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ALPRAZOLAM HEXAL AG 1 MG
ALPRAZOLAM HEXAL AG 1 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: alprazolam mg 1
Per gli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Compresse per uso orale
Compressa oblunga, celeste, divisibile, con inciso “APZM 1”.
Trattamento sintomatico dei disturbi d’ansia.
Usare alprazolam soltanto se il disturbo è grave, invalidante o se il paziente sta avvertendo una sofferenza eccessiva in conseguenza del suo disturbo.
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Il periodo di trattamento deve essere il più breve possibile. In ciascun paziente si devono riesaminare periodicamente la necessità di trattamento con alprazolam e la dose adatta. La durata complessiva del trattamento non deve superare le 8-12 settimane, compreso il periodo di riduzione graduale della dose. In certe circostanze può essere necessario un trattamento prolungato, ma ciò non deve però avvenire senza rivalutazione della condizione del paziente.
Il dosaggio ottimale di Alprazolam deve essere determinato caso per caso a seconda della gravità dei sintomi e della risposta del paziente.
Di norma, nella maggior parte dei pazienti, una dose compresa fra 0,5 mg e 3 mg al giorno, suddivisa in più somministrazioni, è sufficiente a tenere sotto controllo i disturbi d’ansia. In nessun caso si deve superare la dose massima di 3 mg al giorno. I pazienti che non hanno mai assunto in precedenza farmaci psicotropi in generale richiedono dosi inferiori rispetto ai pazienti già trattati con tranquillanti, antidepressivi od ipnotici o in pazienti che siano alcolisti cronici. Per evitare l’atassia ed un’ipersedazione, si consiglia di usare la dose minima efficace.
Adulti
Dose iniziale*: da 0,25 mg a 0,5 mg, tre volte al giorno
Dosaggio*: da 0,5 mg a 3 mg al giorno a dosi frazionate
Pazienti anziani, pazienti con malattie organiche debilitanti, pazienti con insufficienza epatica o renale
Dose iniziale*: 0,25 mg, due o tre volte al giorno
Dosaggio*: da 0,5 mg a 0,75 mg al giorno a dosi frazionate: qualora si renda necessario e se la patologia lo consente, la dose può essere gradualmente aumentata.
*in caso d’insorgenza di effetti indesiderati, la dose deve essere ridotta.
Pazienti di età inferiore ai 18 anni
Alprazolam non deve essere usato in questo gruppo specifico di pazienti poichè la sicurezza ed efficacia non è stata stabilita.
Interruzione della terapia
La somministrazione deve essere ridotta gradualmente. Si raccomanda di ridurre il dosaggio giornaliero di Alprazolam a una quota non superiore a 0,5 mg per tre giorni. Alcuni pazienti possono richiedere una riduzione ancora più graduale.
Miastenia gravis.
Ipersensibilità alle benzodiazepine o ad uno degli eccipienti contenuti nelle compresse.
Insufficienza respiratoria grave.
Sindrome da apnea notturna.
Insufficienza epatica grave.
Tolleranza
L’uso prolungato per diverse settimane può determinare una riduzione dell’effetto ipnotico.
Dipendenza
L’uso cronico delle benzodiazepine può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica e psichica. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento. Il rischio è maggiore in pazienti con una storia di abuso di stupefacenti e alcool. Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, la brusca sospensione del trattamento è accompagnata dai sintomi da astinenza. Questi possono consistere in cefalee, dolori muscolari, ansia di estrema gravità, tensione, disturbi del sonno, irrequietezza, confusione ed irritabilità. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: depersonalizzazione, derealizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio alle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni e crisi epilettiche. I sintomi da astinenza possono manifestarsi anche diversi giorni dopo la la fine del trattamento.
Insonnia ed ansia
Quando s’interrompe il trattamento con Alprazolam, è possibile che si manifesti una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine (e loro derivati) ricorrono in forma aggravata. La sindrome può essere accompagnata da cambiamenti di umore, insonnia ed agitazione. Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si consiglia di diminuire gradualmente la dose.
