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ALENDRONATO ALTER
Ogni compressa rivestita con film contiene 70 mg di acido alendronico (pari a 91,35 mg di sodio alendronato triidrato).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con Film.
Compressa rivestita con film bianca, rotonda e biconvessa, con l’incisione “M14”.
Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale. L’alendronato riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.
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La dose raccomandata è una compressa rivestita con film di 70 mg in monosomministrazione settimanale, per uso orale.
Per ottenere un adeguato assorbimento dell’alendronato:
Alendronato Alter va preso a stomaco vuoto, almeno 30 minuti prima di mangiare, bere o prendere altri medicinali per la prima volta nella giornata, solo con acqua di rubinetto. È probabile che l’assunzione di altre bevande (compresa acqua minerale, liscia o gassata), di alimenti e di alcuni medicinali riduca l’assorbimento dell’alendronato (vedere paragrafo 4.5).
Per ridurre il potenziale di irritazione/eventi indesiderati locali ed esofagei, procedere come segue:
• Alendronato Alter va deglutito dopo essersi alzati il mattino, con un bicchiere colmo di acqua (non meno di 200 ml).
• I pazienti non devono masticare né sciogliere la compressa in bocca.
• I pazienti non devono sdraiarsi fintanto che non abbiano mangiato qualcosa, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa.
• I pazienti non devono sdraiarsi per almeno 30 minuti dopo aver assunto Alendronato Alter.
• Alendronato Alter non deve essere assunto prima di coricarsi né prima di alzarsi il mattino.
I pazienti devono assumere integratori di calcio e di vitamina D se l’apporto dietetico non è adeguato (vedere paragrafo 4.4).
Uso negli anziani: Non è necessario regolare la dose negli anziani.
Uso in caso di compromissione della funzione renale: Non è necessario aggiustare la dose nei pazienti con velocità di filtrazione glomerulare (VFG) oltre 35 ml/min. A causa della scarsa esperienza, non si consiglia di somministrare alendronato ai pazienti con insufficienza renale e con VFG al di sotto di 35 ml/min.
Uso nei bambini: Non vi è alcuna indicazione pertinente per l’uso di Alendronato Alter 70 mg compresse nei bambini.
• Patologie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi o acalasia.
• Incapacità di rimanere alzati o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti.
• Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
• Ipocalcemia.
• Vedere anche paragrafo 4.4.
L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del rischio di aggravamento della patologia di base, usare cautela nel somministrare alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastrointestinale superiore, ad esempio disfagia, malattia esofagea, gastrite, duodenite, ulcere, oppure con recente anamnesi (negli ultimi 12 mesi) di grave patologia gastrointestinale, come ulcera peptica o con sanguinamento gastrointestinale attivo, oppure reduci da un’intervento chirurgico del tratto gastrointestinale superiore, esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3 ‘Controindicazioni’).
Nei pazienti in trattamento con alendronato sono state riportate reazioni esofagee (talvolta gravi e necessitanti il ricovero), come esofagite, ulcere ed erosioni esofagee, in rari casi seguite da stenosi esofagee. Pertanto, i medici devono prestare particolare attenzione alla comparsa di segni o sintomi indicativi di possibile reazione esofagea e i pazienti devono essere istruiti a interrompere l’assunzione di alendronato e rivolgersi a un medico se insorgono sintomi di irritazione esofagea, quali disfagia, deglutizione dolorosa o dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi.
Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo sembra maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in modo corretto e/o che continuano ad assumerlo anche dopo l’esordio di sintomatologia indicativa di irritazione esofagea. È molto importante fornire al paziente istruzioni complete sulle modalità di assunzione, e che egli le comprenda appieno (vedere paragrafo 4.2 ‘Posologia e modo di somministrazione’). I pazienti devono essere informati che il mancato rispetto delle presenti istruzioni può accrescere il rischio dell’esordio di problemi esofagei.
Sebbene dalle numerose sperimentazioni cliniche non sia emerso un innalzamento del rischio, sono stati riferiti rari casi (post-marketing) di ulcere gastriche e duodenali, talvolta gravi e con complicanze. Non è possibile escludere un nesso causale.
Nei pazienti affetti da cancro e trattati con regimi che comprendevano principalmente bifosfonati per via endovenosa è stata riferita osteonecrosi mandibolare, generalmente associata a estrazione dentale e/o infezione locale (compresa osteomielite). Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. Sono stati segnalati casi di osteonecrosi mandibolare anche in pazienti con osteoporosi in trattamento con bifosfonati orali.
Prima di somministrare bifosfonati a pazienti con concomitanti fattori di rischio (es. cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) deve essere preso in considerazione un esame odontoiatrico con appropriate misure preventive.
