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ALDURAZYME 100 U/ML CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUZIONE.
1 ml contiene 100 U (circa 0,58 mg) di laronidasi.
Ciascun flaconcino da 5 ml contiene 500 U di laronidasi.
L’unità di attività (U) è definita come l’idrolisi di una micromole di substrato (4-MUI) al minuto.
La laronidasi è una forma ricombinante della a-L-iduronidasi umana ed è prodotta con la tecnologia del DNA ricombinante, attraverso l’uso di colture cellulari di ovaio di criceto cinese (CHO).
Eccipiente:
Ciascun flaconcino da 5 ml contiene 1,29 mmol di sodio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Una soluzione da limpida a leggermente opalescente, e da incolore a giallo chiaro.
Aldurazyme è indicato per la terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine in pazienti con diagnosi confermata di Mucopolisaccaridosi I (MPS-I; deficit di a-L-iduronidasi), per il trattamento delle manifestazioni non neurologiche della patologia (vedere paragrafo 5.1).
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Posologia
Il regime posologico consigliato di Aldurazyme è 100 U/kg di peso corporeo, somministrato una volta la settimana con infusione endovenosa. L’iniziale velocità di infusione di 2 U/kg/ora può essere aumentata gradualmente ogni quindici minuti, se tollerato, fino a un massimo di 43 U/kg/ora. Il volume totale dell’infusione deve essere somministrato in 3-4 ore circa. Per informazioni sul pretrattamento vedere paragrafo 4.4.
Popolazione pediatrica
Non è necessario alcun aggiustamento della dose per la popolazione pediatrica.
La sicurezza e l’efficacia di Aldurazyme nei pazienti di oltre 65 anni di età non sono state stabilite. Pertanto, per tali pazienti non è possibile avanzare alcuna raccomandazione posologica.
La sicurezza e l’efficacia di Aldurazyme non sono state valutate in pazienti con insufficienza renale o epatica. Pertanto, per tali pazienti non è possibile avanzare alcuna raccomandazione posologica.
Modo di somministrazione
Il trattamento con Aldurazyme deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico con esperienza nella gestione dei pazienti affetti da MPS I o da altre patologie metaboliche ereditarie. La somministrazione di Aldurazyme deve essere effettuata in ambiente clinico idoneo in cui siano immediatamente disponibili attrezzature di rianimazione per la gestione di emergenze mediche.
Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Ipersensibilità grave (ad es. reazione anafilattica) al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 4.4 e 4.8).
I pazienti trattati con Aldurazyme potrebbero sviluppare reazioni connesse all’infusione (IAR), definite come qualsiasi evento avverso connesso, che si verifica nel corso dell’infusione oppure durante il giorno di infusione (vedere paragrafo 4.8). Alcune di queste IAR possono essere gravi (vedere sotto).
I pazienti trattati con Aldurazyme vanno tenuti strettamente sotto controllo e tutte le reazioni connesse all’infusione, le reazioni ritardate ed eventuali reazioni immunologiche vanno riportate. Lo stato anticorpale deve essere regolarmente monitorato e riportato.
Sono state riportate reazioni gravi connesse all’infusione in pazienti con preesistente grave compromissione delle vie aeree superiori, pertanto questa tipologia di pazienti deve continuare ad essere attentamente controllata. Inoltre questi pazienti devono ricevere l’infusione di Aldurazyme solo in un ambiente ospedaliero adeguato, dove è prontamente disponibile l’attrezzatura per la rianimazione e la gestione di emergenze mediche.
I pazienti con una sottostante patologia acuta al momento dell’infusione di Aldurazyme sembrano soggetti a un rischio maggiore di IAR. È necessario valutare attentamente lo stato clinico del paziente prima di somministrare Aldurazyme.
Sulla base dello studio clinico di Fase III, si ritiene che quasi tutti i pazienti sviluppino anticorpi IgG anti-laronidasi, soprattutto entro 3 mesi dall’inizio del trattamento.