Durata del trattamento
La durata del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere paragrafo 4.2 ‘Posologia e modo di somministrazione’) a seconda dell’indicazione terapeutica, ma nel caso di ansia e tensione, non deve superare le 8-12 settimane, compreso il periodo di sospensione graduale della dose. L’estensione della terapia oltre questo periodo non deve avvenire senza rivalutazione della situazione clinica.
All’inizio del trattamento, può essere importante informare il paziente del fatto che la durata del trattamento stesso sarà limitata e spiegargli chiaramente le modalità di riduzione graduale del dosaggio.
Per evitare il più possibile i disagi derivanti dalla ricomparsa dei sintomi sperimentati in precedenza, è essenziale far presente al paziente la possibilità che tali sintomi si manifestino nel periodo successivo all’interruzione della terapia. Quando si utilizzano benzodiazepine con breve emivita, esiste la possibilità che i sintomi da astinenza si verifichino nell’ambito dell’intervallo di dose, particolarmente in caso di dosi elevate. Quando vengono usate benzodiazepine con una lunga emivita, è importante avvisare il paziente che è sconsigliabile il cambiamento improvviso con una benzodiazepina con emivita breve, poiché possono presentarsi sintomi di astinenza.
Amnesia
Come le altre benzodiazepine, l’alprazolam può indurre amnesia anterograda. Ciò accade generalmente parecchie ore dopo l’assunzione del farmaco. (vedere anche paragrafo 4.8 ‘Effetti indesiderati’).
Reazioni psichiatriche e paradosse
L’assunzione del farmaco deve essere sospesa, qualora si dovessero manifestare irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, incubi, insonnia grave, allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento, sonnambulismo ed altri disturbi del comportamento. Le reazioni paradosse si verificano con maggior frequenza nei bambini e negli anziani.
Gruppi specifici di pazienti
L’Alprazolam non deve essere somministrato in pazienti di età inferiore ai 18 anni, in quanto la sua tollerabilità ed efficacia non sono state determinate in questa categoria di pazienti.
Gli anziani dovrebbero assumere una dose ridotta (vedere paragrafo 4.2 'Posologia e modo di somministrazione’).
Nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica deve essere somministrata una dose ridotta, a causa del rischio di depressione respiratoria.
Le benzodiazepine non sono indicate nel trattamento di pazienti affetti da grave insufficienza epatica poichè il trattamento con benzodiazepine può facilitare lo sviluppo di encefalopatia.
Le benzodiazepine non sono efficaci nel trattamento primario delle psicosi.
In pazienti con depressione latente, sono stati riferiti casi di episodi maniacali.
Le benzodiazepine non devono essere usate come unico trattamento della depressione o dell’ansia associata alla depressione grave in quanto aumentano il rischio di suicidio in questi pazienti. In caso di somministrazione in pazienti gravemente depressi e con tendenze suicide, occorre prendere precauzioni adeguate e prescrivere dosi appropriate.
Le benzodiazepine devono essere usate con estrema cautela in pazienti affetti da glaucoma acuto ad angolo chiuso o nei pazienti che potrebbero essere predisposti a causa dei possibili effetti anticolinergici.
Si consiglia estrema cautela per quanto riguarda la somministrazione di benzodiazepine in pazienti con una storia di abuso di alcool e sostanze stupefacenti.
Le compresse contengono lattosio. Pertanto, pazienti con problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di enzimi del gruppo lattasi o malassorbimento di glucosio- galattosio non devono assumere tale farmaco.
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ASSOCIAZIONI SCONSIGLIATE
Alcool: l’effetto sedativo di alprazolam è potenziato dall’associazione con alcool. Ciò influenza negativamente la capacità di guidare e di usare macchinari.
Antimicotici: alla luce delle interazioni farmacocinetiche (citocromo P-450, meccanismo descritto al punto ‘AVVERTENZE D’USO’), l’assunzione concomitante di chetoconazolo, itraconazolo e di altri agenti antifungini di tipo azolico (inibitori del citocromo P-450 3A4) è sconsigliata.
