I dati in letteratura riguardanti la prevalenza e le caratteristiche cliniche
dei pazienti con sindrome coronarica acuta e coronaropatia non-ostruttiva hanno
spesso il limite di derivare da studi clinici e da angiografie effettuate dopo
un tempo variabile dall’insorgenza dei sintomi.
Ricercatori hanno valutato tutti i pazienti ricoverati presso il Dipartimento di
Cardiologia del Policlinico S.Matteo di Pavia per sindromi coronariche acute nel
periodo compreso tra il 2005 e il 2006, per avere una stima di prevalenza,
caratteristiche cliniche e terapia alla dimissione, dei pazienti con
coronaropatia non-ostruttiva (coronarie angiograficamente indenni o con lesioni
determinanti una stenosi inferiore al 50% del calibro vasale).
Su un totale di 1628 pazienti ricoverati per sindromi coronariche acute, 1528
sono stati sottoposti a coronarografia ( 91% dei pazienti ).
Nella gran parte dei casi la coronarografia è stata eseguita entro 12 ore dai
sintomi in caso di sopraslivellamento ST ( STE ) ed entro 72 ore dai sintomi in
caso di pazienti senza sopraslivellamento ST ( NSTE ).
Una coronaropatia non-ostruttiva è stata riscontrata in 61 casi ( 4% ), e più
precisamente nel 2,1% dei pazienti con STE e nel 7% dei pazienti con NSTE.
La diagnosi di sindrome coronarica acuta è stata posta in presenza di almeno 2
dei 3 criteri seguenti: sintomatologia suggestiva ( riscontrata nella totalità
dei casi ), alterazioni elettrocardiografiche indicative di ischemia ( 86% ) e/o
positività al test della troponina I ( 74% ).
Fra i pazienti con coronaropatia non-ostruttiva, nel 72% dei casi sono state
riscontrate coronarie indenni, nel 28% lesioni determinanti una stenosi
inferiore al 50% del diametro vasale, con analoga distribuzione tra pazienti con
STE e pazienti con NSTE.
Rispetto ai pazienti con coronaropatia ostruttiva, i pazienti con coronaropatia
non-ostruttiva sono risultati significativamente più giovani ( 59 vs 66 anni,
p<0,0001 ) e più frequentemente di sesso femminile ( 61% vs 26%, p<0,0001); gli
11 casi di sindrome dell’apical ballooning hanno interessato il sesso femminile.
Fra i fattori di rischio, il diabete era presente nel 15% dei pazienti di
entrambi i gruppi. Fra i pazienti con coronaropatia non-ostruttiva le
sottopopolazioni STE e NSTE non hanno presentato differenze significative
riguardo ai fattori di rischio.
La mortalità intraospedaliera è stata dello 0% rispetto al 4% dei casi di
coronaropatia ostruttiva ( p<0,0001 ), 1% fra i pazienti NSTE e 5,6% fra i
pazienti STE.
La terapia di dimissione dei pazienti con coronaropatia non-ostruttiva
comprendeva: Acido Acetilsalicilico nel 75% dei casi, Clopidogrel nel 19%,
beta-bloccanti nel 70%, calcioantagonisti nel 39%, Ace inibitori nel 51% e
statine nel 44%.
Dallo studio è emerso che in un gruppo di pazienti consecutivi ricoverati per
sindromi coronariche acute, il 4% presenta una coronaropatia non-ostruttiva. La
prevalenza di tale condizione risulta maggiore nei pazienti senza
sopraslivellamento del tratto ST ( circa il doppio rispetto ai pazienti con
sopraslivellamento del tratto ST ) e nelle donne ( più di quattro volte rispetto
agli uomini ). ( 2007 )
Fonte: Baduena L et al, Giornale Italiano di Cardiologia, 2007
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