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AMINOPLASMAL
100 ml di soluzione infusionale contengono:
Principi attivi: | 3% E | 5% E | 10% E |
L-Isoleucina | 0,155 g | 0,255 g | 0,510 g |
L-Leucina | 0,265 g | 0,445 g | 0,890 g |
L-Lisina·HCl | 0,210 g | 0,350 g | 0,700 g |
L-Metionina | 0,115 g | 0,190 g | 0,380 g |
L-Fenilalanina | 0,155 g | 0,255 g | 0,510 g |
L-Treonina | 0,125 g | 0,205 g | 0,410 g |
L-Triptofano | 0,055 g | 0,090 g | 0,180 g |
L-Valina | 0,145 g | 0,240 g | 0,480 g |
L-Arginina | 0,275 g | 0,460 g | 0,920 g |
L-Istidina | 0,155 g | 0,260 g | 0,520 g |
Glicina | 0,235 g | 0,395 g | 0,790 g |
L-Alanina | 0,410 g | 0,685 g | 1,370 g |
L-Prolina | 0,265 g | 0,445 g | 0,890 g |
Acido L-Aspartico | 0,040 g | 0,065 g | 0,130 g |
L-Asparagina ·H2O | 0,112 g | 0,186 g | 0,372 g |
Acetilcisteina | 0,0204 g | 0,034 g | 0,068 g |
Acido L-Glutammico | 0,140 g | 0,230 g | 0,460 g |
L-Ornitina·HCl | 0,095 g | 0,160 g | 0,320 g |
L-Serina | 0,070 g | 0,120 g | 0,240 g |
L-Tirosina | 0,030 g | 0,030 g | 0,030 g |
N-Acetil-L-Tirosina | 0,012 g | 0,043 g | 0,123 g |
Sodio acetato ·3 H2O | 0,395 g | 0,395 g | 0,395 g |
Potassio acetato | 0,2454 g | 0,2454 g | 0,2454 g |
Magnesio Acetato ·4 H2O | 0,0558 g | 0,0558 g | 0,0558 g |
Fosfato monosodico ·2 H2O | 0,1404 g | 0,1404 g | 0,1404 g |
Acido L-Malico. | 0,1006 g | 0,1006 g | 0,1006 g |
Eccipienti: | | | |
Sodio Idrossido | 0,020 g | 0,020 g | 0,020 g |
Edetato sodico ·2 H2O | 0,005 g | 0,005 g | 0,005 g |
Acqua p.p.i. | q.b. 100 a 100 ml | q.b. 100 a 100 ml | q.b. 100 a 100 ml |
Elettroliti (mmol/l): | | | |
Na+ | 43,3 | 43,3 | 43,3 |
K+ | 25 | 25 | 25 |
Mg++ | 2,6 | 2,6 | 2,6 |
Acetato | 59 | 59 | 59 |
Cl- | 18 | 29 | 57 |
H2PO4 - | 9 | 9 | 9 |
Malato | 7,5 | 7,5 | 7,5 |
Azoto totale (g/l): | 4,82 | 8,03 | 16.06 |
Azoto da amminoacidi (g/l): | 3,47 | 5,78 | 11,56 |
Valore energetico: | | | |
kJ/l | » 510 | » 835 | » 1675 |
kcal/l | » 120 | » 200 | » 400 |
Osmolarità (mOsm/l) | 411 | 590 | 1030 |
Soluzione per infusione endovenosa, sterile ed apirogena, senza carboidrati.
Carenze proteiche da insufficiente apporto o da aumentato bisogno proteico quando la nutrizione orale non é possibile oppure é controindicata; sindromi di cattiva assimilazione, soprattutto se associata a malattie del tratto gastroenterico; ustioni; stati postemorragici; cure pre- e postoperatorie per ristabilire l’equilibrio nutritivo degli operati.
