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27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA

LE LEGGI RAZZIALI  (vedi testo integrale Estate-Autunno 1938 – anno XVI dell’Era Fascista)

    L’emanazione delle leggi razziali fu l’inizio di un  orrendo calvario per gli ebrei italiani e l’alleanza con la Germania nazista ed il precipitare degli eventi bellici fu determinante per il loro destino.

    Il regime nazista infatti teorizzava lo sterminio della razza ebrea su tutto il vecchio continente come soluzione ad ogni difficoltà economica e sociale, oltre all’idea delirante che la superiore razza ariana si sarebbe così purificata da contaminazioni di ebrei, slavi e zingari. Dalla teoria alla pratica il passo scellerato fu breve: nel 1938 entrarono in vigore le Leggi Razziali in Italia e poi, con lo scoppio della guerra, in ogni paese europeo occupato dagli eserciti nazifascisti. Tali leggi avevano dunque lo scopo di emarginare i cittadini di razza ebrea dalla vita pubblica, compresa l’espulsione dalle scuole di insegnanti ed alunni ebrei, l’espulsione dall’esercito e la cessazione delle attività commerciali.

In un secondo tempo si giunse anche all’espropriazione degli ebrei dalle loro case e la loro raccolta in zone chiuse delle città chiamate ghetti, anticamera dei campi di concentramento ancora in costruzione. 

Il campo di concentramento e sterminio si differenzia dal carcere comune o militare soprattutto per tre ragioni: 1) uomini, donne e bambini sono imprigionati senza un regolare processo; 2) il periodo di confinamento è indeterminato; 3) le autorità che gestiscono il campo di concentramento esercitano un potere arbitrario e illimitato.  Nel periodo fra il 1941 ed il 1945 l’Europa Centrale era disseminata di campi di sterminio, costruiti per portare a termine quella che i nazisti definirono la Soluzione Finale alla questione ebrea in Europa. I nomi tristemente famosi di Auschwitz-Birkenau, Bergen-Belsen, Mauthausen, Treblinka e Buchenwald sono solo alcuni degli oltre venti campi in cui fu compiuto l’eccidio di 6 milioni di ebrei (di cui 2 milioni di bambini) e 5 milioni di zingari, omosessuali, comunisti, slavi e altri individui considerati indesiderabili. Coloro che non venivano eliminati al momento stesso dell’arrivo nei campi o che rientravano in particolari categorie di internati erano costretti a estenuanti lavori forzati. Molti prigionieri vennero impiegati come cavie in sperimentazioni scientifiche e mediche.

 

  Le Leggi Razziali vanno a costituire un insieme di provvedimenti legislativi aventi in comune la presunta difesa della razza biologica prevalente in Italia ed in Europa, vale a dire la razza ariana. 

  Tali leggi contengono anche affermazioni di merito riguardo alla superiorità della razza ariana rispetto alle altre rappresentate come non pure e inferiori e cioè la razza ebraica, negra, slava e gli zingari.

  Tali atti legislativi seguono a pressioni in tal senso esercitate dall’alleato germanico, che solo un anno prima aveva promulgato le Leggi di Norimberga, di contenuto francamente persecutorio nei confronti della razza ebraica.

 

  Le Leggi Razziali sono numerose e riguardano pressoché tutti gli aspetti del viver civile, l’istruzione, i matrimoni, il lavoro, l’esercito, le attività commerciali. (vedi testo integrale)

  I principi generali a cui si ispirano sono tratti dalla seguente DICHIARAZIONE SULLA RAZZA:

  Il Gran Consiglio del Fascismo nel Luglio del ’38 stabilì:   


   a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
   b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
   c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
   d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell'Impero.

   e) è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
   f) è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
   g) è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica;
   h) non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all'infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI.

 

Ai cittadini italiani di razza ebraica fu fatto divieto assoluto di:

     a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
   b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone;
   c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
   d) prestare servizio militare in pace e in guerra. L'esercizio delle professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.

 

MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI RAZZISTI

  Il "Manifesto degli scienziati razzisti" venne pubblicato sul "Giornale d'Italia" il 14 luglio 1938 e sottoscritto da 180 scienziati del Regime. Secondo i diari di Bottai e di Ciano esso fu redatto, quasi completamente, da Mussolini. In sintesi questi sono i concetti espressi:

 

  • Le razze umane esistono.
  • Esistono grandi razze e piccole razze.
  • Il concetto di razza è concetto puramente biologico.
  • La popolazione dell'Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana.
  • È una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici.
  • Esiste ormai una pura "razza italiana".
  • È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti.
  • È necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall’altra.
  • Gli ebrei non appartengono alla razza italiana.
  • I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo.

 

Una Pagina nera per l’Italia, per l’Europa, per il mondo intero.

 

                                                      

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