CELESTONE CRONODOSE
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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacit� di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
05.1 Propriet� farmacodinamiche
05.2 Propriet� farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilit�
06.3 Periodo di validit�
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO
10.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
11.0 TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90
12.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -[Vedi Indice].

CELESTONE CRONODOSE

02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - [Vedi Indice].

Una fiala da 1 ml contiene: Betametasone acetato 3 mg; Betametasone fosfato disodico 3,945 mg (pari a mg 3 di Betametasone).

03.0 FORMA FARMACEUTICA - [Vedi Indice].

Preparazione iniettabile.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - [Vedi Indice].

04.1 Indicazioni terapeutiche - [Vedi Indice].

CELESTONE CRONODOSE � indicato nella terapia di malattie gravi o moderate, nelle malattie acute e croniche autolimitantisi sensibili alla terapia corticosteroidea sistemica ed � particolarmente utile nei pazienti in cui non � attuabile la somministrazione dei corticosteroidi per via orale. La terapia corticosteroidea va intesa come un complemento e non per la sostituzione delle terapie convenzionali. Malattie indicative sono: Malattie reumatiche: - artrite reumatoide; - osteoartrite post-traumatica; - artrite psoriasica; - sinovite osteoartritica; - artrite gottosa acuta; - borsite acuta e subacuta; - malattia reumatica; - fibrosite; - epicondilite; - tenosinovite acuta non specifica; - miosite; - tendinite; - sciatica; - lombaggine; - coccigodinia; - torcicollo; - tumori cistici di tendini e aponeurosi. Malattie del collageno - lupus eritematoso sistemico, dermatomiosite. Stati allergici controllo di gravi malattie invalidanti, resistenti ai trattamenti convenzionali, come rinite allergica stagionale o perenne, polipi nasali, asma bronchiale (compreso lo stato asmatico), dermatite da contatto, dermatite atopica, ipersensibilit� a farmaci, malattia da siero, edema laringeo acuto non infettivo (angioedema). Malattie dermatologiche - lesioni infiltrate, ipertrofiche, localizzate, di lichen planus, placche psoriasiche, granuloma anulare e lichen simplex chronicus (neurodermatite); lupus eritematoso discoide; ne crobiosi lipoidica dei diabetici; alopecia areata. Malattia del piede borsiti sotto tilomi; borsite anteriore e posteriore del tendine di Achille, borsite su alluce valgo e su V dito varo; cisti sinoviali; tenosinoviti; periostite del cuboide; artrite gottosa acuta; metatarsalgia. Prevenzione della malattia delle membrane ialine - prima della 32� settimana di gestazione. Malattie neoplastiche: - trattamento palliativo di leucemia e linfomi negli adulti; - leucemia acuta nell'infanzia. Stati edematosi: per indurre la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrosica, senza uremia, di tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso. Varie: - meningite tubercolare con blocco o minaccia di blocco subaracnoideo, in associazione ad appropriata chemioterapia specifica; - trichinosi con coinvolgimento neurologico o miocardico.