Durante il trattamento, se possibile questi pazienti devono evitare procedure odontoiatriche di tipo invasivo. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi mandibolare durante la terapia con bifosfonati, la chirurgia odontoiatrica può aggravare i disturbi. Non vi sono dati disponibili per i pazienti che richiedono procedure odontoiatriche, in merito alla possibile riduzione del rischio di osteonecrosi mandibolare con la cessazione della terapia con bifosfonati.
Il programma di gestione di ciascun paziente deve basarsi sul giudizio clinico del medico curante e sulla valutazione caso per caso del rapporto rischio/beneficio.
Nei pazienti in trattamento con bifosfonati è stato segnalato dolore osseo, articolare e/o muscolare. Nell’esperienza post-marketing, raramente questi sintomi sono stati di entità grave e/o hanno causato disabilità (vedere paragrafo 4.8 ‘Effetti indesiderati’). I tempi di esordio dei sintomi hanno variato da un giorno a vari mesi dall’inizio del trattamento. Gran parte dei pazienti ha trovato sollievo dai sintomi una volta cessata la terapia. In un sottogruppo di pazienti, con una nuova somministrazione dello stesso farmaco o di un altro bifosfonato si avevano recidive dei sintomi.
I pazienti devono essere informati che se dimenticano una dose di Alendronato Alter, dovranno prendere una compressa il mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Inoltre, non devono prendere due compresse lo stesso giorno ma tornare alla consueta assunzione di una compressa alla settimana, nel giorno prestabilito.
L’uso di alendronato non è consigliato nei pazienti con compromissione della funzione renale e VFG inferiore a 35 ml/min.(vedere paragrafo 4.2 ‘Posologia e modo di somministrazione’).
Per l’osteoporosi devono essere prese in considerazione cause diverse da carenza di estrogeni ed età.
Prima di iniziare il trattamento con alendronato bisogna correggere l’ipocalcemia (vedere paragrafo 4.3 ‘Controindicazioni’). Si devono trattare efficacemente anche i disturbi che interferiscono con il metabolismo dei minerali (come la carenza di vitamina D e l’ipoparatiroidismo). Nei pazienti affetti da tali condizioni cliniche, durante il trattamento con Alendronato Alter monitorare i livelli sierici di calcio e la comparsa di sintomi ipocalcemici.
Considerati gli effetti positivi dell’alendronato nell’incremento della mineralizzazione dell’osso, sono possibili riduzioni dei livelli sierici di calcio e di fosfato. Normalmente si tratta di diminuzioni contenute e asintomatiche. Tuttavia, vi sono state rare segnalazioni di ipocalcemia sintomatica, che occasionalmente sono state di grave entità e sono spesso insorte in pazienti con condizioni predisponenti (es. ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e malassorbimento di calcio).
Nei pazienti trattati con glucorticoidi è particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e di vitamina D.
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È probabile che l’assunzione concomitante di cibi e bevande (compresa acqua minerale), integratori di calcio, antiacidi e di alcuni medicinali orali interferisca con l’assorbimento dell’alendronato. Pertanto i pazienti devono attendere almeno 30 minuti dall’assunzione di alendronato, prima di assumere altri medicinali orali.
Non sono stati effettuati studi di interazione. Tuttavia, negli studi clinici l’alendronato è stato somministrato con svariati medicinali di diffusa prescrizione, senza dare luogo ad eventi indesiderati di rilevanza clinica.
Uso durante la gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso dell’acido alendronico in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, o lo sviluppo postnatale. L’acido alendronico somministrato ai ratti durante la gravidanza ha causato distocia associata a ipocalcemia (vedere paragrafo 5.3). Considerata l’indicazione, l’acido alendronico non deve essere usato in gravidanza.
Uso durante l’allattamento
Non è noto se l’acido alendronico venga escreto nel latte materno. Considerata l’indicazione, l’acido alendronico non deve essere usato durante l’allattamento.
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare veicoli o sull’uso di macchinari.
In uno studio di un anno su donne in postmenopausa con osteoporosi, i profili complessivi di sicurezza per l’acido alendronico 70 mg/settimana (n=519) e per l’alendronato 10 mg/die (n=370) sono risultati simili.
In due studi di tre anni con disegno pressoché identico in donne in postmenopausa (alendronato 10 mg: N=196, placebo: n=397), i profili complessivi di sicurezza per l’alendronato 10 mg/die e il placebo sono risultati simili.