DA TENERE IN CONSIDERAZIONE
Farmaci ad azione psicotropa: l’effetto depressivo centrale può aumentare nei casi di uso concomitante di antipsicotici (neurolettici), ipnotici, sedativi, antidepressivi, narcotici analgesici, antiepilettici, anestetici ed antistaminici sedativi. Nel caso di narcotici analgesici può verificarsi un aumento dell’effetto euforizzante del narcotico e un aumento della dipendenza psichica.
Nefazodone, Fluvoxamina e Cimetidina: in considerazione delle interazioni farmacocinetiche (citocromo P-450, meccanismo descritto al punto ‘AVVERTENZE D’USO’), in caso di assunzione di tali agenti (inibitori del citocromo P-450 3A4) in concomitanza con Alprazolam, si consiglia cautela e possibilmente riduzione del dosaggio di Alprazolam.
AVVERTENZE D’USO
Poiché l’Alprazolam è metabolizzato da enzimi epatici specifici (ed in particolare dal citocromo P-450 3A4), la sua attività è potenziata da farmaci inibitori di tali enzimi. Alprazolalm deve, pertanto, essere somministrato con cautela in pazienti che assumono tali farmaci. Si raccomanda particolare cautela soprattutto in caso di associazione concomitante con inibitori dell’HIV proteasi, Fluoxetina, Destropropossifene, anticoncezionali per os, Sertralina, Diltiazem o antibiotici macrolidi, come Eritromicina e Troleandomicina (inibitori del citocromo P-450 3A4).
Digossina: durante somministrazione concomitante di Digossina e di Alprazolam ad un dosaggio di 1 mg/die, è stato osservato un aumento dei livelli plasmatici di Digossina, in particolar modo nei pazienti anziani. Pertanto, i pazienti che assumono contemporaneamente Alprazolam e Digossina dovrebbero essere sottoposti ad attento monitoraggio per la possibilità di comparsa di segni e sintomi tossici da Digossina.
Carbamazepina: alla luce delle interazioni farmacocinetiche, in pazienti che assumono Carbamazepina (induttore del citocromo P-450 3A4) l’attività di Alprazolam potrebbe risultare ridotta. Per quanto riguarda il metabolismo, nel corso della fase di eliminazione, le concentrazioni plasmatiche di Alprazolam sono dipendenti da alcuni enzimi epatici (particolarmente dal citocromo P-450 3A4) e risultano ridotte in presenza di farmaci stimolanti l’attività di tali enzimi.
Miorilassanti: se l’Alprazolam viene somministrato in corso di terapia a base di miorilassanti, è prevedibile un aumento degli effetti miorilassanti, in special modo all’inizio del trattamento con Alprazolam.
Imipramina e desipramina:è stato riferito che la concomitante somministrazione di alprazolam ( a dosi fino a 4 mg/die) con imipramina e desipramina ha provocato un aumento rispettivamente del 31% e del 20% dei livelli plasmatici in stato stabile di queste sostanze. Non è noto se tali variazioni nelle concentrazioni plasmatiche sono clinicamente rilevanti.
Warfarin: Non è stato possibile determinare se c’era un effetto sulla cinetica della protrombina e sui livelli plasmatici di Warfarin.
Non sono state rilevate interazioni con Propranololo, Fenitoina e Disulfiram.
Non esistono dati sufficienti per valutare il potenziale rischio derivante dalla somministrazione di benzodiazepine durante la gravidanza. Le osservazioni in soggetti umani indicano che questa sostanza può determinare un potenziale rischio durante la gravidanza (feto e parto). Di conseguenza, la somministrazione durante la gravidanza deve avvenire solo in caso di gravi motivi medici. Se il prodotto viene prescritto ad una donna in età fertile, la paziente deve essere avvertita di contattare il suo medico per interrompere l’assunzione del prodotto nel caso intenda pianificare una gravidanza o sospetti di essere incinta.
Data la sua attività farmacologica, possono verificarsi effetti (ipotermia, ipotonia e moderata depressione respiratoria) sul neonato. Di conseguenza, la somministrazione durante il parto deve avvenire solo in caso di gravi motivi medici.
Inoltre, neonati nati da madri che hanno assunto benzodiazepine regolarmente e fino alla conclusione della gravidanza possono sviluppare dipendenza fisica e possono presentare un rischio di sviluppare i sintomi da astinenza nel periodo postnatale.
