VIRACEPT 250�mg compresse contiene 292,25�mg di nelfinavir
mesilato corrispondenti a 250�mg di nelfinavir (come base
libera). Per gli eccipienti, vedere 6.1.
- [Vedi Indice]
VIRACEPT è indicato in combinazione con antiretrovirali
nel trattamento di pazienti adulti, adolescenti e bambini di
età uguale o superiore a 3 anni infettati dal virus
dell’immunodeficienza umana (HIV‑1).
In pazienti precedentemente trattati con inibitori della
proteasi, la scelta del nelfinavir deve basarsi sulla valutazione
individuale della resistenza virale e sui trattamenti
precedenti.
Vedi paragrafo 5.1 Proprietà farmacodinamiche.
�
VIRACEPT compresse deve essere somministrato per via orale ed
ingerito insieme al cibo.
Pazienti di età superiore a 13 anni: il dosaggio
consigliato di VIRACEPT compresse è 1250�mg (cinque
compresse da 250�mg) due volte al giorno oppure 750�mg (tre
compresse da 250�mg) tre volte al giorno per via orale.
L’efficacia del trattamento due volte al giorno è
stata confrontata con quella del trattamento tre volte al giorno
principalmente in pazienti naive al trattamento con inibitori
della proteasi (vedere paragrafo 5.1, Proprietà
farmacodinamiche).
Pazienti da 3 a 13 anni: per i bambini, la dose
iniziale consigliata è di 25-30�mg/kg di peso corporeo
somministrati tre volte al giorno. Ai bambini non in grado di
ingerire compresse, è possibile somministrare VIRACEPT
polvere orale (vedere il Riassunto delle caratteristiche del
prodotto relativo a VIRACEPT polvere orale).
La dose consigliata di VIRACEPT compresse da somministrare
tre volte al giorno a bambini di età compresa tra 3 e
13 anni è la seguente:
Peso corporeo
kg
|
Numero di
compresse*
|
da 18 a < 23
|
2
|
³ 23
|
3
|
* Per i pazienti con peso corporeo inferiore a 18�kg vedere il
Riassunto delle caratteristiche del prodotto relativo a VIRACEPT
polvere orale.
La terapia con VIRACEPT deve essere iniziata da un medico
specializzato nella cura delle infezioni da HIV.
Ridotta funzionalità renale ed epatica: non vi
sono dati specifici relativi a pazienti con alterazione della
funzionalità renale; non è quindi possibile fornire
indicazioni specifiche per quanto riguarda le dosi consigliate.
Il nelfinavir è principalmente metabolizzato ed eliminato
dal fegato. Non vi sono dati sufficienti relativi a pazienti con
alterata funzionalità epatica e non è quindi
possibile fornire indicazioni specifiche per quanto riguarda le
dosi consigliate (vedere paragrafo 5.2). È necessaria
cautela nel somministrare VIRACEPT a pazienti con
funzionalità renale o epatica compromesse.
�
Ipersensibilità al nelfinavir o ad uno qualsiasi degli
eccipienti.
La somministrazione di nelfinavir è controindicata
nelle donne che allattano.
VIRACEPT non va somministrato insieme a medicinali con ridotta
finestra terapeutica e che siano substrati del CYP3A4. La
somministrazione concomitante può dar luogo
all’inibizione competitiva del metabolismo di questi
medicinali e può determinare eventi avversi gravi e/o
potenzialmente letali, come aritmie cardiache (ad es.
terfenadina, astemizolo, cisapride, amiodarone, chinidina,
pimozide), sedazione protratta o depressione respiratoria (ad es.
triazolam, midazolam) o altri eventi (ad es. derivati
dell'ergotina).
VIRACEPT non deve essere somministrato insieme alla
rifampicina. La rifampicina provoca una riduzione dell'82�%
dell'AUC plasmatica del nelfinavir.
Vedere anche il paragrafo 4.5.
Preparazioni a base di erbe contenenti l’erba di S.
Giovanni (Hypericum perforatum) non devono essere usate
contemporaneamente a nelfinavir per il rischio di diminuzione
delle concentrazioni plasmatiche e riduzione dell’efficacia
clinica di nelfinavir (vedere paragrafo 4.5 Interazione con altri
medicinali ed altre forme d’interazione).
�
È necessaria cautela nel somministrare VIRACEPT a
pazienti con funzionalità renale o epatica compromesse
(vedere paragrafo 4.2).
La sicurezza e l’efficacia del nelfinavir nei bambini di
età inferiore ai 3 anni non sono state stabilite.
È necessaria particolare cautela quando VIRACEPT viene
somministrato insieme a medicinali induttori o inibitori e/o
substrati di CYP3A4; tali associazioni possono richiedere
modifiche del dosaggio (vedere anche paragrafi 4.3, 4.5 e
4.8).
Gli inibitori della reduttasi HMG-CoA simvastatina e
lovastatina sono altamente dipendenti dal CYP3A4 da un punto di
vista metabolico, cosicchè l’uso concomitante di
VIRACEPT con simvastatina o lovastatina non è
consigliabile per l’aumentato rischio di miopatia, compresa
la rabdomiolisi. Si deve inoltre usare cautela se VIRACEPT viene
somministrato in concomitanza con atorvastatina, che è
metabolizzata in misura minore dal CYP3A4. In questa situazione
si deve considerare una riduzione del dosaggio di atorvastatina.
Se fosse necessario un trattamento con un inibitore della
reduttasi HMG-CoA, è consigliato l’uso di
pravastatina o fluvastatina (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con
altri medicinali ed altre forme d’interazione).