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Dosaggio:
Le dosi degli amminoacidi da infondere vanno stabilite in base allo stato di nutrizione del paziente. Se non diversamente prescritto, infusione per via endovenosa in ragione di 1-2 g di amminoacidi/kg/die.
Velocità di gocciolamento:
40-60 gtt/min., corrispondenti a 120-180 ml/h.
Attenzione: Usare la soluzione soltanto se é limpida e se é presente il vuoto, pertanto ispezionare ogni flacone prima dell’uso. Capovolgere il flacone e controllare attentamente la soluzione in condizioni ottimali di visibilità per rilevare eventuali particelle o torbidità: controllare che il flacone non presenti incrinature o altri danni. La presenza del vuoto assicura l’integrità del flacone; per verificarlo innestare il raccordo a flacone capovolto o orizzontale. Se non si osserva un vivace gorgogliamento, scartare il flacone.
Durante la somministrazione ricontrollare il flacone almeno una volta ogni ora. Se si notano segni di contaminazione della soluzione oppure se il paziente manifesta febbre o brividi, sospendere immediatamente la somministrazione ed informare il medico.
La via di somministrazione preferenziale é la via venosa centrale mediante catetere a dimora, là dove l’entità dello stato catabolico o della deplezione richiedano una NPT a lungo termine. AMINOPLASMAL può essere comunque infuso per via venosa periferica insieme a glucosata 5-10% e/o ad emulsioni lipidiche nei pazienti moderatamente catabolici o depleti o per periodo di trattamento breve.
La simultaneo infusione di emulsioni lipidiche con soluzioni ipertoniche, come quelle amminoacidiche, ha il vantaggio di ridurre l’osmolarità riducendo il rischio di tromboflebite.
Il flacone di AMINOPLASMAL deve essere utilizzato per una sola infusione e l’eventuale soluzione residua non deve essere riutilizzata.
Turbe del metabolismo degli amminoacidi, epatopatie in stadio avanzato, insufficienza cardiaca manifesta, iperidratazione, acidosi, iperkaliemia, rigida restrizione dell’apporto di sodio, insufficienza renale con livelli patologici di azoto residuo, nonché nei casi di ipersensibilità ad uno o più amminoacidi, intossicazione da metanolo. Gravidanza (Vedere “Uso in gravidanza e allattamento”).
La somministrazione di amminoacidi o di idrolisati proteici ad un paziente con insufficienza epatica può provocare squilibri degli amminoacidi nel siero, azotemia prerenale, iperammoniemia, stupore e coma.
L’ammoniemia é particolarmente grave nei bambini piccoli, in quanto la sua comparsa nella sindrome causata da difetti metabolici genetici si associa spesso, anche se non in rapporto necessariamente causale, con il ritardo mentale. Questa reazione appare correlata con il dosaggio ed é più probabile che si sviluppi durante trattamenti a lungo termine. E’ essenziale controllare frequentemente i livelli di ammoniaca nel sangue del bambino.
Casi di iperammoniemia tipicamente asintomatica sono stati riportati in pazienti affetti da disfunzioni epatiche latenti. I meccanismi di questa reazione non sono chiaramente definiti, ma possono coinvolgere difetti genetici ed una funzionalità epatica “immatura” o ridotta a valori subclinici.
Se si presentano sindromi di iperammoniemia, la somministrazione va sospesa e si deve riesaminare lo stato clinico del paziente.
Usare con cautela in pazienti con precedenti anamnestici o allergia verso farmaci o sostanze varie e soltanto se sono prontamente disponibili mezzi adeguati per trattare le manifestazioni allergiche acute. Se si manifesta una reazione allergica sospendere immediatamente l’infusione.
Non usare questa soluzione da sola per compensare deficit gravi o moderati di elettroliti primari. Si deve evitare un sovraccarico circolatorio soprattutto nei pazienti con insufficienza cardiaca.
