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Insufficienza coronarica cronica.
Trattamento dei postumi dell’infarto miocardico. Aritmie
ipercinetiche sopraventricolari come tachicardia parossistica
sopraventricolare, fibrillazione e flutter atriali a risposta
ventricolare rapida, extrasistolie.
Trattamento dell’ipertensione arteriosa.
�
Il verapamil viene somministrato alla dose di 1 compressa da
80 mg 3 volte al giorno, preferibilmente durante i pasti.� Nelle
tachiaritmie recidivanti, per mantenere una frequenza
ventricolare normale, si può somministrare 1 compressa
ogni 3-4- ore.
Ragazzi: 1 compressa 2-3- volte al dì.
Nell'insufficienza coronarica di media gravità e per la
profilassi dei disturbi tachicardici, è -generalmente
sufficiente somministrare 1 compressa a rilascio prolungato da
120 mg alla mattina e 1 da 120 mg alla sera (240 mg/giorno)., Se
necessario questa dose può essere aumentata a 2 compresse
2 volte al giorno (480 mg/giorno)
Nel trattamento dell'ipertensione arteriosa la dose di
VERAPTIN 240 mg deve essere adattata al singolo paziente mediante
titolazione ed il farmaco deve essere somministrato con il cibo.�
La dose giornaliera abituale, nelle sperimentazioni cliniche,
è stata di 240 mg (1 compressa) somministrati per via
orale una volta al giorno al mattino.� Tuttavia possono essere
somministrate dosi iniziali di 120 mg (1/2compressa) al giorno in
pazienti che potrebbero avere una maggiore risposta al verapamil
(per esempio: persone anziane, di piccola corporatura, etc.). La
determinazione della dose deve basarsi sull’efficacia
terapeutica e sugli effetti indesiderati che devono essere
valutati circa 24 ore dopo la somministrazione dei farmaco.� Gli
effetti anti-ipertensivi di verapamil sono evidenti entro la
prima settimana di terapia.
Se con 1 compressa da 240 mg non si ottiene una risposta
adeguata, la dose può essere aumentata nel seguente
modo:
a)���� 240 mg (1 compressa) ogni mattina più 120 mg
(1/2 compressa) ogni sera;
b)������ 240 mg (1 compressa) ogni 12 ore
�
Il verapamil non deve essere impiegato in caso di shock
cardiogeno, infarto miocardico recente complicato da bradicardia,
marcata ipotensione, insufficienza contrattile dei ventricolo
sinistro.� Gravi disturbi di conduzione dell'eccitazione come
blocco AV di II e III] grado, blocco senoatriale e sindrome del
nodo del seno.� Insufficienza cardiaca scompensata. Spiccata
bradicardia (< 50 battiti minuto). Ipotensione (pressione
sistolica <di 90 mmHg ). La terapia con VERAPTINè
inoltre controindicata in associazione con inibitori del MAO e
Beta-bloccanti
�
Tenere il medicinale fuori della portata dei bambini.
Insufficienza cardiaca: il verapamil ha un effetto
inotropo negativo che, nella maggior parte dei pazienti, è
compensato dalle sue proprietà di riduzione
dell’afterload (diminuite resistenze periferiche) senza
alterazione netta della funzione ventricolare.
Verapamil deve essere evitato in pazienti con grave
disfunzione ventricolare sinistra (per esempio: frazione di
eiezione inferiore al 30% o sintomi gravi di insufficienza
cardiaca). I pazienti con disfunzione ventricolare più
lieve, se possibile, devono essere controllatii con dosi ottimali
di digitale e/o diuretici prima del trattamento con
verapamil.
Talvolta l’azione farmacologica del verapamil può
produrre una diminuzione della pressione arteriosa al di sotto
dei livelli normali, il che può provocare stordimento od
ipotensione sintomatica.
In pazienti ipertesi, è insolita una diminuzione della
pressione arteriosa al di sotto della norma.
