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ATARAX
ATARAX 2 mg/ml sciroppo
1 ml di sciroppo contiene:
Principio attivo: idrossizina dicloridrato 2 mg.
ATARAX 25 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: idrossizina dicloridrato 25 mg.
ATARAX 100 mg/2 ml soluzione iniettabile
Ogni fiala contiene:
Principio attivo: idrossizina dicloridrato 100 mg.
Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Sciroppo.
Compresse rivestite con film divisibili.
Soluzione iniettabile per uso intramuscolare.
ATARAX 2 mg/ml sciroppo – flacone da 150 ml
ATARAX 25 mg compresse rivestite con film – 20 compresse
ATARAX 100 mg/2 ml soluzione iniettabile – 6 fiale da 2 ml
Trattamento a breve termine degli stati ansiosi. Dermatiti allergiche accompagnate da prurito.
Soluzione iniettabile
Trattamento d'urgenza degli stati di agitazione, preparazione agli interventi chirurgici. Medicazione post-operatoria: nausee e vomiti postoperatori, trattamento coadiuvante delle allergie sistemiche (malattia da siero, anafilassi) e delle reazioni generali da trasfusioni o da medicamenti.
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Compresse e sciroppo:
La posologia è strettamente individuale.
Adulti: La dose unitaria è di ½ compressa o 1 compressa o un cucchiaio da tavola di sciroppo.
Bambini: A partire dai 12 mesi, secondo l'età. Da 10 a 20 mg di prodotto: cioè da ½ compressa a 1 compressa o da 1 cucchiaino da caffè ad 1 cucchiaio da frutta di sciroppo per somministrazione, da ripetersi se necessario 3-4 volte al giorno.
La posologia varia da 1 a 4 somministrazioni giornaliere a seconda dei casi; dosi superiori potranno essere somministrate su consiglio del medico.
Soluzione iniettabile:
La soluzione iniettabile è destinata alla somministrazione intramuscolare e non deve essere somministrata per via intra-arteriosa o sottocutanea.
a) Trattamento di urgenza degli stati di agitazione
Adulti: Iniezione intramuscolare: da 50 a 200 mg per somministrazione da ripetere, se necessario, ogni 4-6 ore, senza superare la dose totale massima/die di 300 mg.
b) Preparazione agli interventi chirurgici
Iniezione intramuscolare: da 25 a 200 mg per somministrazione, mezz'ora prima dell'intervento.
c) Medicazione post-operatoria; nausee e vomiti post-operatori e trattamento coadiuvante delle allergie sistemiche (malattia da siero, anafilassi) e delle reazioni generali da trasfusioni o da medicamenti
Da 25 a 50 mg i.m. una sola volta per somministrazione.
Il trattamento sarà eventualmente proseguito per via orale.
Nel trattamento dei pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare un'eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati. Si consiglia di iniziare la terapia nel paziente anziano con metà del dosaggio previsto per l’adulto a causa della lunga durata d’azione del farmaco.
Nei pazienti con insufficienza epatica, il dosaggio deve essere ridotto del 33%.
Il dosaggio deve essere ridotto nei pazienti con insufficienza renale da moderata a grave, perché l’escrezione del metabolita cetirizina è ridotta in questi pazienti.
Ipersensibilità al principio attivo, alla cetirizina, ad altri derivati piperazinici, all’aminofillina o all’etilendiamina.
Nei pazienti in terapia con inibitori delle mono-aminossidasi (IMAO).
Nei pazienti affetti da porfiria.
Durante la gravidanza e l’allattamento (vedere 4.6).
L’idrossizina deve essere somministrata con cautela nei pazienti con una predisposizione alle convulsioni. L’incidenza di convulsioni è maggiore nei bambini, che sono più predisposti degli adulti a sviluppare reazioni avverse inerenti il sistema nervoso centrale (vedere 4.8).
Per i loro effetti anticolinergici gli antistaminici debbono essere utilizzati con molta cautela in caso di glaucoma, nell'ipertrofia prostatica, nell'ostruzione del collo vescicale, nelle stenosi piloriche e duodenali o di altri tratti dell'apparato gastroenterico ed urogenitale, nella ipomotilità gastrointestinale, nella miastenia grave, nelle affezioni cardiovascolari, nell'ipertensione arteriosa, nell'ipertiroidismo e nei casi di demenza, evitandone l'impiego nei casi di maggiore gravità.
Particolare cautela è necessaria per i pazienti che possiedono un’accertata predisposizione all’aritmia o che assumono contemporaneamente farmaci che possono indurre aritmia cardiaca. In pazienti con un preesistente prolungamento dell’intervallo QT è da prendere in considerazione l’utilizzo di trattamenti alternativi.
