Pubblicità
ALTARGO
1 g contiene 10 mg di retapamulina (1% w/w).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Unguento.
Unguento soffice, biancastro.
Trattamento a breve termine delle seguenti infezioni superficiali della cute:
• impetigine.
• piccole lacerazioni, abrasioni o ferite suturate infette.
Per informazioni importanti riguardanti l’attività clinica della retapamulina verso differenti tipi di Staphylococcus aureus, vedere i paragrafi 4.4 e 5.1.
Devono essere prese in considerazione le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
Pubblicità
Retapamulina è indicata solo per uso cutaneo.
Adulti (di età compresa tra 18 e 65 anni), adolescenti (di età compresa tra 12 e 17 anni), pazienti pediatrici (di età compresa tra nove mesi e 11 anni).
Un sottile strato di unguento deve essere applicato sull’area interessata due volte al giorno per cinque giorni.
L’area trattata può essere coperta con un bendaggio sterile o con una garza.
La sicurezza e l’efficacia non sono state stabilite nelle seguenti condizioni:
• lesioni da impetigine di numero maggiore a 10 ed eccedenti i 100 cm² nella superficie totale.
• lesioni infette che superano i 10 cm di lunghezza o una superficie totale maggiore di 100 cm².
Nei pazienti di età inferiore ai 18 anni la superficie totale trattata non deve essere maggiore del 2% della superficie corporea totale.
I pazienti che non mostrano una risposta clinica entro due o tre giorni devono essere rivalutati e deve essere considerata una terapia alternativa (vedere paragrafo 4.4).
Neonati di età inferiore ai nove mesi
La sicurezza e l’efficacia di retapamulina unguento non è stata stabilita nei pazienti pediatrici di età inferiore ai nove mesi.
Anziani (dai 65 anni di età in poi)
Non è necessario alcun aggiustamento posologico.
Compromissione renale
Non è necessario alcun aggiustamento posologico. Vedere paragrafo 5.2.
Compromissione epatica
Non è necessario alcun aggiustamento posologico. Vedere paragrafo 5.2.
Ipersensibilità nota o sospetta alla retapamulina o all’eccipiente.
In caso di sensibilizzazione o di grave irritazione locale derivante dall’impiego di retapamulina unguento, il trattamento deve essere sospeso, l’unguento deve essere rimosso con attenzione e deve essere attuata una terapia alternativa appropriata per l’infezione.
Retapamulina unguento deve essere tenuto lontano dagli occhi o dalle membrane mucose. Si deve fare attenzione per evitare l’ingestione.
Retapamulina non deve essere usata per trattare infezioni che siano o che si ritiene possano essere probabilmente dovute a Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) (vedere paragrafo 5.1).
Negli studi clinici sulle infezioni secondarie delle ferite aperte, l’efficacia di retapamulina è risultata inadeguata nei pazienti con infezioni causate da MRSA. Il motivo della ridotta efficacia clinica osservata in questi pazienti non è noto.
Qualora non vi sia alcun miglioramento o un peggioramento nell’area infetta dopo 2-3 giorni di trattamento, deve essere presa in considerazione una terapia alternativa.
Retapamulina non deve essere impiegata per trattare gli ascessi.
Retapamulina unguento contiene idrossitoluene butilato che può causare reazioni cutanee locali (ad esempio dermatite da contatto), o irritazione degli occhi e delle membrane mucose.
Come con altri agenti antibatterici, l’uso prolungato di retapamulina può determinare una crescita eccessiva di microrganismi non-sensibili, inclusi i funghi.
Links sponsorizzati
L’effetto di un’applicazione concomitante di retapamulina e di altri prodotti per uso topico sulla stessa area della cute non è stato studiato e pertanto l’impiego non è raccomandato.
Nei microsomi epatici umani, retapamulina si è dimostrata un forte inibitore di CYP3A4. Tuttavia, poiché le concentrazioni plasmatiche di retapamulina durante l’applicazione topica sono risultate basse (vedere paragrafo 5.2), non ci si aspetta che la somministrazione concomitante per via sistemica di substrati del CYP3A4 comporti un’inibizione clinicamente rilevante del loro metabolismo da parte della retapamulina.
