Soluzione sterile di Metotressato in acqua per preparazioni
iniettabili.
- [Vedi Indice]
Il Metotrexato DBL Iniettabile è indicato
nel trattamento delle malattie neoplastiche, quali i neoplasmi
trofoblastici e le leucemie e nel controllo di gravi forme di
psoriasi non rispondenti ad altre forme di terapia.
Il Metotrexato DBL 5mg/2ml è inoltre indicato
nel trattamento dell’artrite reumatoide nell’adulto.
Il ricorso al Metotrexato DBL è consigliato nel caso
di risposta non favorevole o di intolleranza ai farmaci
convenzionali.
�
I pazienti che mostrano un ritardo nella fase di eliminazione
precoce del metotrexato hanno più probabilità di
sviluppare un’insufficienza renale oligurica irreversibile.
In aggiunta ad un’appropriata terapia con calcio
l-folinato, questi pazienti richiedono una continua idratazione
ed alcalinizzazione delle urine e un monitoraggio stretto dello
stato dei fluidi e degli elettroliti, fino a che i livelli
sierici di metotrexato non siano scesi sotto le 0,05 micromoli/l
e l’insufficienza renale non si sia risolta. Se necessario,
in questi pazienti può essere utile un’emodialisi
intermittente con un dializzatore ad alto flusso.
�
Adulti e bambini
Chemioterapia antineoplastica
Il Metotrexato DBL Iniettabile può essere
somministrato per via intramuscolare, endovenosa,
endoarteriosa o intratecale. Il dosaggio è legato
al peso corporeo del paziente o alla superficie corporea. Il
Metotrexato è stato impiegato con effetti positivi in una
vasta gamma di malattie neoplastiche, da solo o in associazione
con altri agenti citotossici.
Coriocarcinoma e altri tumori trofoblastici
Il Metotrexato DBL Iniettabile viene somministrato
per via intramuscolare in dosi di 15-30 mg al giorno per un ciclo
di 5 giorni. Tali cicli possono essere ripetuti per 3-5 volte, a
seconda delle esigenze, con dei periodi di pausa di una o
più settimane tra i diversi cicli, fino a che scompaiono
eventuali sintomi tossici manifesti. L’efficacia della
terapia può essere valutata con il dosaggio quantitativo
delle gonadotropine corioniche (HCG) nelle 24 ore. E’ utile
anche alternare il trattamento con solo metotrexato a trattamenti
con altri farmaci citotossici.
�
La mola idatiforme può precedere o seguire il
coriocarcinoma, il Metotrexato può essere utilizzato alle
stesse dosi nel trattamento sia della mola idatiforme che del
corionadenoma destruente.
�
Carcinoma del seno
L’abbinamento ciclico prolungato di
ciclofosfamide, metotrexato e fluorouracile ha fornito
buoni risultati se utilizzato come trattamento coadiuvante alla
mastectomia totale nel cancro primario del seno, con linfonodi
ascellari positivi.
Il metotrexato è stato somministrato per via
endovenosa, alla dose di 40mg/mq, il primo e l’ottavo
giorno.
Leucemia
La leucemia linfoblastica acuta è rara nei bambini ma
frequente negli adulti e questa forma di leucemia risponde
scarsamente alla chemioterapia. Generalmente il metotrexato non
viene utilizzato come farmaco selettivo al fine di indurre la
remissione della leucemia linfoblastica. E’ comunque
utilizzato il dosaggio di 3,3 mg/mq di metotrexato associato a
40-60mg/mq di prednisolone al giorno per 4-6 settimane. Al
raggiungimento della remissione, il metotrexato viene
somministrato per via intramuscolare con dose di mantenimento di
20-30 mg/mq, due volte alla settimana. Le somministrazioni
bisettimanali sembrano essere più efficaci delle
somministrazioni quotidiane. In alternativa, 2,5mg/kg del farmaco
possono essere somministrati per via endovenosa ogni 14
giorni.
