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AFINITOR 5 MG COMPRESSE
Ogni compressa contiene 5 mg di everolimus.
Eccipienti
Ogni compressa contiene 149 mg di lattosio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa
Compresse bianco-giallastre, allungate con bordo smussato e senza linea di frattura, con impresso “5” su un lato e “NVR” sull’altro.
Afinitor è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma renale avanzato, che hanno presentato progressione durante o dopo trattamento con terapia mirata anti-VEGF.
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Il trattamento con Afinitor deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nell’utilizzo di terapie antitumorali.
Posologia
La dose raccomandata di everolimus è di 10 mg una volta al giorno. Il trattamento deve continuare fino a quando si osserva un beneficio clinico o finché non compaia tossicità inaccettabile.
Aggiustamento della dose a causa di reazioni avverse
La gestione di sospette reazioni avverse gravi e/o intollerabili può richiedere modifiche della dose. La dose di Afinitor può essere ridotta o temporaneamente interrotta (ad es. per una settimana) e successivamente reintrodotta a 5 mg/die. Se la riduzione della dose è necessaria, la dose suggerita è 5 mg/die (vedere anche paragrafo 4.4).
Categorie particolari di pazienti
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di Afinitor nei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.
Pazienti anziani (≥65 anni di età)
Non è necessario alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale
Non è necessario alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione epatica
Per i pazienti con moderata compromissione epatica (Child-Pugh class B), la dose deve essere ridotta a 5 mg/die. Everolimus non è stato valutato in pazienti con compromissione epatica grave (Child-Pugh class C) e non è raccomandato per l’uso in questa categoria di pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Modo di somministrazione
Afinitor deve essere somministrato per via orale una volta al giorno alla stessa ora, regolarmente con o senza cibo (vedere paragrafo 5.2). Le compresse di Afinitor devono essere inghiottite intere con un bicchiere d’acqua. Le compresse non devono essere masticate o frantumate.
Se una dose viene omessa, il paziente non deve assumere una dose aggiuntiva, ma assumere la successiva dose abituale prescritta.
Ipersensibilità al principio attivo, ad altri derivati della rapamicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Polmonite non infettiva
La polmonite non infettiva è un effetto di classe dei derivati della rapamicina, Afinitor incluso. La polmonite non infettiva (compresa la malattia polmonare interstiziale) è stata descritta nel 12% dei pazienti trattati con Afinitor (vedere paragrafo 4.8). Alcuni casi sono stati gravi e, in rare occasioni, è stato riportato esito fatale. Una diagnosi di polmonite non infettiva deve essere presa in considerazione nei pazienti che manifestano segni respiratori non specifici e sintomi quali ipossia, versamento pleurico, tosse o dispnea per i quali siano state escluse, dopo appropriate analisi, cause infettive, neoplastiche e altre motivazioni non correlate al farmaco. I pazienti devono essere avvisati di riportare prontamente ogni sintomo respiratorio nuovo o in peggioramento.
I pazienti che presentano modificazioni radiologiche indicative di una polmonite non infettiva ed hanno pochi sintomi o nessun sintomo possono continuare la terapia con Afinitor senza aggiustare la dose. Se i sintomi sono moderati, l’interruzione della terapia deve essere presa in considerazione fino al miglioramento dei sintomi. Può essere necessario l’uso di corticosteroidi. Afinitor può essere reintrodotto a 5 mg/die.
Per i casi dove i sintomi di polmonite non infettiva sono gravi, la terapia con Afinitor deve essere interrotta e l’uso di corticosteroidi può essere necessario fino alla scomparsa dei sintomi clinici. La terapia con Afinitor può essere reintrodotta a 5 mg/die secondo le condizioni cliniche individuali.
Infezioni
Afinitor ha proprietà immunosoppressive e può predisporre i pazienti ad infezioni batteriche, micotiche, virali o da protozoi, comprese infezioni con patogeni opportunistici (vedere paragrafo 4.8). In pazienti in trattamento con Afinitor sono state descritte infezioni localizzate e sistemiche, compresa la polmonite, altre infezioni batteriche, infezioni micotiche invasive, come aspergillosi o candidosi, e infezioni virali compresa la riattivazione del virus dell’epatite B. Alcune di queste infezioni sono state gravi (es. portando ad insufficienza respiratoria o epatica) e occasionalmente fatali.