Nei pazienti con infarto del miocardio, l’infusione di amminoacidi va associata al glucosio poiché nell’anossia gli acidi grassi liberi non possono essere utilizzati dal miocardio e l’energia deve essere prodotta anaerobicamente dal glicogeno o dal glucosio. In presenza di una insufficiente funzione renale la somministrazione di amminoacidi può aggravare l’iperazotemia.
Avvertenze
L’uso sicuro ed efficace dell’alimentazione parenterale richiede una conoscenza approfondita dei problemi nutritivi, come pure un’esperienza clinica adeguata delle complicazioni che possono verificarsi.
PER UN CORRETTO CONTROLLO DELL’ALIMENTAZIONE PARENTERALE E’ NECESSARIO ESEGUIRE FREQUENTI VALUTAZIONI CLINICHE E DETERMINAZIONI DI LABORATORIO: queste ricerche di laboratorio dovrebbero comprendere la glicemia, la proteinemia, i test sulla funzionalità epatica e renale, gli elettroliti, l’emogramma, il potere di combinazione della CO2, l’osmolarità serica, l’ammoniemia, eventuali colture ematiche.
Per l’utilizzazione ottimale a fini proteosintetici degli amminoacidi infusi é necessario un apporto calorico di 100-200 kcal/g di azoto. La somministrazione di amminoacidi senza carboidrati può dar luogo ad un accumulo di corpi chetonici. La correzione di tale chetonemia può essere ottenuta con la somministrazione di carboidrati. In caso di impiego di una velocità di infusione troppo alta sono possibili reazioni di intolleranza e perdite renali, con conseguente sbilancio degli amminoacidi.
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Nessuna.
Non é stata stabilita la sicurezza d’impiego di AMINOPLASMAL durante la gravidanza.
Nessuno.
Gli effetti indesiderati possono includere: cefalea; nausea e vomito, frequentemente dovuti ad una elevata velocità di somministrazione; febbre, non dovuta a presenza di pirogeni nella soluzione ma probabilmente ad una certa “azione dinamica specifica” degli amminoacidi. Flebiti e flebotrombosi possono verificarsi nella vena usata per l’infusione.
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In caso di sovradosaggio e di eccessiva velocità di infusione si possono manifestare nausea, brividi, vomito, amminoaciduria con squilibrio amminoacidemico e sovraidratazione. Ai primi sintomi di sovradosaggio, l’infusione deve essere interrotta ed eventualmente ripresa con dosi ridotte ed a velocità contenuta.
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AMINOPLASMAL, come tutte le soluzioni di amminoacidi per infusione endovenosa, non deve essere utilizzato come soluzione “carrier” per altre medicazioni. L’aggiunta di farmaci può provocare alterazioni chimico-fisiche della soluzione, con possibilità di reazioni tossiche. Pertanto con queste soluzioni la compatibilità di qualsiasi additivo deve essere controllata prima dell’uso.
36 mesi.
Da usare solo se il sigillo é integro e la soluzione é limpida. Qualsiasi porzione residua deve essere scartata.
Flaconi infusionali di vetro tipo II, chiusi con tappo di elastomero aggraffato con capsula di alluminio.
Confezioni: flaconi da 500 ml di AMINOPLASMAL -3%E, -5%E, -10%E.
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B. Braun Melsungen AG
Carl braun Strasse 1
D-34209 Melsungen (Germania)
Rappresentata in Italia da:
B. Braun Milano S.p.A.
Via Vincenzo da Seregno 14
20161 Milano
AMINOPLASMAL 3% E - flacone 500 ml A.I.C. n. 026790016 - 15.10.1990
AMINOPLASMAL 5% E - flacone 500 ml A.I.C. n. 026790042
AMINOPLASMAL 10% E - flacone 500 ml A.I.C. n. 026790055
AMINOPLASMAL 3% E – 10 flaconi 500 ml A.I.C. n. 026790194
AMINOPLASMAL 5% E – 10 flaconi 500 ml A.I.C. n. 026790206
AMINOPLASMAL 10% E –10 flaconi 500 ml A.I.C. n. 026790218
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01/10/2003