Particolare attenzione deve essere usata quando viene
prescritto sildenafil in pazienti trattati con inibitori della
proteasi, compreso nelfinavir. La contemporanea somministrazione
di un inibitore della proteasi e sildenafil porta ad un
significativo incremento della concentrazione di sildenafil e
può dar luogo ad un aumento degli effetti indesiderati
associati a sildenafil, tra cui ipotensione, alterazioni del
visus e priapismo (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti che assumevano inibitori della proteasi hanno
riportato la comparsa di diabete mellito, iperglicemia o
aggravamento del diabete mellito esistente. In alcuni di questi
pazienti l’iperglicemia era grave e, talora, associata
anche a chetoacidosi. Molti pazienti presentavano condizioni
mediche complicate che, in alcuni casi, necessitavano di terapia
con farmaci che sono stati associati allo sviluppo di diabete o
iperglicemia.
È stato riportato un incremento di episodi emorragici,
inclusi ematomi cutanei e emartri spontanei, nei pazienti affetti
da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi.
Ad alcuni pazienti è stata somministrata una quota
ulteriore di fattore VIII. In più della metà dei
casi riportati, il trattamento con inibitori della proteasi non
è stato sospeso o è stato ripreso se interrotto.
È stata ipotizzata una relazione causale, sebbene il
meccanismo di azione non sia stato chiarito. È quindi
necessario rendere i pazienti emofilici consapevoli del possibile
incremento di episodi emorragici.
La terapia antiretrovirale combinata, inclusi i regimi che
contengano un inibitore della proteasi, è associata, in
alcuni pazienti, alla ridistribuzione del grasso corporeo. Gli
inibitori della proteasi sono anche associati ad alterazioni
metaboliche quali ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia,
insulino-resistenza ed iperglicemia. L’esame obiettivo deve
includere la valutazione dei segni fisici di ridistribuzione del
grasso. Deve essere presa in considerazione la misurazione dei
lipidi serici e della glicemia. I meccanismi di questi eventi e
le conseguenze a lungo termine, quali un aumentato rischio di
malattie cardiovascolari, attualmente non sono noti.
I pazienti devono essere informati che VIRACEPT non cura
l'infezione da HIV, che essi possono continuare a sviluppare
infezioni o altre malattie associate alla malattia da HIV, e che
VIRACEPT non ha mostrato di ridurre il rischio di trasmissione
della malattia da HIV tramite rapporti sessuali o contaminazioni
ematiche.
�
Il nelfinavir è metabolizzato in parte attraverso il
sistema citocromo P450 3A (CYP3A). È necessaria cautela
durante la somministrazione concomitante di medicinali che
inducono CYP3A o medicinali potenzialmente tossici,
anch’essi metabolizzati dal CYP3A. In base a dati ottenuti
in vitro, è improbabile che il nelfinavir inibisca
altre isoforme di citocromo P450 alle concentrazioni comprese
nell’intervallo terapeutico.
Altri agenti antiretrovirali:
Analoghi nucleosidici inibitori della trascrittasi
inversa (NRTIs):
Non si sono osservate interazioni clinicamente
significative tra il nelfinavir e gli analoghi dei nucleosidi
(specificamente zidovudina più lamivudina, stavudina, e
stavudina più didanosina). Al momento non vi è
evidenza di inadeguata efficacia della zidovudina nel SNC che
possa essere associata alla modesta riduzione dei livelli
plasmatici della zidovudina, se somministrata insieme a
nelfinavir. Poiché si consiglia di assumere la didanosina
a stomaco vuoto, VIRACEPT va somministrato (con cibo)
un’ora dopo o più di 2 ore prima della
didanosina.
Altri inibitori della proteasi (PIs):
Ritonavir: la somministrazione di una singola dose di
750�mg di nelfinavir dopo la somministrazione di 3 dosi di
ritonavir da 500�mg due volte al giorno ha dato luogo ad un
aumento del 152�% dell’area sotto la curva delle
concentrazioni plasmatiche (AUC) del nelfinavir e ad un aumento
del 156�% dell’emivita di eliminazione del nelfinavir. La
somministrazione di una dose singola da 500�mg di ritonavir dopo
sei dosi di nelfinavir 750�mg tre volte al giorno ha dato luogo a
un aumento minimo (8�%) dell'AUC plasmatica del ritonavir. La
sicurezza di questa combinazione non è stata
stabilita.
Indinavir: la somministrazione di una singola dose di
750�mg di nelfinavir dopo la somministrazione di indinavir 800�mg
ogni 8 ore per 7 giorni ha dato luogo ad un aumento
dell’83�% dell’AUC plasmatica del nelfinavir e ad un
aumento del 22�% dell’emivita di eliminazione del
nelfinavir. La somministrazione di una singola dose di 800�mg di
indinavir dopo la somministrazione di nelfinavir 750�mg tre volte
al giorno per 7 giorni ha dato luogo ad un aumento del 51�% delle
concentrazioni AUC plasmatiche di indinavir, con un aumento di
cinque volte delle concentrazioni minime misurate ad 8 ore, ma
nessun incremento delle concentrazioni massime. La sicurezza di
questa combinazione non è stata stabilita.
Saquinavir capsule di gelatina molle: la
somministrazione di una singola dose di 750�mg di nelfinavir dopo
la somministrazione di saquinavir capsule di gelatina
molle 1200�mg tre volte al giorno per 4 giorni ha dato luogo
ad un aumento del 30�% dell’AUC plasmatica del nelfinavir.
La somministrazione di una singola dose di 1200�mg di saquinavir
capsule di gelatina molle dopo la somministrazione di
nelfinavir 750�mg tre volte al giorno per 4 giorni ha dato luogo
ad un aumento del 392�% dell’AUC plasmatica del
saquinavir.
