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ALENDRONATO ARROW 70 MG
Ogni compressa contiene 70 mg di acido alendronico (come alendronato sodico triidrato).
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Compressa
Compressa di colore bianco-biancastro, ovale, con “AN 70” stampato in rilievo su un lato e con il logo Arrow sull’altro.
Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale.
L’alendronato riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.
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Per uso orale.
La dose raccomandata è di una compressa da 70 mg alla settimana.
Per ottenere un assorbimento soddisfacente dell’alendronato
Alendronato Arrow 70 mg Compresse deve essere assunto a digiuno, appena alzati al mattino, solo con acqua semplice, almeno 30 minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o altro medicinale della giornata. È probabile che altre bevande (inclusa l'acqua minerale), il cibo e alcuni medicinali riducano l'assorbimento dell’alendronato (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione).
Per facilitare il trasporto nello stomaco e ridurre così il rischio di irritazione/effetti indesiderati a livello locale ed esofageo (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego)
Alendronato Arrow 70 mg compresse deve essere assunto al mattino appena alzati, con un abbondante bicchiere d’acqua (non meno di 200 ml).
Alendronato Arrow 70 mg compresse deve essere ingerito intero. Le compresse non devono essere masticate, succhiate o lasciate sciogliere in bocca, per via del rischio di ulcerazioni orofaringee.
I pazienti non devono distendersi fino a quando non abbiano assunto i primi alimenti della giornata, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa.
I pazienti non devono distendersi per almeno 30 minuti dopo aver assunto Alendronato Arrow 70 mg Compresse.
Alendronato Arrow 70 mg Compresse non deve essere assunto al momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto all’inizio della giornata.
Ai pazienti deve essere somministrato un integratore di calcio e vitamina D, nel caso in cui la loro dieta sia inadeguata (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
Uso nei pazienti anziani : Negli studi clinici non è emersa alcuna differenza legata all’età, riguardo ai profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato. Pertanto, non è necessario un aggiustamento del dosaggio per i pazienti anziani.
Uso in caso di alterata funzionalità renale : Non è necessario un aggiustamento del dosaggio nei pazienti con velocità di filtrazione glomerulare (GFR) superiore a 35 ml/min. L’alendronato non è raccomandato nei pazienti con alterata funzionalità renale se il GFR è inferiore a 35 ml/min., non essendovi dati a riguardo.
Uso nei pazienti con alterata funzionalità epatica :
Non è necessario un aggiustamento della dose.
Uso nei bambini : Nei bambini l’alendronato non è stato studiato e non deve essere somministrato.
Alendronato Arrow 70 mg Compresse non è stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi.
Anomalie esofagee e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, quali stenosi o acalasia.
Incapacità di stare in piedi o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti.
Ipersensibilità all’alendronato, ad altri bifosfonati o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Ipocalcemia.
Vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego.
L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore.
Poiché vi è un rischio di peggioramento della malattia di base, occorre prestare cautela nel caso in cui l’alendronato sia somministrato a pazienti con disturbi attivi del tratto gastrointestinale superiore, quali disfagia, malattia esofagea, gastrite, duodenite o ulcere, oppure in caso di recente (nel corso dell’ultimo anno) grave patologia gastrointestinale, ad es. ulcera gastrica, emorragia gastrointestinale attiva o intervento chirurgico del tratto gastrointestinale superiore, eccetto la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Effetti indesiderati a livello esofageo (in alcuni casi gravi e con necessità di ricovero ospedaliero) quali esofagite, ulcere esofagee o erosioni esofagee, in rari casi seguite da stenosi esofagea, sono stati segnalati nei pazienti trattati con alendronato. Il medico deve quindi prestare attenzione alla comparsa di segni o sintomi di possibile reazione esofagea. I pazienti devono essere avvisati della necessità di interrompere l’assunzione di alendronato e rivolgersi al medico, nel caso in cui si sviluppino sintomi di irritazione esofagea, quali disfagia, dolore alla deglutizione, dolore retrosternale o insorgenza/peggioramento di pirosi.
Il rischio di effetti gravi a livello esofageo è ritenuto essere superiore nei pazienti che non assumono l’alendronato correttamente e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo la comparsa di sintomi indicativi di irritazione esofagea. È molto importante che il paziente riceva, e comprenda bene, le istruzioni per una corretta somministrazione (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione). I pazienti devono essere informati del possibile aumento del rischio di problemi esofagei nel caso in cui non seguano queste istruzioni.