I medici e i pazienti devono essere consapevoli dell’aumentato rischio di infezioni con Afinitor. Infezioni preesistenti devono essere trattate in modo appropriato e devono essere completamente risolte prima di iniziare il trattamento con Afinitor. Durante il trattamento con Afinitor si deve prestare attenzione ai sintomi e ai segni di un’infezione; se viene diagnosticata un’infezione si deve intraprendere prontamente un trattamento appropriato e considerare la sospensione o l’interruzione di Afinitor.
Se viene diagnosticata un’infezione micotica sistemica invasiva, il trattamento con Afinitor deve essere prontamente e permanentemente interrotto e il paziente deve essere trattato con una terapia antifungina appropriata.
Reazioni di ipersensibilità
Reazioni di ipersensibilità che si sono manifestate con sintomi comprendenti, ma non limitati a, anafilassi, dispnea, vampate, dolore al torace o angioedema (es. gonfiore delle vie respiratorie o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) sono state osservate con everolimus (vedere paragrafo 4.3).
Ulcerazioni del cavo orale
Ulcere della bocca, stomatiti e mucositi del cavo orale sono state osservate in pazienti trattati con Afinitor (vedere paragrafo 4.8). In questi casi sono raccomandati trattamenti topici, ma deve essere evitato l’uso di collutori contenenti alcool o perossidi perché possono peggiorare la condizione. Non si devono usare agenti antifungini se non è stata diagnosticata un’infezione micotica (vedere paragrafo 4.5).
Analisi di laboratorio e monitoraggio
Funzione renale
Aumenti della creatinina sierica, generalmente lievi, sono stati riportati negli studi clinici (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda di monitorare la funzione renale, includendo la misurazione dei livelli di azoto ureico ematico (BUN) o della creatinina sierica, prima di iniziare la terapia con Afinitor e periodicamente durante la terapia.
Glicemia e lipidi
Casi di iperglicemia, iperlipidemia e ipertrigliceridemia sono stati riportati negli studi clinici (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda di monitorare la glicemia a digiuno prima di iniziare la terapia con Afinitor e periodicamente durante la terapia. Quando possibile si deve ottenere un controllo ottimale della glicemia prima di trattare un paziente con Afinitor.
Parametri ematologici
Riduzioni dell’emoglobina, dei linfociti, dei neutrofili e delle piastrine sono state riportate negli studi clinici (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda di monitorare la conta ematica completa prima di iniziare la terapia con Afinitor e periodicamente durante la terapia.
Interazioni
La co-somministrazione con inibitori e induttori del CYP3A4 e/o della pompa di efflusso multifarmaco, P-glicoproteina (PgP), deve essere evitata. Se la co-somministrazione di un moderato inibitore o di un induttore del CYP3A4 e/o della PgP non può essere evitata, si può prendere in considerazione un aggiustamento della dose di Afinitor sulla base dell’AUC prevista (vedere paragrafo 4.5).
Il trattamento concomitante con potenti inibitori del CYP3A4 aumenta drammaticamente le concentrazioni plasmatiche di everolimus (vedere paragrafo 4.5). Attualmente non ci sono dati sufficienti per permettere raccomandazioni sulla dose in questa situazione. Quindi, il trattamento concomitante di Afinitor con potenti inibitori non è raccomandato.
Compromissione epatica
Afinitor non deve essere usato in pazienti con compromissione epatica grave (Child-Pugh class C) (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Vaccinazioni
Deve essere evitato l’uso di vaccini vivi durante il trattamento con Afinitor (vedere paragrafo 4.5).
Lattosio
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Complicazioni nella guarigione delle ferite
Una rallentata guarigione delle ferite è un effetto di classe dei derivati della rapamicina, Afinitor incluso. Pertanto l’utilizzo di Afinitor nel periodo peri-chirurgico deve essere effettuato con cautela.
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Everolimus è un substrato del CYP3A4, e anche un substrato e un moderato inibitore della PgP. Pertanto l’assorbimento e la successiva eliminazione di everolimus possono essere influenzati da sostanze che interferiscono con il CYP3A4 e/o la PgP. In vitro, everolimus è un inibitore competitivo del CYP3A4 e un inibitore misto del CYP2D6.