Reazioni avverse segnalate dagli sperimentatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente associate al farmaco, sono presentate nella tabella che segue se insorte in ≥ 1% in uno dei gruppo trattati all’interno dello studio di un anno, oppure in ≥ 1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die e con incidenza superiore rispetto ai pazienti che ricevevano placebo negli studi di tre anni:
| Studio di un anno | Studi triennali |
| acido alendronico 70 mg (n = 519) % | alendronato 10 mg/die (n = 370) % | alendronato 10 mg/die (n = 196) % | Placebo (n = 397) % |
Patologie gastrointestinali | | | | |
dolore addominale | 3,7 | 3,0 | 6,6 | 4,8 |
dispepsia | 2,7 | 2,2 | 3,6 | 3,5 |
rigurgito acido | 1,9 | 2,4 | 2,0 | 4,3 |
nausea | 1,9 | 2,4 | 3,6 | 4,0 |
distensione addominale | 1,0 | 1,4 | 1,0 | 0,8 |
stipsi | 0,8 | 1,6 | 3,1 | 1,8 |
diarrea | 0,6 | 0,5 | 3,1 | 1,8 |
disfagia | 0,4 | 0,5 | 1,0 | 0,0 |
flatulenza | 0,4 | 1,6 | 2,6 | 0,5 |
gastrite | 0,2 | 1,1 | 0,5 | 1,3 |
ulcera gastrica | 0,0 | 1,1 | 0,0 | 0,0 |
ulcera esofagea | 0,0 | 0,0 | 1,5 | 0,0 |
| | | | |
Patologie muscoloscheletriche | | | | |
dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) | 2,9 | 3,2 | 4,1 | 2,5 |
crampi muscolari | 0,2 | 1,1 | 0,0 | 1,0 |
| | | | |
Patologie del sistema nervoso | | | | |
cefalea | 0,4 | 0,3 | 2,6 | 1,5 |
Nel corso degli studi clinici e/o dell’uso post-marketing sono state inoltre segnalate le seguenti reazioni avverse:
[Comune (≥1/100, < 1/10), Non comune (≥1/1000, < 1/100), Raro (≥1/10.000, < 1/1000), Molto raro (< 1/10.000 comprese le segnalazioni isolate)]
Disturbi del sistema immunitario:
Raro: reazioni di ipersensibilità, compresi orticaria e angioedema
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Raro: ipocalcemia sintomatica, spesso associata a condizioni predisponenti. (vedere paragrafo 4.4)
Patologie del sistema nervoso:
Comune: cefalea
Patologie dell’occhio:
Raro: uveite, sclerite, episclerite
Patologie gastrointestinali:
Comune: dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido
Non comune: nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena
Raro: stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, perforazione, ulcera, emorragia gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4)
*Vedere paragrafi 4.2 e 4.4
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comune: eruzione cutanea, prurito, eritema
Raro: eruzione cutanea con fotosensibilità
Molto raro, comprese segnalazioni isolate: segnalazioni isolate di reazioni cutanee gravi, comprese sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Comune: dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare)
Raro: fra i pazienti trattati con bifosfonati sono stati riferiti casi di osteonecrosi mandibolare. Gran parte di questi casi riguarda pazienti malati di cancro, ma alcuni sono insorti anche fra pazienti in cura per osteoporosi. Generalmente l’osteonecrosi mandibolare è associata a estrazione dentale e/o a infezione locale (compresa osteomielite). Inoltre, tra i fattori di rischio vi sono diagnosi di cancro, chemioterapia, radioterapia, assunzione di corticosteroidi e scarsa igiene orale. Un altro possibile effetto indesiderato è grave dolore muscolo-scheletrico (che interessa ossa, muscoli o articolazioni) (vedere paragrafo 4.4 ‘Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Raro: sintomi transitori, come reazione in fase acuta (mialgia, malessere e, in rari casi, febbre), tipicamente in associazione all’inizio del trattamento.
Esami di laboratorio
Negli studi clinici sono state osservate riduzioni asintomatiche, lievi e transitorie nei livelli di calcio e di fosfato nel siero, rispettivamente nel 18 e nel 10% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die, rispetto a circa il 12 e il 3% dei pazienti che ricevevano placebo. Tuttavia, l’incidenza delle riduzioni di calcio sierico fino a <8,0 mg/dl (2,0 mmol/l) e di fosfato sierico fino a ≤ 2,0 mg/dl (0,65 mmol/l) è risultata simile in entrambi i gruppi trattati.
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Il sovradosaggio orale può portare a ipocalcemia, ipofosfatemia ed eventi indesiderati gastrointestinali, come vomito, pirosi, esofagite, gastrite o ulcera.
Non sono disponibili informazioni specifiche per il trattamento del sovradosaggio con alendronato. Somministrare latte o antiacidi che si legano all’alendronato. A causa del rischio di irritazione esofagea, non provocare il vomito e tenere il paziente in posizione completamente eretta (in piedi o seduto).
