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ADRIBLASTINA soluzione iniettabile
1 flacone da 10 mg/5ml contiene: doxorubicina cloridrato 10 mg.
1 flacone da 50 mg/25ml contiene: doxorubicina cloridrato 50 mg.
1 flacone da 200 mg/100ml contiene: doxorubicina cloridrato 200 mg.
Soluzione iniettabile.
Adriblastina ha dato risultati positivi inducendo regressione in varie malattie neoplastiche quali: carcinoma della mammella, del polmone, della vescica avanzato, della tiroide, dell'ovaio; osteosarcoma e sarcoma dei tessuti molli, linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin, neuroblastoma, tumore di Wilms, leucemia linfoblastica acuta, leucemia mieloblastica acuta.
Risultati positivi si sono ottenuti anche in altri tipi di tumori solidi, ma lo studio è ancora troppo limitato per giustificare indicazioni specifiche.
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Per somministrazione endovenosa
Quando Adriblastina è impiegata come unico agente antiblastico la dose consigliata negli adulti è di 60-75 mg/m² di superficie corporea da somministrarsi per iniezione e.v. a intervalli di 21 gg. compatibilmente con le condizioni ematomidollari. La dose inferiore (60 mg/m²) è raccomandata per i pazienti con riserve midollari ridotte dovute ad età avanzata, terapie precedenti, o infiltrazione neoplastica midollare. La dose di 60-75 mg/m² può essere somministrata in una unica iniezione o suddivisa in 2-3 gg. consecutivi. Specialmente per l'età pediatrica è stata suggerita una posologia alternativa di 30 mg/m²/die e.v. per tre giorni consecutivi; tale ciclo è da ripetersi ogni 4 settimane. La dose cumulativa di Adriblastina per via e.v., indipendentemente dallo schema di somministrazione, non deve superare i 550 mg/m² di superficie corporea (vedi punto "Speciali avvertenze e precauzione per l'uso"). Adriblastina è attualmente impiegata estensivamente anche in polichemioterapia a dosi usuali di 25-50 mg/m² ogni 3-4 settimane in combinazione con altri agenti dotati di azione mielodepressiva e a dosi di 60-75 mg/m² se combinata con altri farmaci che non presentano tossicità midollare. Il dosaggio di Adriblastina deve essere ridotto in quei pazienti che presentano una compromissione della funzionalità epatica, onde evitare un aumento della tossicità globale. In linea di massima quando i livelli ematici di bilirubina si aggirano su 1,2-3 mg/100 ml e la ritenzione della bromosulfonftaleina (BSF) è del 9-15%, si raccomanda di somministrare metà della normale dose di Adriblastina. Se i livelli di bilirubinemia e la ritenzione di BSF sono ancora più elevati, si raccomanda di somministrare un quarto della normale dose. Una moderata compromissione della funzionalità renale non sembra essere un motivo per modificare le dosi raccomandate, data la bassa escrezione di Adriblastina attraverso l'emuntorio renale.
Modalità di somministrazione
Adriblastina Soluzione Iniettabile non è attiva per via orale e non deve essere somministrata per via intramuscolare o intratecale. La somministrazione viene fatta per iniezione endovenosa e, nel caso di trattamento locoregionale dei tumori, per infusione endoarteriosa lenta. È opportuno eseguire la somministrazione endovenosa nell'arco di 5-10 minuti attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena.
Questa tecnica riduce il pericolo di trombosi e di stravaso perivenoso, evento che può condurre a grave cellulite o necrosi. Una sclerosi venosa può essere osservata quando l'iniezione sia eseguita in piccoli vasi o venga ripetuta nella stessa vena.
La terapia con Adriblastina è controindicata in pazienti con mielodepressione in atto indotta da precedenti trattamenti chemio-antiblastici o radioterapici e in pazienti già trattati con dosi cumulative complete di Adriblastina o Daunoblastina (vedi punto "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). Adriblastina non è raccomandata nei pazienti con gravi cardiopatie in atto o pregresse, sebbene non siano a tutt'oggi disponibili dati conclusivi circa l'importanza di questo fattore di rischio sulla cardiotossicità indotta dal trattamento con Adriblastina.