Interazioni note e teoriche con selezionati inibitori e induttori del CYP3A4 e della PgP sono elencate nella Tabella 1 sotto riportata.
Inibitori del CYP3A4 e della PgP che aumentano le concentrazioni di everolimus
Le sostanze che sono inibitori del CYP3A4 o della PgP possono aumentare le concentrazioni ematiche di everolimus diminuendo il metabolismo o l’efflusso di everolimus dalle cellule intestinali.
Induttori del CYP3A4 e della PgP che diminuiscono le concentrazioni di everolimus
Le sostanze che sono induttori del CYP3A4 o della PgP possono diminuire le concentrazioni ematiche di everolimus aumentando il metabolismo o l’efflusso di everolimus dalle cellule intestinali.
Tabella 1 Effetti di altre sostanze attive su everolimus
Sostanze attive per tipo d’interazione | Interazione – Modifica di AUC/Cmax di everolimus Rapporto della media geometrica (intervallo osservato) | Raccomandazioni riguardanti la co-somministrazione |
Potenti inibitori di CYP3A4/PgP |
Ketoconazolo | Aumento dell’AUC di un fattore pari a 15,3 (intervallo 11,2‑22,5) Aumento della Cmax di un fattore pari a 4,1 (intervallo 2,6‑7,0) | Il trattamento concomitante di Afinitor con potenti inibitori non è raccomandato. |
Itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo | Non studiata. Atteso un forte aumento della concentrazione di everolimus. |
Telitromicina, claritromicina |
Nefazodone |
Ritonavir, atazanavir, saquinavir, darunavir, indinavir, nelfinavir |
Moderati inibitori di CYP3A4/PgP |
Eritromicina | Aumento dell’AUC di un fattore pari a 4,4 (intervallo 2,0‑12,6) Aumento della Cmax di un fattore pari a 2,0 (intervallo 0,9‑3,5) | Usare cautela quando la co-somministrazione di moderati inibitori del CYP3A4 o della PgP non può essere evitata. Se i pazienti richiedono la co-somministrazione di un moderato inibitore del CYP3A4 o della PgP, si può considerare una riduzione della dose a 5 mg/die o a 5 mg a giorni alterni. Tuttavia, non ci sono dati clinici a sostegno di questo aggiustamento della dose. A causa della variabilità tra soggetti, gli aggiustamenti raccomandati della dose possono non essere ottimali in tutti gli individui, pertanto è raccomandato un attento monitoraggio degli effetti indesiderati. |
Verapamil | Aumento dell’AUC di un fattore pari a 3,5 (intervallo 2,2‑6,3) Aumento della Cmax di un fattore pari a 2,3 (intervallo 1,3‑3,8) |
Ciclosporinaorale | Aumento dell’AUC di un fattore pari a 2,7 (intervallo 1,5‑4,7) Aumento della Cmax di un fattore pari a 1,8 (intervallo 1,3‑2,6) |
Fluconazolo | Non studiata. Atteso un aumento dell’esposizione. |
Diltiazem |
Amprenavir, fosamprenavir | Non studiata. Atteso un aumento dell’esposizione. |
Succo di pompelmo o altri cibi che influenzano CYP3A4/PgP | Non studiata. Atteso un aumento dell’esposizione (l’effetto varia grandemente). | La combinazione deve essere evitata. |
Potenti induttori del CYP3A4 |
Rifampicina | Riduzione dell’AUC del 63% (intervallo 0‑80%) Riduzione della Cmax del 58% (intervallo 10‑70%) | Evitare l’uso concomitante con potenti induttori del CYP3A4. Se i pazienti richiedono la co-somministrazione di un potente induttore del CYP3A4, si deve considerare un aumento della dose di Afinitor da 10 mg/die fino a 20 mg/die, utilizzando incrementi di 5 mg, applicati al giorno 4 e 8 dopo l’inizio del trattamento con l’induttore. Si stima che questa dose di Afinitor adatti l’AUC all’intervallo osservato in assenza di induttori. Tuttavia, non ci sono dati clinici a sostegno di questo aggiustamento della dose. Se il trattamento con l’induttore viene interrotto, la dose di Afinitor deve essere riportata alla dose usata prima dell’inizio della co-somministrazione. |
Corticosteroidi (es. desametasone, prednisone, prednisolone) | Non studiata. Attesa riduzione dell’esposizione. |
Carbamazepina, fenobarbital, fenitoina | Non studiata. Attesa riduzione dell’esposizione. |
Efavirenz, nevirapina | Non studiata. Attesa riduzione dell’esposizione. |
Erba di San Giovanni (Hypericum Perforatum) | Non studiata. Attesa una forte riduzione dell’esposizione. | Preparazioni contenenti l’erba di San Giovanni non devono essere utilizzate durante il trattamento con everolimus. |
Agenti la cui concentrazione plasmatica può essere alterata da everolimus
Sulla base di risultati in vitro, è improbabile che le concentrazioni sistemiche ottenute dopo dosi orali giornaliere di 10 mg determinino un’inibizione della PgP, del CYP3A4 e del CYP2D6. Tuttavia, una inibizione del CYP3A4 e della PgP nell’intestino non può essere esclusa; quindi everolimus può influenzare la biodisponibilità di farmaci co-somministrati che sono substrati del CYP3A4 e/o della PgP.
