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ALOMEN
Un flaconcino di liofilizzato contiene:
Principio attivo: ceftezolo sale sodico g 1,050 pari a ceftezolo g 1
Polvere liofilizzata iniettabile per via intramuscolare.
ALOMEN è indicato nel trattamento delle forme infettive a diversa localizzazione sostenute da germi sensibili al ceftezolo.
Infezioni delle vie respiratorie: faringotonsilliti, bronchiti acute e croniche, polmoniti, broncopolmoniti, ascessi polmonari.
Infezioni dell'apparato urogenitale: cistiti, pielonefriti, prostatiti, epididimiti, infezioni genitali femminili.
Infezioni dell'apparato tegumentario e dei tessuti molli: impetigine, celluliti, ascessi, ferite infette.
E' inoltre indicato nelle setticemie, nelle endocarditi, nella terapia e profilassi delle peritoniti e delle complicanze infettive post-operatorie.
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Adulti: in funzione della gravità del quadro clinico, da 2 a 4 g al dì in 2 o 3 somministrazioni per via intramuscolare; in caso di particolare gravità, la posologia potrà essere aumentata secondo il giudizio del medico.
Bambini: in funzione della gravità del quadro clinico, da 50 a 80 mg/kg/die per via intramuscolare, ripartiti in 2-3 somministrazioni.
Prima dell'iniezione aggiungere il contenuto della fiala solvente nel flaconcino contenente l'antibiotico e portare a completa soluzione.
Il prodotto è controindicato nei pazienti con accertata ipersensibilità alle cefalosporine.
Come altre betalattamine, il ceftezolo può indurre resistenza microbica e tale evenienza è maggiore verso organismi opportunisti. Nonostante non siano stati segnalati in letteratura casi di coliti pseudomembranose a seguito dell'uso di ceftezolo, tuttavia è importante considerare questa diagnosi in pazienti che manifestino diarrea dopo l'uso dell'antibiotico. Le preparazioni contenenti lidocaina non devono essere somministrate per via endovenosa ed a pazienti allergici a questo anestetico locale.
Le cefalosporine vanno impiegate con cautela nei soggetti allergici alle penicilline, poiché è stata osservata una parziale allergenicità crociata tra penicillina e cefalosporine. A livello clinico ciò può evidenziarsi in taluni soggetti, pur se in rari casi, con reazioni anche di tipo anafilattico specie dopo somministrazione parenterale. In caso di marcata insufficienza renale, la posologia delle cefalosporine deve essere opportunamente ridotta sulla base delle prove di funzionalità renale.
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L'uso contemporaneo di altri farmaci potenzialmente nefrotossici aumenta il rischio di lesioni renali, quindi la funzionalità renale va assiduamente controllata.
Non sono state segnalate reazioni di tipo disulfiram in pazienti che hanno assunto alcool durante il trattamento con ceftezolo.
La somministrazione di cefalosporine può interferire con alcune prove di laboratorio causando falsa positività della glicosuria con i metodi di Benedict, Fehling e "Clinitest", ma non con i metodi enzimatici.
Sono state inoltre segnalate, in corso di trattamento con cefalosporine, positività dei test di Coombs, talora false.
Nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.
Non dimostrati effetti negativi.
Come le altre cefalosporine, reazioni indesiderabili saranno essenzialmente limitate a disturbi gastrointestinali e, occasionalmente, a fenomeni di ipersensibilità. La possibilità della comparsa di questi ultimi è maggiore in individui che in precedenza abbiano manifestato reazioni di ipersensibilità ed in quelli con precedenti anamnestici di allergia, asma, febbre da fieno, orticaria. Le seguenti reazioni secondarie: glossite, nausea, vomito, diarrea, pirosi gastrica, dolori addominali, sono riferiti da alcuni pazienti; molto raramente lieve orticaria o rush cutaneo, prurito, artralgie, reazioni di tipo anafilattoide.
Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine.
Occasionalmente variazioni transitorie di alcuni parametri di laboratorio come eosinofilia, leucopenia, neutropenia, aumento delle transaminasi sieriche, della bilirubina e dell'azotemia. Dolenzia locale nella sede di iniezione.
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Non sono stati riferiti episodi di sovradosaggio con ceftezolo.
Il ceftezolo è una cefalosporina semisintetica usata per via parenterale. La sua attività è di tipo battericida ad ampio spettro di azione. I test microbiologici effettuati con il ceftezolo hanno dimostrato che i valori della MIC (minima concentrazione inibente), sia verso i germi gram positivi che verso quelli gram negativi sensibili, sono bassi. Lo spettro di attività del ceftezolo comprende, tra i gram positivi, gli stafilococchi, gli streptococchi (ad eccezione dello Streptococcus faecalis) i bacilli sporigeni e non sporigeni, aerobi ed anaerobi; tra i gram negativi le neisserie, le enterobacteriacee (ad eccezione di alcuni ceppi di Proteus indolo-positivi) e l' Haemophilus influenzae.
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Dopo somministrazione parenterale il ceftezolo si distribuisce rapidamente nei tessuti, nei quali vengono raggiunte concentrazioni batteriologicamente attive. Concentrazioni particolarmente elevate sono state ritrovate nelle tonsille, nel polmone e nel rene.
Il ceftezolo non subisce trasformazioni metaboliche nell'organismo e viene escreto immodificato attraverso l'emuntorio renale. Circa il 90% della dose somministrata è ritrovata nelle urine delle 24 h successive.
La DL50 nel ratto è di 3,8 g/kg per somministrazione i.v. e 10 g/kg per somministrazione i.p. e s.c.
Una fiala solvente contiene: lidocaina cloridrato, acqua per preparazioni iniettabili.
Non sono noti casi di incompatibilità del ceftezolo con altri farmaci.
A confezionamento integro 24 mesi
Previa ricostituzione 24 h in frigorifero
Non è necessaria nessuna speciale precauzione
Flaconi e fiale di vetro
scatola contenente 1 flaconcino da 1 g + 1 fiala solvente 3 ml
Nessuna.
PLIVA Pharma S.P.A. Via T. Cremona, 10 20092 CInisello Balsamo (MI)
A.I.C. n° 025336025
07.06.1984 / 01.06.2000
27/01/2006,