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AMLODIPINA MYLAN COMPRESSE
Ogni compressa contiene 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato).
Ogni compressa contiene 10 mg di amlodipina (come amlodipina besilato).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa.
5 mg compresse
Compresse bianche, rotonde, biconvesse, con impresso “5” su di un lato e con linea di incisione sull’altro.
10 mg compresse:
Compresse bianche, rotonde, biconvesse, con impresso “10” su di un lato e con linea di incisione sull’altro.
La compressa può essere divisa in due metà uguali.
Ipertensione essenziale.
Angina pectoris stabile cronica e vasospastica.
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Per uso orale
Le compresse devono essere assunte con un bicchiere di acqua.
Adulti
Per il trattamento sia dell’ipertensione sia dell’angina pectoris la dose iniziale usuale è di 5 mg una volta al giorno. Se non viene raggiunto l’effetto terapeutico desiderato entro 2-4 settimane, questa dose può essere aumentata fino ad un massimo di 10 mg al giorno (come dose singola) a seconda della risposta individuale del paziente. Nei pazienti affetti da angina, l’amlodipina può essere utilizzata sia in monoterapia sia in associazione con altri farmaci antianginosi.
Bambini con ipertensione dai 6 ai 17 anni d’età
La dose orale antipertensiva raccomandata nei pazienti pediatrici dai 6 ai 17 anni è 2.5 mg una volta al giorno come dose iniziale, la quale può essere aumentata a 5 mg una volta al giorno nel caso in cui l’effetto sulla pressione sanguigna non sia stato raggiunto dopo 4 settimane. Dosi oltre i 5 mg al giorno non sono state studiate nei pazienti pediatrici (vedere paragrafi 5.1 Proprietà farmacodinamiche e 5.2 Proprietà farmacocinetiche). Non è noto l’effetto dell’amlodipina sulla pressione sanguigna nei pazienti di età inferiore ai 6 anni.
Anziani
Nell’anziano è raccomandata la posologia normale, ma è necessario usare cautela quando la dose viene aumentata (vedere paragrafo 5.2)
Pazienti con compromissione renale
In questi pazienti, l’amlodipina può essere usata al normale dosaggio (vedere paragrafo 5.2). L’amlodipina deve essere somministrata con particolare cautela nei pazienti sottoposti a dialisi. L’amlodipina non è dializzabile.
Pazienti con compromissione epatica
Il regime posologico nei pazienti con compromissione epatica non è ancora stato stabilito, e pertanto l’amlodipina deve essere somministrata con cautela (vedere paragrafo 4.4).
L’amlodipina è controindicata nei pazienti con:
• ipersensibilità ai derivati diidropiridinici, all’amlodipina o ad uno qualsiasi degli eccipienti
• grave ipotensione
• shock (incluso shock cardiogeno)
• occlusione del tratto di efflusso ventricolare sinistro (ad es.: stenosi aortica di grado elevato)
• insufficienza cardiaca emodinamicamente instabile dopo infarto acuto del miocardio
La sicurezza e l’efficacia dell’amlodipina nelle crisi ipertensive non sono state ancora definite.
Pazienti con insufficienza cardiaca
I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con cautela. In studi placebo controllati a lungo termine condotti su pazienti con insufficienza cardiaca grave (NYHA di grado III e IV) è stata riportata un’incidenza di edema polmonare maggiore nel gruppo trattato con amlodipina che in quello trattato con placebo, ma questo non era associato con un peggioramento dell’insufficienza cardiaca (vedere paragrafo 5.1).
Uso in pazienti con funzionalità epatica compromessa
L’emivita dell’amlodipina è prolungata in pazienti con funzionalità epatica compromessa; non sono state stabilite raccomandazioni circa il dosaggio. Pertanto, in questi pazienti l’amlodipina deve essere somministrata con cautela.
Uso negli anziani
Negli anziani l’aumento del dosaggio deve essere effettuato con cautela (vedere paragrafo 5.2).
Uso nei pazienti con insufficienza renale
L’amlodipina può essere utilizzata in questi pazienti alle dosi normali. Variazioni delle concentrazioni plasmatiche dell’amlodipina non sono correlate al grado di compromissione renale. L’amlodipina non è dializzabile.
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Effetti di altri medicinali sull’amlodipina
Inibitori del CYP3A4: durante la somministrazione concomitante dell’inibitore del CYP3A4 eritromicina nei pazienti giovani e del diltiazem nei pazienti anziani le concentrazioni plasmatiche dell’amlodipina sono aumentate rispettivamente del 22% e del 50% rispettivamente. Tuttavia, la rilevanza clinica di questi risultati è incerta. Non può essere escluso che inibitori più potenti del CYP3A4 (ad es.: ketoconazolo, itraconazolo, ritonavir) aumentino le concentrazioni plasmatiche dell’amlodipina in misura maggiore di quanto avvenga con il diltiazem. L’amlodipina deve essere usata con cautela in associazione con inibitori del CYP3A4. Comunque, nessun evento avverso attribuibile a tale interazione è mai stato segnalato.