Amprenavir: la contemporanea somministrazione di
amprenavir e nelfinavir ha portato ad un lieve aumento delle AUC
plasmatiche di nelfinavir e amprenavir ed un aumento del 189�%
della Cmin di amprenavir. Non è necessario
alcun aggiustamento della dose per entrambe i medicinali quando
nelfinavir e amprenavir vengono somministrati insieme.
Analoghi non nucleosidici inibitori della
trascrittasi inversa (NNRTIs):
Efavirenz: la contemporanea somministrazione di
efavirenz con nelfinavir ha determinato un aumento dell’AUC
di nelfinavir del 20�% senza variazione dell’AUC di
efavirenz. Non è necessario un aggiustamento della dose
quando efavirenz è somministrato con VIRACEPT.
Delavirdina: la contemporanea somministrazione di
nelfinavir e delavirdina ha portato ad un aumento del 107�%
dell’AUC di nelfinavir e ad una diminuzione del 31�%
dell’AUC di delavirdina. Questa combinazione non è
consigliata dato che non è stata stabilita la sua
sicurezza.
Nevirapina: l’attuale evidenza indica che
è improbabile che si verifichi una significativa
interazione clinica quando nelfinavir e nevirapina sono
somministrati contemporaneamente. Non è necessario un
aggiustamento della dose quando nevirapina è somministrata
con VIRACEPT.
Induttori degli enzimi metabolici: la rifampicina
riduce l’AUC plasmatica del nelfinavir dell’82�%.
Altri potenti induttori di CYP3A (ad es. fenobarbital,
carbamazepina) possono anch’essi ridurre le concentrazioni
plasmatiche del nelfinavir. Se è necessaria una terapia
con tali medicinali, i medici devono prendere in considerazione
l’uso di farmaci alternativi quando il paziente assume
VIRACEPT.
La somministrazione concomitante di nelfinavir 750�mg tre
volte al giorno e rifabutina 300�mg una volta al giorno provoca
una riduzione del 32�% dell’AUC plasmatica del nelfinavir
ed un aumento del 207�% dell’AUC plasmatica della
rifabutina (vedere anche paragrafo 4.4). La somministrazione
contemporanea di nelfinavir 750�mg tre volte al giorno con
metà della dose standard di rifabutina, 150�mg un volta al
giorno, determina una riduzione del 32�% dell’AUC
plasmatica di nelfinavir ed un aumento dell’83�%
dell’AUC plasmatica di rifabutina. Quando nelfinavir 750�mg
tre volte al giorno e rifabutina vengono somministrati insieme,
è necessario ridurre la dose di rifabutina a 150�mg una
volta al giorno.
La co-somministrazione di nelfinavir 1250�mg due volte al
giorno e fenitoina 300�mg una volta al giorno non ha determinato
modificazioni della concentrazione di nelfinavir. Tuttavia, la
contemporanea somministrazione di nelfinavir determina una
riduzione dei valori dell’AUC della fenitoina e della
fenitoina libera rispettivamente del 29�% e del 28�%. Non
è richiesto alcun aggiustamento di dose per nelfinavir. Le
concentrazioni di fenitoina devono esere monitorate durante la
co-somministrazione con nelfinavir.
Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum): i
livelli plasmatici di nelfinavir possono ridursi per l’uso
concomitante di preparazioni a base di erba di S. Giovanni
(Hypericum perforatum). Questo è dovuto
all’induzione da parte dell’erba di S. Giovanni degli
enzimi che metabolizzano i farmaci e/o delle proteine di
trasporto. Preparazioni a base di erbe contenenti l’erba di
S. Giovanni non devono essere utilizzate contemporaneamente
all’impiego di VIRACEPT. Se il paziente assume già
l’erba di S. Giovanni deve interromperne
l’assunzione, controllare la viremia e possibilmente i
livelli plasmatici di nelfinavir. I livelli di nelfinavir possono
aumentare con la cessata assunzione dell’erba di S.
Giovanni e possono rendersi necessari aggiustamenti della dose di
VIRACEPT. L’effetto di induzione dell’erba di S.
Giovanni può persistere per almeno 2 settimane dopo
l’interruzione dell’assunzione (vedere paragrafo 4.3
Controindicazioni).
Inibitori degli enzimi metabolici: la somministrazione
concomitante di nelfinavir e di un forte inibitore di CYP3A, il
chetoconazolo, ha dato luogo a un aumento del 35�% dell'AUC
plasmatica del nelfinavir. Questo aumento non è stato
considerato clinicamente rilevante, pertanto non è
necessario modificare il dosaggio quando il chetoconazolo viene
somministrato insieme a VIRACEPT. Sulla base dei profili
metabolici non viene presunta alcuna interazione clinicamente
rilevante del farmaco con altri inibitori specifici di CYP3A (ad
es. fluconazolo, itraconazolo, claritromicina, eritromicina)
anche se non se ne esclude la possibilità.
Gli inibitori della reduttasi HMG-CoA che sono
altamente dipendenti dal metabolismo di CYP3A4, quali lovastatina
e simvastatina, manifestano notevoli innalzamenti delle loro
concentrazioni plasmatiche quando somministrati
contemporaneamente al VIRACEPT. La somministrazione contemporanea
di nelfinavir 1250�mg due volte al giorno e simvastatina 20�mg
una volta al giorno, ha aumentato l’AUC plasmatica di
simvastatina del 506�%. Dal momento che l’aumento delle
concentrazioni degli inibitori della reduttasi HMG-CoA può
causare miopatia, inclusa la rabdomiolisi, si sconsiglia la
contemporanea somministrazione di questi medicinali con VIRACEPT.