04.2 Posologia e modo di somministrazione - [Vedi Indice].

Il dosaggio necessario � variabile e deve essere personalizzato in base al tipo e gravit� della malattia e alla risposta del paziente. Somministrazione sistemica Le malattie che richiedono effetti sistemici dei corticosteroidi possono essere prontamente controllate con la somministrazione IM di CELESTONE CRONODOSE.
La sua azione, rapida e prolungata, lo rende adatto per iniziare la terapia di malattie acute in cui il controllo dell'infiammazione va ottenuto rapidamente e poi mantenuto. L'azione di deposito del farmaco aiuta a prevenire le riaccensioni dovute a irregolare mantenimento degli effetti corticosteroidei. Nella maggior parte dei casi il trattamento si inizia con la iniezione IM di 1 ml di CELESTONE CRONODOSE, che va poi ripetuta settimanalmente, o pi� spesso se necessario.
Nelle malattie meno gravi basta in genere un dosaggio inferiore.
Nelle malattie gravi, come lo stato asmatico e il lupus eritematoso sistemico, � necessario iniziare con 2 ml. La posologia va mantenuta o eventualmente adeguata, fino a ottenimento di una risposta soddisfacente.
Se questa non si ha dopo un ragionevole lasso di tempo, il trattamento con CELESTONE CRONODOSE va interrotto e sostituito con altra appropriata terapia. Nella prevenzione della sindrome da distress respiratorio dei neonati prematuri, quando ritenuto necessario indurre il travaglio prima della 32^ settimana di gestazione o quando la nascita prematura prima della 32^ settimana diventa inevitabile a causa di complicazioni ostetriche, quando il feto presenta un basso rapporto lecitina/sfingo mielina (o riduzione del test di stabilit� della schiuma sul liquido amniotico), si raccomanda la iniezione IM di 2 ml di CELESTONE CRONODOSE (12 mg) almeno 24 ore prima dell'atteso momento del parto, una seconda iniezione (2 ml) va praticata dopo altre 24 ore se il parto non � ancora avvenuto. Somministrazione locale Nelle borsiti (sottodeltoidea, sottoacromiale e prerotulea) l'iniezione entro la borsa di 1 ml di CELESTONE CRONODOSE allevia il dolore e ripristina la completa mobilit� in poche ore.
Nella borsite acuta ricorrente e nelle riacutizzazioni delle borsiti croniche sono di solito necessarie alcune iniezioni a intervalli di 1.2 settimane.
Nella maggior parte dei casi di tendinite, miosite, fibrosite, tenosinovite, peritendinite e nelle malattie infiammatorie periarticolari si raccomandano 3.4 iniezioni locali di 1 ml di CELESTONE CRONODOSE ad intervalli di 1.2 settimane. Le iniezioni vanno praticate nelle guaine tendinee e non nei tendini; nelle flogosi periarticolari va infiltrata l'area dolente.
Nelle cisti delle capsule articolari 0,5 ml vanno iniettati direttamente nella cavit� cistica. Nell'artrite reumatoide e nell'osteoartrite si pu� ottenere la scomparsa di dolore, rigidit� e sensibilit� alla pressione entro 2.4 ore dall'iniezione intraarticolare.
Il dosaggio varia da 0,25 a 2 ml in rapporto alle dimensioni delle articolazioni da trattare: in quelle molto grandi (anca) � di 1.2 ml; nelle grandi (ginocchio, caviglia, spalla) di 1 ml; in quelle medie (gomito e polso) di 0,5.1 ml; nelle piccole articolazioni (mani, torace) di 0,25.0,5 ml.
Il sollievo dura solitamente da 1 a 4 o pi� settimane. Per praticare l'iniezione intraarticolare, con tecnica sterile si inserisce nella cavit� sinoviale un ago n.
29.24 su una siringa da aspirazione vuota e si aspirano alcune gocce di liquido sinoviale per accertarsi che l'ago sia in cavit�.
A questo punto si sostituisce la siringa con quella contenente CELESTONE CRONODOSE e si pratica l'iniezione. Per effettuare il trattamento intralesionale si iniettano 0,2 ml/cm2 di CELESTONE CRONODOSE nel derma (non iniettare nel sottocutaneo) con una siringa da tubercolina e un ago n.
25 lungo 1,27 cm.
Il farmaco deve essere distribuito nel derma uniformemente.
La quantit� complessivamente iniettata in varie sedi ogni settimana non dovrebbe superare 1 ml. CELESTONE CRONODOSE � efficace anche nelle malattie steroidosensibili del piede.
La borsite sotto un tiloma pu� essere controllata con due successive iniezioni di 0,25 ml.
In malattie come l'alluce valgo, o il quinto dito varo e l'artrite gottosa acuta, l'inizio del sollievo sintomatologico pu� essere rapido.
Per la maggior parte delle iniezioni nel piede � adatta una siringa da tubercolina con ago n.
25 lungo 1,9 cm, e si raccomandano dosi di 0,25.0,5 ml a intervalli di 3.7 giorni.
Nell'artrite gottosa acuta le dosi necessarie possono arrivare a 1 ml. Se lo si desidera, CELESTONE CRONODOSE pu� essere mescolato nella stessa siringa con 1.2% di lidocaina cloridrato, procaina cloridrato o altro anestetico locale dello stesso tipo, in formulazione non contenente parabeni (vanno evitati anestetici contenenti metilparaben, propilparaben, fenolo ecc.).
Si preleva dalla fiala la quantit� richiesta di CELESTONE CRONODOSE e poi si aspira nella siringa l'anestetico locale e si agita brevemente. - Quando si � ottenuta una risposta favorevole va stabilita una appropriata terapia di mantenimento, riducendo il dosaggio iniziale per piccoli decrementi ad appropriati intervalli fino a raggiungere il dosaggio minimo in grado di mantenere un'adeguata risposta terapeutica. - Le situazioni di stress non correlate con la malattia in trattamento possono richiedere un aumento del dosaggio di CELESTONE CRONODOSE. - La sospensione del farmaco dopo terapia a lungo termine va effettuata per riduzione graduale del dosaggio.

04.3 Controindicazioni - [Vedi Indice].

Non usare in caso di infezioni micotiche sistemiche, ipersensibilit� al betametasone o ad altri corticosteroidi o ad altri componenti della specialit�.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - [Vedi Indice].

L'uso di CELESTONE CRONODOSE deve essere effettuato con la pi� rigorosa asepsi.
CELESTONE CRONODOSE non � adatto per l'impiego endovenoso o sottocutaneo. CELESONE CRONODOSE contiene due esteri del betametasone uno dei quali, il fosfato disodico, scompare rapidamente dalla sede di iniezione.
Quando usa questo preparato, il medico deve tener presenti i potenziali effetti sistemici di questa porzione solubile del farmaco. L'iniezione intramuscolare dei corticosteroidi va effettuata profondamente nelle grandi masse muscolari, per evitare l'atrofia locale dei tessuti e va fatta con precauzione nei pazienti con porpora trombocitopenica idiopatica. La somministrazione intralesionale, intraarticolare e nei tessuti molli dei corticosteroidi pu� provocare effetti sia locali che sistemici. Prima della somministrazione intraarticolare di cortisonici � indispensabile un esame del liquido presente sulle articolazioni per escludere la presenza di fenomeni settici, per i quali va istituita appropriata terapia antibiotica.
Va evitata la iniezione locale in articolazioni precedentemente infette.
Uno spiccato aumento del dolore e del gonfiore locale, ulteriore limitazione dei movimenti articolari, febbre e malessere sono indicativi di artrite settica. I corticosteroidi non vanno iniettati in articolazioni instabili, zone infette e spazi intervertebrali.
Ripetute iniezioni in articolazioni osteoartritiche possono incrementare la distruzione articolare.
Va evitata l'iniezione di corticosteroidi direttamente nei tendini, poich� a distanza pu� derivarne una rottura tendinea. Dopo terapia corticosteroidea intraarticolare il paziente deve evitare un uso eccessivo dell'articolazione in cui ha ottenuto beneficio sintomatico. Poich� si sono verificati rari casi di reazione anafilattoide in pazienti trattati con corticosteroidi per via parenterale, prima della loro somministrazione vanno adottate appropriate precauzioni, specialmente nei pazienti con anamnesi di allergia a farmaci. Nelle terapie corticosteroidee a lungo termine va considerato il passaggio dalla via parenterale a quella orale, previa valutazione dei potenziali rischi e benefici. Un adeguamento del dosaggio pu� essere necessario in base alla risposta del singolo paziente alla terapia e nei casi di remissione o esacerbazione della malattia e di esposizione dei pazienti a stress fisici o emotivi, come gravi infezioni, chirurgia, traumi. Un monitoraggio del paziente pu� essere necessario fino ad un anno dopo la cessazione di terapia con corticosteroidi a lungo termine o ad alte dosi. Durante trattamento corticosteroideo pu� verificarsi ridotta resistenza alle infezioni, con insorgenza di nuove infezioni; i corticosteroidi possono mascherarne i segni e impedirne la localizzazione. L'uso prolungato di corticosteroidi pu� provocare cataratta subcapsulare posteriore (specialmente nei bambini), glaucoma con possibili danni al nervo ottico e pu� facilitare le infezioni oculari secondarie, da funghi e da virus.
Periodicamente va effettuato un esame oftalmologico, specialmente ai pazienti in terapia a lungo termine (oltre sei settimane). Dosi elevate e medie di corticosteroidi possono causare ipertensione arteriosa, ritenzione di acqua e sali ed aumentata escrezione di potassio.
Questi effetti hanno minor probabilit� di verificarsi con l'uso dei derivati sintetici, se non usati ad alte dosi. Possono esser necessari restrizione del sale nella dieta ed un supplemento di potassio.
Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione di calcio. Durante terapia corticosteroidea i pazienti non devono essere vaccinati contro il vaiolo e non vanno sottoposti ad altre procedure di immunizzazione, specialmente se in trattamento ad alte dosi, per il possibile rischio di complicazioni neurologiche e la mancanza di risposta anticorpale. Possono invece essere immunizzati i pazienti che ricevono corticosteroidi come terapia sostitutiva, ad es.
per morbo di Addison. I pazienti trattati con dosi di corticosteroidi immunosoppressive vanno avvertiti di evitare di esporsi a varicella e morbillo e, se esposti, di consultare il loro medico.
Questo � di particolare importanza per i bambini. La terapia corticosteroidea nella tubercolosi attiva va ristretta ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata ed effettuata in associazione ad appropriato trattamento antitubercolare. Pazienti con tubercolosi latente o reattivit� alla tubercolina che ricevano corticosteroidi devono essere sottoposti a stretta sorveglianza per la possibilit� di una riattivazione della malattia.
Nel caso di terapie prolungate devono ricevere chemioprofilassi e, nel caso si usi rifampicina, ne va considerato l'effetto stimolante della clearance di corticosteroidi, con possibile necessit� di un loro adeguamento posologico. L'impiego di corticosteroidi deve essere effettuato alla dose minima che permetta il controllo della malattia in trattamento; una riduzione del dosaggio, quando possibile, deve essere graduale. Uno stato di insufficienza surrenalica secondaria, indotta dai glucocorticoidi, pu� essere minimizzato con una riduzione graduale del loro dosaggio.
Questo tipo di insufficienza relativa pu� persistere per mesi dopo la cessazione della terapia e pertanto, in caso di stress durante questo periodo, il trattamento corticosteroideo va ripreso e pu� esserne necessario un aumento di dosaggio se � gi� in corso.
Poich� in tale situazione pu� essere compromessa anche la secrezione mineralcorticoide, vanno contemporaneamente somministrati sale e/o mineralcorticoidi. Nei pazienti con ipotiroidismo e in quelli con cirrosi epatica gli effetti dei corticosteroidi risultano aumentati. Nei pazienti con herpes simplex oculare si raccomanda un uso prudente dei corticosteroidi, per la possibilit� di perforazione corneale. Durante terapia corticosteroidea pu� manifestarsi confusione mentale e possono aggravarsi instabilit� emotiva e tendenze psicotiche preesistenti. I corticosteroidi vanno usati con cautela in caso di: colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione, di ascessi o di altre infezioni da piogeni; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera peptica attiva o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi e miastenia grave. Poich� le complicazioni della terapia glucocorticosteroidea sono dipendenti da dose, quantit� e durata del trattamento, questo va deciso per ciascun paziente, valutandone rischi e benefici. Poich� la somministrazione di corticosteroidi pu� alterare la crescita di neonati e bambini e inibirne la produzione di corticosteroidi endogeni, crescita e sviluppo di questi pazienti sottoposti a terapie prolungate vanno attentamente controllati. In alcuni pazienti i corticosteroidi possono alterare la motilit� e il numero degli spermatozoi.

04.5 Interazioni - [Vedi Indice].

Interazioni con farmaci L'uso contemporaneo di fenobarbital, fenitoina, rifampicina o efedrina pu� aumentare il metabolismo dei corticosteroidi e ridurne l'efficacia terapeutica. Pazienti trattati con un corticosteroide e un estrogeno vanno controllati per la possibilit� di un eccesso di effetti corticosteroidei. L'uso contemporaneo di corticosteroidi e diuretici che fanno eliminare potassio pu� incrementare l'ipokaliemia. L'uso concomitante di corticoidi e glucosidi cardiaci pu� aumentare la possibilit� di aritmie e la tossicit� digitalica associata ad ipokaliemia.
I corticosteroidi possono incrementare la deplezione potassica da amfotericina B.
In tutti i pazienti trattati con le suddette associazioni va controllato strettamente il livello degli elettroliti sierici ed in particolare quello del potassio, per un eventuale reintegro. L'uso di corticosteroidi in concomitanza con anticoagulanti cumarinici pu� aumentarne o diminuirne l'azione anticoagulante e richiederne un adeguamento posologico. Gli effetti associati di farmaci antinfiammatori non steroidei o di alcool e glucocorticoidi pu� portare all'aumento di frequenza o di gravit� di ulcere gastrointestinali. I corticosteroidi possono far abbassare le concentrazioni ematiche dei salicilici.
Nell'ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico va usato con prudenza in associazione a corticosteroidi. La somministrazione di corticosteroidi a pazienti diabetici pu� rendere necessario un adeguamento di dosaggio degli antidiabetici. In somministrazione concomitante, i corticosteroidi possono inibire la risposta alla somatotropina.
Durante la somministrazione di somatotropina vanno evitate dosi di betametasone superiori a 0.3 - 0.45 mg/m2/die. Interazioni con i test di laboratorio I corticosteroidi possono interferire con il test al nitroblu di tetrazolio per le infezioni batteriche e dar luogo a risultati falsamente negativi.

04.6 Gravidanza e allattamento - [Vedi Indice].

In mancanza di studi controllati condotti nel genere umano, il rischio di effetti dannosi a carico del feto a seguito di assunzione di corticosteroidi non pu� essere escluso.
Pertanto l�uso di CELESTONE durante la gravidanza � da riservarsi, a giudizio del medico, ai casi di assoluta necessit� dopo attenta valutazione dei potenziali rischi e benefici per la madre e per il feto. Le donne che hanno ricevuto terapia corticosteroidea durante la gravidanza devono essere attentamente controllate durante il travaglio ed il parto per eventuali segni di insufficienza surrenalica dovuta allo stress che accompagna la nascita di un bimbo. Poich� i corticosteroidi attraversano la barriera placentare, segni di iposurrenalismo vanno accuratamente ricercati nei neonati di madri che hanno ricevuto dosi significative di corticosteroidi durante la gravidanza.
I neonati di madri trattate con CELESTONE prima della loro nascita hanno presentato transitoria soppressione del somatormone fetale e presumibilmente degli ormoni ipofisari che regolano la produzione di corticosteroidi sia delle zone fetali che di quelle definitive delle ghiandole surrenali.
Tuttavia, la soppressione dell�idrocortisone fetale non ha interferito con la risposta dell�asse ipofisi-surrene allo stress dopo la nascita.
I neonati e i bambini piccoli vanno, inoltre, attentamente esaminati per la possibilit� di comparsa della rarissima cataratta congenita. I corticosteroidi non sono indicati per il trattamento della malattia delle membrane ialine dopo la nascita e non vanno usati per la sua profilassi nelle donne gravide con eclampsia, preeclampsia ed evidenza di danno placentare. I corticosteroidi compaiono nel latte delle donne che allattano.
Pertanto, a causa dei potenziali effetti indesiderati di CELESTONE nei bambini nutriti al seno, occorre decidere se evitare l�allattamento al seno o interrompere il trattamento col farmaco, in funzione dell�importanza che questo riveste per la madre. Nelle donne in et� fertile un�eventuale gravidanza deve essere sempre esclusa prima dell�inizio del trattamento e durante il trattamento stesso deve essere assicurata un�efficace copertura anticoncezionale.

04.7 Effetti sulla capacit� di guidare veicoli e sull'uso di macchine - [Vedi Indice].

Non � nota un'influenza diretta del farmaco sulla capacit� di guidare e di usare macchine che pu� tuttavia essere ridotta in rari casi di effetti indesiderati di tipo neurologico.

04.8 Effetti indesiderati - [Vedi Indice].

Gli effetti indesiderati di CELESTONE CRONODOSE sono gli stessi segnalati per altri corticosteroidi e sono correlati sia con il dosaggio che la durata della terapia e, di solito, possono essere risolti o minimizzati con la riduzione della posologia che � in genere preferibile alla sospensione del trattamento. Alterazioni dell'equilibrio idro-elettrolitico: ritenzione di sodio, perdita di potassio, alcalosi ipokaliemica; ritenzione di liquidi; insufficienza cardiaca nei pazienti suscettibili; ipertensione. Muscolo-scheletrici: debolezza muscolare, miopatia corticosteroidea, ipotrofia muscolare; peggioramento sintomatologico nella miastenia grave; osteoporosi; fratture della colonna vertebrale da compressione; necrosi asettica della testa del femore e dell'omero; fratture patologiche delle ossa lunghe; rottura di tendini; instabilit� articolare (dopo ripetute iniezioni intraarticolari). Gastrointestinali: ulcera peptica con possibilit� di perforazione e di emorragie; pancreatite; distensione addominale; esofagite ulcerativa. Dermatologici: difficolt� di guarigione delle ferite; atrofia cutanea con pelle assottigliata e fragile; petecchie ed ecchimosi; eritema facciale; iperidrosi; abolizione della reazione ai test cutanei; reazioni quali dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico. Neurologici: convulsioni; aumento della pressione intracranica con edema papillare (pseudotumor cerebri), di solito post-trattamento; vertigini; cefalea. Endocrini: irregolarit� mestruali; comparsa di uno stato cushingoide; arresto dello sviluppo intrauterino o della crescita infantile; incapacit� di risposta surrenalica e ipofisaria, particolarmente in occasione di stress come traumi, atti chirurgici o malattie; ridotta tolleranza ai carboidrati, evidenziazione di diabete mellito latente, aumentata necessit� di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei diabetici. Oftalmici: cataratta subcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare, glaucoma; esoftalmo. Metabolici: negativit� del bilancio azotato da ipercatabolismo proteico; lipomatosi, anche intestinale o epidurale con possibilit� di complicazioni neurologiche; aumento di peso. Psichiatrici: euforia, oscillazioni dell'umore; depressione grave fino a franche manifestazioni psicotiche; modificazioni della personalit�; irritabilit�; insonnia. Altri: reazioni anafilattoidi o di ipersensibilit� con ipotensione o reazioni a tipo di shock. Altri effetti indesiderati correlati con terapie corticosteroidee parenterali sono rari casi di cecit� associata a trattamenti intralesionali del viso o del capo, iper - o ipopigmentazione, atrofia della cute e del sottocutaneo, ascessi sterili, flogosi post-iniettiva (dopo uso intraarticolare) e artropatia Charcot-simile.

04.9 Sovradosaggio - [Vedi Indice].

Sintomi: il sovradosaggio acuto di glucocorticoidi, betametasone incluso, non comporta situazioni di pericolo di vita. Ad eccezione di dosaggi estremi, un sovradosaggio di corticosteroidi per pochi giorni non ha probabilit� di produrre risultati pericolosi in assenza di controindicazioni specifiche come diabete mellito, glaucoma o ulcera peptica attiva o di trattamento concomitante con farmaci tipo digitale, cumarinici, o diuretici che provocano deplezione di potassio. Trattamento: le complicazioni derivanti dagli effetti metabolici del corticosteroide o dagli effetti deleteri di malattie di fondo o concomitanti o risultanti da interazioni farmacologiche vanno trattate come appropriato.

05.0 PROPRIETA' FARMACOLOGICHE - [Vedi Indice].

05.1 Propriet� farmacodinamiche - [Vedi Indice].

Il betametasone � un analogo sintetico dei glucocorticoidi naturali. L'esatto meccanismo di azione dei corticosteroidi non � completamente chiarito.
A dosi farmacologiche i glucocorticoidi naturali e i loro analoghi sintetici, come il betametasone, si usano principalmente per l'effetto antinfiammatorio e/o immunodepressivo. Il betametasone possiede elevata attivit� glucocorticosteroidea.
Nel ratto il betametasone alcool ha presentato attivit� antinfiammatoria e timolitica rispettivamente 2,5 e 4 volte superiori a quelle del prednisolone. I glucocorticoidi come il betametasone causano svariati e intensi effetti metabolici e modificano la risposta immunitaria dell'organismo a diversi stimoli. L'attivit� diuretica del betametasone � risultata superiore a quella del prednisolone, in riferimento alla escrezione di acqua, sodio e potassio. Il betametasone non ha una significativa attivit� mineralcorticoide e pertanto non � adatto da solo al trattamento delle malattie con insufficienza surrenalica. Gli studi nell'uomo indicano che l'attivit� glucocorticosteroidea del betametasone � 10.15 volte maggiore di quella del prednisone.

05.2 Propriet� farmacocinetiche - [Vedi Indice].

Gli analoghi sintetici degli steroidi surrenalici, come il betametasone fosfato disodico, sono assorbiti dalla sede di iniezione e producono effetti terapeutici locali e sistemici, oltre ad altri effetti farmacologici.
CELESTONE CRONODOSE � costituito dall'associazione di un estere solubile e di uno poco solubile del betametasone.
Una pronta attivit� corticosteroidea � ottenuta col betametasone disodio fosfato che viene assorbito rapidamente dopo l'iniezione.
Nell'organismo il betametasone fosfato disodico viene rapidamente idrolizzato nella forma biologicamente attiva di betametasone alcool. Un'attivit� prolungata � fornita dal betametasone acetato che, essendo praticamente insolubile in acqua, forma un deposito nella sede di iniezione dove viene idrolizzato lentamente ed entra in circolo in un lasso di tempo prolungato. Con betametasone fosfato disodico marcato per iniezione IM, il picco ematico � stato raggiunto in 60 minuti.
L'escrezione del corticosteroide � risultata pressoch� completa nel primo giorno; pochissima radioattivit� � stata escreta nel secondo giorno. A dosi farmacologiche i corticosteroidi sia naturali come l'idrocortisone o sintetici come il betametasone e i suoi esteri sopprimono l'attivit� secretrice della corteccia surrenale, con un meccanismo di controregolazione (feed beck) negativa.
In base ai valori di idrocortisone plasmatico e di 17.idrossicorticosteroidi (17.OHCs) urinari, si � potuto stabilire che il betametasone per via orale ed il betametasone disodio fosfato per via parenterale hanno un'attivit� corticosteroidea pronta, con un'emivita biologica di 36.54 ore. Iniettato da solo, il betametasone disodio fosfato influenza la escrezione di 17.OHCs per non pi� di 3 giorni.
Iniettato intramuscolo in associazione a betametasone acetato ha provocato una depressione surrenalica della durata di 7.10 giorni, indicando che la deacetilazione del betametasone acetato � un processo lento. Come altri glucocorticoidi, il betametasone � metabolizzato nel fegato ed ha una struttura chimica abbastanza significativamente diversa da quelle dei corticosteroidi naturali da avere un diverso metabolismo.
L'emivita plasmatica del betametasone dopo somministrazione orale o parenterale � > 300 minuti, mentre quella dell'idrocortisone � di circa 90 minuti.
Nei pazienti con malattie epatiche la clearance del betametasone � risultata pi� lenta che nei soggetti normali.
Una clearance ritardata in pazienti con malattie epatiche � stata riferita anche per altri corticosteroidi. I valori biologicamente efficaci dei corticosteroidi sono pi� correlati alla quota non legata alle proteine che alla loro concentrazione plasmatica totale.
In uno studio sul legame del betametasone e dell'idrocortisone alle proteine plasmatiche, il betametasone � risultato legato in quantit� apprezzabile (mediamente del 62,5%).
Tuttavia l'idrocortisone, ai livelli plasmatici normali, era legato per l'89%.
Il betametasone si lega principalmente all'albumina e a concentrazioni 100 volte superiori a quelle dell'idrocortisone non ne modifica il legame alle proteine. Non � stata dimostrata una specifica correlazione fra concentrazioni plasmatiche di corticosteroidi ed effetto terapeutico, perch� gli effetti farmacodinamici dei corticosteroidi persistono in genere oltre la durata di valori plasmatici misurabili. La disponibilit� e la persistenza di betametasone fosfato e acetato in una cavit� articolare sono state confrontate determinando le rispettive clearance dal liquido sinoviale, a vari tempi dopo iniezione nell'articolazione del ginocchio di vitelli.
La clearance del betametasone disodio fosfato � risultata molto maggiore di quella dell'acetato.
Due ore dopo l'iniezione vi era una minima persistenza di fosfato nel liquido sinoviale, mentre era ancora presente una quantit� apprezzabile di acetato a distanza di 24 ore.
Ad esclusione delle terapie sostitutive, le dosi efficaci e sicure dei corticosteroidi sono state determinate essenzialmente con lavori clinici empirici.

05.3 Dati preclinici di sicurezza - [Vedi Indice].

Tossicit� acuta: dagli studi effettuati in topi, ratti e cani non sono emerse differenze significative fra le diverse specie. Nel ratto e nel topo la DL50 del betametasone fosfato disodico � risultata simile (circa 900 mg/kg) dopo somministrazione endovenosa, intramuscolare o intraperitoneale. Nel topo il farmaco � risultato meno tossico per via orale (DL50 = 1460 mg/kg).
Nei roditori la sintomatologia era costituita da ridotta attivit�, ptosi, polidipsia, poliuria e debolezza muscolare. Il cane � sopravvissuto a dosi equivalenti a 100 mg/kg di betametasone alcool.
Nella settimana successiva alla somministrazione erano presenti polidipsia, poliuria e distensione addominale. I cuccioli non hanno evidenziato effetti collaterali dopo iniezione singola E.V.
di 0,5 mg/kg. Mutagenesi, effetti sulla fertilit� : col betametasone non sono state effettuate prove di mutagenesi che per� sono risultate negative con prednisolone. Negli studi di tossicit� cronica nel cane, alte dosi di betametasone per os hanno impedito la comparsa ciclica dell'estro. Nei ratti accoppiati dopo somministrazione orale di betametasone si � osservata diminuzione della fertilit� sia nei maschi che nelle femmine. Gravidanza: il betametasone fosfato disodico si � dimostrato teratogeno nel ratto e nel coniglio per somministrazione parenterale di dosi pari o doppie di quelle umane.
La malformazione predominante era costituita da palatoschisi che � del resto un ben noto effetto dei corticosteroidi in numerose specie animali. Nel ratto e nel coniglio il betametasone fosfato disodico � risultato embriocida a dosi fra quattro e otto volte la dose umana.

06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - [Vedi Indice].

06.1 Eccipienti - [Vedi Indice].

Sodio fosfato bibasico anidro Sodio fosfato monobasico monoidrato Benzalconio cloruro Sodio edetato Acqua per preparazioni iniettabili.

06.2 Incompatibilit� - [Vedi Indice].

Non sono noti fenomeni di incompatibilit�.

06.3 Periodo di validit� - [Vedi Indice].

2 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - [Vedi Indice].

Nessuna.

06.5 Natura e contenuto della confezione - [Vedi Indice].

Fiala di vetro incolore riempita con 1 ml di sospensione.

06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - [Vedi Indice].

Agitare prima dell'uso. Iniettare profondamente nelle grandi masse muscolari, rispettando le procedure della pi� stretta asepsi.
Per le modalit� di somministrazione locale vedi istruzioni dettagliate alla voce 4.2.

07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - [Vedi Indice].

Schering-Plough S.p.A.
Via G.
Ripamonti, 89 20141 Milano

08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - [Vedi Indice].

3 fiale : AIC 019644057 1 fiala : AIC 019644044

09.0 REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO - [Vedi Indice].

Medicinale soggetto a prescrizione medica.

10.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - [Vedi Indice].

3 fiale: 03 Maggio 1968 1 fiala: 03 Maggio 1968

11.0 TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice].

Le sostanze non sono soggette al DPR 309/90.

12.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - [Vedi Indice].

Novembre 1996-

 

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Ultimo aggiornamento: 15/12/2008.
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