I pazienti che hanno sviluppato anticorpi o sintomi di IAR devono essere trattati con cautela durante la somministrazione di Aldurazyme (vedere paragrafo 4.3 e 4.8).
Negli studi clinici, le reazioni connesse all’infusione sono state solitamente controllate rallentando la velocità d’infusione e (pre)trattando il paziente con antistaminici e/o con antipiretici (paracetamolo oppure ibuprofene), consentendo in tal modo al paziente di proseguire il trattamento.
Poiché esistono pochi dati sulla ripresa del trattamento in seguito ad interruzione prolungata, dopo l’interruzione adottare le dovute precauzioni a causa dell’aumentato rischio teorico di reazione di ipersensibilità.
Nella prima somministrazione di Aldurazyme o al momento della ripresa del trattamento in seguito ad interruzione, si consiglia il pretrattamento dei pazienti (con antistaminici e/o antipiretici) circa 60 minuti prima dell’inizio dell’infusione, per minimizzare la potenziale insorgenza di IAR. Se indicato clinicamente, considerare la somministrazione di medicinali di pretrattamento anche nelle successive infusioni di Aldurazyme.
In caso di reazione connessa all’infusione da lieve a moderata, prendere in considerazione un trattamento con antistaminici e paracetamolo/ibuprofene e/o una riduzione della velocità d’infusione ad un valore pari alla metà della velocità a cui si è verificata la reazione.
In caso di una singola reazione connessa all’infusione grave, interrompere l’infusione fino alla scomparsa dei sintomi e prendere in considerazione il trattamento con antistaminici e paracetamolo/ibuprofene. L’infusione potrà essere ripresa con una riduzione della velocità d’infusione a ½ – ¼ della velocità a cui si è verificata la reazione.
In caso di IAR moderata ricorrente o ripresa del trattamento dopo una reazione grave singola, instaurare un pretrattamento (antistaminici e paracetamolo/ibuprofene e/o corticosteroidi) ed una riduzione della velocità d’infusione a ½ – ¼ della velocità a cui si è verificata la reazione precedente.
Come per qualsiasi prodotto proteico endovenoso, sono possibili severe reazioni di ipersensibilità di tipo allergico. Nell’eventualità di reazioni di questo tipo, si consiglia di sospendere immediatamente Aldurazyme e di avviare il trattamento medico del caso. Attenersi agli standard medici attuali per il trattamento delle emergenze.
Questo medicinale contiene sodio ed è somministrato mediante soluzione endovenosa di cloruro di sodio 0,9% (vedere paragrafo 6.6). Ciò deve essere tenuto in considerazione per i pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
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Non sono stati effettuati studi di interazione. Da un punto di vista metabolico, è improbabile che la laronidasi possa andare soggetta ad interazioni mediate dal Citocromo P450.
Non somministrare Aldurazyme simultaneamente alla clorochina o alla procaina, per via del potenziale rischio d’interferenza con la captazione intracellulare della laronidasi.
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di Aldurazyme in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo post-natale (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Pertanto, Aldurazyme non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
È possibile che la laronidasi venga escreta nel latte materno. A causa dell’assenza di dati circa i neonati esposti alla laronidasi attraverso il latte materno, si consiglia di interrompere l’allattamento durante il trattamento con Aldurazyme.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Negli studi clinici, la maggioranza degli eventi avversi correlati è stata classificata come reazioni connesse all’infusione (IAR), evidenziatesi nel 53% dei pazienti nello studio di Fase 3 (trattati per un massimo di 4 anni) e nel 35% dei pazienti nello studio nei minori di 5 anni (fino a 1 anno di trattamento). Nel tempo, il numero di tali reazioni è diminuito. Alcune delle IAR erano gravi. Le reazioni avverse (ADR) più frequenti sono state: cefalea, nausea, dolore addominale, rash, artralgia, mal di schiena, dolore agli arti, vampate, piressia, reazioni nella sede di somministrazione, aumento della pressione arteriosa, calo della saturazione di ossigeno, tachicardia e brividi.
