Roosevelt, Franklin Delano (Hyde Park, New York 1882 -
Warm Springs, Georgia 1945), trentaduesimo presidente degli Stati Uniti (1933-1945), l'unico a essere rimasto in carica per quattro mandati consecutivi, e uno dei più apprezzati leader politici del secolo. Il suo programma politico, ribattezzato New Deal (Nuovo Corso), fece fronte alla gravissima crisi economica del paese (la cosiddetta "Grande Depressione"), utilizzando il governo come uno strumento di intervento diretto in campo economico e sociale. Durante la seconda guerra mondiale, condusse gli Alleati alla vittoria sulle potenze dell'Asse.
LA CARRIERA POLITICA
Laureatosi ad Harvard nel 1904, Roosevelt iniziò la carriera politica nel 1905, come senatore dello stato di New York per il Partito democratico. Nel 1928 venne eletto governatore di New York e il mandato gli venne riconfermato nel 1930. In questi anni si guadagnò la reputazione di progressista e riformatore, sulla scia della tradizione di Theodore Roosevelt, il ventiseiesimo presidente degli Stati Uniti, cugino del padre, nonché zio di sua moglie Eleanor. L'impegno per far fronte alla depressione economica, con l'istituzione di sussidi agli agricoltori e alle città, gli valse il favore popolare quando si presentò alle presidenziali nel 1932.IL NEW DEAL
I primi tre mesi da presidente, noti come i "Cento giorni", furono caratterizzati dall'approvazione di una legislazione d'emergenza estremamente innovativa, che salvò il paese dalla bancarotta. Le nuove leggi sganciarono il sistema monetario dalla base aurea, aumentando la disponibilità di denaro liquido per le banche; vennero varati sussidi per gli indigenti e si cercò di arginare la crisi dell'agricoltura, pianificando la produzione dei generi principali. Con i fondi federali si promossero numerose campagne di lavori pubblici, che crearono nuovi posti di lavoro.
Sebbene le misure restrittive imposte da Roosevelt per regolare i prezzi non fossero particolarmente rigide, molti provvedimenti del New Deal gli alienarono il favore degli industriali. Uno dei programmi che suscitò le maggiori opposizioni fu il National Industrial Recovery Act (NIRA, 1933) che cercò di regolare la concorrenza fra le imprese. Al contrario, una legge sulla previdenza sociale e un programma contro la disoccupazione, che stabiliva i minimi salariali e gli orari di lavoro, procurarono a Roosevelt il favore delle classi operaie, delle comunità nere e delle altre minoranze cittadine, che si avvicinarono al Partito democratico e costituirono quella che per i successivi cinquant'anni ne sarebbe stata una sicura base elettorale.L'INTERVENTO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
La politica estera degli Stati Uniti nel periodo fra le due guerre era improntata al principio dell'isolazionismo; ma alla fine degli anni Trenta, spronato dalle azioni aggressive di Hitler in Europa e dall'espansionismo del Giappone nel Pacifico, Roosevelt coinvolse di nuovo il paese negli affari mondiali. Allarmato dalla sconfitta francese, nel 1940 il Congresso diede l'approvazione al Lend-Lease Act.
Nel 1941, Roosevelt fissò con Churchill nella Carta Atlantica gli obiettivi bellici angloamericani, ma nel dicembre dello stesso anno, dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor, gli Stati Uniti entrarono in guerra a fianco della Gran Bretagna e dell'Unione Sovietica.La conferenza di Jalta
Roosevelt prese in mano le redini dell'intera coalizione alleata ed ebbe un ruolo di primo piano nel decidere la strategia militare che avrebbe portato alla conclusione del conflitto. Nel febbraio 1945, nella conferenza di Jalta, Roosevelt, Churchill e Stalin definirono l'assetto mondiale postbellico. Roosevelt si impegnò per l'ammissione della Cina nei consigli degli Alleati in qualità di grande potenza, per la liberalizzazione del commercio internazionale come mezzo per prevenire guerre future e per la creazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Non riuscì, tuttavia, a vedere la fine della guerra: il 12 aprile 1945 morì, stroncato da un'emorragia cerebrale.