Il metabolismo di atorvastatina è dipendente in misura
minore dal CYP3A4. La somministrazione contemporanea di
nelfinavir 1250�mg due volte al giorno e atorvastatina 10�mg una
volta al giorno, ha aumentato l’AUC di atorvastatina del
74�%. Quando usata in concomitanza con VIRACEPT, si deve
somministrare la dose minore possibile di atorvastatina. Il
metabolismo della pravastatina e della fluvastatina non dipende
dal CYP3A4, pertanto non sono previste interazioni con gli
inibitori della proteasi. Se fosse necessario un trattamento con
un inibitore della reduttasi HMG-CoA, è consigliato
l’uso di pravastatina o fluvastatina.
Metadone: la contemporanea somministrazione di
nelfinavir 1250�mg due volte al giorno e metadone 80 +/- 21�mg
una volta al giorno in soggetti HIV negativi in terapia di
mantenimento con metadone ha ridotto l’AUC del metadone del
47�%. In questo studio nessun soggetto ha manifestato sintomi di
astinenza; tuttavia, a causa di modificazioni farmacocinetiche,
è possibile che alcuni pazienti trattati con questa
combinazione possano manifestare sintomi di astinenza e
richiedere pertanto un aggiustamento della dose di metadone verso
l’alto.
Altre potenziali interazioni: il nelfinavir aumenta le
concentrazioni plasmatiche di terfenadina; il VIRACEPT, quindi,
non va somministrato insieme alla terfenadina a causa della
potenziale induzione di aritmie cardiache gravi e/o
potenzialmente letali. Poiché interazioni di natura simile
sono probabili con astemizolo e cisapride, il VIRACEPT non deve
essere somministrato insieme a tali farmaci. Sebbene non siano
stati condotti studi specifici, i potenti sedativi metabolizzati
dal CYP3A, come il triazolam o il midazolam, non vanno
somministrati insieme al VIRACEPT a causa della potenziale
sedazione prolungata. Le concentrazioni plasmatiche di altri
composti che sono substrati del CYP3A (ad es. i
calcio�antagonisti come bepridil, derivati dell’ergotina
quali ergotamina e diidroergotamina, immunosoppressori quali
tacrolimus e ciclosporina, sildenafil e pimozide) possono
risultare aumentate qualora tali sostanze vengano somministrate
insieme al VIRACEPT; quindi, i pazienti vanno monitorati per
rilevare gli eventuali effetti tossici associati a tali
medicinali.
Contraccettivi orali: la somministrazione di nelfinavir
750�mg tre volte al giorno e di una combinazione di
contraccettivi orali che comprendeva 0,4�mg di noretindrone e 35�
mg di 17 alfa-etinil estradiolo per 7 giorni ha dato luogo ad una
riduzione del 47�% dell’AUC plasmatica
dell’etinilestradiolo e ad una riduzione del 18�%
dell’AUC plasmatica del noretindrone. È necessario
quindi prendere in considerazione l’impiego di metodi
contraccettivi alternativi.
�
Gli studi sulla tossicità a livello della riproduzione
condotti su ratti a dosi in grado di fornire esposizione
sistemica paragonabile a quella osservata con la dose clinica non
hanno dimostrato alcuna reazione avversa correlata al
trattamento. Non si ha esperienza clinica su pazienti in
gravidanza. Finché ulteriori dati non saranno disponibili,
il VIRACEPT va somministrato in gravidanza soltanto dopo
un’attenta valutazione.
Le donne affette da HIV non devono assolutamente allattare per
evitare la trasmissione dell’HIV. Studi condotti su ratti
in allattamento hanno mostrato che il nelfinavir viene escreto
nel latte. Non si hanno dati sull'escrezione del nelfinavir nel
latte materno umano. Le madri devono interrompere
l’allattamento durante la terapia con VIRACEPT.
�
VIRACEPT non influisce sulla capacità di guidare
veicoli o di usare macchinari.
�
La sicurezza di VIRACEPT è stata studiata nel corso di
studi clinici controllati con più di 1300 pazienti. La
maggior parte dei pazienti in questi studi ha assunto o una dose
di 750�mg tre volte al giorno da sola o in combinazione con
analoghi dei nucleosidi oppure una dose di 1250�mg due volte al
giorno in combinazione con analoghi dei nucleosidi. Più di
4000 pazienti di età superiore o uguale a 13�anni in studi
allargati hanno assunto nelfinavir a una dose di 750�mg tre volte
al giorno. La maggior parte degli eventi avversi è stata
di lieve intensità. L’evento avverso accusato
più di frequente dai pazienti sottoposti a terapia con
VIRACEPT alle dosi raccomandate è stata la diarrea.
Nel corso dei due studi clinici di fase III in doppio cieco le
reazioni avverse di intensità da moderata a grave,
documentate dai ricercatori come almeno possibilmente correlate
al VIRACEPT o di correlazione sconosciuta in ³�2�% dei
pazienti trattati con nelfinavir 750�mg tre volte al giorno
(n�=�200) in combinazione con analoghi dei nucleosidi (per 24
settimane), hanno incluso i seguenti effetti indesiderati:
diarrea (25,9�%), flatulenza (2,5�%), nausea (4,5�%) ed eruzioni
cutanee (3,0�%). I dati di sicurezza fino a 48 settimane sono
disponibili per 554 pazienti di uno studio che confronta
nelfinavir 1250�mg due volte al giorno (n=344) con nelfinavir
750�mg tre volte al giorno (n=210), entrambi in combinazione con
lamivudina e stavudina. L’incidenza di reazioni avverse di
intensità da moderata a grave, riferite dai ricercatori
come almeno possibilmente correlate all’utilizzo di
VIRACEPT o di sconosciuta correlazione in ³ 2�% dei pazienti
trattati, è risultata simile nei due bracci dello studio:
diarrea (21,2�% contro 18,2�%), nausea (2,9�% contro 3,3�%) ed
eruzioni cutanee (1,7�% contro 1,4�%).