Le ADR ad Aldurazyme riferite durante lo studio di Fase 3 e la sua estensione in un totale di 45 pazienti di età pari o superiore a 5 anni, trattati per un massimo di 4 anni, sono elencate nella tabella usando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (da ≥ 1/100 a <1/10). A causa della popolazione ridotta di pazienti, una ADR riportata in un unico paziente è stata classificata come comune.
Classificazione sistemica organica MedDRA | Termine preferenziale MedDRA | Frequenza |
Esami diagnostici | aumento della temperatura corporea, calo della saturazione di ossigeno | comune |
Patologie cardiache | tachicardia | comune |
Patologie del sistema nervoso | cefalea | molto comune |
parestesia, vertigini | comune |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | difficoltà respiratoria, dispnea, tosse | comune |
Patologie gastrointestinali | nausea, dolore addominale | molto comune |
vomito, diarrea | comune |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | rash | molto comune |
edema angioneurotico, gonfiore in viso, orticaria, prurito, sudori freddi, alopecia, iperidrosi | comune |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | artropatia, artralgia, mal di schiena, dolore agli arti | molto comune |
dolore muscoloscheletrico | comune |
Patologie vascolari | vampate | molto comune |
ipotensione, pallore, freddo agli arti | comune |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | piressia, reazione nel punto di infusione | molto comune |
brividi, sensazione di calore, sensazione di freddo, affaticamento, malattia simile all’influenza | comune |
Disturbi del sistema immunitario | reazione anafilattica | comune |
Disturbi psichiatrici | irrequietezza | comune |
Un unico paziente con pregressa compromissione delle vie aeree ha sviluppato una grave reazione a tre ore dall’inizio dell’infusione (alla settimana 62 del trattamento) con orticaria e ostruzioni delle vie aeree, ed è stato sottoposto a tracheotomia. Questo paziente ha dato esito positivo per la presenza di IgE.
L’esperienza post-marketing in merito alle reazioni connesse all’infusione ha rilevato casi di piressia, brividi, vomito, tachipnea, eritema e cianosi, fra i quali alcuni anche gravi. Inoltre, in un numero limitato di pazienti con precedente anamnesi di grave compromissione delle vie aeree superiori e dei polmoni correlata alla MPS I si sono verificate reazioni gravi, incluso broncospasmo, arresto respiratorio ed edema facciale (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati segnalati casi di stravaso di farmaco in pazienti trattati con Aldurazyme.
Popolazione pediatrica
Nella tabella sono riportate le ADR ad Aldurazyme riferite durante uno studio di Fase 2 in un totale di 20 pazienti, sotto i 5 anni di età e in gran parte del fenotipo grave, trattati fino a 12 mesi. Tutte le ADR erano di intensità da lieve a moderata.
Classificazione sistemica organica MedDRA | Termine preferenziale MedDRA | Frequenza |
Esami diagnostici | aumento della pressione arteriosa | Molto comune |
calo della saturazione di ossigeno | Molto comune |
Patologie cardiache | tachicardia | Molto comune |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | piressia | Molto comune |
brividi | Molto comune |
In uno studio di fase 4, 33 pazienti con MPS I hanno ricevuto uno dei 4 regimi di dosaggio: 100 U/Kg IV ogni settimana (dose raccomandata), 200 U/Kg IV ogni settimana, 200 U/Kg IV ogni 2 settimane o 300 U/Kg IV ogni 2 settimane. Il gruppo di dosaggio raccomandato ha presentato il minor numero di pazienti con ADR e IAR. Il tipo di IAR è risultato simile ai tipi riscontrati in altri studi clinici.