Aumento degli enzimi epatici: sono stati segnalati
aumenti delle transaminasi con o senza concomitante aumento della
fosfatasi alcalina o della bilirubina.
Questi aumenti sono stati talvolta transitori e possono
scomparire anche continuando il trattamento con verapamil. Alcuni
casi di danno epatocellulare sono stati correlati al verapamil
mediante la tecnica del “rechallenge”; metà di
questi casi presentavano sintomi clinici (malessere, febbre e/o
dolore al quadrante superiore destro) oltre ad aumento della
SGOT,della SGPT e della fosfatasi alcalina. E’ quindi
consigliabile un monitoraggio periodico della funzionalità
epatica in pazienti trattati con verapamil.
Via di conduzione accessoria (Wolff-Parkinson-White o
Lown-Ganong-Levine):
pazienti affetti da flutter o fibrillazione atriale
parossistici e/o cronici e con una coesistente via AV accessoria
hanno sviluppato un aumento della conduzione anterograda
attraverso la via accessoria che bypassa il nodo AV determinando
una risposta ventricolare molto rapida o fibrillazione
ventricolare dopo aver ricevuto verapamil o digitale per via
endovenosa. Sebbene questo fenomeno non sia stato segnalato con
il verapamil per via orale, esso deve essere considerato un
rischio potenziale. Il trattamento di solito consiste nella
cardioversione a corrente continua La cardioversione è
stata usata con sicurezza ed efficacia dopo la somministrazione
di Verapamil.
Blocco atrioventricolare: l’effetto del verapamil
sulla conduzione AV e sul nodo SA può, in casi
particolari, condurre ad un blocco AV asintomatico di I grado� ed
a transitoria bradicardia, talvolta accompagnati da ritmi di
scappamento nodale. Il prolungamento del tratto PR è
correlato con le concentrazioni plasmatiche di verapamil,
specialmente durante la fase di titolazione iniziale della
terapia. Tuttavia gradi più elevati del blocco AV sono
stati osservati di rado. Il blocco di I grado grave o
l’evoluzione progressiva al blocco AV di II o III grado
richiede una riduzione della dose o, in casi rari, la sospensione
della terapia con verapamil e l’istituzione di una terapia
appropriata a seconda della situazione clinica.
Uso in pazienti con alterata funzione epatica: dato che
il verapamil viene notevolmente metabolizzato dal fegato, esso
deve essere somministrato con cautela a pazienti con alterata
funzione epatica. Una grave disfunzione epatica prolunga
l’emivita di eliminazione del verapamil a circa 14-16 ore;
quindi a questi pazienti si deve somministrare circa il 30% della
dose usuale impiegate nei pazienti con normale
funzionalità epatica.
Bisogna adottare un accurato monitoraggio per riconoscere un
anormale prolungamento dell’intervallo PR od altri segni di
effetti farmacologici eccessivi.
Uso in pazienti con alterata funzione renale: circa il
70% di una dose somministrata di verapamil viene escreto sotto
forma di metaboliti nell’urina.
Fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati,
verapamil deve essere somminisatrato con cautela a pazienti con
alterata funzione renale. Questi pazienti devono essere seguiti
accuratamente per accertare un eventuale prolungamento
dell’intervallo PR od altri segni di sovradosaggio.
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Digitale:l’impiego clinico del verapamil
in pazienti digitalizzati ha dimostrato che l’associazione
è ben tollerata, se le dosi di digossina sono
adeguatamente regolate. Il trattamento cronico con verapamil
può aumentare i livelli di digossina del siero del 50-75%
durante la prima settimana di terapia, il che può
provocare una tossicità digitalica. Le dosi di
mantenimento di digitale devono essere ridotte quando si
somministra verapamil e bisogna controllare accuratamente il
paziente, per evitare una iper od ipodigitalizzazione. Ogni volta
che si sospetta una iperdigitalizzazione, bisogna ridurre o
sospendere temporaneamente la dose di digossina. Dopo la
sospensione del VERAPTINil paziente deve essere riesaminato, per
evitare una ipodigitalizzazione.