Vaccinazioni
Afinitor può influenzare la risposta immunitaria alle vaccinazioni e, quindi, le vaccinazioni effettuate durante il trattamento con Afinitor possono essere meno efficaci. L’uso di vaccini vivi deve essere evitato durante il trattamento con Afinitor (vedere paragrafo 4.4). Esempi di vaccini vivi sono i seguenti: influenza intranasale, morbillo, parotite, rosolia, polio orale, BCG (Bacillus Calmette-Guérin), febbre gialla, varicella, e TY21a tifoide.
Fertilità
La fertilità maschile, sulla base dei risultati non clinici, può essere compromessa dal trattamento con everolimus (vedere paragrafo 5.3).
Donne potenzialmente fertili
Le donne in età fertile devono fare uso di un metodo contraccettivo efficace durante l’utilizzo di everolimus.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati, se non in quantità limitata, riguardanti l’uso di everolimus in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato effetti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Everolimus non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano contraccettivi.
Allattamento
Non è noto se everolimus sia escreto nel latte umano. Tuttavia, nei ratti, everolimus e/o i suoi metaboliti passano rapidamente nel latte. Pertanto, le donne in trattamento con everolimus non devono allattare al seno.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. I pazienti devono essere avvisati di essere prudenti quando guidano o usano macchinari se accusano stanchezza durante il trattamento con Afinitor.
I dati descritti di seguito riflettono l’esposizione a everolimus (n=274) e placebo (n=137) in uno studio randomizzato di fase III per il trattamento del carcinoma renale metastatico.
Complessivamente, 165 pazienti sono stati esposti a everolimus 10 mg/die per ≥4 mesi. L’età mediana dei pazienti era 61 anni (intervallo 27-85).
Le reazioni avverse di grado 3-4 più frequenti (incidenza ≥2%) sono state riduzione dei linfociti, aumento della glicemia, riduzione dell’emoglobina, riduzione dei fosfati, aumento del colesterolo, infezioni, stomatite, stanchezza, e polmonite.
La durata mediana del trattamento in cieco nello studio è stata di 141 giorni (intervallo 19-451) per i pazienti che hanno ricevuto Afinitor e 60 giorni (intervallo 21-295) per quelli che hanno ricevuto placebo. Le percentuali delle reazioni avverse che hanno portato alla sospensione permanente del trattamento sono state rispettivamente del 7% e dello 0% per il gruppo con Afinitor e per il gruppo con placebo. La gravità della maggior parte delle reazioni avverse è stata di grado 1 o 2.
