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I mezzi

  1. La marina
  2. L'aviazione
  3. Gli eserciti
  4. Il porto artificiale Mulberrry

 

 

La marina

La più imponente flotta da guerra di tutti i tempi comparve, all’alba del D-Day, al largo delle coste normanne, composta da 284 navi da guerra maggiori:

A queste si aggiungevano oltre 4000 mezzi da sbarco, tra mezzi da sbarco d’assalto, mezzi da sbarco per fanteria, mezzi per veicoli corazzati ecc.

La marina tedesca non ebbe praticamente nulla da opporre ad una simile forza, ed in effetti l’unica azione navale tedesca del D-Day fu l’uscita di un gruppo di motosiluranti al comando del cap. di corvetta Hoffmann, poco prima dell’alba.

L’aviazione

Le forze aeree alleate erano costituite dall’8a e 9a forze aeree americane, composte da circa 5.000 aerei tra bombardieri pesanti, medi e leggeri e caccia operativi; dalla 2a forza aerea tattica della RAF, dal Comando Bombardieri e dagli aerei della Difesa Aerea di Gran Bretagna, per oltre 3000 aerei operativi.

A questa forza di oltre 8000 aerei la 3a Flotta Aerea tedesca, al comando del Feldmaresciallo Hugo Sperrle, poteva opporre, nei giorni dello sbarco meno di 500 aerei effettivamente disponibili.

 

Gli eserciti

Alla data del 6 giugno 1944 le forze terrestri tedesche in occidente erano organizzate sotto il comando in capo del feldmaresciallo von Rundstedt. In particolare, nella zona d’invasione agiva il Gruppo di Armate B, guidato dal feldmaresciallo Rommel, il cui limite di azione correva sostanzialmente lungo il corso della Loira.

Il Gruppo di Armate B era costituito da due armate: la 7a, al comando del generale Dolmann a difesa diretta delle coste bretone e normanna; e la 15a armata, al comando del generale von Salmuth, responsabile del territorio più settentrionale fino ad Anversa.

Nelle aree dello sbarco agivano sostanzialmente l’84° Corpo d’Armata del generale Marcks e l’81° Corpo d’Armata del generale Kuntzen.

Il 6 giugno nella zona erano dislocate le seguenti divisioni:

Complessivamente nel Nord della Francia erano dislocate circa 50 divisioni tra fanteria e panzer.

Gli alleati, nel teatro di operazioni del piano Overlord, avevano a disposizione nel D-Day 23 divisioni di fanteria (di cui 13 statunitensi, 8 britanniche e 2 canadesi), 12 divisioni corazzate (5 statunitensi, 4 britanniche, 1 canadese, 1 polacca e 1 francese), 4 divisioni aviotrasportate (2 statunitensi e 2 britanniche) per un totale di 39 divisioni.

Nelle operazioni di sbarco furono impiegate dagli statunitensi:

dai britannici:

mentre i canadesi impiegarono la loro

Furono inoltre utilizzate per le operazioni notturne la 82a e la 101a divisioni aviotrasportate americane e la 6a divisione aviotrasportata britannica. Gli uomini direttamente impegnati dagli alleati nel D-Day superavano i 130.000.

 

Il porto artificiale Mulberry

Tra i principali problemi di pianificazione per gli alleati vi era il problema dei rifornimenti che avrebbero dovuto affluire sui luoghi degli sbarchi all’indomani del D-Day: la tragica esperienza del tentativo di Dieppe, nel 1942, aveva mostrato l’impossibilità di lanciarsi all’assalto diretto di una porto sulla costa. Da qui nacque il progetto di creare due porti artificiali nelle zone di sbarco, denominati in codice "Mulberry".

Dei due porti progettati, uno per le spiagge americane e uno per le anglo-canadesi, ne venne completato uno solo, quello inglese. Il porto americano finì danneggiato mentre era in costruzione dalla tempesta che sconvolse la Manica intorno al 20 giugno. Quello inglese, invece venne completato davanti alla cittadina di Arromanches.

Il porto, con una superficie di oltre 500 ettari doveva trasportare oltre 7.000 tonnellate di merce ogni giorno, diventando operativo circa 15 giorni dopo lo sbarco e restando in funzione fino all’autunno del 1944. In realtà anc’esso subì gravi danni durante la tempesta della Manica e fu pienamente operativo solo il 19 luglio.

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Per delimitare uno specchio d’acqua nascosto dalla mareggiata si decise di colare, su una linea parallela alla costa, dei cassoni (chiamati PHOENIX) di diverse migliaia di tonnellate ciascuno. Poiché non era possibile mettere a posta rapidamente i phoenix, costruiti in Inghilterra e trasportati oltre Manica, alcune navi vennero colate a picco al largo.

All’interno della rada delimitata in questo modo, furono poi installate delle banchine di scarico: vaste piattoforme di oltre 1.000 m2 di superficie, montate in modo da poter scorrere su grandi pali fissati in fondo al mare e quindi in grado di seguire le oscillazioni della marea.

Le banchine erano poi collegate alla costa da un sistema di strade metalliche relativamente flessibili che riposavano su cassoni galleggianti in acciaio o in cemento armato per sostenere gli elementi del ponte.

Nell’ultima settimana di luglio, quando il generale Montgomery lanciò l’offensiva definitiva su Caen, il porto diede il meglio di sé: durante tutta la settimana il traffico superò le 136.000 tonnellate, pari a circa 20.000 tonnellate al giorno.

Ancora oggi, sulle spiagge di Arromanches sono visibili le vestigia di questa gigantesca opera del genio militare.

 

                                                      

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