Le marcate anormalità cliniche di laboratorio
(passaggio dal grado 0 al grado 3 o 4, o passaggio dal grado 1 al
grado 4) riportate in ³�2�% dei pazienti trattati con
nelfinavir 750�mg tre volte al giorno (per 24 settimane) nel
corso degli stessi studi hanno incluso l’aumento della
creatinchinasi (3,9�%) e la diminuzione dei neutrofili (4,5�%).
In meno del 2�% dei pazienti che hanno assunto nelfinavir 750�mg
tre volte al giorno si è verificato un aumento
significativo delle transaminasi, talora accompagnato da segni
clinici e sintomi di epatite acuta. Alcuni di questi pazienti
erano portatori cronici noti dei virus dell'epatite B e/o C. Ad
eccezione della diarrea, non si sono rilevate differenze
significative negli effetti negativi documentati dai pazienti
trattati con VIRACEPT rispetto al braccio di controllo con
zidovudina più lamivudina o stavudina da sola.
Nello studio che confronta nelfinavir 1250�mg due volte al
giorno con nelfinavir 750�mg tre volte al giorno, entrambi in
combinazione con lamivudina e stavudina, le incidenze di marcate
anormalità cliniche di laboratorio (passaggio dal grado 0
al grado 3 o 4, o passaggio dal grado 1 al grado 4) riportate in
³�2�% dei pazienti sono state le seguenti: AST (2�% contro
1�%), ALT (3�% contro 0�%), neutropenia (2�% contro 1�%).
La terapia antiretrovirale combinata, inclusi i regimi che
contengono un inibitore della proteasi, è associata, in
alcuni pazienti, alla ridistribuzione del grasso corporeo,
inclusi la perdita del grasso sottocutaneo periferico,
l’incremento del grasso intraddominale, l’ipertrofia
della mammella e l’accumulo di grasso a livello
dorsocervicale (gibbo). Gli inibitori della proteasi sono
associati anche ad alterazioni metaboliche quali
ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino-resistenza ed
iperglicemia.
Le seguenti ulteriori reazioni avverse sono state riportate
durante l’esperienza post-marketing: aumento
dell’emorragia spontanea nei pazienti con emofilia;
comparsa di diabete mellito o esacerbazione di diabete mellito
esistente; dolore addominale, distensione addominale e vomito;
pancreatite/incremento delle amilasi; reazioni di
ipersensibilità comprendenti broncospasmo, febbre,
prurito, edema facciale ed eruzioni cutanee (maculopapulose o
bollose); epatite, alterazioni degli enzimi epatici e ittero
quando nelfinavir viene utilizzato in combinazione con altri
agenti antiretrovirali.
Sono stati riportati aumenti della CPK, mialgia, miosite e,
raramente, rabdomiolisi con gli inibitori della proteasi, in
particolare in associazione con analoghi nucleosidici.
�
L’esperienza nell’uomo relativa al sovradosaggio
acuto con VIRACEPT è limitata. Non vi è un antidoto
specifico per il sovradosaggio con nelfinavir. Se necessario,
l’eliminazione del nelfinavir non assorbito va effettuata
inducendo il vomito o mediante lavanda gastrica. La
somministrazione di carbone attivo può anch’essa
essere usata per aiutare l’eliminazione del nelfinavir non
assorbito. Poichè il nelfinavir è altamente legato
alle proteine, è improbabile che la dialisi contribuisca
in maniera significativa ad eliminarlo dal circolo ematico.
�
Categoria farmacoterapeutica: agente antivirale, codice ATC:
J05A E04
Meccanismo d’azione: la proteasi dell’HIV
è un enzima necessario per la segmentazione proteolitica
dei precursori poliproteici virali nelle singole proteine trovate
nell’HIV infettivo. La segmentazione di queste poliproteine
virali è essenziale per la maturazione del virus
infettivo. Il nelfinavir si lega reversibilmente al sito attivo
della proteasi dell’HIV e impedisce la segmentazione delle
poliproteine generando particelle virali non mature e non
infettive.
Attività antiviralein
vitro:l’attività antiviralein vitro
del nelfinavir è stata dimostrata sia nelle infezioni da
HIV acute che croniche in linee cellulari linfoblastoidi,
linfociti del sangue periferico e monociti/macrofagi. Il
nelfinavir è risultato attivo contro una vasta gamma di
ceppi di laboratorio e di isolati clinici di HIV-1 e contro il
ceppo ROD di HIV-2. La CE95 (concentrazione efficace
al 95�%) di nelfinavir oscillava da 7 a 111�nM (con una media di
58�nM). Il nelfinavir ha mostrato un effetto additivo
all’attività sinergica contro l’HIV in
combinazione con gli inibitori della transcriptasi inversa
zidovudina (ZDV), lamivudina (3TC), didanosina (ddI), zalcitabina
(ddC) e stavudina (d4T) senza un aumento della
citotossicità.
Resistenza: isolati di HIV con una sensibilità
ridotta al nelfinavir sono stati selezionatiin vitro.
L’analisi genotipica di una variante che ha esibito una
riduzione di sensibilità pari a nove volte ha mostrato una
sola sostituzione di un acido aspartico (D) con
un’asparagina (N) nella proteasi dell’HIV al residuo
amminoacido 30 (D30N). Si sono inoltre valutate le variazioni
genotipiche nei geni della proteasi dell’HIV ottenute dai
58 pazienti partecipanti agli studi di fase I/II. Coerentemente
ai risultati ottenutiin vitro, la variazione predominante
osservata è stata la sostituzione D30N. In un sottogruppo
di questi pazienti, seguito fino a 44 settimane, questa
sostituzione si è mantenuta. Le mutazioni descritte per
altri inibitori della proteasi non si sono mai osservate (G48V,
V82F/T, I84V) o si sono osservate (L90M) solo di rado (3 pazienti
su 55). Analisi delle sequenze sono state condotte sui geni della
proteasi isolati a 16 settimane da pazienti selezionati in modo
casuale ai quali è stato somministrato il nelfinavir da
solo (n = 64) o in combinazione con ZDV e 3TC (n = 49) nel corso
di studi pivotal. L’incidenza della resistenza genotipica
al nelfinavir a 16 settimane è risultata
significativamente ridotta quando il nelfinavir è stato
somministrato in combinazione con ZDV e 3TC (6�%), rispetto alla
monoterapia (56�%).