La somministrazione concomitante di 200 mg di ketoconazolo per via orale due volte al giorno ha aumentato l’AUC(0-24) e la Cmax medie dell’81% dopo applicazione topica di retapamulina 1% unguento sulle abrasioni cutanee di maschi adulti sani. Tuttavia, le più alte concentrazioni plasmatiche riportate erano basse (<10,5 ng/ml in assenza di ketoconazolo e < 17 ng/ml in presenza di ketoconazolo).
L’esposizione sistemica alla retapamulina è risultata bassa dopo l’applicazione topica dell’unguento 1% negli adulti e nei pazienti pediatrici dell’età di 2 anni e più grandi (concentrazione plasmatica massima <20 ng/ml).
Pertanto non ci si aspetta che si verifichino aumenti clinicamente significativi delle concentrazioni plasmatiche di retapamulina nei pazienti di 2 anni e in quelli più grandi che vengono trattati anche con inibitori del CYP3A4.
Nei bambini di età compresa tra i 9 mesi e i 2 anni è possibile che concentrazioni plasmatiche più alte possano talvolta verificarsi durante il trattamento con retapamulina unguento 1% rispetto ai bambini più grandi e agli adulti. Si consiglia pertanto cautela qualora retapamulina unguento 1% venga somministrata ai bambini compresi in questo gruppo di età che vengono trattati anche con inibitori del CYP3A4, dal momento che si può verificare un ulteriore aumento dell’esposizione sistemica alla retapamulina mediante l’inibizione di CYP3A4.
Vedere paragrafo 5.2 relativamente alle concentrazioni plasmatiche di retapamulina osservate nei pazienti in differenti gruppi di età.
Gravidanza
Non sono disponibili dati di esposizione in gravidanza. Studi negli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva dopo somministrazione orale e non sono sufficienti per quanto riguarda gli effetti sul parto e sullo sviluppo fetale/postatale (vedere paragrafo 5.3).
Retapamulina unguento deve essere usato in gravidanza solo quando la terapia antibatterica per uso topico è chiaramente indicata e l’uso di retapamulina è considerato preferibile alla somministrazione di un agente antibatterico per via sistemica.
Allattamento
Non è noto se retapamulina sia escreta nel latte materno umano. Negli adulti si è osservata un’esposizione sistemica minima, pertanto è probabile che l’esposizione per i neonati che vengono allattati al seno sia trascurabile. L’escrezione di retapamulina nel latte non è stata studiata negli animali. La decisione di continuare/sospendere l’allattamento al seno o continuare/sospendere la terapia con Altargo, deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia con Altargo per la madre.
Non sono stati effettuati studi sugli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Altargo è somministrato a livello topico ed è improbabile che abbia un effetto sulla capacità di guidare o sull’utilizzo di macchinari.
Negli studi clinici in cui Altargo è stato applicato a 2150 pazienti con infezioni superficiali della cute, la reazione avversa più comunemente riportata è stata irritazione nel sito di applicazione che ha riguardato circa l’1% dei pazienti.
La seguente convenzione è stata usata per la classificazione della frequenza:
• comune ≥ 1/100 a < 1/10
• non comune ≥ 1/1000 a < 1/100
• non nota (non può essere definita sulla base dai dati disponibili)
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Organo/sistema | Comuni | Non comuni | Non nota |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Reazioni nel sito di applicazione: irritazione | Reazioni nel sito di applicazione: dolore, prurito, eritema | Irritazione nel sito di applicazione (inclusa sensazione di bruciore) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Dermatite da contatto | |
Links sponsorizzati
Ogni segno o sintomo di sovradosaggio, sia a livello topico o per ingestione accidentale, deve essere trattato a livello sintomatico.
Non sono conosciuti antidoti specifici.
Categoria farmacoterapeutica: Dermatologici. Codice ATC: D06AX13
Meccanismo d’azione
Retapamulina è un derivato semi-sintetico del composto pleuromutilin che viene isolato attraverso la fermentazione del Clitopilus passeckerianus (formalmente Pleurotus passeckerianus).
Retapamulina inbisce in maniera selettiva la sintesi proteica batterica attraverso l’interazione con un sito esclusivo sulla subunità 50S del ribosoma batterico che è distinto dai siti di legame per altri agenti antibatterici non appartenenti alle pleuromutiline che interagiscono con il ribosoma.