Leucemia meningea
Alcuni pazienti affetti da leucemia sono soggetti ad invasioni
leucemiche del sistema nervoso centrale, motivo per cui si
consiglia di controllare il liquor in tutti i pazienti affetti da
leucemia. Il metotrexato supera con difficoltà la barriera
ematoencefalica. Per questo motivo, al fine di effettuare una
terapia appropriata, il farmaco dovrebbe essere somministrato per
via intratecale. Il metotrexato può essere introdotto in
un regime profilattico in tutti i casi di leucemia linfocitica.
Il metotrexato viene somministrato mediante iniezione intratecale
in dosi di 200-500 microgrammi/kg di peso corporeo, ad intervalli
di 2-5 giorni, generalmente fino a che il conteggio cellulare del
liquido cerebrospinale ritorni alla normalità.� A questo
punto si consiglia la somministrazione di una dose aggiuntiva. In
alternativa, il metotrexato 12mg/mq può essere
somministrato una volta alla settimana per 2 settimane ed in
seguito una volta al mese. Forti dosi del farmaco possono
provocare convulsioni e possono essere osservati effetti
collaterali negativi analoghi a quelli riscontrabili in seguito a
qualsiasi iniezione intratecale. Tali effetti hanno generalmente
carattere neurologico.
NOTA: Il Metotrexato DBL Iniettabile 1g/10ml e il
500mg/20ml sono generalmente sconsigliati per l’uso
intratecale.
Linfomi
In alcuni casi di linfoma di Burkitt, allo stadio 1-2, il
metotrexato ha prolungato le remissioni. La dose consigliata
è di 10-25mg/die, somministrati per 4-8 giorni. Allo
stadio 3, il metotrexato viene generalmente prescritto associato
con altri agenti antitumorali. Normalmente, il trattamento in
tutti gli stadi è costituito da diversi cicli di
somministrazione del farmaco intervallati da periodi di riposo di
7-10 giorni e i pazienti allo stadio 3 rispondono alla terapia
con metotrexato somministrato in dosi tra 0,625 e 2,5 mg/kg/die
più altri farmaci in associazione.
Il linfoma di Hodgkin risponde scarsamente al metotrexato come
pure alla maggior parte delle chemioterapie.
Micosi fungoide
La terapia a base di metotrexato sembra indurre remissioni
cliniche nel 50% dei casi trattati. Il dosaggio consigliato
corrisponde generalmente a 2,5-10mg di farmaco al giorno,
somministrato per settimane o mesi e deve essere regolato in base
alla risposta del paziente e allo screening ematologico. Il
metotrexato è stato anche somministrato per via
intramuscolare in dosi di 50mg una volta alla settimana o di 25
mg due volte alla settimana.
Chemioterapia della psoriasi
Casi di psoriasi grave non controllata, che non reagiscono
alla terapia tradizionale, hanno risposto a dosi settimanali
singole, intramuscolari o endovenose di 10-25mg, poi regolate in
base alla risposta del paziente. E’ consigliabile
somministrare al paziente una dose iniziale di prova, una
settimana prima dell’inizio della terapia, per rilevare
eventuali idiosincrasie. La dose consigliata è di 5-10mg
per via parenterale.
Il paziente deve essere informato in modo esauriente sui
rischi che il trattamento comporta e il medico deve prestare
particolare attenzione alla comparsa di tossicità epatica,
eseguendo dei test di funzionalità epatica prima di
iniziare la cura e ripetendoli poi ad intervalli di 2 o 4 mesi
durante la terapia. Quest’ultima deve avere lo scopo di
ridurre la dose al più basso livello possibile con periodi
di riposo il più lungo possibile. L’impiego del
metotrexato può consentire il ritorno alla terapia topica
tradizionale, che deve essere incoraggiata.