La dose deve essere adattata nel caso in cui Atarax venga utilizzato in concomitanza con altri farmaci depressivi del sistema nervoso centrale o con proprietà anticolinergiche (vedere 4.5).
E’ da evitare l’uso concomitante di alcool (vedere 4.5).
Il trattamento deve essere interrotto almeno 5 giorni prima di test allergometrici cutanei o del test di provocazione bronchiale con metacolina, per evitare che il farmaco ne influenzi l’esito.
La somministrazione simultanea di Atarax e di anticoagulanti esige una sorveglianza sostenuta, con l'aiuto di esami di laboratorio appropriati.
Alle comuni dosi terapeutiche gli antistaminici presentano effetti secondari assai variabili da composto a composto e da soggetto a soggetto.
Particolare cautela va posta nel determinare la dose nei bambini, negli anziani e nei pazienti con insufficienza renale ed epatica (vedere 4.2).
La comparsa di disturbi epigastrici può essere evitata somministrando il prodotto dopo i pasti.
Atarax 2 mg/ml sciroppo contiene 0,4 g di saccarosio per ml. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento del glucosio-galattosio o insufficienza dell’enzima saccarasi-isomaltasi non devono assumere questo farmaco.
Il contenuto di saccarosio di Atarax 2 mg/ml sciroppo deve essere tenuto in considerazione qualora sia somministrato a pazienti affetti da diabete mellito a dosi superiori a 12,5 ml. Il saccarosio può essere dannoso per i denti.
Atarax 2 mg/ml sciroppo contiene piccole quantità di etanolo (alcool), in quantità inferiori a 100 mg per dose (1 cucchiaio da tavola contiene circa 15 mg di etanolo).
Atarax compresse contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit dell’enzima lattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Soluzione iniettabile:
L'Atarax iniettabile non deve essere mai somministrato per via sottocutanea, perché per questa via causa reazioni avverse al sito di iniezione, inclusa la necrosi tissutale.
L'iniezione intramuscolare si fa profondamente nel quadrante superiore esterno del gluteo.
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Atarax non deve essere somministrato assieme agli inibitori delle monoaminossidasi (vedere 4.3).
Gli effetti degli antistaminici sono resi più evidenti dagli ipnotici, dai sedativi e tranquillanti e da altre sostanze ad azione anticolinergica e ad effetto depressivo sul sistema nervoso centrale, compreso l'alcool di cui è pertanto sconsigliata l'assunzione durante la terapia. L'associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico al fine di evitare inattesi effetti indesiderati da interazione.
E’ possibile che sia necessario adattare la posologia su base individuale nel caso in cui il paziente riceva un trattamento concomitante a base di un farmaco che deprime il sistema nervoso centrale oppure dotato di proprietà anticolinergiche.
L'uso degli antistaminici può mascherare i primi segni di ototossicità di certi antibiotici.
Atarax antagonizza gli effetti della betaistina e degli anticolinesterasici. Inoltre, contrasta l’azione pressoria dell’adrenalina.
E’ stato dimostrato che la cimetidina, al dosaggio di 600 mg due volte al giorno, aumenta le concentrazioni sieriche della idrossizina del 36% e che riduce le massime concentrazioni del metabolita cetirizina del 20%.
Atarax inibisce il citocromo P450 2D6 (Ki: 3,9 mcM; 1,7 mcg/ml) e a dosaggi elevati può causare interazioni farmacologiche con altri substrati del CYP2D6.
Nell’uomo Atarax non inibisce le isoforme 1A1 e 1A6 dell’enzima UDP-glucuronil transferasi dei microsomi epatici alla dose di 100 mcM. Inibisce le isoforme 2C9, 2C19 e 3A4 del citocromo P450 a concentrazioni molto superiori alle massime concentrazioni plasmatiche (CI50: 103-140 mcM; 46-52 mcg/ml). Il metabolita cetirizina a 100 mcM non inibisce il citocromo P450 nel fegato umano (1A2, 2A6, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1, e 3A4) né le isoforme dell’UDP-glucuronil transferasi. Pertanto, è improbabile che Atarax interferisca con il metabolismo dei farmaci che costituiscono substrati per tali enzimi. Dato che l’idrossizina viene metabolizzata dall’alcool deidrogenasi e dagli isoenzimi CYP3A4/5, ci si può aspettare un aumento delle concentrazioni ematiche di idrossizina quando essa viene somministrata assieme ad altri farmaci noti quali potenti inibitori di questi enzimi. Tuttavia, quando viene inibita una sola via metabolica, l’altra può parzialmente compensare.
Studi nell’animale hanno evidenziato effetti tossici sulla funzione riproduttiva.