La Tabella 2 mostra l’incidenza delle reazioni avverse riportate nei pazienti trattati con everolimus 10 mg/die. Le reazioni avverse in Tabella 2 sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi MedDRA e la categoria di frequenza. Le categorie di frequenza sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puo essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 2 Reazioni avverse
Infezioni ed infestazioni |
Molto comune | Infezioni a |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Molto comune | Riduzione dei linfocitib, riduzione dell’emoglobinab, riduzione delle piastrineb, riduzione dei neutrofilib |
Disturbi del sistema immunitario |
Non nota | Ipersensibilità |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Molto comune | Aumento della glicemiab, aumento del colesterolob, aumento dei trigliceridib, riduzione dei fosfatib, anoressia |
Comune | Disidratazione |
Non comune | Diabete mellito di nuova insorgenza |
Disturbi psichiatrici |
Comune | Insonnia |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comune | Alterazione del gusto |
Comune | Cefalea |
Patologie dell'occhio |
Comune | Congiuntivite, edema delle palpebre |
Patologie cardiache |
Non comune | Insufficienza cardiaca congestizia |
Patologie vascolari |
Comune | Ipertensione |
Non nota | Emorragie |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Molto comune | Polmonitec, dispnea, epistassi, tosse |
Comune | Emottisi |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune | Stomatited, diarrea, infiammazione delle mucose, vomito, nausea |
Comune | Secchezza delle fauci, dolore addominale, disfagia, dispepsia |
Patologie epatobiliari |
Molto comune | Aumento dell’alanina aminotransferasi b, aumento dell’aspartato aminotransferasi b |
Comune | Aumento della bilirubinab |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Molto comune | Rash, secchezza della pelle, prurito |
Comune | Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, eritema, esfoliazione della pelle, disturbi dell’unghia, dermatite acneiforme, onicoclasia |
Non comune | Angioedema |
Patologie renali e urinarie |
Molto comune | Aumento della creatininab |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Molto comune | Stanchezza, astenia, edema periferico |
Comune | Dolore toracico, piressia |
Non comune | Rallentata guarigione delle ferite |
Esami diagnostici |
Comune | Riduzione di peso |
a Comprende tutti gli eventi nell’ambito della classificazione per sistemi e organi ‘infezioni e infestazioni’ (come polmonite, sepsi e infezioni opportunistiche [es. aspergillosi e candidosi (vedere anche paragrafo 4.4)]) |
b Frequenza basata sulla determinazione delle anomalie dei valori di laboratorio (come parte delle valutazioni routinarie dei parametri di laboratorio) |
c Comprende polmonite, malattia polmonare interstiziale, infiltrazione polmonare, emorragia polmonare alveolare, tossicità polmonare, e alveolite |
d Comprende stomatite e stomatite aftosa, e ulcerazioni alla bocca e alla lingua |
Informazioni da ulteriori studi clinici
In studi clinici, everolimus è stato associato a casi gravi di riattivazione dell’epatite B, inclusi esiti fatali. Durante periodi di immunosoppressione la riattivazione di una infezione è un evento atteso.
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Nell’uomo l’esperienza di sovradosaggio è molto limitata. Dosi singole fino a 70 mg sono state somministrate con una tollerabilità acuta accettabile. In tutti i casi di sovradosaggio, devono essere adottate le misure generali di supporto.
Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della protein-chinasi, codice ATC: L01XE10
Meccanismo d’azione
Everolimus è un inibitore selettivo del mTOR (mammalian target of rapamycin,target della rapamicina nei mammiferi). mTOR è una serin-treonin chinasi chiave la cui attività è nota per essere sovraregolata in un numero di tumori nell’uomo. Everolimus si lega alla proteina intracellulare FKBP-12, formando un complesso che inibisce l’attività di mTOR complex-1 (mTORC1). L’inibizione della via del segnale di mTORC1 interferisce con la traduzione e la sintesi di proteine riducendo l’attività della protein chinasi S6 ribosomiale (S6K1) e la proteina eucariotica di legame del fattore 4E di allungamento della traduzione (4EBP-1) che regolano le proteine coinvolte nel ciclo cellulare, nell’angiogenesi e nella glicolisi. Everolimus riduce i livelli del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), che potenzia i processi angiogenici tumorali. Everolimus è un potente inibitore della crescita e della proliferazione delle cellule tumorali, delle cellule endoteliali, dei fibroblasti e delle cellule muscolari lisce associate ai vasi sanguigni e ha mostrato di ridurre la glicolisi nei tumori solidi in vitro e in vivo.
Efficacia e sicurezza clinica
E’ stato condotto uno studio di fase III, internazionale, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, per confrontare everolimus alla dose di 10 mg/die verso placebo, entrambi i trattamenti in associazione alla migliore terapia di supporto, in pazienti con carcinoma renale metastatico che avevano presentato progressione durante o dopo la terapia con VEGFR-TKIs (inibitori della tirosin chinasi del recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare: sunitinib, sorafenib, o entrambi). Era consentita anche precedente terapia con bevacizumab e interferone-alfa. I pazienti sono stati stratificati secondo i criteri prognostici del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center (MSKCC) (gruppi di rischio favorevole vs. intermedio vs. sfavorevole) e la terapia antitumorale precedente (1 vs. 2 precedenti VEGFR-TKIs).