Adulti
Artrite reumatoide
Nel trattamento dell’artrite reumatoide la posologia
consigliata per via intramuscolare/orale è di 7,5 mg una
volta alla settimana o a dosi refratte di 2,5mg ogni 12 ore per
un totale di 3 dosi per ciclo settimanale. La dose cumulativa
settimanale non deve eccedere comunque i 20mg. La posologia
può essere gradualmente ridotta in caso di risposta
favorevole alla dose minima efficace.
�
Ipersensibilità nota ai componenti del prodotto o
sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.
Insufficienza renale o epatica. Discrasie ematiche precedenti,
quali ipoplasie del midollo osseo, leucopenia, trombocitopenia o
anemia.
Gravidanza accertata o presunta. Allattamento. Il farmaco non
deve essere somministrato durante la gravidanza. Il suo uso
può causare gravi malformazioni congenite nel nascituro.
Per il rischio di gravi reazioni collaterali negli infanti
allattati al seno, il prodotto non va somministrato durante
l’allattamento.
�
Il� metotrexato, somministrato contemporaneamente alla
radioterapia, può aumentare il rischio di necrosi dei
tessuti molli e di osteonecrosi.
La maggior parte delle reazioni avverse sono reversibili se
diagnosticate per tempo. Quando si verificano tali reazioni
occorre ridurre la dose o interrompere il farmaco ed
intraprendere delle cure appropriate.
Se necessario, tali cure possono comprendere l’uso del
calcio l-folinato e/o l’emodialisi intermittente con un
dializzatore ad alto flusso.
�
Avvertenze
Il Metotrexato deve essere utilizzato soltanto da medici
esperti nella chemioterapia antimetabolica. Data la
possibilità di reazioni tossiche fatali o gravi, il
paziente deve essere informato in modo esauriente dal medico
riguardo ai rischi e rimanere sotto il suo costante
controllo.
Sono stati riportati casi di morte dopo l’uso del
Metotrexato nel trattamento della psoriasi.
Nel trattamento della psoriasi, il Metotrexato deve essere
limitato alle sole forme gravi ricalcitranti non rispondenti alla
terapia tradizionale e solo dopo diagnosi accertata con biopsia
e/o consultazione dermatologica specialistica.
Il Metotrexato può causare marcata depressione del
midollo osseo, anemia, leucopenia, trombocitopenia ed
emorragia.
Il Metotrexato può essere epatotossico, soprattutto ad
alti dosaggi o in caso di terapia prolungata. Sono stati
riportati casi di� atrofia epatica, necrosi, cirrosi,
degenerazione grassa e fibrosi periportale. Dal momento che
questi effetti secondari possono verificarsi senza segni
premonitori di tossicità� gastrointestinale� o ematica,
è imperativo� controllare la funzionalità epatica
del paziente prima di iniziare il trattamento con successivi
controlli regolari durante la terapia stessa. Occorre prestare
particolare attenzione in caso di presenza� di danni epatici
preesistenti o di disfunzioni epatiche. L’impiego
concomitante di altri farmaci potenzialmente epatotossici (alcool
compreso) deve essere evitato.
Il Metotrexato� ha causato morte del feto e/o anomalie
congenite.� Pertanto, il suo impiego è sconsigliato in
donne che potrebbero restare gravide a meno che esistano prove
mediche adeguate attestanti la possibilità di prevedere
che i benefici superino i rischi. Il Metotrexato non va
utilizzato nelle donne incinte affette da psoriasi.
Il Metotrexato è da considerarsi controindicato, in
linea di massima, in pazienti con ridotta funzionalità
renale.
Diarrea e stomatite ulcerativa sono effetti tossici frequenti
e richiedono l’interruzione della terapia; in caso
contrario, potranno sorgere� enterite emorragica e/o decesso� per
perforazione intestinale.
Il Metotrexato intacca la gametogenesi e può condurre
ad una diminuzione della fertilità,� ritenuta reversibile
in seguito alla� sospensione della terapia. Durante il periodo di
somministrazione del Metotrexato e per almeno i 6 mesi successivi
occorre evitare� il concepimento. Sia il paziente che il partner
devono essere avvertiti di questo effetto.
