Pazienti con angina pectoris instabile e con infarto miocardico senza
sopraslivellamento ST ( NSTEMI ) sono stati arruolati nel Thrombolysis In
Myocardial Ischemia III Registry e classificati secondo la classificazione
proposta da Brauwald per l’angina pectoris instabile.
Dei 3318 pazienti, coloro che presentavano angina pectoris instabile avevano una
minore incidenza di infarto miocardico o di mortalità rispetto ai pazienti con
angina pectoris instabile secondaria ed angina pectoris instabile post-IMA a 6
settimane ( 4,1% versus 6,4% versus 13,4% , rispettivamente; p<0.001) e ad 1
anno ( 9,7% versus 16,7% versus 19,7%; p<0.001 ).
Le recidive ischemiche a 6 settimane presentavano le seguenti percentuali:
13,2%, 18,5% , 20,8% ; p<0.001)
I pazienti con angina pectoris instabile , non a riposo , hanno presentato una
minore incidenza di mortalità o infarto miocardico rispetto ai pazienti con
angina pectoris instabile a riposo ( 3% vs 5,6% ; p=0.011 a 6 settimane e 8,2%
vs 12,5% ; p=0.004 ) , ad 1 anno.
I pazienti con deviazione del segmento ST e coloro che hanno ricevuto un
precedente trattamento antianginoso hanno presentato un outcome peggiore.
In questo studio, la classificazione di Brauwald per l’angina pectoris instabile
è stata in grado di predire la prognosi dell’angina pectoris instabile
secondaria e dell’angina pectoris instabile post-infarto miocardico, e la
prognosi dei pazienti affetti da angina pectoris instabile con dolore a riposo.
Questi pazienti , che sono a più alto rischio di morte o di eventi cardiaci
ricorrenti, dovrebbero essere sottoposti a trattamento aggressivo .
Scirica BM et al, Am J Cardiol 2002; 90: 821-826
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