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione, documentato utilizzando i criteri RECIST (Response Evaluation Criteria in Solid Tumours) e valutato mediante una revisione centralizzata indipendente condotta in cieco. Gli endpoint secondari comprendevano il profilo di sicurezza, il tasso di risposta tumorale obiettiva, la sopravvivenza complessiva, i sintomi correlati alla malattia e la qualità della vita. A seguito di progressione radiologicamente documentata, il medico poteva aprire il codice di randomizzazione dei pazienti: i pazienti in trattamento con placebo potevano allora essere trattati con everolimus 10 mg/die in aperto. L’Independent Data Monitoring Committee (Comitato indipendente per il controllo dei dati) ha raccomandato l’interruzione dello studio al tempo della seconda analisi ad interim poiché l’endpoint primario era stato raggiunto.
In totale, 416 pazienti sono stati randomizzati, in un rapporto 2:1, per ricevere Afinitor (n=277) o placebo (n=139). I dati demografici erano ben bilanciati (età mediana raggruppata [61 anni; intervallo 27-85], 78% maschi, 88% di razza caucasica, numero di precedenti terapie con VEGFR-TKI [1-74%, 2-26%]).
Afinitor è risultato superiore al placebo rispetto all’endpoint primario della sopravvivenza libera da progressione, con una riduzione statisticamente significativa del 67% del rischio di progressione o morte (vedere Tabella 3).
Tabella 3 Risultati della sopravvivenza libera da progressione
Popolazione | n | Afinitor n=277 | Placebo n=139 | Hazard ratio (95%IC) | P |
| | Mediana della sopravvivenza libera da progressione (mesi) (95% IC) | | |
Analisi primaria |
Tutti (revisione centralizzata indipendente in cieco) | 416 | 4,9 (4,0-5,5) | 1,9 (1,8-1,9) | 0,33 (0,25-0,43) | <0,0001a |
Analisisupportive/di sensitività |
Tutti (revisione locale dello sperimentatore) | 416 | 5,5 (4,6-5,8) | 1,9 (1,8-2,2) | 0,32 (0,25-0,41) | <0,0001a |
Criteri di rischio prognostici MSKCC (revisione centralizzata indipendente in cieco) |
Rischio favorevole | 120 | 5,8 (4,0-7,4) | 1,9 (1,9-2,8) | 0,31 (0,19-0,50) | <0,0001 |
Rischio intermedio | 235 | 4,5 (3,8-5,5) | 1,8 (1,8-1,9) | 0,32 (0,22-0,44) | <0,0001 |
Rischio sfavorevole | 61 | 3,6 (1,9-4,6) | 1,8 (1,8-3,6) | 0,44 (0,22-0,85) | 0,007 |
a log-rank test stratificato |
Il tasso di PFS a 6 mesi era del 36% per Afinitor rispetto al 9% per placebo.
Risposte tumorali obiettive confermate sono state osservate in 5 pazienti (2%) trattati con Afinitor, mentre nessuna risposta è stata osservata nei pazienti trattati con placebo. Pertanto, il vantaggio in sopravvivenza libera da progressione riflette principalmente la popolazione con stabilizzazione della malattia (corrispondente al 67% del gruppo di trattamento con Afinitor).
Nessuna differenza statisticamente significativa correlata al trattamento è stata notata in relazione alla sopravvivenza complessiva (hazard ratio 0,87; intervallo di confidenza: 0,65-1,17; p=0,177). Il passaggio al trattamento in aperto con Afinitor dei pazienti assegnati a placebo, a seguito della progressione della malattia, ha influenzato la determinazione di ogni differenza correlata al trattamento in relazione alla sopravvivenza complessiva.
Popolazione pediatrica
L’Agenzia Europea dei Medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Afinitor in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il carcinoma renale (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).