Immunogenicità
La quasi totalità dei pazienti ha sviluppato anticorpi IgG alla laronidasi. La maggior parte dei pazienti ha registrato una sieroconversione entro 3 mesi dall’avvio del trattamento, malgrado nel caso dei pazienti di età inferiore a 5 anni e con fenotipo più grave essa sia avvenuta essenzialmente nel giro di 1 mese (media: 26 giorni contro 45 giorni in pazienti di età uguale o maggiore di 5 anni). Al termine dello studio di Fase 3 (o al momento del ritiro anticipato dallo studio), 13/45 pazienti non presentavano anticorpi rilevabili mediante radioimmunoprecipitazione (RIPA), inclusi 3 pazienti mai sieroconvertiti. I pazienti con livelli di anticorpi da assenti a bassi hanno mostrato un calo consistente del livello di GAG urinari, mentre i pazienti con titoli elevati di anticorpi hanno mostrato un calo variabile dei GAG urinari. La significatività clinica di questa conclusione non è chiara, dato che non ci sono stati rapporti coerenti tra il livello degli anticorpi IgG e gli endpoint di efficacia clinica.
Inoltre, negli studi di Fase 2 e 3, 60 pazienti sono stati sottoposti a test per valutare gli effetti di neutralizzazione in vitro. Quattro pazienti (tre pazienti nello studio di Fase III e uno nello studio di Fase II) presentavano livelli da marginali a bassi nell’inibizione in vitro dell’attività enzimatica della laronidasi, che non è parsa avere effetti sull’efficacia clinica e/o sulla riduzione dei GAG urinari.
La presenza di anticorpi non è sembrata correlata all’incidenza delle IAR, nonostante l’inizio delle IAR coincidesse generalmente con la formazione di anticorpi IgG. L’insorgenza degli anticorpi IgE non è stata studiata approfonditamente.
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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.
Categoria farmacoterapeutica: enzimi
Codice ATC: A16AB05.
I disordini da accumulo di mucopolisaccaridi sono causati dal deficit degli specifici enzimi lisosomiali necessari al catabolismo dei glicosaminoglicani (GAG). La MPS I è una malattia eterogenea e multisistemica, caratterizzata da deficit di a-L-iduronidasi, un’idrolasi lisosomiale che catalizza l’idrolisi dei residui a-L-iduronici terminali del dermatansolfato e dell’eparansolfato. Un’attività ridotta o assente di a-L-iduronidasi porta all’accumulo di GAG, dermatansolfato ed eparansolfato in molte tipologie cellulari e tissutali.
La base logica della terapia enzimatica sostitutiva consiste nel ripristinare un livello d’attività enzimatica sufficiente per idrolizzare il substrato accumulatosi e per prevenire l’ulteriore accumulo. A seguito dell’infusione endovenosa, la laronidasi è rapidamente eliminata dalla circolazione e captata dalle cellule nei lisosomi, molto probabilmente tramite i recettori di mannosio-6 fosfato.
La laronidasi purificata è una glicoproteina con peso molecolare di circa 83 kD. La laronidasi comprende 628 aminoacidi a seguito della scissione di N terminale. La molecola contiene 6 siti di modificazioni oligosaccaridi N-collegati.
Tre studi clinici sono stati effettuati per valutare l’efficacia e la sicurezza di Aldurazyme. Uno studio clinico si è concentrato prevalentemente sulla valutazione dell’effetto di Aldurazyme sulle manifestazioni sistemiche della MPS I quali scarsa resistenza, malattia polmonare restrittiva, ostruzione delle vie aeree superiori, range di movimento articolare ridotto, epatomegalia e disturbi visivi. Uno studio ha valutato principalmente la sicurezza e la farmacocinetica di Aldurazyme in pazienti di età inferiore a 5 anni, ma sono state incluse anche alcune misurazioni dell’efficacia. Il terzo studio è stato effettuato per valutare la farmacodinamica e la sicurezza dei vari regimi di dosaggio di Aldurazyme.
Finora non esistono dati clinici che dimostrino un beneficio per le manifestazioni neurologiche di questa malattia.