Farmaci anti-ipertensivi: verapamil somministrato
contemporaneamente ad altri farmaci anti-ipertensivi orali (per
esempio: vasodilatatori, inibitori dell’enzima di
conversione dell’angiotensina I, diuretici, beta-bloccanti)
di solito ha un effetto additivo sull’abbassamento della
pressione arteriosa. I pazienti trattati con queste associazioni
devono essere controllati adeguatamente. In uno studio la
contemporanea somministrazione di verapamil e prazosina ha
determinato un’eccessiva caduta della pressione.
Disopiramide:fino a quando non saranno stati ottenuti
dati sulle possibili interazioni fra verapamil e disopiramide, la
disopiramide non deve essere somministrata nelle 48 ore
precedenti o 24 ore seguenti la somministrazione di
verapamil.
Nitrati:verapamil è stato somministrato
in concomitanza con nitrati ad azione di breve e lunga durata,
senza alcuna interazione farmacologica indesiderabile. Il profilo
farmacologico di entrambi i farmaci e l’esperienza clinica
indicano che le interazioni sono positive.
Cimetidina:due sperimentazioni hanno dimostrato assenza
di una significativa interazione con la cimetidina. Un terzo
studio ha dimostrato che la cimetidina riduceva la clearance del
verapamil ed aumentava l’emivita di eliminazione.
Litio:la terapia orale con verapamil può
provocare un abbassamento dei livelli serici di litio in pazienti
che ricevono una terapia orale, stabile, cronica, con litio. Si
può rendere necessaria una regolazione della dose di
litio.
Carbamazepina:la terapia con verapamil
può aumentare le concentrazioni di carbamazepina durante
la terapia di associazione.
Rifampicina: la terapia con rifampicina può
ridurre notevolmente la biodisponibilità del verapamil.
Anestetici: i dati clinici e le sperimentazioni
sull’ animale indicano che verapamil può potenziare
l’attività di bloccanti neuromuscolari e di
anestetici da inalazione.
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Non sono state effettuate sperimentazioni adeguate e ben
controllate in donne gravide: poichè gli studi sulla
riproduzione nell’animale non sono sempre in grado di far
prevedere la risposta nell’uomo, il farmaco deve essere
usato durante la gravidanza solo se è strettamente
necessario. VERAPTIN viene secreto nel latte umano. A causa della
possibilità di effetti collaterali dovuti al verapamil nei
lattanti, bisogna sospendere l’allattamento durante la
somministrazione del verapamil.
�
Non sono mai stati segnalati effetti sulla capacità di
guidare e sull’uso di macchine.
�
Effetti indesiderati gravi sono insoliti se la terapia con
verapamil viene iniziata aumentando progressivamente la dose fino
alla massima dose consigliata. Le seguenti reazioni al verapamil
somministrato per via orale si sono verificate in misura
superiore all’1,0%, oppure in percentuali inferiori ma
chiaramente in relazione con il farmaco, nelle sperimentazioni
cliniche.
Stitichezza������������� 8,4%����������� Scompenso
cardiaco/edema polmonare���������� � 1,8%
Vertigini��������������� 3,5%�����������
Astenia����������������������� � ���������� � ���������� � ������ � � � 1,7%
Nausea����������������� 2,7%����������� Bradicardia (FC <50
battiti/min)��������������� � ����� � 1,4%
Ipotensione������������ 2,5%����������� Blocco AV: totale del
I,II e III grado������������ � ����1,3%
Edema������������������ 2,1%���������� Solo blocco di III
grado������������������������ � �� � ���������0,8%
Cefalea������������������ 1,9%����������� Vampe di
calore���������������� � ������������� � ���������� � � 0,1%
In sperimentazioni cliniche relative al controllo della
risposta ventricolare in pazienti digitalizzati che avevano
fibrillazione o flutter atriali, una frequenza ventricolare
inferiore a 50 battiti/min a riposo si è verificata nel
15% dei pazienti ed ipotensione asintomatica del 5% dei pazienti
.
