L’anemia è associata ad un out
come ( esito ) non favorevole nei pazienti con insufficienza cardiaca dopo
infarto miocardico o angioplastica.
La prevalenza dell’anemia aumenta con l’età.
Uno studio condotto da Ricercatori dell’Ospedale Universitario di Basilea, in
Svizzera, ha valutato l’impatto dell’anemia sull’outcome, nel lungo periodo, tra
i pazienti anziani con malattia coronarica.
L’outcome correlato all’emoglobina è stato esaminato in 253 pazienti dello
studio TIME.
I pazienti di età uguale o superiore ai 75 anni sono stati assegnati in modo
casuale ad una strategia medica invasiva o ottimizzata, e seguiti per 4 anni (
valore mediano ) per mortalità, infarto miocardico non-fatale o ospedalizzazione
per malattia coronarica.
L’anemia è stata definita come valore di emoglobina inferiore a 13g/dl per gli
uomini ed inferiore a 12 per le donne.
Rispetto ai pazienti non-anemici, quelli con anemia precedentemente non nota
erano più anziani ( 79 versus 80 anni; p < 0.01 ), avevano una maggiore
probabilità di presentare insufficienza renale cronica ( 6.7% versus 26.4%, p <
0.01 ) e diabete ( 18.9% versus 30.1%; p = 0.05 ), e di avere più di 2
comorbidità ( 21.7% versus 38.4%; p < 0.01 ).
Dopo aggiustamento, una riduzione di 1g/dl di emoglobina era associata ad un
aumento del rischio di morte per tutte le cause del 34% ( p < 0.01 ), di morte
cardiaca del 28% ( p = 0.02 ) e di eventi avversi clinici maggiori nei pazienti
con livelli di emoglobina inferiori a 13.3g/dl del 23% ( p = 0.01 ).
I dati dello studio hanno dimostrato che l’anemia è un predittore di morte e di
eventi avversi clinici maggiori tra i pazienti anziani con malattia coronarica
stabile, sintomatica. ( 2006 )
Muzzarelli S et al, Am Heart J 2006; 152: 991-996
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