Il Metotrexato esercita un’attività�
immunodepressiva e le risposte immunologiche alla vaccinazione
concomitante possono risultare diminuite. L’effetto
immunodepressivo del Metotrexato deve essere preso in
considerazione� laddove le risposte immunologiche del paziente
siano importanti o essenziali.
I pazienti con versamenti pleurici o ascitici vanno drenati se
necessario prima del trattamento oppure questo deve essere
interrotto.
Sono stati registrati gravi reazioni collaterali e/o decesso
in� pazienti trattati con alcuni anti-infiammatori non steroidei
e Metotrexato (solitamente somministrato ad alte dosi).
Raramente è stata segnalata una pancitopenia
megaloblastica acuta dopo trattamento concomitante con
antagonisti dei folati come il trimetoprim/sulfametossazolo.
�
Precauzioni
Prima di iniziare o ripristinare, dopo un periodo di riposo,
il trattamento con Metotrexato, bisogna valutare attentamente la
funzionalità renale, epatica ed ematica.
�
I pazienti sottoposti a terapia devono essere costantemente
controllati, in modo da rilevare e valutare il più
rapidamente possibile eventuali segni o sintomi di possibili
effetti tossici o reazioni negative.
Prima di impiegare il Metotrexato in chemioterapia, e
periodicamente durante il trattamento, occorre effettuare analisi
ematologiche, in quanto il farmaco può causare grave
depressione dei tessuti emopoietici. Tale fenomeno può
comparire improvvisamente, anche con un dosaggio del farmaco
apparentemente sicuro, e l’eventuale crollo nel conteggio
globulare induce a sospendere immediatamente la somministrazione
e ad adottare una terapia adeguata. Il Metotrexato deve essere utilizzato con
precauzione, o non utilizzato affatto, nei pazienti con
precedenti episodi di aplasia del midollo osseo, leucopenia,
trombocitopenia o anemia. Il Metotrexato viene escreto
principalmente dai reni e il suo impiego in presenza di
disfunzioni renali può condurre ad un accumulo� di
quantità tossiche del farmaco o persino ad
un’ulteriore compromissione renale. Prima o durante la
terapia occorre stabilire la condizione renale del paziente e
prestare la dovuta attenzione all’eventuale comparsa di una
disfunzione renale significativa. Il dosaggio del farmaco deve
essere ridotto o interrotto fino al miglioramento o al ripristino
della funzione renale.
I test di laboratorio qui di seguito indicati sono
generalmente consigliati come parte della valutazione clinica
essenziale e del monitoraggio adeguato dei pazienti sottoposti o
da sottoporre a terapia: emocromocitometrico completo, analisi
delle urine, test di funzionalità renale ed epatica.
Si consiglia inoltre una schermografia, allo scopo di rilevare
eventuali disfunzioni organiche o menomazioni del sistema. I test
devono essere eseguiti prima della terapia, durante la terapia ed
alla fine della terapia stessa.
Può essere utile e/o importante eseguire una biopsia
epatica o analisi del midollo osseo in caso di impiego di dosi
elevate o di terapia a lungo termine.
Il Metotrexato deve essere utilizzato con estrema cautela in
presenza di infezioni, ulcere peptiche, coliti ulcerose,
debilitazione e in soggetti molto giovani o anziani.
Se durante la terapia si manifesta una leucopenia grave si
consiglia di sospendere l’uso del farmaco ed iniziare una
terapia a base di antibiotici per prevenire una eventuale
infezione batterica.
Nel caso di grave depressione del midollo osseo possono
rendersi necessarie trasfusioni di sangue o piastrine.
Avendo il Metotrexato un’attività
immunosoppressiva, è da valutare l’uso del farmaco
laddove è importante o essenziale ottenere una risposta
immune nel paziente.