La sicurezza e l’efficacia di Aldurazyme sono state valutate in uno studio di Fase III randomizzato, in doppio cieco e controllato verso placebo di 45 pazienti con un età da 6 a 43 anni. Nonostante siano stati arruolati pazienti rappresentativi dell’intero spettro patologico, la maggior parte dei pazienti era di fenotipo intermedio con solo un paziente che presentava il fenotipo grave. I pazienti sono stati arruolati con una Capacità Vitale Forzata (CVF) inferiore all’80% del valore previsto e dovevano essere capaci di rimanere in piedi per almeno 6 minuti e di camminare per 5 metri.
I pazienti hanno ricevuto 100 U/kg di Aldurazyme oppure placebo, ogni settimana per un totale di 26 settimane. Gli endpoints principali per l’efficacia erano i cambiamenti in percentuale della normale CVF prevista, e inoltre la distanza assoluta percorsa durante il test della marcia per sei minuti (6MWT). Tutti i pazienti sono stati successivamente arruolati in uno studio di estensione in aperto in cui sono stati trattati con 100 U/kg di Aldurazyme per settimana per altri 3,5 anni (182 settimane).
Dopo 26 settimane di terapia, nei pazienti trattati con Aldurazyme si è riscontrato un miglioramento della funzione respiratoria e della capacità di camminare, se confrontati con il placebo, come indicato nella tabella.
| Fase 3, 26 settimane di trattamento confronto con placebo |
| | | valore p | intervallo di confidenza (95%) |
Percentuale prevista CVF (punto percentuale) | media | 5,6 | - | |
mediana | 3,0 | 0,009 | 0,9 - 8,6 |
6MWT (metri) | media | 38,1 | - | |
mediana | 38,5 | 0,066 | -2,0 - 79,0 |
Lo studio di estensione in aperto ha mostrato un miglioramento e/o un mantenimento di questi effetti per un massimo di 208 settimane nel gruppo Aldurazyme/Aldurazyme e di 182 settimane nel gruppo Placebo/Aldurazyme, come indicato nella tabella seguente.
| Aldurazyme/Aldurazyme | Placebo/Aldurazyme |
| A 208 settimane | A 182 settimane |
Cambiamento medio dalla visita di baseline pre-trattamento | | |
Percentuale CVF prevista (%)¹ | - 1,2 | - 3,3 |
6MWT (metri) | + 39,2 | + 19,4 |
Indice apnea/ipopnea (AHI) | - 4,0 | - 4,8 |
Range di movimento della flessione della spalla (gradi) | + 13,1 | + 18,3 |
Indice di disabilità CHAQ/HAQ² | - 0,43 | - 0,26 |
¹ La diminuzione nella percentuale prevista di CVF non è clinicamente significativa in questo periodo di tempo, inoltre i volumi polmonari assoluti hanno continuato ad aumentare in modo commisurato ai cambiamenti nell’altezza dei pazienti pediatrici in crescita.
² Entrambi i gruppi hanno superato la differenza minima clinicamente importante (-0,24).
Dei 26 pazienti con volumi epatici anormali alla visita di baseline pre-trattamento, al termine dello studio in 22 (85%) hanno raggiunto delle dimensioni epatiche normali. C’è stato un calo rapido nell’escrezione dei GAG urinari (mcg/mg creatinina) entro le prime 4 settimane, che è rimasto costante nel corso del resto dello studio. Nei gruppi Placebo/Aldurazyme e Aldurazyme/Aldurazyme, i livelli di GAG urinari sono diminuiti rispettivamente del 77% e del 66%; al termine dello studio, un terzo dei pazienti (15 su 45) ha raggiunto dei livelli normali di GAG urinari.
Per prendere in esame l’eterogeneità della manifestazione delle malattie nei pazienti, utilizzando un endpoint composito in grado di riassumere i cambiamenti clinicamente significativi su cinque variabili di efficacia (percentuale CVF normale prevista, distanza 6MWT, range di movimento della flessione della spalla, AHI e acuità visiva) la risposta globale è stata un miglioramento in 26 pazienti (58%), nessun miglioramento in 10 pazienti (22%) e un peggioramento in 9 pazienti (20%).
