Ricercatori del Laboratorio
di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma hanno valutato il
ruolo dei trattamenti di bellezza nella diffusione dell’epatite B e dell’epatite
C in Italia.
I dati, riguardanti il periodo 1997-2002, sono stati ottenuti dal database
SEIEVA ( Surveillance System for Acute Viral Hepatitis ).
Sono stati esclusi i soggetti di età inferiore ai 15 anni e di età superiore ai
55 anni, e coloro che hanno riferito di aver assunto droghe per via endovenosa o
di aver ricevuto trasfusioni di sangue.
E’ stata valutata l’associazione tra trattamenti di bellezza ( tattooing,
piercing, chiropodia / manicure, rasatura dal barbiere ) ed infezione virale da
virus dell’epatite B ( HBV ) e da virus dell’epatite C ( HCV ).
I trattamenti di bellezza sono risultati associati sia all’epatite B acuta (
odds ratio, OR = 1,8 ) che all’epatite C acuta ( OR = 1,7 ).
La maggiore associazione è stata trovata tra rasatura dal barbiere ed epatite B
( OR = 1,8 ) e tra tattoing ed epatite C ( OR = 5,6 ).
Il rischio attribuibile di popolazione ( RAP ) stimato ha indicato che circa il
15% di tutte le epatiti B acute ( 17,4% nei maschi ) e l’11,5% di tutte le
epatiti C ( 16,4% nei maschi ), che si sono presentate nei soggetti di età
compresa tra i 15 ed i 55 anni, non esposti a droghe per via endovenosa o a
trasfusione di sangue, erano dovute a trattamenti di bellezza.
Questa ricerca sostiene che alcuni trattamenti di bellezza possono svolgere, in
Italia, un importante ruolo nella trasmissione delle infezioni da virus
dell’epatite B e da virus dell’epatite C.
Mariano A et al, J Med Virol 2004; 74: 216-220
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