Sebbene non sia stato osservato un aumento del rischio in ampi studi clinici effettuati, dopo l’immissione in commercio della preparazione iniziale sono stati segnalati rari casi di ulcere gastriche e duodenali, alcuni dei quali gravi ed con complicazioni. Non è possibile escludere una relazione causale (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
I pazienti devono essere informati che, se dimenticano di prendere una dose di Alendronato Arrow 70 mg Compresse, la compressa deve essere assunta il mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Non devono assumere due compresse nello stesso giorno, ma devono riprendere l’assunzione di una compressa la settimana, nel giorno prescelto come inizialmente stabilito.
L’alendronato non è raccomandato per i pazienti con alterata funzionalità renale se il GFR è inferiore a 35 ml/min. (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Devono essere prese in considerazione cause di osteoporosi diverse da carenza di estrogeni e invecchiamento.
L'ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare il trattamento con alendronato (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni). Anche gli altri disturbi del metabolismo minerale (quali deficit di vitamina D e ipoparatiroidismo) devono essere trattati efficacemente prima di iniziare ad assumere l’alendronato. Nei pazienti con questi disturbi, il livello sierico di calcio e i sintomi di ipocalcemia devono essere tenuti sotto controllo depurante il trattamento con alendronato.
A causa degli effetti positivi dell’alendronato sull’aumento della mineralizzazione ossea, può verificarsi una riduzione dei livelli sierici di calcio e di fosfato. Di solito si tratta di un fenomeno lieve e asintomatico. Tuttavia, in rari casi è stata segnalata ipocalcemia sintomatica, occasionalmente grave e spesso comparsa in pazienti con condizioni predisponenti (ad es. ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e in casi di malassorbimento del calcio). È quindi particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e vitamina D nei pazienti che assumono glucocorticoidi
L’Osteonecrosi della mandibola e/o della mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (compresa l’osteomielite), è stata riportata in pazienti affetti da cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola e/o della mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con bifosfonati orali.
Prima di iniziare il trattamento con bifosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (come cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.
Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mandibola e/o della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di procedure dentali, non ci sono dati disponibili che suggeriscono se l’interruzione del trattamento con bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola e/o della mascella.
Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Alendronato Arrow 70 mg compresse contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lapp o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
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È probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua minerale), gli integratori di calcio, gli antiacidi e alcuni medicinali per via orale, se assunti contemporaneamente, influiscano sull'assorbimento dell’alendronato. I pazienti devono pertanto attendere almeno 30 minuti dopo l’assunzione di alendronato prima di assumere di qualsiasi altro medicinale per via orale (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Non sono previste altre interazioni farmacologiche clinicamente significative. Negli studi clinici, ad alcuni pazienti sono stati somministrati estrogeni (per via intravaginale, transdermica o orale) in concomitanza con alendronato. Nessun effetto indesiderato è stato riconducibile al trattamento in combinazione.
Non sono stati condotti studi di interazione specifici, tuttavia l’alendronato è stato usato negli studi clinici in concomitanza a diversi altri medicinali comunemente prescritti, senza alcuna evidenza di interazioni clinicamente sfavorevoli.
Uso durante la gravidanza
Non esistono dati adeguati sull’uso dell’alendronato nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno evidenziato effetti sulla formazione ossea fetale a dosi elevate. L’alendronato somministrato a femmine di ratto gravide ha causato distocia dovuta a ipocalcemia (vedere paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Data l’indicazione, l’alendronato non deve essere usato durante la gravidanza.
Uso durante l’allattamento
Non è noto se l’alendronato sia escreto nel latte materno umano. Data l’indicazione, l’alendronato non deve essere usato durante l’allattamento.
Alendronato Arrow 70 mg compresse non influisce sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
In uno studio della durata di un anno nelle donne in post-menopausa con osteoporosi, i profili generali di sicurezza per alendronato compresse una volta alla settimana (n=519) e alendronato 10 mg una volta al giorno (n=370), sono risultati simili.
In due studi della durata di tre anni, con disegno pressoché identico, nelle donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n=196, placebo: n=397), i profili generali di sicurezza per alendronato 10 mg al giorno e placebo sono risultati simili.