In tutti i casi in cui si usa il Metotrexato, il medico deve
valutare la necessità e l’utilità
dell’utilizzo del farmaco rispetto ai suoi effetti tossici
o reazioni collaterali, la maggior parte dei quali sono
reversibili se identificati precocemente. Il farmaco va ridotto o
interrotto e va istituita un’adeguata terapia correttiva al
manifestarsi delle prime reazioni avverse. La� terapia con
Metotrexato va ripristinata con cautela, prestando particolare
attenzione alla necessità di continuare il trattamento
interrompendolo al rimanifestarsi dei primi segni di
tossicità.
Il prodotto quando iniettato per via intratecale viene
trasportato nel sistema cardiovascolare e può dar luogo a
tossicità sistemica. La tossicità sistemica del
metotrexato può anche aumentare nei pazienti con
disfunzioni renali, ascite o con altri versamenti per un
prolungamento dell’emivita nel siero.
L’utilizzo di alte dosi può causare la
precipitazione del Metotrexato o dei suoi metaboliti nei tubuli renali. Come misura preventiva si raccomanda di bere
molto e alcalinizzare le urine su pH 6,5-7,0 somministrando
bicarbonato di sodio per via orale o endovenosa (5 compresse da
625mg ogni tre ore) o acetazolamide (500mg per via orale 4 volte
al dì).
Il prodotto, come la maggior parte dei farmaci antitumorali
ed immunosoppressori, ha dimostrato di possedere proprietà
cancerogena negli animali in particolari condizioni
sperimentali.
�
Il potenziale aumento di epatotossicità legato alla
somministrazione contemporanea del metotrexato con altri agenti
epatotossici non è stato valutato. In tali casi, comunque,
è stata riportata epatotossicità. Pertanto pazienti
che ricevono metotrexato con altri farmaci potenzialmente
epatotossici (p. es. leflunomide, azatioprina, retinoidi,
sulfasalazina) devono essere monitorati accuratamente per un
possibile aumentato rischio di epatotossicità.
�
Il Metotrexato, dopo assorbimento, si lega in parte
all’albumina sierica e la sua tossicità può
aumentare in caso di somministrazione di farmaci quali
salicilici, sulfamidici, difenilidantoina e alcuni
antibatterici come tetraciclina, cloramfenicolo e acido
para-aminobenzoico. Questi farmaci in particolare i salicilati e
i sulfamidici, siano essi antibatterici, ipoglicemizzanti o
diuretici, non dovrebbero essere somministrati in concomitanza
finchè non venga stabilita l’importanza ed il
significato di questi dati clinici.
I preparati vitaminici contenenti acido folico o i suoi
derivati possono alterare la risposta al metotressato fino alla
sua completa neutralizzazione.
Prestare attenzione al trattamento concomitante di Metotrexato
e� farmaci antiinfiammatori non steroidei e salicilati. Questi
farmaci hanno causato in alcuni modelli sperimentali una ridotta
secrezione tubulare del Metotrexato e quindi una sua maggiore
tossicità. Anche il probenecid diminuisce il trasporto
renale tubulare del Metotrexato e quindi il trattamento
concomitante richiede un attento controllo.
Il Metotrexato va usato con cautela nei pazienti in
trattamento con farmaci con potenziale effetto antifolico.
�
Il Metotrexato somministrato nella donna incinta,
specialmente nei primi tre mesi di gravidanza ha provocato la
morte del feto e/o anomalie congenite. Il� Metotrexato è
controindicato per il trattamento della psoriasi o
dell’artrite reumatoide nella donna incinta. Il prodotto
non è raccomandato nella donna incinta a meno che non ci
siano appropriate evidenze mediche che indichino che i benefici
della terapia siano superiori ai rischi considerati. La terapia
con Metotrexato nella donna va intrapresa solo dopo inizio del
ciclo mestruale e vanno prese adatte misure� nell’uomo o
nella donna per evitare il concepimento durante e nelle 12
settimane successive all’interruzione della terapia con
Metotrexato.