Induttori del CYP3A4: non ci sono informazioni disponibili sugli effetti degli induttori del CYP3A4 sull’amlodipina. La somministrazione concomitante di tali induttori (es.: rifampicina, iperico) può portare ad una riduzione delle concentrazioni plasmatiche dell’amlodipina. L’amlodipina deve essere usata con cautela in associazione con gli induttori del CYP3A4.
In studi clinici di interazione, il succo di pompelmo, la cimetidina, l’alluminio/magnesio (antiacido) e il sildenafil non interferiscono con la farmacocinetica dell’amlodipina.
Effetti dell’amlodipina sugli altri medicinali
Gli effetti di abbassamento della pressione sanguigna dell’amlodipina si sommano agli effetti di abbassamento della pressione sanguigna causati da altri agenti antipertensivi.
In studi clinici di interazione, l’amlodipina non ha alterato la farmacocinetica di atorvastatina, digossina, etanolo (alcol), warfarin o ciclosporina.
L’amlodipina non ha effetti sui test di laboratorio.
Gravidanza
La sicurezza sull’uso di amlodipina nelle donne in gravidanza non è stata ancora stabilita.
Studi sulla riproduzione nei ratti non hanno mostrato alcuna tossicità ad eccezione di un ritardo nella data del parto e di un prolungamento della durata del travaglio a dosi 50 volte superiori rispetto alle dosi massime raccomandate per gli esseri umani.
L’uso dell’amlodipina in gravidanza è raccomandato solo nel caso in cui non ci siano alternative più sicure e nel caso in cui la malattia stessa rappresenti un rischio elevato sia per la madre che per il feto.
Allattamento
Non è noto se l’amlodipina sia escreta nel latte materno. La decisione se continuare o sospendere l’allattamento o se continuare o sospendere la terapia con amlodipina deve essere presa tenendo in considerazione i benefici dell’allattamento al seno per il bambino e i benefici del trattamento con l’amlodipina per la madre.
L’amlodipina può avere un’influenza lieve o moderata sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. In pazienti che, con l’assunzione di amlodipina, soffrono di vertigini, cefalea, affaticamento o nausea, la capacità di reagire può essere alterata.
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e segnalati durante il trattamento con amlodipina con le seguenti frequenze:
Molto comuni (≥1/10)
Comuni (≥1/100, <1/10)
Non comuni (≥1/1000, <1/100)
Rari (≥1/10000, >1/1000)
Molto rari (<1/10000)
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Molto rari: leucocitopenia, trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario:
Molto rari: reazioni allergiche.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Molto rari: iperglicemia.
Disturbi psichiatrici:
Non comuni: insonnia, cambiamenti dell’umore (inclusa ansia), depressione
Rari: confusione.
Patologie del sistema nervoso:
Comuni: sonnolenza, vertigini, cefalea (specialmente all’inizio del trattamento)
Non comuni: tremore, disgeusia, sincope, ipoestesia, parestesia
Molto rari: ipertonia, neuropatia periferica.
Patologie dell’occhio:
Non comuni: disturbi visivi (inclusa diplopia).
Patologie dell’orecchio e del labirinto:
Non comuni: tinnito.
Patologie cardiache:
Non comuni: palpitazioni
Molto rari: infarto del miocardio, aritmia (incluse bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale).
Patologie vascolari:
Comuni: vampate
Non comuni: ipotensione
Molto rari: vasculite.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Non comuni: dispnea, rinite
Molto rari: tosse.
Patologie gastrointestinali:
Comuni: dolore addominale, nausea
Non comuni: vomito, dispepsia, ambiente intestinale alterato (incluse diarrea e costipazione), secchezza delle fauci
Molto rari: pancreatite, gastrite, iperplasia gengivale.
Patologie epatobiliari:
Molto rari: epatite, ittero, aumento degli enzimi epatici*
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comuni: alopecia, porpora, scolorimento della pelle, iperidrosi, prurito, eruzione cutanea, esantema
Molto rari: angioedema, eritema multiforme, orticaria, dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens Johnson, Edema di Quincke, fotosensibilità.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Comuni: gonfiore alle caviglie
Non comuni: artralgia, mialgia, crampi muscolari, mal di schiena.