Durante il primo ciclo di trattamento con Adriblastina è importante una attenta e frequente sorveglianza del paziente. Poiché si osserva una elevata incidenza di depressione midollare, è necessario un attento monitoraggio dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine. La leucopenia con i normali schemi di dosaggio, è solitamente transitoria, raggiunge il valore minimo dal 10° al 14° giorno dall'inizio del trattamento e solitamente ritorna a valori normali entro il 21° giorno. Prima dell'inizio ed eventualmente durante il trattamento, si raccomanda di controllare la funzionalità epatica con i normali esami di laboratorio (per es. : SGOT, SGPT, fosfatasi alcalina, bilirubina, BSF). Particolare attenzione deve essere riservata alla cardiotossicità di Adriblastina. Il rischio di comparsa di uno scompenso cardiaco, che risulta estremamente basso (<1%) al di sotto della dose cumulativa di 550 mg/m² di superficie corporea, aumenta considerevolmente quando viene superata la suddetta dose limite raccomandata. Questo limite sembra essere più basso (400 mg/m²) nei soggetti sottoposti a irradiazione dell'area mediastinica. In ogni caso per la dose totale di Adriblastina è opportuno tenere presente nel singolo paziente le eventuali terapie concomitanti con altri farmaci potenzialmente cardiotossici, quali ad es. ciclofosfamide e daunorubicina. Lo scompenso cardiaco può comparire anche alcune settimane dopo la fine del trattamento con Adriblastina e talvolta non è influenzato dalle terapie mediche o fisiche tradizionali. Si raccomanda di effettuare l'ECG prima e dopo ogni ciclo di terapia. La comparsa di alterazioni del tracciato ECG, come appiattimento o inversione dell'onda T e depressione del tratto ST, o l'insorgere di aritmie, non comporta necessariamente la sospensione del trattamento; diversamente una riduzione del voltaggio del complesso QRS è attualmente considerata più specificatamente predittiva per la cardiotossicità. In questa evenienza il vantaggio di continuare il trattamento deve essere accuratamente valutato a fronte del rischio di un danno cardiaco irreversibile. In ogni caso uno scompenso cardiaco può insorgere dopo una dose cumulativa elevata, anche senza essere stato preceduto da alterazioni dell'ECG. Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprietà cancerogena negli animali in particolari condizioni sperimentali. Adriblastina può determinare una colorazione rossa delle urine fino a 1-2 giorni dopo la somministrazione.
In pazienti con leucemia acuta non linfocitica trattati con polichemioterapia comprendente doxorubicina e citarabina per 3 giorni consecutivi possono osservarsi ulcerazioni e necrosi del colon; tali eventi possono condurre all'exitus per emorragia o infezioni intercorrenti.
Si raccomanda di seguire le seguenti misure di sicurezza, valide per tutti gli agenti antineoplastici:
il personale dovrebbe essere addestrato alla buona tecnica di ricostituzione e di manipolazione;il personale in stato di gravidanza deve essere escluso da tali compiti;il personale che manipola il farmaco dovrebbe vestire indumenti protettivi: occhiali, camici, maschere e guanti "usa e getta";tutti gli articoli usati per la somministrazione e la pulizia, inclusi i guanti, dovrebbero essere posti in sacchi a perdere per rifiuti ad alto rischio, per l'incenerimento ad elevate temperature;in caso di contatto accidentale del farmaco con la cute o con gli occhi, detergere immediatamente e in abbondanza la cute con acqua e sapone e gli occhi con una soluzione di sodio bicarbonato. Seguire il decorso con controlli accurati da parte dello specialista;in caso di contaminazione accidentale di oggetti con il farmaco, immergerli in una soluzione di sodio ipoclorito (all'1%) e poi sciacquarli abbondantemente con acqua;i materiali per la pulizia devono essere eliminati come precedentemente indicato.
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Adriblastina Soluzione Iniettabile non deve essere mescolata con eparina in quanto questi farmaci presentano incompatibilità chimica ed in certe proporzioni formano un precipitato.
Adriblastina Soluzione Iniettabile viene usata anche in associazione ad altri chemioterapici antitumorali; tuttavia è assolutamente sconsigliabile mescolare contemporaneamente più farmaci nella stessa siringa.
Non vi sono attualmente informazioni adeguate circa l'influenza del farmaco sulla fertilità maschile e femminile, sull'azione teratogena o comunque dannosa sul feto. Dati sperimentali tuttavia suggeriscono che Adriblastina può ridurre la vitalità del feto per cui l'uso in gravidanza accertata è da evitarsi.
Non sono note interferenze sulla capacità di guida e sull'uso di macchine.