Sia l’uomo che la donna in trattamento con Metotrexato
vanno informati del rischio� potenziale sulla riproduzione.
Durante il trattamento con Metotrexato le donne in età
fertile devono essere informate del rischio potenziale sul feto
qualora restino incinte.
E’ stato riportato nei pazienti in trattamento con
Metotrexato� una difettosa oogenesi o spermatogenesi,
oligospermia transitoria, disfunzioni mestruali e
infertilità.
Il Metotrexato si distribuisce nel latte materno, è
consigliabile interrompere l’allattamento durante il
trattamento per� i seri rischi di reazioni collaterali a cui il�
bambino può andare incontro.
�
Non pertinente.
�
Raramente possono comparire erosioni dolorose delle placche
psoriasiche, necrosi dei tessuti molli e osteonecrosi.
Molto raramente sono stati segnalati pericardite, polmonite
interstiziale e leucoencefalopatia.
�
Gli effetti collaterali più comuni includono stomatite
ulcerativa, leucopenia, nausea e disturbi addominali; meno
frequenti risultano sensazioni di malessere e di eccessivo
affaticamento, brividi di freddo e febbre, vertigini, minore
resistenza alle infezioni. Gravità ed incidenza degli
effetti collaterali sono generalmente connessi al dosaggio.
Sono stati riportati i seguenti� effetti collaterali:
Cute: rash cutaneo, prurito, orticaria,
fotosensibilità, depigmentazione, alopecia, ecchimosi,
telangectasia, acne, fornuncolosi. Le lesioni da psoriasi possono
essere aggravate dall’esposizione concomitante alle
radiazioni ultraviolette;
Sangue: depressione del midollo osseo, leucopenia,
trombocitopenia, anemia, ipogammaglobulinemia, emorragia a varia
localizzazione, setticemia;
Apparato digerente: gengivite, faringite, stomatite,
anoressia, vomito, diarrea, ematemesi, melena, ulcera ed
emorragia gastrointestinale, enterite, tossicità epatica
risultante in atrofia acuta del fegato, necrosi, degenerazione
grassa, fibrosi periportale o cirrosi epatica;
Apparato urogenitale: insufficienza renale,
iperazotemia, cistite, ematuria, alterazioni nell’ovogenesi
e spermatogenesi, oligospermia transitoria, disturbi mestruali,
sterilità, aborto, grave nefropatia, malformazioni
fetali;
SNC: cefalea, sonnolenza, visione offuscata. Afasia,
emiparesi, paresi e convulsioni, se riscontrate, sono di solito
correlate a emorragia o complicanze da cateterismo
endorterioso. Dopo somministrazione intratecale sono state
riscontrate convulsioni, paresi sindrome di Guillan-Barrè
e aumentata pressione del liquido cerebrospinale.
Sono state riferite altre reazioni connesse o attribuite
all’uso del Metotrexato: polmonite, alterazioni
metaboliche, diabete aggravato, effetti osteoporotici, atipie
citologiche a carico delle cellule di vari tessuti e perfino
improvviso exitus.
Il paziente deve comunicare al proprio medico curante
qualsiasi effetto indesiderato non descritto in questo foglio
illustrativo.
�
In caso di massiccio sovradosaggio, potrebbero essere
necessarie l’idratazione e l’alcalinizzazione delle
urine per prevenire la precipitazione del metotrexato e/o dei
suoi metaboliti a livello dei tubuli renali.
Generalmente, né l’emodialisi né la
dialisi peritoneale hanno dimostrato di poter migliorare
l’eliminazione del metotrexato.
Tuttavia, una clearance efficace del metotrexato è
stata riportata con l’uso dell’emodialisi
intermittente con un dializzatore ad alto flusso.