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Assorbimento
Nei pazienti con tumori solidi in fase avanzata, la concentrazione di picco (Cmax) di everolimus si raggiunge in media 1 ora dopo la somministrazione di 5 e 10 mg/die di everolimus a digiuno o con uno spuntino leggero senza grassi. La Cmax è proporzionale alla dose tra 5 e 10 mg. Everolimus è un substrato e un moderato inibitore della PgP.
Effetto del cibo:
In soggetti sani, pasti ad alto contenuto di grassi riducevano l’esposizione sistemica di Afinitor 10 mg (misurata come AUC) del 22% e i picchi di concentrazione plasmatici della Cmax del 54%. Pasti a basso contenuto di grassi riducevano l’AUC del 32% e la Cmax del 42%. Il cibo, tuttavia, non ha avuto un evidente effetto sul profilo concentrazione-tempo della fase post-assorbimento.
Distribuzione
Il rapporto sangue-plasma di everolimus, che è dipendente dalla concentrazione nel range da 5 a 5.000 ng/ml, varia da 17% a 73%. Nei pazienti oncologici trattati con Afinitor 10 mg/die approssimativamente il 20% della concentrazione di everolimus nel sangue intero è confinata nel plasma. Il legame con le proteine plasmatiche è pari a circa il 74% nei soggetti sani e nei pazienti con insufficienza epatica moderata. Nei pazienti con tumori solidi in fase avanzata, il Vd era 191 l nel compartimento centrale apparente e 517 l nel compartimento periferico apparente.
Metabolismo
Everolimus è un substrato del CYP3A4 e della PgP. In seguito a somministrazione orale, everolimus è il principale componente circolante nel sangue umano. Sei metaboliti principali di everolimus sono stati identificati nel sangue umano, comprendenti tre metaboliti monoidrossilati, due prodotti formati per apertura idrolitica dell’anello ciclico, e una fosfatidilcolina coniugata di everolimus. Questi metaboliti sono stati identificati anche nelle specie animali utilizzate negli studi di tossicità, e hanno mostrato un’attività approssimativamente 100 volte inferiore a quella di everolimus. Everolimus è quindi considerato contribuire alla maggior parte dell’attività farmacologia complessiva.
Eliminazione
La CL/F media di everolimus dopo una dose di 10 mg/die in pazienti con tumori solidi in fase avanzata era 24,5 l/h. L’emivita media di eliminazione di everolimus è approssimativamente 30 ore.
Non sono stati condotti studi specifici di escrezione in pazienti oncologici; tuttavia, sono disponibili dati da studi in pazienti sottoposti a trapianto. In seguito alla somministrazione di una singola dose di everolimus radioattivo in combinazione con ciclosporina, l’80% della radioattività è stata ritrovata nelle feci, mentre il 5% è stata escreta nelle urine. Il prodotto d’origine non è stato rilevato nelle urine e nelle feci.
Farmacocinetica allo steady-state
Dopo somministrazione di everolimus in pazienti con tumori solidi in fase avanzata, l’AUC0- τ allo steady-state è risultata proporzionale alla dose nell’intervallo di dosaggio da 5 a 10 mg/die. Lo steady-state viene raggiunto entro due settimane. La Cmax è proporzionale alla dose tra 5 e 10 mg. Il tmax si raggiunge 1-2 ore dopo l’assunzione della dose. Allo steady-state l’AUC0- τ è significativamente correlata ai livelli ematici pre-dose.
Categorie particolari di pazienti
Compromissione epatica
L’AUC media di everolimus era aumentata di due volte in 8 soggetti con compromissione epatica moderata (Child-Pugh class B) rispetto a quella misurata in 8 soggetti con normale funzionalità epatica. L’AUC è stata positivamente correlata alla concentrazione sierica di bilirubina e al prolungamento del tempo di protrombina ed è stata negativamente correlata alle concentrazioni sieriche di albumina. L’impatto della compromissione epatica grave (Child-Pugh class C) sulla farmacocinetica di everolimus non è stato valutato (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Compromissione renale
In un’analisi della farmacocinetica di popolazione in 170 pazienti con tumori solidi in fase avanzata, non è stata notata alcuna significativa influenza della clearance della creatinina (25-178 ml/min) sulla CL/F di everolimus. La compromissione renale insorta dopo trapianto (range di clearance della creatinina: 11-107 ml/min) non ha influito sulla farmacocinetica di everolimus in pazienti trapiantati.