È stato eseguito uno studio di 1 anno di Fase 2, in aperto, che essenzialmente ha valutato la sicurezza e la farmacocinetica di Aldurazyme in 20 pazienti di età inferiore a 5 anni alla data di arruolamento (16 pazienti erano del fenotipo grave, 4 del fenotipo intermedio). Si è stabilito di somministrare ai pazienti Aldurazyme 100 U/kg con infusioni settimanali per un totale di 52 settimane. Quattro pazienti sono stati sottoposti a aumenti di dosaggio a 200 U/kg per le ultime 26 settimane, a causa dei livelli elevati di GAG urinari alla settimana 22.
Diciotto pazienti hanno completato lo studio. Aldurazyme è stato ben tollerato a entrambi i dosaggi. Il livello medio di GAG urinari è diminuito del 50% alla settimana 13 ed è stato ridotto del 61% al termine dello studio. Al completamento dello studio, tutti i pazienti hanno mostrato riduzioni nelle dimensioni epatiche, il 50% (9/18) presentava dimensioni epatiche normali. La proporzione dei pazienti con ipertrofia lieve del ventricolo sinistro è scesa dal 53% (10/19) al 17% (3/18), mentre la massa ventricolare sinistra media, normalizzata per l’area della superficie corporea, è diminuita di 0,9 punti dello Z-Score (n=17). Molti pazienti hanno mostrato un aumento in altezza (n=7) e peso (n=3) nello Z-Score dell’età. I pazienti più giovani con il fenotipo grave (< 2,5 anni) e tutti e 4 i pazienti con il fenotipo intermedio hanno mostrato un tasso normale di sviluppo mentale, mentre i pazienti più anziani, con un fenotipo grave, non hanno ottenuto miglioramenti, o miglioramenti limitati, nella cognizione.
È stato effettuato uno studio di fase 4 per valutare gli effetti farmacodinamici dei vari regimi di dosaggio di Aldurazyme sui GAG urinari, sul volume epatico e sul test 6MWT. In tale studio in aperto, della durata di 26 settimane, 33 pazienti con MPS I hanno ricevuto uno dei 4 regimi di dosaggio di Aldurazyme: 100 U/Kg IV ogni settimana (dose raccomandata), 200 U/Kg IV ogni settimana, 200 U/Kg IV ogni 2 settimane o 300U/Kg IV ogni 2 settimane. Non si è evidenziato alcun beneficio concreto delle dosi superiori rispetto alla dose raccomandata. Il regime di 200 U/Kg IV ogni 2 settimane può rappresentare un’alternativa accettabile per i pazienti con difficoltà a ricevere infusioni settimanali; tuttavia, non ci sono prove che l’efficacia clinica a lungo termine di questi due regimi di dosaggio sia equivalente.
Questo medicinale è stato autorizzato in “circostanze eccezionali”.
Ciò significa che data la rarità della malattia non è stato possibile ottenere informazioni complete su questo medicinale.
L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) revisionerà annualmente qualsiasi nuova informazione che si renderà disponibile sul medicinale e questo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario.
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A seguito della somministrazione endovenosa di laronidasi, con tempo di infusione pari a 240 minuti e a dosi di 100 U/kg di peso corporeo, si sono misurate le proprietà farmacocinetiche alle settimane 1, 12 e 26.
Parametro | Infusione 1Media ± SD | Infusione 12Media ± SD | Infusione 26Media ± SD |
Cmax (U/ml) | 0,197 ± 0,052 | 0,210 ± 0,079 | 0,302 ± 0,089 |
AUC∞ (hòU/ml) | 0,930 ± 0,214 | 0,913 ± 0,445 | 1,191 ± 0,451 |
CL (ml/min/kg) | 1,96 ± 0,495 | 2,31 ± 1,13 | 1,68 ± 0,763 |
Vz (l/kg) | 0,604 ± 0,172 | 0,307 ± 0,143 | 0,239 ± 0,128 |
Vss (l/kg) | 0,440 ± 0,125 | 0,252 ± 0,079 | 0,217 ± 0,081 |
t½ (h) | 3,61 ± 0,894 | 2,02 ± 1,26 | 1,94 ± 1,09 |
La Cmax ha mostrato un aumento del tempo. Il volume di distribuzione si è ridotto col trattamento continuato, forse per via della formazione di anticorpi e/o del calo del volume epatico. Il profilo farmacocinetico in pazienti di età inferiore a 5 anni era simile a quello dei pazienti di età superiore e con manifestazioni meno gravi.