L’Alprazolam viene escreto nel latte materno. Pertanto non deve essere somministrato alle madri che allattano al seno.
I pazienti in trattamento con il farmaco devono essere avvertiti che le attività che richiedono una completa attenzione mentale, quali la capacità di guidare e di usare macchinari, possono essere influenzate negativamente da effetti come la sedazione, l’amnesia, la ridotta capacità di concentrazione e la debolezza muscolare. Se la durata del sonno è stata insufficiente, la probabilità che la vigilanza sia alterata può essere aumentata.
Stordimento, senso di intorpidimento, riduzione della vigilanza, confusione, stanchezza, cefalea, vertigini, debolezza muscolare ed atassia, disturbi della vista (quali sdoppiamento della vista o offuscamento). Tali sintomi vengono osservati generalmente all’inizio del trattamento o con l’assunzione di dosi elevate e solitamente si risolvono con il proseguimento della terapia. Altri effetti indesiderati sono: disturbi gastrointestinali (quali stipsi, diarrea, nausea, vomito), anoressia, aumento dell’appetito ed aumento di peso, disfagia, ipotensione, riduzione della libido, reazioni cutanee, manifestazioni legate ad alterazioni del sistema nervoso autonomo (quali secchezza delle fauci, incremento della salivazione, congestione nasale e tachicardia), disturbi della concentrazione, distonia, difficoltà di linguaggio, irregolarità mestruali, incontinenza, ritenzione urinaria, alterazioni della funzionalità epatica ed ittero. Raramente è stato riferito aumento della pressione intraoculare.
Amnesia
Amnesia anterograda può verificarsi anche ai dosaggi terapeutici ed il rischio aumenta ai dosaggi più alti. Gli effetti amnesici possono essere associati con alterazioni del comportamento (vedere anche il paragrafo 4.4 ‘Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego’).
Depressione
Uno stato depressivo preesistente può essere smascherato, in individui suscettibili, durante l’uso di benzodiazepine.
Reazioni psichiatriche e paradosse
Reazioni quali irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, deliri, collera, incubi, allucinazioni, psicosi, comportamenti inappropriati ed altri disturbi del comportamento. Tali reazioni paradosse sono più frequenti nei bambini e negli anziani.
Dipendenza
L’uso di benzodiazepine (anche alle dosi terapeutiche) può indurre lo sviluppo di dipendenza fisica: la sospensione della terapia può provocare fenomeni di rebound o di astinenza (vedere anche il paragrafo 4.4 ‘Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego’). E’ anche possibile che si verifichino casi di dipendenza psichica. Sono stati segnalati casi di abuso.
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Informazioni generali sulla tossicità
Come per le altre benzodiazepine, una dose eccessiva non dovrebbe presentare rischi per la vita, a meno che non vi sia assunzione concomitante di altri depressivi del SNC (incluso l’alcool). Nel trattamento del sovradosaggio di qualsiasi farmaco, deve essere considerata la possibilità che siano state assunte contemporaneamente altre sostanze. Il trattamento dovrebbe essere adattato di conseguenza.
Sintomi
I sintomi da sovradosaggio si manifestano solitamente con vario grado di depressione del sistema nervoso centrale che varia dallo stordimento al coma. Nei casi lievi, i sintomi includono: stordimento, confusione mentale e letargia. Nei casi più gravi i sintomi possono includere: atassia, ipotonia, ipotensione, depressione respiratoria, raramente coma e molto raramente morte.
Terapia
A seguito di una dose eccessiva di benzodiazepine per uso orale, è consigliabile indurre il vomito se il paziente è cosciente o eseguire la lavanda gastrica con protezione delle vie aeree mediante intubazione se il paziente è privo di coscienza.
Se non si osserva miglioramento con lo svuotamento dello stomaco, bisogna somministrare carbone attivo e, se necessario, lasciarlo agire nello stomaco in associazione con un lassativo. In caso di ingestione di notevoli quantità, è possibile che l’effetto persista anche dopo un lungo periodo e che la diuresi forzata o l’emodialisi non siano di nessuna utilità.
Il flumazenil può essere un utile antidoto.