Resistenza crociata ad altri agenti antivirali: la
resistenza crociata tra il nelfinavir e gli inibitori della
transcriptasi inversa è poco probabile a causa dei diversi
bersagli enzimatici coinvolti. Gli isolati di HIV resistenti agli
analoghi dei nucleosidi e agli inibitori della transcriptasi
inversa non nucleosidi rimangono sensibili al nelfinavirin
vitro. La potenziale resistenza crociata dell’HIV ad
altri inibitori della proteasi è stata studiata con il
nelfinavir. Sei isolati clinici contenenti la sostituzione D30N
non hanno riportatoin vitro alcuna variazione di
sensibilità al saquinavir, al ritonavir,
all’indinavir o al 141W94. Questa assenza di resistenza
crociata è stata confermata con un virus ricombinante
dell’HIV contenente la sostituzione D30N; il virus
ricombinante ha esibito una sensibilità ridotta al
nelfinavir, ma ha nel contempo mantenuto la completa
sensibilità ad altri inibitori della proteasi. Inoltre,
cinque su quattordici isolati clinici, ottenuti da pazienti
precedentemente sottoposti alla terapia con ritonavir, indinavir
e/o saquinavir, con ridotta suscettibilità ad uno o
più di questi inibitori della proteasi, hanno mantenuto la
sensibilità al nelfinavir.
Dati di farmacodinamica clinica: è stato provato
che il trattamento con nelfinavir da solo o in combinazione con
altri agenti antiretrovirali riduce il carico virale ed aumenta
la conta dei linfociti CD4 nei pazienti sieropositivi HIV-1. Gli
effetti del nelfinavir (da solo o combinato con altri agenti
antiretrovirali) sui marker biologici dell’attività
della malattia, conta dei linfociti CD4 e RNA virale, sono stati
valutati in parecchi studi cui hanno partecipato pazienti affetti
da HIV-1.
Nelfinavir somministato alla dose di 1250�mg due volte al
giorno o 750�mg tre volte al giorno in combinazione con uno o
più analoghi dei nucleosidi è stato associato alla
riduzione della media plasmatica dell'HIV-RNA di
1�log10�copie/ml e all'incremento della conta media
delle cellule CD4 di 90-100�cellule/mm3 che si sono
mantenuti per almeno 48 settimane. La riduzione dell'HIV-RNA
osservata con nelfinavir in monoterapia è stata meno
marcata e di una durata inferiore.
Uno studio in aperto, randomizzato, ha confrontato
l’efficacia nel ridurre l’HIV-RNA da parte di
nelfinavir 1250�mg due volte al giorno con quella ottenuta con
nelfinavir 750�mg tre volte al giorno in pazienti naive al
trattamento con inibitori della proteasi e trattati
contemporaneamente con stavudina (30-40�mg due volte al giorno) e
lamivudina (150�mg due volte al giorno).
Percentuale di pazienti con HIV-RNA inferiore al limite di
determinazione (test sensibile e ultrasensibile) alla settimana
48
|
Test
|
Analisi
|
Viracept due volte al giorno (%)
|
Viracept tre volte al giorno (%)
|
95% CI
|
Sensibile
|
Dati osservati
|
135/164 (82%)
|
146/169 (86%)
|
(-12, +4)
|
LOCF
|
145/200 (73%)
|
161/206 (78%)
|
(-14, +3)
|
ITT (NC = F)
|
135/200 (68%)
|
146/206 (71%)
|
(-12, +6)
|
Ultrasensibile
|
Dati osservati
|
114/164 (70%)
|
125/169 (74%)
|
(-14, +5)
|
LOCF
|
121/200 (61%)
|
136/206 (66%)
|
(-15, +4)
|
ITT (NC = F)
|
114/200 (57%)
|
125/206 (61%)
|
(-13, +6)
|
LOCF = Last observation carried forward
ITT = Intention to Treat
NC = F: pazienti che non hanno completato il trattamento =
fallimenti
Il trattamento due volte al giorno ha prodotto livelli massimi
di concentrazione plasmatica di nelfinavir significativamente
più elevati, da un punto di vista statistico, rispetto al
trattamento tre volte al giorno. Sono state osservate differenze
minime, statisticamente non significative, in altri parametri
farmacocinetici, ma nessuna favorisce un trattamento rispetto
all’altro. Sebbene lo studio 542 non abbia mostrato
differenze statisticamente significative tra i due trattamenti
per quanto riguarda l’efficacia in una popolazione di
pazienti principalmente naive al trattamento con antiretrovirali,
la valenza di questi risultati in pazienti precedentemente
trattati con antiretrovirali non è nota.