Gli effetti indesiderati segnalati dagli sperimentatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente collegati al medicinale sono presentati di seguito se si sono verificati in ≥ 1% di uno dei gruppi di trattamento nello studio a un anno, o in ≥ 1% delle pazienti trattate con alendronato 10 mg/die e con un’incidenza superiore rispetto alle pazienti trattate con placebo negli studi a tre anni.
| Studio a un anno | Studio a tre anni |
| Alendronato compressa una volta a settimana (n=519) % | Alendronato 10 mg/die (n=370) % | Alendronato 10 mg/die (n=196) % | Placebo (n=397) % |
Gastrointestinali | | | | |
Dolori addominali | 3,7 | 3,0 | 6,6 | 4,8 |
Dispepsia | 2,7 | 2,2 | 3,6 | 3,5 |
Rigurgito acido | 1,9 | 2,4 | 2,0 | 4,3 |
Nausea | 1,9 | 2,4 | 3,6 | 4,0 |
Distensione addominale | 1,0 | 1,4 | 1,0 | 0,8 |
Costipazione | 0,8 | 1,6 | 3,1 | 1,8 |
Diarrea | 0,6 | 0,5 | 3,1 | 1,8 |
Disfagia | 0,4 | 0,5 | 1,0 | 0,0 |
Flatulenza | 0,4 | 1,6 | 2,6 | 0,5 |
Gastrite | 0,2 | 1,1 | 0,5 | 1,3 |
Ulcera gastrica | 0,0 | 1,1 | 0,0 | 0,0 |
Ulcera esofagea | 0,0 | 0,0 | 1,5 | 0,0 |
Muscoloscheletrici | | | | |
Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) | 2,9 | 3,2 | 4,1 | 2,5 |
Crampi muscolari | 0,2 | 1,1 | 0,0 | 1,0 |
Neurologici | | | | |
Cefalea | 0,4 | 0,3 | 2.6 | 1.5 |
I seguenti effetti indesiderati sono stati inoltre segnalati negli studi clinici e/o nell’esperienza post-marketing:
Alterazioni del sistema nervoso:
Comuni (≥1/100, <1/10): Cefalea.
Disturbi oculari:
Rari (≥1/10,000 <1/1000): Uveite, sclerite.
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale:
Comuni (≥1/100, <1/10): Dolori addominali, dispepsia, costipazione, diarrea, flatulenza, ulcere esofagee*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido.
Non comuni (≥1/1000 <1/100): Nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena.
Rari (≥1/10.000, <1/1.000): Stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, SUP (perforazioni, ulcere, emorragia) del tratto gastrointestinale superiore, non si può escludere una relazione causale.
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo:
Molto rari (≤1/10.000): Sono stati segnalati casi isolati di reazioni cutanee gravi, quali sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.
Alterazioni dell’apparato muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa:
Comuni (≥1/100, <1/10): Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare).
Frequenza sconosciuta: osteonecrosi
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione:
Non comuni (≥1/1000 <1/100): Eruzione cutanea, prurito, eritema.
Rari (≥1/10.000, <1/1.000): Reazioni di ipersensibilità, inclusa orticaria e angioedema. Sintomi transitori, come in una reazione di fase acuta (mialgia, malessere e in rari casi febbre), di solito in relazione all’inizio del trattamento. Eruzione cutanea con fotosensibilità. Ipocalcemia sintomatica, generalmente in relazione con condizioni predisponenti (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
*Vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego e paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione.
Osteonecrosi della mandibola e/o della mascella è stata riportata in pazienti trattati con bifosfonati. La maggioranza delle segnalazioni riguarda pazienti con cancro, ma alcuni casi sono stati riportati anche in pazienti trattati per osteoporosi. L’osteonecrosi della mandibola e/o della mascella è generalmente associata ad estrazione dentale e/o infezione locale (osteomielite inclusa). Anche la diagnosi di cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi e scarsa igiene orale sono ritenuti fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso).
Indagini diagnostiche: Negli studi clinici, sono state osservate riduzioni lievi e transitorie, asintomatiche, dei livelli sierici di calcio e fosfato rispettivamente in circa il 18 e il 10% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die, rispetto al 12 e 3% dei pazienti trattati con placebo. Tuttavia, l’incidenza delle riduzioni del calcio sierico fino a < 2,0 mmol/l e del fosfato sierico fino a ≤ 0,65 mmol/l era simile nei due gruppi.
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Ipocalcemia, ipofosfatemia ed effetti indesiderati a carico del tratto gastrointestinale superiore, quali disturbi gastrici, pirosi, esofagite, gastrite o ulcera, possono verificarsi in caso di sovradosaggio orale. Non sono disponibili informazioni specifiche riguardo al sovradosaggio con alendronato. Devono essere somministrati latte o antiacidi, che si legano all'alendronato. A causa del rischio di irritazione esofagea, non deve essere indotto il vomito e il paziente il paziente deve essere mantenuto in posizione eretta.