Via endovenosa: mielodepressione e cardiotossicità sono i due effetti collaterali di maggiore importanza (vedi punto "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). L'alopecia rappresenta il sintomo collaterale più frequente comparendo in circa l'86% dei casi trattati. È accompagnata da arresto della crescita della barba nel maschio, ma è reversibile al termine del trattamento. Una stomatite può comparire dopo circa 5-10 giorni dall'inizio del trattamento; essa è caratterizzata da aree di erosione dolenti e localizzate particolarmente lungo i margini laterali della lingua ed a livello della mucosa sublinguale. La sua frequenza e gravità sono risultate maggiori con gli schemi di dosaggio che prevedono la somministrazione di Adriblastina per tre giorni consecutivi. Possono manifestarsi disturbi dell'apparato gastrointestinale quali nausea, vomito e diarrea.
Occasionalmente sono stati riportati episodi allergici con febbre, brividi, orticaria.
È stata riportata la possibilità di shock anafilattico.
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Dosi singole molto elevate di Adriblastina possono provocare una tossicità miocardica entro 24 ore di tipo reversibile ed una grave mielodepressione entro una o due settimane.
Il meccanismo d'azione di Adriblastina è correlato alla capacità dell'antibiotico di legarsi al DNA e di inibire la sintesi degli acidi nucleici. Studi effettuati su colture cellulari hanno dimostrato la rapida penetrazione dell'antibiotico nell'interno della cellula e la sua prevalente localizzazione a livello della cromatina perinucleolare. È stata anche messa in evidenza una rapida inibizione della sintesi degli acidi nucleici e della attività mitotica e la comparsa di aberrazioni cromosomiche. Studi effettuati su animali hanno evidenziato che Adriblastina è attiva su numerosi tumori sperimentali.
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Studi farmacocinetici con Adriblastina marcata, somministrata per via endovenosa, hanno evidenziato una rapida riduzione dei livelli plasmatici del farmaco accompagnata tuttavia, da una lenta escrezione urinaria e biliare, che è attribuibile ad una estesa distribuzione nei tessuti. L'eliminazione urinaria determinata con metodi fluorimetrici è in 5 giorni pari a circa il 5% della dose somministrata, l'escrezione biliare, che rappresenta la maggiore via di eliminazione, è in 7 giorni pari al 40-50% della dose somministrata. Una diminuita funzionalità epatica determina una più lenta escrezione del farmaco e conseguentemente comporta accumulo dello stesso nel plasma e nei tessuti.
Adriblastina non supera la barriera ematoencefalica.
La DL50 nel topo per via e.v. è di 15,99 mg/kg; per via i.p. è di 8,5 mg/kg e per os è superiore a 750 mg/kg. La tossicità cronica è stata studiata nel coniglio e nel cane a dosi pari a 0,125-0,250-0,500 mg/kg/die. Adriblastina somministrata e.v. per 3 mesi a dosi giornaliere di 0,125 mg/kg in entrambe le specie non ha causato mortalità né altre manifestazioni tossiche morfologiche e funzionali. Alla dose di 0,250 mg/kg/die sono apparsi segni di tossicità nel coniglio, mentre nei cani la mortalità ha raggiunto il 30%. Alla dose di 0,5 mg/kg/die il 40% dei conigli trattati è morto entro due mesi ed il 100% dei cani entro 10 giorni. Le lesioni tossiche sono state riscontrate a livello della mucosa gastrointestinale, del quadro emopoietico e dei testicoli in entrambe le specie, dei reni nel coniglio e della cute nel cane.
Sodio cloruro, acqua p.p.i., acido cloridrico per pH 3
Adriblastina non deve essere mescolata con eparina in quanto questi farmaci presentano incompatibilità chimica ed in certe proporzioni formano un precipitato.
24 mesi.
Conservare a temperatura compresa tra + 2 e + 8°C.
Proteggere dalla luce.
Soluzione Iniettabile 10 mg/5ml e 50 mg/25ml, flacone di vetro con tappo in gomma e ghiera in alluminio.
Soluzione Iniettabile 200 mg/100ml flacone in polipropilene con tappo in gomma e ghiera in alluminio.
1 flacone da 10 mg/5 ml di soluzione iniettabile.
1 flacone da 50 mg/25 ml di soluzione iniettabile.
1 flacone da 200 mg/100 ml di soluzione iniettabile.
Adriblastina deve essere somministrata solo per via endovenosa attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica.
Vedi anche punto "Posologia e modo di somministrazione".
Scartare la soluzione non usata.
PHARMACIA & UPJOHN S.p.A. - Milano
1 flacone da 10 mg/5ml di soluzione iniettabile AIC n. 022393058
1 flacone da 50 mg/25ml di soluzione iniettabile AIC n. 022393060
1 flacone da 200 mg/100ml di soluzione iniettabile
AIC n. 022393084
Giugno 2000
Giugno 2000.