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ACIDO CLODRONICO SANDOZ®
ACIDO CLODRONICO Sandoz 100 mg/3,3 ml soluzione iniettabile:
Ogni fiala contiene:
Principio attivo:
Acido clodronico (sale disodico) tetraidrato mg 125 pari a acido clodronico (sale disodico) anidro mg 100.
ACIDO CLODRONICO Sandoz 300 mg/10 ml soluzione per infusione endovenosa:
Ogni fiala contiene:
Principio attivo:
Acido clodronico (sale disodico) tetraidrato mg 375 pari a acido clodronico (sale disodico) anidro mg 300.
Soluzione iniettabile per uso intramuscolare ed endovenosa 6 o12 fiale da 100 mg.
Soluzione per infusione endovenosa, 6 fiale da 300 mg
Osteolisi tumorale. Mieloma multiplo, iperparatiroidismo primario. Prevenzione e trattamento dell’osteoporosi postmenopausale.
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Osteolisi tumorale- Mieloma multiplo - Iperparatiroidismo primario.
Lo schema posologico deve essere considerato orientativo e può quindi essere adattato alle necessità del singolo paziente.
Fase di attacco:
200-300 mg/die in unica somministrazione per via endovenosa lenta per 3-8 giorni in relazione all'andamento dei parametri clinici e di laboratorio (calcemia, idrossiprolinuria. etc.).
Fase di mantenimento:
100 mg/die per via intramuscolare per 2-3 settimane.
Tali cicli possono essere ripetuti ad intervalli variabili a seconda dell’evoluzione della malattia. La valutazione periodica dei parametri di riassorbimento osseo può utilmente indirizzare i cicli terapeutici.
Prevenzione e trattamento dell'osteoporosi post menopausale:
La posologia in funzione del quadro clinico e dei valori mineralometrici può variare come di seguito riportato:
Per via intramuscolare 100 mg ogni 7-14 giorni o per infusione endovenosa 200 mg ogni 3-4 settimane, per 1 anno o più a seconda delle condizioni del paziente.
Ipersensibilità individuale accertata verso i componenti del prodotto o verso altri farmaci del gruppo dei difosfonati.
L’Osteonecrosi della mandibola e/o mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (osteomielite inclusa), è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola e/o mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con bifosfonati orali.
Prima di inziare il trattamento con con i bifosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (come cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.
Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mascella durante la terapia con bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola e/o mascella.
Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Poiché il farmaco è eliminato prevalentemente per via renale, si consiglia cautela nel trattamento di pazienti con insufficienza renale, particolarmente quando il farmaco venga somministrato per via endovenosa. In tali casi l'uso dell’acido clodronico andrà effettuato solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio e monitorando frequentemente gli indici di funzionalità renale.
Nella fase iniziale del trattamento oncologico e comunque nelle forme più gravi, è consigliabile somministrare il prodotto in NaCl 0.9% o in soluzione glucosata al 5%, per via endovenosa, mediante perfusione lenta (2-3 ore).
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
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Non si conoscono interazioni legate all'uso del farmaco per via intramuscolare o endovenosa.
Non essendo stata accertata la sicurezza d'impiego, si sconsiglia l'uso del prodotto nelle donne in stato di gravidanza.
Il farmaco non altera lo stato di vigilanza
Sono stati segnalati casi di osteonecrosi della mandibola e/o mascella (vedere sezione 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso).
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Nonostante non vi siano esperienze di sovradosaggio, è tuttavia teoricamente possibile che elevate quantità di prodotto possano indurre ipocalcemia. In tali evenienze il trattamento dovrà consistere nella correzione dell' ipolcalcemia mediante supplemento alimentare adeguato o, in casi gravi, mediante somministrazione endovenosa di calcio.
Qualora dovessero verificarsi alterazioni della funzionalità renale per la formazione di aggregati di calcio a seguito di somministrazione intravenosa, la terapia dovrà mirare al ripristino della funzionalità stessa.
L’acido clodronico appartiene alla categoria dei difosfonati, farmaci in grado di inibire la formazione e la dissoluzione dei cristalli di idrossiapatite.
Le indagini farmacologiche e cliniche hanno dimostrato il rimarchevole effetto inibitorio dell’acido clodronico sul riassorbimento osseo, inibendo l'attività osteoclastica in tutte le condizioni sperimentali e cliniche nelle quali questa risulti esageratamente aumentata. Tra queste condizioni vanno annoverate affezioni di tipo neoplastico quali le metastasi ossee e il mieloma multiplo, endocrinopatie, quali l'iperparatiroidismo primario, nonché le osteopatie metaboliche quali l'osteopenia da immobilizzazione e, in particolare modo, l'osteoporosi postmenopausale. Di particolare rilievo è risultata inoltre l'efficacia del acido clodronico nel trattamento delle crisi ipercalcemiche. Recenti ricerche hanno dimostrato l'efficacia del farmaco nel ridurre la morbidità scheletrica secondaria a neoplasie maligne, in particolare nel carcinoma mammario. Rilevante è infine l'effetto antalgico del farmaco nel trattamento del dolore secondario a metastasi ossee, effetto che si instaura fin dai primi giorni di trattamento per via endovenosa.
L'uso prolungato del farmaco non induce difetti di mineralizzazione ossea, come confermato da indagine bioptiche.
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Il disodiodiclorometilendifosfonato viene rapidamente allontanato dall'organismo attraverso le urine.
La tossicità acuta del disodiodiclorometilendifosfonato è risultata essere notevolmente bassa
- Ratto : DL50 1700 mg/Kg os; 430 mg/Kg e.p.; 65 mg/Kg e.v.
Tossicità cronica:
- per os nel ratto, fino a 200 mg/kg/die per oltre 6 mesi, nessun effetto tossico;
- per os nel cane, fino a 40 mg/kg/die per oltre 6 mesi, nessun effetto tossico
Sodio bicarbonato, acqua per preparazioni iniettabili.
Incompatibile con soluzioni alcaline o soluzioni ossidanti. L’acido clodronico forma complessi con ioni bivalenti e pertanto non deve essere miscelato con soluzioni contenenti calcio (es. soluzione di Ringer).
24 mesi.
Nessuna in particolare.
Astuccio contenente 6 fiale da 100 mg/3,3 ml di vetro neutro incolore.
Astuccio contenente 12 fiale da 100 mg/3,3 ml di vetro neutro incolore.
Astuccio contenente 6 fiale da 300 mg/10 ml di vetro neutro incolore.
Nessuna.
Sandoz S.p.A. – Largo U. Boccioni, 1 – 21040 Origgio (VA)
Confezione da 12 fiale da 100 mg/3,3 ml AIC n° 035030016
Confezione da 6 fiale da 300 mg/10 ml AIC n° 035030028
Confezione da 6 fiale da 100 mg/3,3 ml AIC n° 035030030
01/12/2001
01/11/2006