Categoria farmacoterapeutica: Farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa, bisfosfonati.
Codice ATC: M05BA04
Il principio attivo di Alendronato Arrow 70 mg Compresse, alendronato sodico triidrato, è un bifosfonato che inibisce il riassorbimento osseo dovuto agli osteoclasti, senza effetti diretti sulla formazione ossea. Gli studi preclinici hanno dimostrato che l’alendronato si localizza preferibilmente nei siti in cui ha luogo un riassorbimento attivo. L’attività osteoclastica viene inibita, senza influire tuttavia sulla formazione e sul legame degli osteoclasti. L’osso formatosi durante il trattamento con alendronato è di qualità normale.
Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale
L’osteoporosi è definita come densità minerale ossea (DMO). della colonna vertebrale o dell’anca di 2,5 deviazioni standard al di sotto del valore medio per una popolazione giovane normale, o come precedente frattura da fragilità, indipendentemente dalla densità minerale ossea.
L’equivalenza terapeutica di alendronato compresse una volta a settimana (n=519) e alendronato 10 mg/die (n=370) è stata dimostrata in uno studio multicentrico della durata di un anno, nelle donne in post-menopausa con osteoporosi. L’aumento medio della DMO dal basale nel rachide lombare, dopo un anno, era del 5,1% (intervallo di confidenza al 95 %: 4,8 - 5,4 %) nel gruppo trattato con 70 mg una volta a settimana e 5,4 % (intervallo di confidenza al 95 %: 5,0 - 5,8) nel gruppo trattato con 10 mg/die. Gli aumenti medi della DMO nel gruppo trattato con 70 mg una volta a settimana e nel gruppo trattato con 10 mg/die erano del 2,3 % e 2,9 % nel collo del femore, e 2,9 % e 3,1 % in tutta l’anca. I due gruppi di trattamento presentavano risultati simili anche riguardo all’aumento della densità ossea in altre parti dello scheletro.
Gli effetti dell’alendronato sulla DMO e sull’incidenza delle fratture nelle donne in post-menopausa sono stati studiati in due studi di efficacia iniziale, di disegno identico (n=994), e nello studio Fracture Intervention Trial (FIT: n=6459).
Negli studi di efficacia iniziale, gli aumenti della DMO con alendronato 10 mg/die rispetto al placebo, dopo tre anni, sono stati dell’8,8%, 5,9% e 7,8% rispettivamente nel rachide, collo del femore e del trocantere,. Anche la DMO totale è aumentata in misura significativa. Nelle pazienti trattate con alendronato, la percentuale di pazienti che hanno subito una o più fratture vertebrali si è ridotta del 48% (alendronato 3,2% vs. placebo 6,2%). Nei due anni di estensione di questi studi, la DMO nel rachide e trocantere ha continuato ad aumentare. Inoltre, è stata mantenuta la DMO del collo del femore e corporea totale.
Lo studio FIT comprendeva due sperimentazioni controllate con placebo nelle quali l’alendronato veniva somministrato una volta al giorno (5 mg al giorno per due anni e 10 mg al giorno per uno o due ulteriori anni).
FIT 1: Studio a tre anni su 2027 pazienti, che avevano avuto almeno una frattura vertebrale al basale (compressione). In questo studio, l’alendronato in somministrazione una volta al giorno ha ridotto l’incidenza di ≥1 nuova frattura vertebrale del 47 (alendronato 7,9% vs. placebo 15,0%). Inoltre è stata confermata una riduzione statisticamente significativa delle fratture dell’anca (1,1% vs. 2,2%, una riduzione del 51%).
FIT 2: Studio a quattro anni su 4432 pazienti, che presentavano una massa ossea ridotta ma non avevano avuto alcuna frattura vertebrale all’inizio dello studio. In questo studio, nell’analisi di un sottogruppo di donne osteoporotiche (37% della popolazione totale che rispondeva alla definizione di osteoporosi sopra riportata), è stata osservata una differenza significativa nell’incidenza di fratture dell’anca (alendronato 1,0% vs. placebo 2,2%, una riduzione del 56%) e nell’incidenza di ≥1 frattura vertebrale (2,9% vs. 5,8%, una riduzione del 50%).