Categoria farmacoterapeutica: Farmaci che agiscono sulla struttura e mineralizzazione ossee, bifosfonati
Codice ATC: M05B A04
Il principio attivo, acido alendronico, è un bifosfonato che inibisce il riassorbimento osseo osteoclastico, senza effetto diretto sull’osteogenesi. Gli studi preclinici dimostrano la preferenza dell’alendronato alla localizzazione nei siti di riassorbimento attivo. L’attività osteoclastica viene inibita, ma senza interferire con il reclutamento o l’accorpamento degli osteoclasti. L’osso formato mediante il trattamento con alendronato è qualitativamente normale.
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Assorbimento:
Nelle donne, la biodisponibilità orale media dell’alendronato è stata dello 0,64% per dosi fra 5 e 70 mg, somministrate dopo digiuno notturno e due ore prima di una normale colazione. Allo stesso modo la biodisponibilità si è ridotta a valori stimati fra 0,46% e 0,39% con la somministrazione di alendronato un’ora o mezz’ora prima della normale colazione.
La somministrazione concomitante di alendronato e caffè o succo d’arancia ha ridotto circa del 60% la biodisponibilità.
Nei soggetti sani, l’assunzione orale di prednisone (20 mg tre volte/die per cinque giorni) non ha causato alterazioni clinicamente significative nella biodisponibilità orale dell’alendronato (incremento medio fra il 20 e il 44%).
Distribuzione:
L’alendronato si distribuisce temporaneamente nei tessuti molli a seguito della somministrazione, ma successivamente si ridistribuisce con rapidità all’osso, oppure viene escreto nelle urine. Il legame con le proteine plamatiche nell’uomo è circa del 78%.
Biotrasformazione:
Non esiste evidenza che l’alendronato sia metabolizzato negli animali o nell’uomo.
Eliminazione:
In seguito ad assunzione di una singola dose endovena di alendronato marcato con 14C, circa il 50% della dose veniva escreto nelle urine nel giro di 72 ore. Non è stato recuperato principio attivo nelle feci. Dopo una singola dose endovena di 10 mg, la clearance renale dell’alendronato è stata 71 ml/min, mentre la clearance sistemica non ha superato 200 ml/min. Le concentrazioni nel plasma si sono ridotte di oltre il 95% entro sei ore dalla somministrazione endovenosa. Nell’uomo, l’emivita terminale viene stimata superiore a dieci anni, il che attesta la liberazione di alendronato dallo scheletro. L’alendronato non viene escreto attraverso i sistemi di trasporto degli acidi o delle basi dei reni, pertanto non si prevedono interferenze con l’escrezione di altri medicinali da parte di questi sistemi nell’uomo.
Caratteristiche nei pazienti:
Il medicinale assorbito ma non depositatosi nell’osso viene escreto rapidamente nelle urine. Con la posologia cronica con dosi e.v. cumulative fino a 35 mg/kg, negli animali non è emersa evidenza di saturazione. Malgrado non vi siano informazioni cliniche disponibili, è probabile che, analogamente a quanto avviene negli animali, l’eliminazione renale di alendronato si riduca nei pazienti con funzione renale compromessa. Pertanto, in questi pazienti è prevedibile maggiore accumulo osseo di alendronato – vedere paragrafo 4.2.
I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza, tossicità per dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità riproduttiva. Studi nei ratti dimostrano che il trattamento con alendronato durante la gravidanza è associato a distocia durante il parto, legata ad ipocalcemia.
Nell’ambito degli studi, i ratti trattati con dosi elevate mostravano maggiore incidenza di ossificazione fetale incompleta. Non è nota la rilevanza di questi risultati per l’uomo.
Nucleo della compressa:
Cellulosa microcristallina (E460)
Silice colloidale anidra
Sodio croscarmellosa (E468)
Magnesio stearato (E572)
Rivestimento:
Lustre Clear LC 103 :
Cellulosa microcristallina (E460)
Carragenina (E407)
Macrogol 8000
Non pertinente.
2 anni.
Non conservare a temperatura superiore a 25ºC.
2 compresse rivestite con film, in blister di OPA/Al/PVC/Al e scatola ripiegata.
4 compresse rivestite con film, in blister di OPA/Al/PVC/Al e scatola ripiegata.
12 (3x4) compresse rivestite con film, in blister di OPA/Al/PVC/Al e scatola ripiegata.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Laboratori Alter S.r.l.
via Egadi, 7
20144 Milano
70 mg compresse rivestite con film 2 compresse in blister opa/al/pvc/al
AIC n. 038471013/M
70 mg compresse rivestite con film 4 compresse in blister opa/al/pvc/al
AIC n. 038471025/M
70 mg compresse rivestite con film 12 compresse in blister opa/al/pvc/al
AIC n. 038471037/M
Marzo 2009
Marzo 2009