Il folinato di calcio è un potente agente in grado di
neutralizzare gli effetti tossici immediati del metotrexato sul
sistema ematopoietico. In caso di somministrazione di forti dosi
o di dosi eccessive, il folinato di calcio può essere
iniettato mediante infusione endovenosa in dosi massime di 75mg
in 12 ore, seguita da 12 mg, per via intramuscolare, ogni 6 ore
per 4 volte. Nel caso invece di dosi medie di metrotrexato che
sembrino avere un effetto negativo, è possibile
somministrare per via intramuscolare 6-12mg di folinato di calcio
ogni 6 ore, per 4 volte. In generale, quando si sospetta un
sovradosaggio, la quantità di calcio folinato dovrà
essere uguale o maggiore della dose di metotrexato somministrata
e dovrà essere iniettata il più presto possibile,
preferibilmente entro la prima ora e comunque entro 4 ore,
altrimenti non potrà più esercitare la propria
efficacia.
Il calcio folinato non è raccomandato come agente
terapeutico da somministrare contemporaneamente e per la stessa
via, poiché l’effetto del Metotrexato potrebbe
essere completamente neutralizzato: qualora si manifestassero
sintomi di tossicità l’uso del Metotrexato
dovrà essere sospeso fino alla loro scomparsa.
�
Il Metotrexato è un’ antimetabolita che agisce
principalmente inibendo competitivamente la
diidrofolicoreduttasi.
Durante il processo di sintesi del DNA e la moltiplicazione
cellulare, questo enzima deve trasformare l’acido folico in
acido tetraidrofolico e l’inibizione esercitata dal
metotrexato interferisce con la riproduzione delle cellule dei
tessuti. I tessuti che proliferano attivamente, quali ad esempio
le cellule maligne, sono generalmente più sensibili
all’effetto esercitato dal metotrexato che inibisce anche
la sintesi degli anticorpi.
Il metotrexato presenta anche un’attività
immunosoppressiva, in parte forse quale risultato
dell’inibizione della moltiplicazione linfocitaria. Il
meccanismo di azione del metotrexato nel trattamento
dell’artrite reumatoide non è noto, anche se sono
stati proposti meccanismi immunosoppressivi e/o effetti
anti-infiammatori.
�
In dosi di 0,1mg/kg, il metotrexato viene totalmente assorbito
dal tratto GI mentre dosi orali più massicce possono
essere assorbite in modo incompleto. Dopo somministrazione
endovenosa o intramuscolare le massime concentrazioni plasmatiche
si raggiungono tra 30 minuti e 2 ore, mentre dopo
somministrazione orale si raggiungono tra 1 e 4 ore.
Concentrazioni plasmatiche equivalenti a quelle ottenute per via
endovenosa si ottengono con la via endoarteriosa. In seguito a
somministrazione orale le concentrazioni sono leggermente
inferiori a quelle raggiunte per via endovenosa.
Il metotrexato viene trasportato attivamente attraverso le
membrane cellulari. Il farmaco viene distribuito rapidamente nei
tessuti del corpo, con massime concentrazioni a livello dei reni,
cistifellea, milza, fegato e cute. Il metotrexato viene
trattenuto dai reni per diverse settimane e dal fegato per mesi.
Dosi giornaliere ripetute possono condurre ad alte concentrazioni
nel plasma e all’accumulo di metotrexato nei tessuti. Il
metotrexato supera la barriera placentare e si distribuisce nel
latte materno. Il 50% circa del farmaco è legato alle
proteine plasmatiche.
In uno studio, il metotrexato, dopo somministrazione
endovenosa ha dimostrato un’emivita di 2-4 ore, stessa
emivita si ha dopo somministrazione per os di una dose pari a
0,06mg/kg o superiore, ma l’emivita sale a 8-10 ore se la
dose orale è pari a 0,037mg/kg. Il metotrexato non sembra
essere significativamente metabolizzato. Esso viene escreto
principalmente dai reni attraverso la filtrazione glomerulare e
il trasporto attivo. Piccole quantità del farmaco vengono
eliminate con le feci, probabilmente attraverso la bile. Il
metotrexato presenta una cinetica di eliminazione bifasica.