La laronidasi è una proteina e si prevede la sua degradazione metabolica attraverso l’idrolisi dei peptidi. Di conseguenza, non si prevede che l’eventuale funzione epatica compromessa possa avere effetti clinicamente significativi sulla farmacocinetica della laronidasi. L’eliminazione renale della laronidasi è ritenuta una modalità di eliminazione secondaria (vedere paragrafo 4.2).
I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a singola dose, tossicità a dosi ripetute, tossicità riproduttiva. Non si prevede un potenziale genotossico e cancerogeno.
Sodio cloruro
Sodio fosfato monobasico, monoidrato
Sodio fosfato dibasico, eptaidrato
Polisorbato 80
Acqua per preparazioni iniettabili
In assenza di studi di incompatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Flaconcini intatti:
3 anni
Soluzioni diluite:
Dal punto di vista della sicurezza microbiologica, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se esso non è usato immediatamente, la conservazione in uso non deve superare 24 ore a 2°C – 8°C, sempre che la soluzione sia stata ottenuta in condizioni asettiche controllate e convalidate.
Conservare in frigorifero (2°C - 8°C).
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.
5 ml concentrato per soluzione in un flaconcino (vetro tipo I) con chiusura (in gomma clorobutile siliconata) e con sigillo (in alluminio) con apertura a scatto (in polipropilene).
Confezioni: 1, 10 e 25 flaconcini.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Ciascun flaconcino di Aldurazyme è destinato esclusivamente ad una singola somministrazione. Il concentrato per soluzione per infusione va diluito con soluzione per infusione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%), valendosi di una tecnica asettica. Si consiglia di somministrare ai pazienti la soluzione diluita di Aldurazyme con l’ausilio di un set per infusione provvisto di filtro in linea da 0,2 μm.
Preparazione dell’infusione di Aldurazyme (utilizzare una tecnica asettica)
• Determinare il numero di flaconcini da diluire, sulla base del peso del singolo paziente. Togliere i necessari flaconcini dal frigorifero circa 20 minuti prima, per portarli a temperatura ambiente (sotto 30°C).
• Prima della diluizione, ispezionare visivamente ciascun flaconcino, per escludere che contenga materiale particellare o che presenti scolorimento. La soluzione, da limpida a leggermente opalescente e da incolore a giallo chiaro, non deve contenere particelle visibili. Non utilizzare i flaconcini che presentano particelle o scolorimento.
• Determinare il volume totale dell’infusione sulla base del peso del singolo paziente, ossia 100 ml (se il peso del paziente è 20 kg o meno), oppure 250 ml (se il peso supera 20 kg) di soluzione per infusione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%).
• Aspirare e scartare un volume di soluzione per infusione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) dalla sacca per infusione, pari al volume totale di Aldurazyme che si desidera aggiungere.
• Aspirare il necessario volume dai flaconcini di Aldurazyme e combinare i volumi aspirati.
• Aggiungere i volumi combinati di Aldurazyme alla soluzione per infusione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%).
• Miscelare piano la soluzione per infusione.
• Prima dell’uso, ispezionare visivamente la soluzione per escludere che presenti particelle. Utilizzare esclusivamente soluzioni limpide ed incolori, prive di particelle visibili.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Genzyme Europe B.V., Gooimeer 10, NL-1411 DD Naarden, Olanda
EU/1/03/253/001-003
035891011
Data della prima autorizzazione: 10/06/2003
Data dell’ultimo rinnovo: 10/06/2008
04/2010
Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web della Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA): http://www.emea.europa.eu/