienti di quest'età. Sono disponibili altre formulazioni di Videx più appropriate.
Aggiustamento del dosaggio:
Rialzi significativi dell'amilasi sierica devono far prontamente interrompere la terapia e far considerare attentamente la possibilità di pancreatite, anche in assenza dei suoi sintomi. Il frazionamento dell'amilasi può aiutare a riconoscere l'amilasi di origine salivare. Solo una volta esclusa la pancreatite o una volta che i parametri clinici e biologici siano tornati normali la somministrazione di didanosina potrà essere ripresa, e solo se il trattamento è considerato essenziale. Il trattamento deve essere di nuovo iniziato con bassi dosaggi che, se necessario, saranno lentamente aumentati.
Molti pazienti che presentano sintomi di neuropatia, risolti dopo la sospensione del farmaco, potranno tollerare un dosaggio ridotto di didanosina.
Alterata funzionalità renale: è raccomandato uno specifico aggiustamento del dosaggio nei pazienti con una clearance della creatinina < 60 ml/min.
Clearance della
Creatinina (ml/min) | Peso del paziente |
| ³ 60 kg | < 60 kg |
| Dose totale giornaliera | Dose totale giornaliera |
³60 | 400 mg | 250 mg |
30-59 | 200 mg | 150 mg |
10-29 | 150 mg* | 100 mg* |
<10 | 100 mg* | 75 mg* |
L'assunzione di Videx con gli alimenti altera la farmacocinetica della didanosina (vedi `05.2 Proprietà farmacocinetiche').
Adulti
La didanosina viene rapidamente degradata a pH acido. I granuli nelle capsule gastroresistenti di Videx rilasciano la didanosina nel piccolo intestino ad un pH più alto. Rispetto alla condizione di digiuno, la somministrazione di Videx capsule gastroresistenti contemporaneamente ad un pasto ad alto contenuto di grassi riduce significativamente l'AUC (19%) e la CMAX (46%) della didanosina. L'assunzione di Videx capsule gastroresistenti durante un pasto leggero, 1 ora prima o 2 ore dopo di esso provoca una significativa diminuzione sia dell'AUC (27%, 24% e 10% rispettivamente) e della CMAX (22%, 15% e 15% rispettivamente) della didanosina in confronto a condizioni di digiuno. Per minimizzare l'impatto del cibo sulla farmacocinetica della didanosina, Videx capsule gastroresistenti deve essere somministrato almeno 2 ore dopo un pasto.
In volontari sani e in soggetti con infezione da HIV sono stati osservati valori equivalenti di AUC per le compresse e per le capsule di Videx. La velocità di assorbimento di Videx capsule è inferiore se confrontata con quella delle compresse. Il valore della CMAX per le capsule gastroresistenti è il 60% del valore per le compresse. Il tempo per il raggiungimento della CMAX è di circa due ore per Videx capsule gastroresistenti e 0,67 ore per Videx compresse.
Allo steady state il volume di distribuzione della didanosina è in media di 54 litri facendo ritenere che vi sia un certo assorbimento di didanosina da parte dei tessuti corporei.
Il livello di didanosina nel liquido cerebrospinale, un'ora dopo l'infusione, è in media del 21% rispetto a quello plasmatico rilevato in contemporanea.
L'emivita media di eliminazione della didanosina dopo somministrazione endovenosa è di circa 1,4 ore. La clearance renale rappresenta il 50% della clearance corporea totale (800 ml/min), ad indicazione che la secrezione tubulare attiva, in aggiunta alla filtrazione glomerulare, è responsabile della eliminazione renale della didanosina.
Dopo somministrazione orale circa il 20% della dose si ritrova nelle urine. Non c'è evidenza di accumulo di didanosina dopo somministrazione di dosi orali per 4 settimane.
Bambini
Non ci sono dati farmacocinetici specifici per i bambini trattati con Videx capsule gastroresistenti.
Il metabolismo della didanosina nell'uomo non è stato valutato. Tuttavia, sulla base degli studi condotti sugli animali si ritiene che esso segua la stessa via responsabile della eliminazione delle purine endogene.
In vitro il legame alle proteine plasmatiche umane della didanosina è < 5%, indicando che non si verificano interazioni farmacologiche tali da comportare uno spostamento dal sito di legame.
Studi di tossicità acuta condotti sul topo, ratto e cane hanno dimostrato che la dose minima letale era maggiore di 2000 mg/kg, approssimativamente equivalente a 300 volte la dose massima raccomandata per l'uomo (compresse). Studi di tossicità orale a dosi ripetute hanno evidenziato tossicità muscolo-scheletrica dose-limitante nei roditori (ma non nei cani) a seguito di dosaggio prolungato (>90 giorni) con didanosina a dosi approssimativamente 1,2 - 12 volte la dose stimata per l'uomo. Inoltre, in studi con dosi ripetute, sono stati osservati leucopenia nei cani e nei ratti e disturbi gastrointestinali (feci morbide e diarrea) nei cani a dosi approssimativamente 5-14 volte la dose massima per l'uomo. Negli studi di carcinogenicità, sono state osservate alterazioni non-neoplastiche inclusa miopatia muscolo-scheletrica, alterazioni epatiche ed un aggravamento della cardiomiopatia spontanea correlata con l'età.
I risultati degli studi di genotossicità suggeriscono che la didanosina non è mutagena a dosaggi biologicamente e farmacologicamente rilevanti. Gli effetti genotossici della didanosina, in vitro, a concentrazioni significativamente alte, sono risultati simili a quelli verificatisi con nucleosidi naturali del DNA. Studi di carcinogenesi con somministrazione per tutta la vita sono stati condotti su topi e ratti, rispettivamente per 22 e 24 mesi. Ne' durante il periodo di somministrazione né alla conclusione delle sperimentazioni condotte sui topi trattati con didanosina sono state rilevate neoplasie correlate al farmaco. Nelle sperimentazioni condotte sui ratti, sono stati rilevati incrementi statisticamente significativi di tumori della granulosa in femmine trattate ad alti dosaggi, fibrosarcomi subcutanei e sarcomi istiocitici in maschi trattati ad alti dosaggi, ed emoangiomi in maschi trattati a dosaggi alti ed intermedi. La correlazione con il farmaco e la rilevanza clinica di questi risultati statistici non sono chiare.
Per gli eccipienti, vedere `06.1 Eccipienti'.
Sodio carbossimetilcellulosa, dietil ftalato, dispersione 30% del copolimero dell'acido metacrilico (EUDRAGIT L30D-55), sodio amido glicolato e talco.
Involucro della capsula: gelatina, sodio laurilsolfato, silice colloidale anidra e titanio diossido (E171).
Stampa sull'involucro della capsula (inchiostro edibile): shellac, glicole propilenico, indigotina lacca di alluminio (E132), titanio diossido (E171), ferro ossido giallo (E172).
Non applicabile.
2 anni
Non conservare al di sopra dei 25 °C.
Blister in polivinil cloruro/polietilene/ACLAR/alluminio (30 capsule rigide per ciascun blister).
Nessuna speciale.
BRISTOL-MYERS SQUIBB S.p.A.
Via del Murillo, km 2,800 - Sermoneta (LT)
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Febbraio 2001
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Febbraio 2001
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