L’escrezione del metotrexato non è uniforme e
l’accumulo avviene più rapidamente in pazienti
affetti da disfunzione renale. Inoltre, la somministrazione
contemporanea di altri acidi organici deboli, quali i salicilati,
può inibire l’eliminazione del metotrexato.
�
Il prodotto, come la maggior parte dei farmaci antitumorali ed
immunosoppressori, ha dimostrato di possedere proprietà
cancerogena negli animali in particolari condizioni
sperimentali.
�
Sodio cloruro(*) - Sodio idrossido - Acqua per preparazioni
iniettabili q.b.
�
(*) – Assente nella presentazione Metotrexato
DBL Iniettabile 1g/10ml
�
Si ha una immediata precipitazione o opalescenza se si associa
il Metotrexato con� alcune concentrazioni di Droperidolo, Eparina
sodica, Metoclopramide HCl, Ranitidina HCl in siringa.
�
24 mesi per le confezioni:� 5 flaconi da��
(Onco-Tain)����� 5mg/� 2ml
5 flaconi da�� (Onco-Tain)��� 50mg/ 2ml
5 flaconi da��
(Onco-Tain)� 100mg/� 4ml
1 flacone da��� (Onco-Tain) 500mg/20ml
30 mesi per la confezione: 1 flacone� da��
(Onco-Tain)����� 1g/ 10ml
�
Conservare al di sotto dei 25°C� al riparo dalla luce. Non
congelare.
Il Metotrexato DBL Iniettabile è stabile
per 24 ore a 2-8°C se diluito con le seguenti soluzioni:
Soluzione fisiologica iniettabile, Glucosio preparazione
iniettabile, Sodio cloruro e glucosio preparazione
iniettabile.
ATTENZIONE: Il prodotto non contiene conservanti. Dopo
l’uso va gettato anche se utilizzato solo parzialmente.
�
Flacone (Onco-Tain) di vetro chiaro tipo I costituito da
un rivestimento esterno di plastica termoretraibile
anti-spandimento in caso di rottura del flacone, con chiusura in
materiale elastomero, sigillo di alluminio con cappuccio di
plastica “flip-off”.
Scatola contenente 5 flaconi (Onco-Tain) da������� 5mg/�
2ml
Scatola contenente 5 flaconi (Onco-Tain) da����� 50mg/
2ml
Scatola contenente 5 flaconi (Onco-Tain) da�� 100mg/�
4ml
Scatola contenente 1 flacone (Onco-Tain) da�
500mg/20ml
Scatola contenente 1 flacone (Onco-Tain) da������� 1g/
10ml
�
Il metotressato deve essere preparato per la somministrazione
soltanto da professionisti che siano stati addestrati al suo uso.
Il personale che esegue tali operazioni deve essere adeguatamente
protetto da vestiti, guanti e schermo per gli occhi. Si consiglia
al personale in stato interessante di non manipolare agenti
chemioterapici. In caso di contatto con la pelle o con gli occhi,
la zona interessata deve essere lavata abbondantemente con acqua
o con una normale soluzione salina. Per curare la momentanea
irritazione della pelle è possibile utilizzare una crema
blanda. In caso di contatto con gli occhi, si consiglia di
consultare il medico.
�
Faulding Farmaceutici srl
Via Fiorelli, 12 – 80121 Napoli
�
AIC n. 028493017 - 5 flaconi��� (Onco-Tain)� 5mg/�
2ml
AIC n. 028493029 – 5 flaconi� (Onco-Tain) 50mg/�
2ml
AIC n. 028493031 - 5 flaconi (Onco-Tain) 100mg/�
4ml
AIC n. 028493043 - 1 flacone (Onco-Tain) 500mg/20ml
AIC n. 028493056 – 1 flacone���� (Onco-Tain)�
1g/10ml
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Dicembre 1998
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Dicembre 2000
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