L’impatto della superinfezione da virus dell’epatite B ( HBV ) nei portatori
cronici del virus dell’epatite C ( HCV ) è stato valutato da un gruppo di
ricercatori italiani in uno studio di follow-up a lungo termine su 29 portatori
cronici di anti-HCV con epatite B acuta ( gruppo caso ) e 29 pazienti negativi
per anti-HCV con epatite B acuta ( gruppo controllo ).
I pazienti nel gruppo caso e quelli nel gruppo controllo mostravano valori
iniziali simili di carica virale e una tendenza simile a diventare negativi per
il DNA di HBV.
L’epatite B acuta ha mostrato un decorso grave con maggiore frequenza nel gruppo
caso rispetto al gruppo controllo ( 34.5% versus 6.9%; P<0.05 ).
Dei 28 pazienti nel gruppo caso sopravvissuti alla fase acuta dell’infezione (
si è verificato un decesso per insufficienza epatica ), 24 sono stati seguiti
per 2-6 anni ( valore mediano 5 anni ): 22 sono diventati HBsAg-negativi e 2
hanno mostrato progressione verso epatite cronica HBsAg-positiva.
L’RNA di HCV non era visibile nei pazienti durante l’epatite B acuta; nei 24
pazienti con un follow-up a lungo termine l’RNA è risultato visibile in 7 (
29.2% ) dopo 1 anno, in 14 ( 58.3% ) dopo 2 anni e in 18 ( 75% ) dopo 3-6 anni.
I 6 pazienti con eradicazione dell’infezione cronica da HCV, rispetto ai 18 che
hanno mostrato riattivazione della replicazione di HCV hanno mostrato valori più
alti di aspartato aminotransferasi ( AST ) e alanina aminotransferasi ( ALT ) e
una maggiore prevalenza di casi con epatite B acuta grave ( 83.3% versus 22.2%;
P<0.05 ). ( Xagena2009 )
Sagnelli E et al, Hepatology 2009; 49: 1090-1097
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