Ricercatori
italiani hanno valutato l’esistenza di una variabilità inter-individuale
nell’attività della timidin-chinasi ( TK ) e della deossicitidina-chinasi (dCK
), due enzimi coinvolti nel primo step di fosforilazione di alcuni analoghi
nucleosidici, nei pazienti con infezione da HIV, naive agli anti-retrovirali.
Hanno preso parte allo studio 45 pazienti affetti da infezione da HIV e naive al
trattamento con farmaci anti-retrovirali, che sono stati confrontati con 26
volontari sani senza alcuna infezione in corso e senza alcun trattamento
farmacologico in atto.
Attraverso l’isolamento delle cellule mononucleari del sangue periferico ( PBMC
), è stata valutata l’attività della timidin-chinasi e della deossicitidina
chinasi.
Inoltre è stata effettuata la conta delle cellule T CD4+ e determinato
l’HIV-RNA.
Tra i pazienti con infezione da HIV è stato osservato un ampio intervallo di
variabilità nell’attività della timidin-chinasi.
Inoltre, l’attività TK delle cellule mononucleari del sangue periferico è
risultata significativamente più elevata tra i pazienti con infezione da HIV che
non tra i volontari sani.
L’attività della deossicitidina chinasi è risultata invece significativamente
ridotta nei pazienti sieropositivi rispetto ai controlli.
All’interno del gruppo dei pazienti sieropositivi è stata riscontrata una
marcata variabilità inter-individuale nei livelli di deossicitidina chinasi.
Nessuna correlazione è stata riscontrata tra le attività delle due chiansi ed il
carico virale plasmatico, la conta CD4, il sesso o l’età del paziente.
I risultati ottenuti hanno portato gli Autori ad affermare che tra i pazienti
con infezione da HIV esiste una notevole variabilità inter-individuale riguardo
all’attivita TK e dCK nelle cellule mononucleari del sangue periferico.
Tale variabilità non è stata riscontrata tra i soggetti sani.
Ciò sta ad indicare che l’attività di enzimi chiave nell’attivazione dei farmaci
potrebbe variare ampiamente da un paziente ad un altro.
Inoltre, l’espressione della timidin-chinasi è maggiore nei pazienti affetti da
HIV che non nei soggetti sani. ( 2005 )
Turriziani O et al, AIDS 2005; 19: 473-479
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