Patologie renali ed urinarie:
Non comuni: disturbi della minzione, nicturia, aumentata frequenza urinaria.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Non comuni: impotenza, ginecomastia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Comuni: edema, affaticamento
Non comuni: dolore toracico, astenia, dolore, malessere.
Esami diagnostici:
Non comuni: aumento di peso, riduzione di peso.
* Per lo più corrispondente con colestasi.
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L’esperienza sul sovradosaggio intenzionale nell’uomo è limitata.
Sintomi
I dati disponibili suggeriscono che un grosso sovradosaggio può provocare un’eccessiva vasodilatazione periferica e una possibile tachicardia riflessa. E’ stata segnalata un’ipotensione sistemica prolungata e marcata che include shock con esito fatale.
Trattamento
Un’ipotensione clinicamente significativa dovuta a sovradosaggio di amlodipina richiede un supporto cardiovascolare attivo comprendente frequente monitoraggio della funzionalità cardiaca e respiratoria, elevazione delle estremità ed attenzione al volume dei fluidi circolanti e all’escrezione urinaria.
Un vasocostrittore può essere di aiuto nel ripristinare il tono vascolare e la pressione sanguigna, sempre che non vi siano controindicazioni al suo uso. Il calcio gluconato per via endovenosa può essere di aiuto nel contrastare gli effetti dei calcio-antagonisti.
La lavanda gastrica può essere utile in certi casi. In volontari sani l’uso di carbone vegetale fino a 2 ore dopo la somministrazione di 10 mg di amlodipina ha dimostrato di ridurre la velocità di assorbimento di amlodipina.
Dal momento che l’amlodipina è fortemente legata alle proteine, non ci si attende che la dialisi possa essere di aiuto.
Categoria farmacoterapeutica: Calcio antagonisti, derivati della diidropiridina.
Codice ATC: C08 CA01.
L’amlodipina è un calcio antagonista che inibisce il flusso degli ioni calcio nelle cellule cardiache e della muscolatura liscia. Il meccanismo dell’azione anti-ipertensiva è dovuto all’effetto spasmolitico diretto sulle cellule della muscolatura liscia vascolare. L’esatto meccanismo con cui l’amlodipina allevia l’angina pectoris non è stato completamente chiarito ma le due azioni seguenti svolgono un ruolo:
L’amlodipina dilata le arteriole periferiche e riduce così le resistenze periferiche (post-carico) contro le quali lavora il cuore. Questa riduzione del carico del cuore riduce il consumo di energia del miocardio e la richiesta di ossigeno.
La dilatazione delle principali arterie coronariche e delle arteriole coronariche probabilmente svolge un ruolo nella sua azione. Inoltre questa dilatazione aumenta la fornitura di ossigeno al muscolo del miocardio nei pazienti con attacchi di angina di Prinzmetal.
In pazienti con ipertensione, una singola dose giornaliera fornisce una riduzione clinicamente significativa della pressione sanguigna (in posizione sia supina sia in piedi) che persiste per 24 ore.
In pazienti con angina pectoris, la somministrazione di amlodipina in singola dose giornaliera, aumenta il tempo totale di esercizio, ritarda la comparsa di un attacco anginoso e ladepressione di 1 mm dell’intervallo ST. L’amlodipina diminuisce sia la frequenza degli attacchi anginosi sia il consumo di compresse di gliceril-trinitrato.
Uso nei bambini dai 6 ai 17 anni d’età
In uno studio che ha coinvolto 268 bambini di età compresa tra i 6 e i 17 anni con ipertensione secondaria predominante, il confronto di una dose da 2.5 mg e di una dose da 5.0 mg di amlodipina con il placebo, ha mostrato che entrambe le dosi riducono la pressione sanguigna sistolica in misura più significativa rispetto al placebo. La differenza tra le due dosi non è stata statisticamente significativa. Gli effetti a lungo termine dell’amlodipina sulla crescita, la pubertà e lo sviluppo generale non sono stati studiati. L’efficacia a lungo termine dell’amlodipina sulla terapia nell’infanzia per ridurre la morbilità e la mortalità nella fase adulta non è stata ancora stabilita.
Uso nei pazienti con insufficienza cardiaca
In studi emodinamici ed in studi clinici basati su test di esercizio in pazienti con insufficienza cardiaca di classe NYHA II-IV, è stato dimostrato che l’amlodipina non causa alcun peggioramento clinico misurato in termini di tolleranza all’esercizio, frazione di eiezione ventricolare sinistra e sintomatologia clinica.
In uno studio placebo-controllato (PRAISE) disegnato allo scopo di valutare pazienti con insufficienza cardiaca di classe NYHA III-IV trattati con digossina, diuretici ed ACE-inibitori, è stato dimostrato che l’amlodipina non causa un aumento del rischio di morte o del rischio combinato di mortalità e morbilità in pazienti con insufficienza cardiaca.