In uno studio di 297 pazienti sieropositivi HIV-1 ai quali
sono stati somministrati zidovudina e lamivudina più
nelfinavir (2 dosaggi differenti) o zidovudina e lamivudina da
sole, la riduzione media dell'HIV-RNA plasmatico a 24 settimane
è stata di 2,15�log10 nei pazienti che hanno
assunto la terapia di associazione con nelfinavir 750�mg tre
volte al giorno, in confronto a 1,54�log10 nei
pazienti che hanno assunto zidovudina e lamivudina da sole. A 24
settimane, la percentuale dei pazienti i cui livelli plasmatici
di HIV-RNA erano diminuiti al di sotto del limite di
sensibilità del test (<�500�copie/ml) era 81�% per il
gruppo trattato con nelfinavir 750�mg tre volte al giorno
più zidovudina e lamivudina e 18�% per il gruppo trattato
con zidovudina e lamivudina. La conta media delle cellule CD4 a
24 settimane era aumentata di 108�cellule/mm3 per il
gruppo trattato con nelfinavir 750�mg tre volte al giorno
più zidovudina e lamivudina e 81�cellule/mm3
per il gruppo trattato con zidovudina e lamivudina. A 48
settimane, circa l'80�% dei pazienti trattati con nelfinavir
750�mg tre volte al giorno più zidovudina e lamivudina si
sono mantenuti sotto il livello di sensibilità del test;
la conta delle cellule CD4 è aumentata a più di
170�cellule/mm3 a 48 settimane in questo gruppo.
Per quanto riguarda la sicurezza e la tollerabilità,
non sono state osservate sostanziali differenze tra il gruppo
trattato due volte al giorno e quello trattato tre volte al
giorno: in ciascun braccio gli eventi avversi sono insorti nella
stessa percentuale di pazienti, indipendentemente dalla loro
intensità o dalla loro correlazione al farmaco in fase di
studio.
�
Le proprietà farmacocinetiche del nelfinavir sono state
valutate in volontari sani ed in pazienti affetti da HIV. Non si
sono osservate sostanziali differenze tra i volontari sani e i
pazienti affetti da HIV.
Assorbimento: a seguito dell’assunzione di una
singola dose orale o di dosi orali multiple da 500 a 750�mg (due
o tre compresse da 250�mg) con il cibo, le concentrazioni
plasmatiche massime del nelfinavir sono state sempre raggiunte
dopo 2-4 ore. Dopo dosaggi multipli con 750�mg ogni 8 ore per 28
giorni (equilibrio dinamico), le concentrazioni plasmatiche
massime (Cmax) sono state in media di
3-4�µg/ml e le concentrazioni plasmatiche prima della
somministrazione della dose successiva (minime) sono state di
1-3�µg/ml. Dopo la somministrazione di dosi singole si
è osservato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di
nelfinavir maggiore rispetto ad un aumento proporzionale alla
dose; questo fenomeno non è però stato osservato
dopo la somministrazione di dosaggi multipli.
Uno studio farmacocinetico in pazienti HIV positivi ha
confrontato dosi multiple pari a 1250�mg due volte al giorno con
dosi multiple pari a 750�mg tre volte al giorno per 28 giorni. I
pazienti trattati con VIRACEPT due volte al giorno (n=10) hanno
raggiunto una Cmax di nelfinavir pari a 4,0 ±
0,8�µg/ml e concentrazioni di valle al mattino e alla sera
pari, rispettivamente, a 2,2 ± 1,3�µg/ml e 0,7
±0,4�µg/ml. I pazienti trattati con VIRACEPT tre
volte al giorno (n=11) hanno raggiunto un picco di concentrazione
plasmatica (Cmax) di nelfinavir pari a 3,0
±1,6�µg/ml e concentrazioni di valle al mattino e
alla sera pari, rispettivamente, a 1,4 ±0,6�µg/ml e
1,0 ±0,5�µg/ml. La differenza tra le concentrazioni
di valle al mattino e al pomeriggio o sera dei due regimi
è stata inoltre osservata in volontari sani che sono stati
valutati ad intervalli precisi di 8 o 12 ore.
I profili farmacocinetici del nelfinavir risultano simili
quando il farmaco viene somministrato due volte al giorno e tre
volte al giorno. Durante tutta la durata della somministrazione
per entrambi i regimi terapeutici, le concentrazioni di valle del
farmaco risultano almeno venti volte maggiori del valore medio
dell’IC95. Non è ancora stata stabilita la rilevanza
clinica della correlazione dei risultati in vitro con la potenza
del farmaco e la risposta terapeutica.
La biodisponibilità assoluta di VIRACEPT non è
stata determinata.
Effetto del cibo sull’assorbimento
gastrointestinale: le concentrazioni plasmatiche massime e
l’area massima sotto la curva della concentrazione
plasmatica in funzione del tempo sono state costantemente di 2-3
volte superiori con l’assunzione di cibo rispetto
all’assunzione del farmaco a digiuno. L’aumento delle
concentrazioni plasmatiche con l’assunzione di cibo
è risultato indipendente dal contenuto in grassi dei pasti
consumati.
Distribuzione: sia negli animali che nell’uomo, i
volumi di distribuzione stimati (2-7�l/kg) hanno
superato la quantità totale d’acqua corporea,
suggerendo un’ampia penetrazione del nelfinavir nei
tessuti. Sebbene non sia stato condotto alcuno studio sugli
esseri umani, studi basati sulla somministrazione di una singola
dose di 50�mg/kg di 14C-nelfinavir ai
ratti hanno mostrato che le concentrazioni nel cervello erano
inferiori rispetto alle concentrazioni in altri tessuti, ma
superavano la CE95in vitro per
l’attività antivirale. Il nelfinavir nel siero ha un
alto legame proteico (³�98�%).
Metabolismo: nelfinavir immodificato si ritrovava
nell’82-86�% della radioattività plasmatica totale
dopo la somministrazione di una singola dose orale di 750�mg di
14C-nelfinavir. Un metabolita ossidativo principale e
parecchi metaboliti ossidativi secondari sono stati trovati nel
plasma. Il metabolita ossidativo principale ha
un’attività antiviralein�vitro uguale a
quella del farmaco di origine. I livelli plasmatici di questo
metabolita sono circa il 25�% della concentrazione plasmatica
totale correlata al nelfinavir.In vitro, molteplici
isoforme di citocromo P-450, inclusi CYP3A, CYP2C19/C9 e CYP2D6,
sono responsabili del metabolismo del nelfinavir.