Per quanto riguarda i soggetti in coma, il trattamento è principalmente sintomatico. Si dovrebbero intraprendere misure, per prevenire eventuali complicazioni come l’asfissia dovuta a blocco delle vie aree causato dalla stessa lingua del paziente o dall’aspirazione del contenuto gastrico. La somministrazione di liquidi per via endovenosa può essere utile per prevenire la disidratazione.
Soprattutto in caso di associazione con altri sedativi, è importante supportare le funzioni vitali, in particolar modo la respirazione.
Categoria farmacoterapeutica: ansiolitici, derivati benzodiazepinici; codice ATC: NO5B A12
L’Alprazolam è un farmaco ansiolitico efficace.
Come per altre Benzodiazepine, oltre alle proprietà ansiolitiche, Alprazolam possiede proprietà sedative, ipnotiche, miorilassanti ed anticonvulsivanti.
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Assorbimento
Dopo somministrazione orale l’alprazolam viene rapidamente assorbito. In seguito a somministrazione per via orale, la biodisponibilità è pari o superiore all’80%; le massime concentrazioni plasmatiche si ottengono da 1 a 2 ore dopo la somministrazione del farmaco.
Distribuzione
Dopo una singola somministrazione, i livelli plasmatici sono direttamente proporzionali alla dose somministrata. Nell’arco di dosi tra 0,5 mg e 3 mg, si rilevano picchi plasmatici da 8 a 37 ng/ml. In seguito a somministrazioni multiple di dosi giornaliere comprese tra 1,5 mg e 10 mg, il livello medio allo steady-state è risultato pari a 18,3-100 ng/ml.
In vitro, l’Alprazolam si lega per circa il 70% alle proteine sieriche.
Biotrasformazione
I principali metaboliti di Alprazolam presenti nelle urine sono l’alfa-idrossialprazolam e un derivato del benzofenone. I principali metaboliti presenti nel plasma sono l’alfa-idrossialprazolam e il 4-idrossialprazolam.
Il benzofenone è praticamente inattivo. L’attività biologica dell’alfa-idrossi-alprazolam è paragonabile a quella dell’alprazolam, mentre quella del 4-idrossialprazolam è circa 10 volte meno attivo. I livelli plasmatici di questi metaboliti sono bassi; le loro emivite sono dello stesso ordine di grandezza di quella dell’alprazolam. Pertanto, i metaboliti contribuiscono solo in piccola parte all’attività biologica dell’alprazolam.
Eliminazione
L’emivita media dell’alprazolam è compresa tra le 12 e le 15 ore. L’alprazolam ed i suoi metaboliti sono escreti principalmente attraverso le urine.
In ratti trattati per 24 mesi con alprazolam, fu osservata una tendenza all’aumento dell’incidenza di cataratte correlato alla dose nelle femmine ed una tendenza alla scomparsa di vascolarizzazione corneale, anch’essa correlata alla dose, nei maschi.
Negli studi di tossicità acuta a dosi ripetute (12 mesi) con alti dosaggi per via orale su cani, sono state osservate convulsioni, alcune delle quali sono risultate letali. La correlazione con l’uomo non è ancora chiara.
Studi condotti su ratti e topi non hanno dato evidenza di potenziale cancerogenicità.
Sodio docusato–sodio benzoato-amido pregelatinizzato (amido di patata) - cellulosa microcristallina - lattosio monoidrato – magnesio stearato - silice colloidale anidra –blu indigotina (E 132).
Non pertinente.
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
Conservare nel contenitore originale
Confezione da 20, 30, 40 e 50 compresse da 1 mg contenute in blister PVC/Alluminio.
Nessuna istruzione particolare.
HEXAL AG
Industriestrasse, 25 – 83607 Holzkirchen (Germania)
Rappresentante per l’Italia:
HEXAL SpA
Via Paracelso, 16 – 20041 Agrate Brianza (MI)
20 compresse in blister PVC/AL AIC n. 036860094/M
30 compresse in blister PVC/AL AIC n. 036860106/M
40 compresse in blister PVC/AL AIC n. 036860118/M
50 compresse in blister PVC/AL AIC n. 036860120/M
Agosto 2006
Aprile 2007