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  Lineeguida sull’impiego dei farmaci antiretrovirali nella prevenzione delle infezioni da HIV dopo esposizione al virus in modo accidentale o incidentale

I CDC ( Centers for Disease Control and Prevention ) hanno annunciato di aver emesso lineeguida sull’impiego di farmaci antiretrovirali nella prevenzione dell’infezione da HIV dopo esposizione al virus attraverso un rapporto sessuale, una violenza sessuale, impiego di droghe per via iniettiva o in modo accidentale.

Le nuove lineeguida raccomandano l’approccio, denominato NPEP ( non-occupational post-exposure prophylaxis ) solo per i pazienti in grado di assumere il trattamento entro 72 ore dopo un’esposizione ad alto rischio con una persona conosciuta essere infettata con il virus HIV.
Il trattamento dovrebbe essere iniziato appena possibile dopo l’esposizione e continuato per 28 giorni.

I potenziali benefici nell’impiego dei farmaci antiretrovirali nell’approccio NPEP devono essere soppesati con i potenziali rischi che questi farmaci possono comportare.

Le persone che sono frequentemente a rischio di esposizione ad HIV, come coloro che hanno partner sessuali infettati con il virus e raramente utilizzano il preservativo oppure gli utilizzatori di droghe per via iniettiva che spesso condividono le siringhe, potrebbero trarre maggiore beneficio da interventi intensivi che dal regime di profilassi NPEP.

La profilassi post-esposizione è stata raccomandata per il personale sanitario esposto all’HIV, fin dal 1996.

In studi osservazionali la profilassi post-esposizione ha comportato una riduzione dell’80% del rischio di infezione.

I regimi antiretrovirali, somministrati alle donne infettate con HIV in prossimità del parto, hanno mostrato di ridurre la trasmissione madre-figlio di circa il 50%.

Tutte le combinazioni di 3 farmaci antiretrovirali, raccomandate dall’U.S. Department of Health and Human Services, possono essere impiegate come NPEP, ad eccezione di quelle a base di Nevirapina ( Viramune ).

Quando la Nevirapina è stata impiegata in condizioni simili a quelle dell’approccio NPEP, il farmaco ha causato gravi reazioni avverse e danno epatico.

Le donne in gravidanza non dovrebbero assumere un regime a base di Efavirenz ( Sustiva ) per il possibile presentarsi di difetti a carico del nascituro.( 2005 )

Fonte: CDC, 2005








 

 
 
 
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