I seguenti effetti indesiderati, riferiti nell’1,0% o
meno dei pazienti, si sono verificati in condizioni
(sperimentazioni aperte, esperienze post-marketing) in cui un
rapporto di causa/effetto è incerto; essi vengono riferiti
per avvisare il medico in merito ad un possibile rapporto:
Cardiovascolari: angina pectoris, dolore toracico,
claudicatio, infarto miocardico, palpitazioni, porpora
(vasculite), sincope.
Sistema digerente: diarrea, secchezza delle fauci, disturbi
gastrointestinali, iperplasia gengivale.
Ematici e linfatici: ecchimosi od abrasioni.
Sistema nervoso: accidenti cerebrovascolari, confusione,
disturbi dell’equilibrio, insonnia, crampi muscolari,
parestesie, sintomi psicotici, tremori, sonnolenza.
Respiratori: dispnea.
Cutanei: artralgia ed eruzioni cutanee, esantemi, perdita dei
capelli, ipercheratosi, chiazze, sudorazioni, orticaria.
Organi di senso: offuscamento della visione.
Urogenitali: ginecomastia, impotenza, aumentata frequenza
della minzione, perdite intermestruali.
Trattamento di effetti indesiderati cardiovascolari acuti: la
frequenza di effetti indesiderati cardiovascolari che richiedano
una terapia è rara: quindi l’esperienza con il loro
trattamento è limitata. Ogni volta che si verificano una
ipotensione grave od un blocco AV completo dopo somministrazione
orale di verapamil, bisogna applicare immediatamente le misure
d’urgenza appropriate, per es. somministrazione endovenosa
di isoproterenolo, norepinefrina, atropina, (tutti alle dosi
abituali) o gluconato di calcio (soluzione al 10%). Se è
necessario un ulteriore sostegno, si possono somministrare
farmaci inotropi (dopamina o dobutamina). Il trattamento e la
dose devono dipendere dalla gravità e dalla situazione
clinica nonchè dal giudizio e dall’esperienza del
medico curante.
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Il trattamento del sovradosaggio deve essere di sostegno. La
stimolazione beta-adrenergica o la somministrazione parenterale
di soluzioni di calcio può aumentare il flusso di ioni
calcio attraverso i canali lenti e questi metodi sono stati usati
con successo nel trattamento di un sovradosaggio volontario con
verapamil. Reazioni ipotensive clinicamente significative o
blocco AV di grado elevato devono essere trattati rispettivamente
con vasopressori o “pacing” cardiaco.
L’asistolia deve essere trattata con le misure consuete,
fra cui la rianimazione cardipolmonare.
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Il VERAPTIN è un inibitore dei flussi transmembrana
dello ione calcio, equiattivo sul muscolo liscio vasale e sulla
fibrocellula miocardica nel ridurre il tono e la
contrattilità; è inoltre dotato di proprietà
antiaritmiche. Il VERAPTIN esercita la sua azione antianginosa:
1. attraverso la diminuzione del fabbisogno miocardico di
ossigeno secondario, all’inibizione del flusso di calcio
attraverso la membrana con conseguente riduzione del metabolismo
energetico cardiaco, alla riduzione delle resistenze periferiche
e conseguente riduzione del lavoro pressorio cardiaco. 2.