I dati indicano che il sito di legame riguarda la proteina ribosomiale L3 e si trova nella regione del sito ribosomiale P e del centro catalitico della peptidil transferasi. Grazie al legame con questo sito, le pleuromutiline inibiscono il trasferimento del peptidil, bloccano parzialmente le interazioni del sito-P e prevengono la normale formazione della subunità ribosomiale attiva S50. Pertanto le pleuromutiline sembrano inibire la sintesi proteica batterica attraverso meccanismi multipli.
Retapamulina è prevalentemente batteriostatica verso S. aureus e S. pyogenes.
Meccanismo di resistenza
A causa del suo distinto meccanismo d’azione, retapamulina non dimostra resistenza crociata target-specifica con altre classi di agenti antibatterici.
In vitro, sono stati identificati due meccanismi che riducono la sensibilità alla retapamulina. Uno coinvolge le mutazioni nella proteina ribosomiale L3, l’altro è un meccanismo non specifico di efflusso (ABC trasportatore vgaAv). Questo meccanismo non target-specifico di efflusso ha mostrato di ridurre anche l’attività in vitro della streptogramina A.
Nessuno sviluppo di resistenze è stato osservato durante il trattamento con retapamulina nel programma di sviluppo clinico e tutti gli isolati clinici venivano inibiti dalla retapamulina a concentrazioni ≤ 2 mcg/ml.
Spettro antibatterico
La prevalenza di resistenze acquisite può variare geograficamente e con il tempo per le specie selezionate, ed è opportuna un’informazione locale sulla resistenza, in particolare nel trattamento di infezioni gravi. Come necessario, il consiglio di un esperto deve essere richiesto qualora la prevalenza locale di resistenze sia tale che l’utilità dell’agente, in almeno alcuni tipi d’infezione, sia messa in dubbio.
Specie comunemente sensibili |
Staphylococcus aureus*$ |
Streptococcus pyogenes* |
Streptococcus agalactiae |
Organismi intrinsecamente resistenti |
Enterobacteriaceae |
Pseudomonas aeruginosa |
Enterococcus faecalis |
$ In vitro, retapamulina è risultata egualmente attiva verso ceppi di S. aureus meticillino-sensibili e meticillino resistenti. Comunque, vedere paragrafo 4.4 e di seguito, relativamente all’efficacia clinica nei confronti di MRSA. Retapamulina non deve essere usata nel trattamento di infezioni sostenute, o ritenute probabilmente causate, da MRSA.
* l’attività è stata dimostrata in maniera soddisfacente negli studi clinici.
Informazioni dagli studi clinici
Negli studi sull’impetigine sono stati isolati pochissimi MRSA e in tutti si era riscontrato un successo clinico (100%: 8/8).
Negli studi sull’impetigine e nei due studi sulle infezioni secondarie delle ferite aperte, il tasso di successo clinico è risultato elevato per retapamulina nei pazienti con S. aureus meticillino-resistente (100%: 11/11) o S. aureus acido fusidico-resistente (96,7%: 29/30). Tuttavia, nei due studi che avevano arruolato pazienti con infezioni secondarie delle ferite aperte, l’efficacia di retapamulina nelle infezioni dovute a MRSA è stata inadeguata (75,7%). Non è stata osservata alcuna differenza nell’attività in vitro di retapamulina verso S.aureus sia che gli isolati fossero sensibili o resistenti alla meticillina.
La spiegazione di una più bassa efficacia clinica contro MRSA nelle infezioni secondarie delle ferite aperte non è chiara e potrebbe essere stata influenzata dalla presenza di particolari colonie di MRSA. Nel caso di fallimento del trattamento associato a S. aureus, deve essere considerata la presenza di ceppi che possiedono fattori addizionali di virulenza (come Leucocidina Panton-Valentine).