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Assorbimento
Rispetto ad una dose di riferimento per via endovenosa, la biodisponibilità orale media dell'alendronato nelle donne è stata dello 0,64% per dosi comprese tra 5 e 70 mg, somministrate dopo il digiuno notturno e due ore prima di una colazione standard. La biodisponibilità si riduceva a un valore stimato di 0,46% e lo 0,39%, quando l'alendronato veniva somministrato un'ora o mezzora prima di una colazione standard. Negli studi sull’osteoporosi l’alendronato risultava efficace se somministrato almeno 30 minuti prima del primo pasto o bevanda della giornata.
La biodisponibilità è risultata trascurabile sia quando l'alendronato veniva somministrato insieme o fino a due ore da una colazione standard. La somministrazione concomitante di alendronato con caffè o succo di arancia ne ha ridotto la biodisponibilità di circa il 60%.
Nei soggetti sani, il prednisolone (20 mg tre volte al giorno per cinque giorni) non ha provocato modificazioni clinicamente significative della biodisponibilità orale dell’alendronato (un aumento medio dal 20% al 44%).
Distribuzione
Gli studi sul ratto dimostrano che l'alendronato è inizialmente distribuito nei tessuti molli, dopo somministrazione endovenosa di 1 mg/kg, ma viene rapidamente ridistribuito nello scheletro o escreto nelle urine. Nell'uomo, il volume medio di distribuzione allo steady state, escluse le ossa, è di almeno di 28 litri. Le concentrazioni del farmaco nel plasma, in seguito a dosi orali terapeutiche, sono troppo basse per la rilevazione analitica (< 5 mg/ml). Il legame con le proteine plasmatiche nell'uomo è di circa il 78%.
Biotrasformazione
Sia negli animali che nell'uomo, non vi è evidenza che l'alendronato venga metabolizzato.
Eliminazione
In seguito a una dose endovenosa singola di (14C) di alendronato, circa il 50% della radioattività è stato escreto nelle urine entro 72 ore, mentre non è stata riscontrata, o è stata riscontrata radioattività minima nelle feci. Dopo una somministrazione endovenosa singola di 10 mg, la clearance renale dell'alendronato era di 71 ml/min. e la clearance sistemica non superava i 200 ml/min. Le concentrazioni plasmatiche si sono ridotte di oltre il 95% entro 6 ore dalla somministrazione endovenosa. È stato stimato che l’emivita terminale nell’uomo superi i dieci anni, riflettendo il rilascio dell’alendronato dallo scheletro.
Nel ratto l’alendronato non viene escreto per via renale mediante sistemi di trasporto degli acidi o delle basi, e pertanto, nell'uomo, non si ritiene che interferisca con l'escrezione di altri farmaci attraverso questi sistemi.
Caratteristiche nei pazienti
Gli studi preclinici dimostrano che il farmaco che non si deposita nell’osso viene escreto rapidamente nelle urine. Non è stata rilevata evidenza di saturazione della captazione da parte dell’osso, dopo somministrazione cronica di dosi endovenose cumulative fino a 35 mg/kg negli animali.
Sebbene non siano disponibili informazioni cliniche, è probabile che, come avviene negli animali, l'eliminazione dell'alendronato per via renale sia ridotta in pazienti con alterata funzionalità renale. Pertanto, nei pazienti con alterata funzionalità renale, si potrebbe prevedere un accumulo leggermente superiore di alendronato nell’osso (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Gli studi convenzionali di tossicità generale, genotossicità e carcinogenicità non hanno rilevato alcun rischio speciale nell’uomo. Gli studi su femmine di ratto hanno evidenziato che il trattamento con alendronato durante la gravidanza era associato a distocia durante il parto, legata all’ipocalcemia. Studi nei quali sono state somministrate ai ratti dosi elevate hanno evidenziato un aumento dell’incidenza di formazione ossea fetale incompleta. La rilevanza per l’uomo non è nota.
Cellulosa microcristallina
Lattosio monoidrato
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
Non pertinente
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 25° C. Conservare nella confezione originale.
Le compresse sono fornite in confezioni blister triplex (PVC/PE/PVDC/Al) contenenti 2, 4, 8, 12 e 40 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Arrow Generics Limited
Unit 2, Eastman Way,
Stevenage, Hertfordshire, SG1 4SZ
United Kingdom
037041074/M “70 MG COMPRESSE” 2 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL
037041086/M “70 MG COMPRESSE” 4 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL
037041098/M “70 MG COMPRESSE” 8 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL
037041100/M “70 MG COMPRESSE” 12 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL
037041112/M “70 MG COMPRESSE” 40 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL