�Interazioni - [Vedi Indice]
Non sono stati condotti studi specifici nell'uomo sulle
interazioni del Rebif� (Interferone�beta-1a) con altri
farmaci.
E' noto che gli interferoni riducono l'attività degli
enzimi dipendenti dal citocromo epatico P450 nell'uomo e negli
animali. Occorre prestare attenzione quando si somministra Rebif
in associazione ad altri farmaci con stretto indice terapeutico e
in larga misura dipendenti per la loro eliminazione dal sistema
epatico del citocromo P450, quali antiepilettici ed alcune classi
di antidepressivi.
Non è stata studiata in maniera sistematica
l’interazione del Rebif con corticosteroidi o ACTH. Studi
clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono
essere trattati con Rebif e corticosteroidi o ACTH durante le
riacutizzazioni.
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Rebif non deve essere somministrato durante la gravidanza e
l’allattamento.
Non esistono studi con l'Interferone beta-1a in donne in
gravidanza. In studi sulle scimmie con altri interferoni ad alto
dosaggio sono stati osservati effetti abortivi (vedere 5.3 Dati
preclinici di sicurezza).
Le donne in età fertile in terapia con Rebif� devono
adottare opportune misure contraccettive. Le pazienti che abbiano
desiderio di avere figli e quelle che iniziano la gravidanza
devono essere informate sui rischi potenziali degli interferoni
sul feto e devono interrompere il trattamento con Rebif.
Non è noto se Rebif� venga escreto nel latte materno.
Tenuto conto del rischio di gravi effetti collaterali nei
lattanti, è necessario decidere se interrompere
l’allattamento o la terapia con Rebif.
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Effetti collaterali a livello del sistema nervoso centrale,
che, sebbene con frequenza ridotta, sono stati descritti in
associazione con l'uso dell'interferone beta, possono influenzare
le capacità di guida e l’uso di macchinari da parte
del paziente (vedere 4.8 Effetti indesiderati).
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L’effetto indesiderato più frequente associato
alla terapia con interferone è la sindrome influenzale. I
sintomi più comuni della sindrome influenzale sono: dolori
muscolari, febbre, dolori articolari, brividi, astenia, cefalea e
nausea. Generalmente i sintomi della sindrome influenzale sono di
lieve entità e sono più evidenti all’inizio
della terapia e diventano meno frequenti con la prosecuzione del
trattamento.
Possono manifestarsi reazioni nel sito dell’iniezione
generalmente di lieve entità e transitorie. In alcuni casi
si è riscontrata necrosi nel sito di iniezione. Comunque
in tutti i casi, la necrosi si è risolta
spontaneamente.
Altri effetti collaterali riportati con minore frequenza in
associazione alla somministrazione di interferone beta sono:
diarrea, anoressia, vomito, insonnia, vertigine, ansia, rash
cutaneo, perdita di capelli, vasodilatazione e palpitazioni.
Raramente la somministrazione di interferoni di tipo 1 ha
determinato la comparsa di gravi effetti collaterali a carico del
sistema nervoso centrale quali depressione, suicidio,
depersonalizzazione ed anche� crisi convulsive e aritmie.
Possono manifestarsi reazioni di ipersensibilità, quali
ad esempio angioedema e orticaria.
Un’aumentata produzione di autoanticorpi può
svilupparsi durante il trattamento con interferone beta.
Disfunzioni tiroidee, generalmente transitorie e lievi,
possono manifestarsi durante il primo anno di trattamento, in
particolare in pazienti con tiroiditi preesistenti (vedere 4.4�
Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
Sono state osservate alterazioni di analisi di laboratorio,
come leucopenia, linfopenia, trombocitopenia e livelli elevati di
AST, ALT, g-GT e fosfatasi alcalina. Queste alterazioni sono in
genere lievi, asintomatiche e reversibili. Raramente si sono
manifestate reazioni epatiche, quali epatiti,� con o senza ittero
(vedere 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni
d’impiego).In caso di gravi e persistenti effetti
indesiderati, a discrezione del medico, il dosaggio di Rebif�
può essere temporaneamente ridotto o sospeso.
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Non sono stati� riportati casi di sovradosaggio. In caso di
sovradosaggio si devono comunque ricoverare i pazienti in
ospedale per osservazione e deve essere adottata una opportuna
terapia di supporto.
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Categoria farmacoterapeutica: citochine, codice ATC: L03
AB.
Gli interferoni (IFNs) sono un gruppo di glicoproteine
endogene dotate di proprietà immunomodulatorie, antivirali
e antiproliferative.
Rebif� (Interferone beta-1a) possiede la stessa sequenza
aminoacidica dell'interferone beta naturale umano. Viene prodotto
in cellule di mammifero (cellule ovariche di criceto cinese) ed
è quindi glicosilato come la proteina naturale.
L'esatto meccanismo di azione del Rebif � nella sclerosi
multipla è ancora oggetto di studio.
La sicurezza e l’efficacia di Rebif� sono state valutate
in pazienti con sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente
a dosaggi compresi fra 11 e 44 microgrammi (3-12 milioni UI),
somministrati per via sottocutanea 3 volte a settimana. Ai
dosaggi autorizzati, è stato dimostrato che
Rebif�22�microgrammi riduce l’incidenza (circa il 30% in 2
anni) e la gravità delle riacutizzazioni. La percentuale
dei pazienti con progressione della disabilità, definita
come incremento di almeno un punto della scala EDSS confermato
dopo tre mesi, è stata ridotta dal 39% (placebo) al 30%
(Rebif�22�microgrammi). Nel corso di 4 anni, la riduzione del
livello di esacerbazioni si è ridotto in media del 22% in
pazienti trattati con Rebif 22 microgrammi e del 29% nei pazienti
trattati con Rebif�44 microgrammi rispetto ad un gruppo di
pazienti trattati con placebo per 2 anni e successivamente con
Rebif 22 o 44 microgrammi per 2 anni.
In uno studio della durata di 3 anni in pazienti con sclerosi
multipla secondaria progressiva, Rebif non ha mostrato effetti
significativi sulla progressione della disabilità, ma ha
ridotto la frequenza di esacerbazioni di circa il 30%. Se la
popolazione dei pazienti viene divisa in 2 sottogruppi (quelli
con e quelli senza esacerbazioni nei 2 anni precedenti
all’arruolamento nello studio) nel gruppo di pazienti senza
esacerbazioni non si osserva alcun effetto sulla
disabilità mentre nel gruppo di pazienti con
esacerbazioni, la percentuale di quelli che hanno mostrato una
progressione della disabilità alla fine dello studio
è risultata ridotta dal 70% (placebo) al 57% (Rebif 22
microgrammi e Rebif 44 microgrammi). Questi risultati, ottenuti
in un sottogruppo di pazienti in un’analisi a posteriori,
devono essere interpertati con cautela.
Rebif non è stato ancora studiato in pazienti con
sclerosi multipla primariamente progressiva, quindi non deve
essere utilizzato in questo gruppo di pazienti.
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Nei volontari sani, dopo somministrazione endovena,
l'Interferone beta-1a presenta un declino multi-esponenziale
rapido, con livelli sierici proporzionali alla dose
somministrata. L'emivita iniziale è dell'ordine di minuti
e quella terminale è di molte ore, per la possibile
presenza di un comparto profondo. Quando somministrato per via
sottocutanea o intramuscolare, i livelli sierici di interferone
beta rimangono bassi, ma sono ancora misurabili fino a 12 - 24
ore dopo la somministrazione. Ai fini dell’esposizione
dell’organismo all’interferone beta, le vie di
somministrazione sottocutanea e intramuscolare di Rebif sono
equivalenti. Dopo una� singola� dose di 60 microgrammi, la
massima concentrazione plasmatica, misurata con saggio
immunologico, è compresa tra 6 e 10 UI/ml,� raggiunta in
un tempo medio di� circa 3 ore dopo la somministrazione. Dopo la
somministrazione sottocutanea di dosi uguali ripetute ogni 48 ore
per 4 volte, si osserva un modesto fenomeno di accumulo (circa
2,5 x AUC).
Indipendentemente dalla via di somministrazione, evidenti
modificazioni della farmacodinamica sono associate alla
somministrazione di Rebif. Dopo una dose singola,
l'attività intracellulare e sierica della 2-5A sintetasi e
le concentrazioni sieriche di beta2-microglobulina e
neopterina aumentano entro 24�ore, e iniziano a diminuire entro i
2 giorni successivi. Le somministrazioni intramuscolare e
sottocutanea producono risposte del tutto sovrapponibili. Dopo
somministrazioni sottocutanee ripetute, ogni 48 ore per 4 volte,
queste risposte biologiche rimangono elevate, senza alcun segno
di sviluppo di fenomeni di tolleranza.
L'Interferone beta-1a viene prevalentemente metabolizzato ed
escreto dal fegato e dai reni.
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Rebif è stato testato in studi tossicologici di durata
fino a 6 mesi nelle scimmie e di 3 mesi nei ratti senza causare
segni manifesti di tossicità ad eccezione di una�
iperpiressia transitoria.
Rebif non ha mostrato un effetto mutagenico o clastogenico.
Non sono stati effettuati studi di carcinogenesi con Rebif.
E' stato condotto uno studio di tossicità embrio-fetale
nelle scimmie che ha mostrato l'assenza di effetti sulla
riproduzione. Sulla base di osservazioni con altri interferoni
alfa e beta non si può escludere un aumentato rischio di
aborto. Non sono attualmente disponibili informazioni sugli
effetti dell'Interferone beta-1a sulla fertilità
maschile.
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Mannitolo, albumina umana, sodio acetato, acido acetico,
idrossido di sodio, acqua per preparazioni iniettabili.
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Non pertinente.
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2 anni a temperatura compresa tra 2°C e 8°C (in
frigorifero).
Per il paziente: 30 giorni a temperatura non superiore ai
25°C.
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Conservare a temperatura compresa tra 2°C e 8°C (in
frigorifero) nel contenitore originale. Non congelare. Qualora,
temporaneamente, non fosse possibile la refrigerazione, Rebif
può essere conservato dal paziente a temperatura non
superiore ai 25°C per un massimo di 30 giorni ed essere
successivamente riposto nel frigorifero ed utilizzato prima della
data di scadenza.
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Rebif 22 microgrammi (Interferone beta-1a) è
disponibile in confezioni da 1, 3 o 12 dosi individuali di Rebif
22 microgrammi soluzione iniettabile (0,5 ml) in siringa di vetro
da 1 ml con ago in acciaio inossidabile.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano
commercializzate.
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La soluzione iniettabile in siringa pre-riempita è
pronta per l'uso. Il prodotto può anche essere
somministrato con un autoiniettore compatibile.
Il prodotto non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale
medicinale devono essere smaltiti in conformità ai
requisiti di legge locali.
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SERONO EUROPE LIMITED
56, Marsh Wall
Londra E14 9TP
Gran Bretagna
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EU/1/98/063/001
EU/1/98/063/002
EU/1/98/063/003
1 siringa preriempita – 034091013/E
3 siringhe preriempite – 034091025/E
12 siringhe preriempite – 034091037/E
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4 Maggio 1998
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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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17 Maggio 2002