Eliminazione: le stime della clearance orale dopo la
somministrazione di dosi singole (24-33�l/h) e di dosi multiple
(26-61�l/h) indicano che il nelfinavir mostra una
biodisponibilità epatica medio-alta. L’emivita
terminale nel plasma è stata mediamente da 3,5 a 5 ore. La
maggior parte (87�%) di una dose orale di 750�mg contenente
14C-nelfinavir è stata recuperata nelle feci;
la radioattività fecale complessiva è data dal
nelfinavir (22�%) e da numerosi metaboliti ossidativi (78�%).
Solo l’1-2�% della dose si ritrova nell’urina, dove
il nelfinavir non metabolizzato rappresenta la componente
maggiore.
Farmacocinetica in speciali situazioni cliniche:
Farmacocinetica nei bambini e negli anziani: nei
bambini tra i 2 ed i 13 anni di età, la clearance del
nelfinavir somministrato per via orale è circa 2-3 volte
più alta che negli adulti, con forte variabilità
interindividuale. La somministrazione di VIRACEPT polvere orale o
compresse con il cibo, ad una dose di circa 25-30�mg/kg tre volte
al giorno, porta a concentrazioni plasmatiche allo stato
stazionario simili a quelle dei pazienti adulti sottoposti a
trattamento con 750�mg tre volte al giorno.
In uno studio prospettico aperto è stata studiata la
farmacocinetica dei due regimi di trattamento con VIRACEPT (due
volte al giorno e tre volte al giorno) in 18 bambini, con
età compresa tra 2 e 14 anni, infettati dall’HIV. I
bambini con peso inferiore a 25�kg hanno ricevuto 30-37�mg/kg di
nelfinavir tre volte al giorno o 45-55�mg/kg di nelfinavir due
volte al giorno. I bambini al di sopra dei 25�kg hanno ricevuto
750�mg tre volte al giorno o 1250�mg due volte al giorno.
La Cmin, la Cmax e
l’AUC0-24 sono risultate significativamente
più alte con la somministrazione due volte al giorno
rispetto a quella tre volte al giorno. In aggiunta, nella
somministrazione due volte al giorno, 14 pazienti su 18 (78�%) e
11 su 18 (61�%) hanno raggiunto valori di Cmin pari a
1-3�µg/ml e valori di Cmax pari a
3-4�µg/ml, mentre nella somministrazione tre volte al
giorno solo 4 pazienti su 18 (22�%) e 7 su 18 (39�%) hanno
raggiunto questi valori.
Non si hanno dati sugli anziani.
Farmacocinetica in pazienti con alterata
funzionalità epatica: la farmacocinetica di
nelfinavir dopo somministrazione di una singola dose di 750�mg
è stata studiata in pazienti con alterata
funzionalità epatica e in volontari sani. Nei pazienti con
alterata funzionalità epatica (da classe A a classe C
secondo Child Turcotte) è stato osservato un aumento del
49�%-69�% dell’AUC di nelfinavir rispetto a quanto
osservato nel gruppo dei volontari sani. Sulla base dei risultati
di questo studio non è possibile dare delle
raccomandazioni specifiche riguardanti le dosi di nelfinavir da
utilizzare.
�
Tossicità acuta e cronica: studi sulla
tossicità orale acuta e cronica sono stati condotti sul
topo (500�mg/kg/die), sul ratto (fino a 1.000�mg/kg/die) e sulla
scimmia (fino a 800�mg/kg/die). Nei ratti si sono riscontrati un
aumentato peso del fegato e ipertrofia dose-dipendente del
follicolocita tiroideo. Nelle scimmie si sono osservati
dimagrimento e declino fisico generale, unitamente a segni di
tossicità gastrointestinale generale.
Mutagenicità: studi in vitro e
in vivo con e senza attivazione metabolica hanno
dimostrato che il nelfinavir non ha alcuna attività
mutagena o genotossica.
Carcinogenesi: dopo somministrazione orale di
1000�mg/kg/die per due anni nei ratti si è avuta una
maggiore incidenza, rispetto ai controlli, di adenomi e carcinomi
a cellule follicolari tiroidei. L’esposizione sistemica
è risultata 3-4 volte maggiore di quella ottenuta con le
dosi terapeutiche raccomandate per l’uomo. Dopo
somministrazione di 300�mg/kg/die si è avuta una maggiore
incidenza di adenomi. Il trattamento cronico con nelfinavir ha
dimostrato nei ratti di produrre effetti compatibili con una
induzione enzimatica, responsabile dello sviluppo della neoplasia
tiroidea nei ratti ma non nell’uomo. La rilevanza di questi
dati indica come sia improbabile che nelfinavir possa essere
carcinogenetico nell’uomo.
�
Ogni compressa contiene calcio silicato, crospovidone,
magnesio stearato, indigotina (E132) come polvere.
�
Non pertinente.
�
3 anni
�
Conservare nel contenitore originale. Conservare a temperatura
non superiore ai 30°C.
�
Le compresse di VIRACEPT sono disponibili in flaconi di
plastica HDPE con chiusure in HDPE a prova di bambino, dotate di
rivestimento in polietilene. Un batuffolo di cotone è
incluso in ciascun flacone contenente 180 o 270 compresse.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano
commercializzate.
�
Nessuna istruzione particolare.
�
Roche Registration Limited
40 Broadwater Road
Welwyn Garden City
Hertfordshire AL7 3AY
Regno Unito
�
EU/1/97/054/002
EU/1/97/054/003
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22 gennaio 1998
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Giugno 2002
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