Mediante l’incremento del flusso coronarico conseguente
alla dilatazione dei vasi coronarici ed alla potente azione
preventiva nei confronti del coronarospasmo. L’azione
antipertensiva del verapamil è dovuta alla diminuzione
delle resistenze periferiche non accompagnata da un aumento
riflesso della frequenza cardiaca, del volume/minuto e da
ritenzione idrosalina. Il verapamil esercita la sua azione
antiaritmica sulle fibre lente “fisiologiche” quali
quelle del nodo atrioventricolare delle quali riduce la
velocità di conduzione ed aumenta i periodi refrattari, e
sulle fibre lente “patologiche”, vale a dire su
quelle normalmente rapide, sodiodipendenti (miocardio di lavoro,
sistema di His-Pukinje), che, in situazioni particolari (come
l’ischemia), divengono appunto lente, calciodipendenti e
possono dare origine ad aritmie ipercinetiche focali o da
rientro. Durante la terapia con verapamil, la capacità di
regolazione simpatica del cuore rimane inalterata e non si
osservano pertanto diminuzioni della gittatata sistolica oppure
del volume/minuto del cuore in pazienti in compenso
cardiocircolatorio. Nel VERAPTIN retard, grazie alla sua
formulazione galenica, la liberazione del principio attivo
è protratta nel tempo. L’inizio dell’azione
è ritardato: l’intensità massima si raggiunge
dopo 4-6 ore e permane fino alla 12a � ora dopo la
somministrazione del farmaco.
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L’assorbimento è del 92%. Il legame alle proteine
plasmatiche del 90%; la biodisponibilità assoluta del 20%.
L’emivita del verapamil è di 3,5 h. L’emivita
dell’effetto farmacologico del VERAPTIN retard supera le 8
ore. Il verapamil ed i suoi metaboliti sono eliminati per via
renale dopo un intenso metabolismo di primo passaggio epatico. Il
3-4% del farmaco è stato trovato immodificato nelle urine
di 48 h. Alcuni dei principali metaboliti conservano una
significativa efficacia clinica sul tessuto muscolare liscio e
miocardico.
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Tossicità acuta. Le prove tossicologiche hanno
evidenziato che nei più comuni animali di laboratorio
(ratto, Mus musculus) il verapamil è ben tollerato. (DL50
ratto p.o. 229,60 mg/kg; Mus musculus p.o. 229,60 mg/kg, senza
sostanziali differenze tra i due sessi).Tossicità
subacuta e cronica. Il verapamil somministrato
quotidianamente per via orale, nel ratto e nel cane, per 180
giorni consecutivi, non ha determinato alcun caso di morte,
nè segni di tossicità locale o sistemica. Il
verapamil non determina effetti nocivi sugli animali gravidi,
nè influenza negativamente la gestazione, lo sviluppo
embrio-fetale e il ciclo riproduttivo.
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VERAPTIN 80 mg compressa rivestita con film
Lattosio; Idrossipropilcellulosa; Cellulosa microcristallina; Copolimeri
metacrilici; Talco; Magnesio stearato; Titanio biossido;
Dibutilftalato.
VERAPTIN,120 mg compressa a rilascio
prolungato
Lattosio; Copolimeri metacrilici; Olio di ricino
idrogenato; Talco; Magnesio stearato; Silice precipitata; Acido
stearico; Dibutilftalato; Titanio biossido; Ferro ossido
rosso.
VERAPTIN 240 mg compressa a rilascio prolungato
Lattosio; Copolimeri metacrilici; Olio di ricino idrogenato;
Talco; Magnesio stearato; Silice precipitata; Acido stearico;
Dibutilftalato; Titanio biossido; Ferro ossido rosso.
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Non sono noti casi di incompatibilità chimico fisica
con altre sostanze.
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3 anni
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Non vi sono particolari precauzioni da osservare per la
conservazione.
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Blister in PVC/AL in scatola di cartone litografato.
VERAPTIN 80. mg compresse rivestite con film: 30
compresse.
VERAPTIN 120 mg compresse a rilascio prolungato: 30
compresse.
VERAPTIN 240 mg compresse a rilascio prolungato: 30
compresse.
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Nessuna
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Laboratorio Prodotti Farmaceutici BONISCONTRO e GAZZONE s.r.l. - Via Tiburtina 1004 - 00156 ROMA.
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VERAPTIN 80 mg compresse rivestite con film AIC: n.
033112018
VERAPTIN 120 mg compresse a rilascio prolungato AIC: n.
033112020
VERAPTIN 24P mg compresse a rilascio prolungato AIC: n.
033112032.
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9/12/99
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Dicembre 1999