Tasso di Successo Clinico al Follow up per i pazienti con Infezioni Secondarie delle ferite aperte da S. Aureus
Fenotipo/PFGE tipo | RETAPAMULINA | RETAPAMULINA |
n/N | Tasso di successo (%) | 95% Exact CI | n/N | Tasso di successo (%) |
S. aureus (tutti) | 337/379 | 88,9 | (85,3-91,9) | 155/186 | 83,3 |
MRSA $ | 28/37 | 75,7 | (58,8-88,2) | 21/26 | 80,8 |
MSSA | 309/342 | 90,4 | (86,7-93,3) | 133/159 | 83,6 |
CI: intervallo di confidenza. Exact CI è calcolato usando il metodo di distribuzione F.
$ il tasso di risposta per MRSA dovuto a PVL+MRSA è stato 8/13 (62%)
Links sponsorizzati
Assorbimento
Adulti sani
In uno studio condotto in soggetti adulti sani, retapamulina 1% unguento è stata applicata giornalmente sulla cute intatta e abrasa con occlusione fino a 7 giorni. L’esposizione sistemica dopo l’applicazione topica di retapamulina attraverso la cute intatta è risultata molto bassa. Il valore mediano geometrico di Cmax nel plasma dopo l’applicazione su 200 cm² di cute abrasa è risultato di 9,75 ng/ml il giorno 1 e di 8,79 ng/ml il giorno 7 e l’esposizione sistemica individuale massima (Cmax) riportata è risultata di 22,1 ng/ml.
Pazienti dai 2 anni di età in poi
Sono stati ottenuti singoli campioni plasmatici da 516 pazienti adulti e pediatrici che erano stati trattati a livello topico con retapamulina 1% unguento due volte al giorno per 5 giorni per il trattamento delle infezioni secondarie di lesioni traumatiche. Il campionamento è stato effettuato prima della dose nei soggetti adulti il 3° e il 4° giorno, e tra 0-12 ore dopo l’ultima applicazione nei soggetti pediatrici il 3° o il 4° giorno. La maggior parte dei campioni (89%) è risultata al di sotto del limite più basso di quantificazione (0,5 ng/ml). Dei campioni che avevano avuto concentrazioni misurabili, il 90% aveva concentrazioni di retapamulina inferiori a 2,5 ng/ml. La massima concentrazione plasmatica misurata di retapamulina è stata di 10,7 ng/ml negli adulti e di 18,5 ng/ml nei pazienti pediatrici (di età compresa tra 2 e17 anni).
Pazienti dai 2 mesi ai 24 mesi di età
Sono stati ottenuti singoli campioni plasmatici circa 4-8 ore dopo la prima applicazione il 3° e il 4° giorno da pazienti di età compresa tra 2 mesi e 2 anni con impetigine o con infezioni secondarie di lesioni traumatiche o dermatosi (notare che retapamulina non è indicata per l’uso nelle dermatosi secondariamente infette). Le concentrazioni di retapamulina erano misurabili nel 46% (36/79) dei campioni (intervallo da 0,52 a 177,3 ng/ml) ma nella maggior parte di questi campioni (27/36;75%) risultavano < 5,0 ng/ml.
Tra i bambini di età compresa tra i 9 mesi e i 2 anni, le concentrazioni plasmatiche di retapamulina erano misurabili nel 32% (16/50) dei campioni. Una singola concentrazione di retapamulina (95,1 ng/ml) ha superato la concentrazione più alta osservata nei pazienti di età compresa tra i 2 e i 17 anni (18,5 ng/ml). Questa concentrazione plasmatica è stata osservata in un bambino con una dermatosi secondariamente infetta, per la quale l’uso della retapamulina non è indicato.
L’uso della retapamulina non è raccomandato nei bambini di età inferiore ai 9 mesi. Nei bambini di età compresa tra i 2 mesi e i 9 mesi le concentrazioni plasmatiche di retapamulina erano misurabili nel 69% (20/29) dei campioni. Quattro concentrazioni plasmatiche di retapamulina (26,9, 80,3, 174,3 e 177,3 ng/ml) hanno superato la concentrazione più alta osservata nei pazienti di età compresa tra i 2 e i 17 anni (18,5 ng/ml).
Distribuzione
A causa dell’esposizione sistemica molto bassa, la distribuzione di retapamulina nei tessuti non è stata valutata nell’uomo.