In uno studio di follow-up placebo-controllato a lungo termine (PRAISE-2) di amlodipina, condotto su pazienti affetti da insufficienza cardiaca di classe NYHA III-IV senza sintomi clinici o risultati oggettivi che suggeriscano una malattia ischemica latente, su dosi stabili di ACE inibitori, digitale e diuretici, l’amlodipina non ha effetto sulla mortalità totale o cardiovascolare. In questa stessa popolazione l’amlodipina è stata associata ad un’aumentata incidenza di edema polmonare, benché non sussista nessuna significativa differenza nell’incidenza di un aggravamento dell’insufficienza cardiaca rispetto alla popolazione trattata con placebo.
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Assorbimento/distribuzione
Dopo somministrazione orale di dosi terapeutiche, l’amlodipina viene assorbita lentamente dal tratto gastrointestinale. L’assorbimento di amlodipina non è influenzato dalla contemporanea assunzione di cibo. La biodisponibilità assoluta del composto immodificato è stimata tra il 64 e l’80 %. La massima concentrazione plasmatica è raggiunta in 6-12 ore dopo la somministrazione. Il volume di distribuzione è di circa 20 l/kg. Il pKa dell’amlodipina è 8.6. Il legame con le proteine plasmatiche in vitro è circa il 98%.
Metabolismo/eliminazione
L’emivita plasmatica di eliminazione è di circa 35-50 ore.
La concentrazione plasmatica allo stato stazionario è raggiunta dopo 7-8 giorni consecutivi.
L’amlodipina viene metabolizzata principalmente in metaboliti inattivi. Circa il 60% della dose somministrata viene escreta nelle urine, di cui circa il 10% in forma di amlodipina immodificata.
Uso nei bambini dai 6 ai 17 anni d’età
Uno studio farmacocinetico è stato condotto in 74 bambini ipertesi con età compresa tra i 12 mesi e i 17 anni (34 pazienti di età compresa tra i 6 e i 12 anni e 28 pazienti tra i 13 e i 17 anni), ai quali è stata somministrata una dose di amlodipina tra 1.25 e 20 mg una volta o due volte al giorno. Nei bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni e negli adolescenti tra i 13 e i 17 anni la clearance orale tipica (CL/F) è stata 22.5 e 27.4 L/h rispettivamente nei maschi e 16.4 e 21.3 L/h rispettivamente nelle femmine. E’ stata osservata una grande variabilità nell’esposizione tra i vari individui. I dati relativi ai bambini al di sotto dei 6 anni sono limitati.
Negli anziani
Il tempo per raggiungere le concentrazioni plasmatiche massime di amlodipina è lo stesso negli anziani e nei pazienti più giovani. La clearance dell’amlodipina può essere ridotta nei pazienti anziani, così che l’area sotto la curva (AUC) e l’emivita di eliminazione terminale risultano aumentate. Aumenti nell’AUC e nell’emivita di eliminazione terminale nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia sono pertanto attesi nei pazienti di questa fascia di età.
In pazienti con funzionalità renale compromessa
L’amlodipina viene estensivamente trasformata in metaboliti inattivi. Il 10% della sostanza viene escreta immodificata nelle urine. Cambiamenti delle concentrazioni plasmatiche dell’amlodipina non sono correlati con il grado di compromissione renale. In questi pazienti l’amlodipina può essere somministrata ai dosaggi normali. L’amlodipina non è dializzabile.
Pazienti con funzionalità epatica compromessa
L’emivita dell’amlodipina è prolungata nei pazienti con funzionalità epatica compromessa.
I dati preclinici non hanno rivelato rischi particolari per l’uomo, sulla base degli studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute, genotossicità e potenziale cancerogeno. In studi di tossicità nei ratti relativamente alla riproduzione, sono stati osservati ritardo e difficoltà nel parto, e ridotta sopravvivenza fetale e dei neonati dopo somministrazione di alte dosi.
Calcio idrogeno fosfato anidro
Cellulosa microcristallina
Sodio amido glicolato (tipo A)
Magnesio stearato
Non pertinente.
2 anni.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Le compresse di amlodipina possono essere confezionate in:
Blister PVC/PVdC/Al da 10, 14, 28, 30, 50, 56, 60, 100, 180 compresse.
Flacone HDPE con tappo a vite di HDPE da 28, 30, 56, 100, 180, 500 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Mylan S.p.A., Via Vittor Pisani 20, 20124 Milano
039799010 - " 5 MG COMPRESSE " 10 COMPRESSE IN BLISTER PVC/PVDC/AL
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Luglio 2010
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