Pazienti anziani
Da una valutazione della farmacocinetica di popolazione in pazienti oncologici, non è stata notata alcuna significativa influenza dell’età (27-85 anni) sulla clearance orale di everolimus.
Etnicità
In pazienti oncologici giapponesi e caucasici, con analoga funzionalità epatica, la clearance orale (CL/F) è simile. Da un’analisi della farmacocinetica di popolazione, la clearance orale (CL/F) è, in media, del 20% superiore nei pazienti di razza nera sottoposti a trapianto.
Il profilo preclinico di sicurezza di everolimus è stato valutato nel topo, nel ratto, nel maialino, nella scimmia e nel coniglio. I principali organi bersaglio identificati in diverse specie animali sono stati gli organi riproduttivi maschili e femminili (degenerazione tubulare testicolare, contenuto spermatico ridotto nell’epididimo ed atrofia dell’utero); i polmoni (aumento dei macrofagi alveolari) nel ratto e nel topo; il pancreas (degranulazione e vacuolizzazione delle cellule esocrine rispettivamente nella scimmia e nel maialino, e degenerazione delle cellule delle isole nella scimmia), e gli occhi (opacità della linea di sutura lenticolare anteriore) solo nel ratto. Variazioni renali di minore entità sono state osservate nel ratto (esacerbazione della lipofuscina correlata con l’età nell’epitelio tubulare, aumenti in idronefrosi) e nel topo (esacerbazione delle lesioni di fondo). Non vi è stata indicazione di tossicità renale nella scimmia o nel maialino.
Malattie di fondo verificatesi spontaneamente (miocardite cronica nel ratto, infezione plasmatica e cardiaca da Coxsackie virus nella scimmia, infestazione coccidiale del tratto gastrointestinale nel maialino, lesioni cutanee nel topo e nella scimmia) sembrano esacerbate dal trattamento con everolimus. Tali evidenze sono state di solito osservate in presenza di livelli di esposizione sistemica nell’intervallo terapeutico o al di sopra, ad eccezione del ratto, dove, a causa di una elevata distribuzione tissutale, tali evidenze insorgono al di sotto dell’esposizione terapeutica.
In uno studio sulla fertilità maschile nel ratto, la morfologia testicolare è stata influenzata a dosi pari a 0,5 mg/kg o superiori e la motilità degli spermatozoi, la conta spermatica, e i livelli di testosterone nel plasma risultavano ridotti a 5 mg/kg, valore che si colloca nell’ambito dell’intervallo di esposizione terapeutica e che comporta una riduzione della fertilità maschile. C’è stata evidenza di reversibilità. La fertilità femminile non è stata interessata, ma everolimus attraversa la placenta e si è dimostrato tossico nei confronti del feto. Nel ratto, everolimus ha causato embriotossicità e tossicità fetale, manifestata come mortalità e ridotto peso fetale in presenza di esposizione sistemica al di sotto dell’intervallo terapeutico. L’incidenza di modificazioni scheletriche e delle malformazioni a 0,3 e 0,9 mg/kg (schisi dello sterno) è aumentata. Nei conigli, l’embriotossicità si è manifestata con un aumento del riassorbimento ritardato.
Gli studi sulla genotossicità, che valutano tutti gli aspetti principali di genotossicità, non hanno mostrato evidenza di attività clastogenica o mutagena. La somministrazione di everolimus per un periodo massimo di 2 anni non ha indicato alcun potenziale oncogeno nel topo e nel ratto fino ai dosaggi più elevati corrispondenti rispettivamente a 4,3 e 0,2 volte l’esposizione sistemica prevista in clinica.
Butilidrossitoluene (E321)
Magnesio stearato
Lattosio monoidrato
Ipromellosa
Crospovidone tipo A
Lattosio anidro
Non pertinente.
3 anni
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità.
Blister alluminio/poliammide/alluminio/PVC contenente 10 compresse.
Confezioni contenenti 10, 30, 60 o 90 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Novartis Europharm Limited
Wimblehurst Road
Horsham
West Sussex, RH12 5AB
Regno Unito
EU/1/09/538/001
039398019
EU/1/09/538/002
039398021
EU/1/09/538/003
039398033
EU/1/09/538/007
03.08.2009
04.2010