In vitro, retapamulina ha mostrato di essere un substrato e un inibitore della glicoproteina-P (Pgp). Tuttavia, la massima esposizione sistemica individuale nell’uomo dopo applicazione topica dell’unguento 1% su 200 cm² di cute abrasa (Cmax = 22 ng/ml; AUC(0-24) = 238 ng.h/ml) è risultata di 660 volte inferiore della IC50 di retapamulina per l’inibizione della Pgp.
Retapamulina è per il 94% circa legata alle proteine plasmatiche umane.
Metabolismo
Il metabolismo ossidativo in vitro di retapamulina nei microsomi epatici umani è stato principalmente mediato dal CYP3A4 con minor contributo del CYP2C8 e CYP2D6 (vedere paragrafo 4.5).
Eliminazione
L’eliminazione di retapamulina non è stata valutata nell’uomo.
Speciali popolazioni di pazienti
Non sono disponibili dati di farmacocinetica nei bambini di età inferiore ai 2 anni o nei pazienti con compromissione renale o epatica. Tuttavia, a causa dei bassi livelli plasmatici che sono stati osservati, non si prevedono problemi di sicurezza.
Tossicità a dosi ripetute
Negli studi a 14 giorni di tossicità orale (50, 150 o 450 mg/kg) nei ratti si sono evidenziati cambiamenti adattattivi epatici e tiroidei. Nessuna di queste osservazioni è di rilevanza clinica.
Nelle scimmie trattate per via orale (50, 150 o 450 mg/kg) per 14 giorni si è verificata emesi dose-correlata.
Cancerogenesi, mutagenesi, tossicità della riproduzione
Non sono stati eseguiti studi a lungo termine con retapamulina negli animali per valutare il potenziale cancerogeno.
Non è stata evidenziata genotossicità quando valutato in vitro per le mutazioni genetiche e/o gli effetti sui cromosomi nel test cellulare su linfoma di topo, nelle colture cellulari di linfociti periferici umani, o quando valutato in vivo per gli effetti sui cromosomi nel test del micronucleo nel ratto.
Non è stata evidenziata compromissione della fertilità nei maschi o nelle femmine di ratto alle dosi orali di 50, 150 o 450 mg/kg/die che comportavano dei margini di esposizione fino a 5 volte la più alta esposizione stimata nell’uomo (applicazione topica su 200 cm² di cute abrasa: AUC 238 ng.h/ml).
In uno studio di embriotossicità nei ratti è stata osservata tossicità nello sviluppo (diminuzione del peso corporeo e ritardo nell’ossificazione dello scheletro) e tossicità materna a dosaggi orali ≥ di 150 mg/kg/die (corrispondenti a ≥ di 3 volte l’esposizione stimata nell’uomo - vedere sopra). Non è stata evidenziata alcuna malformazione nei ratti correlata al trattamento.
Retapamulina è stata somministrata come infusione endovenosa continua a femmine di coniglio gravide dal 7° al 19° giorno di gestazione. La tossicità materna è stata dimostrata a dosaggi ≥ di 7,2 mg/kg/die corrispondenti a ≥ di 8 volte l’esposizione stimata nell’uomo (vedere sopra). Non è stato evidenziato alcun effetto correlato al trattamento sullo sviluppo embrio-fetale.
Non sono stati effettuati studi per valutare gli effetti di retapamulina sullo sviluppo pre/post-natale. Tuttavia, non è stato osservato alcun effetto sistemico sui ratti giovani dopo applicazione topica di retapamulina unguento.
Paraffina soffice bianca
Idrossitoluene butilato
Non pertinente.
Tubo chiuso: 2 anni.
In uso: 7 giorni.
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Bustina di alluminio da 0,5 g. Confezione da 12 bustine.
Tubi di alluminio con tappo a vite di plastica da 5 g, 10 g e 15g. Confezione da 1 tubo.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
L’unguento che rimane alla fine del trattamento deve essere eliminato.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Glaxo Group Ltd
Glaxo Wellcome House
Berkeley Avenue
Greenford
Middlesex UB6 0NN
Regno Unito
EU/1/07/390/001 - AIC n. 038002010
EU/1/07/390/002 - AIC n. 038002022
EU/1/07/390/003 - AIC n. 038002034
EU/1/07/390/004 - AIC n. 038002046
24 Maggio 2007
Marzo 2010