L’idrossizina attraversa la placenta, raggiungendo concentrazioni nel feto che sono superiori a quelle nella madre.
Attualmente non sono disponibili dati epidemiologici sulla esposizione di donne gravide ad Atarax.
Nei neonati di madri trattate con Atarax a gravidanza inoltrata e/o durante il parto, sono stati osservati i seguenti eventi subito dopo il parto o nelle prime ore successive ad esso: ipotonia, disturbi del movimento, ivi inclusi disturbi extrapiramidali, movimenti clonici, depressione del sistema nervoso centrale, ipossia neonatale e ritenzione urinaria.
Pertanto, Atarax è controindicato in gravidanza accertata o presunta e durante l'allattamento. L’allattamento deve essere interrotto, qualora la madre necessiti di Atarax.
Il farmaco può compromettere la capacità di reagire e la concentrazione; inoltre, può favorire la sonnolenza specie se associato ad alcool. I pazienti devono essere avvertiti di questo e deve essere loro sconsigliato di esercitare attività che richiedono elevata concentrazione, quali guidare autoveicoli ed azionare macchinari. L’uso concomitante di alcool o di farmaci sedativi deve essere evitato perché la loro assunzione peggiora questi effetti.
Gli effetti indesiderati sono principalmente correlati alla depressione oppure alla stimolazione paradossa del sistema nervoso centrale, all’attività anticolinergica o a reazioni di ipersensibilità. Sono state riportate le seguenti reazioni avverse:
Patologie cardiache: tachicardia.
Patologie dell’occhio: disturbo dell’accomodazione, visione indistinta.
Patologie dell’orecchio, del naso, della bocca: secchezza del naso, ronzii auricolari.
Patologie gastrointestinali: stipsi, secchezza delle fauci, nausea, vomito.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: astenia, malessere, febbre, dolore o infiammazione al sito di iniezione, flebiti, ascessi al gluteo.
Disturbi del sistema immunitario: shock anafilattico, ipersensibilità.
Esami diagnostici: alterazione dei test di funzionalità epatica.
Patologie del sistema nervoso: convulsioni, capogiri, discinesie, cefalea, insonnia, sedazione, sonnolenza, tremori, nervosismo, difficoltà a coordinare i movimenti.
Disturbi psichiatrici: agitazione, confusione, disorientamento, allucinazioni.
Patologie renali e urinarie: ritenzione urinaria.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: broncospasmo.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: edema angioneurotico, dermatite, eruzione fissa da farmaci, prurito, rash eritematoso, rash maculo-papulare, aumento della sudorazione, orticaria, pustolosi esantematica acuta generalizzata, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson.
Patologie vascolari: ipotensione non meglio specificata.
Patologie del sistema emolinfopoietico: eccezionalmente agranulocitosi ed altre gravi reazioni ematologiche (trombocitopenia, anemia emolitica).
In rari casi, la somministrazione intramuscolare di Atarax soluzione iniettabile induce un moderato dolore di lunga durata.
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Non risulta esista antidoto specifico; in caso di incidenti per sovradosaggio il trattamento sarà dunque sintomatico, come per tutti gli altri antistaminici.
La sintomatologia osservata dopo un sovradosaggio importante è principalmente associata ad una eccessiva stimolazione anticolinergica e a depressione o stimolazione paradossa del sistema nervoso centrale. I sintomi comprendono nausea, vomito, tachicardia, febbre, sonnolenza, compromissione dei riflessi pupillari, tremore, confusione ed allucinazioni. Essi possono essere seguiti da compromissione della coscienza, depressione respiratoria, convulsioni, ipotensione o aritmie cardiache. Può seguire un peggioramento del coma e collasso cardiorespiratorio.
Bisogna monitorare attentamente la pervietà delle vie respiratorie, la funzione respiratoria e la funzione cardiocircolatoria tramite la registrazione continua dell’elettrocardiogramma e deve essere disponibile un adeguato rifornimento di ossigeno. Il monitoraggio cardiaco e pressorio deve essere continuato finchè il paziente è stato asintomatico per 24 ore. Nei pazienti con compromissione dello stato di coscienza bisogna controllare che non siano stati ingeriti anche altri farmaci oppure alcool e bisogna somministrare ossigeno, naloxone, glucosio e tiamina, a seconda delle necessità.
Bisognerà ricorrere alla noradrenalina qualora fosse necessario un vasopressore. Non bisogna usare l’adrenalina.
Non bisogna somministrare lo sciroppo di ipecacuana a pazienti sintomatici o a rischio di ottundimento, coma o convulsioni, dato che questo potrebbe condurre ad una polmonite ab ingestis. In caso di ingestione clinicamente importante si può effettuare una lavanda gastrica previa intubazione endotracheale. Può essere somministrato carbone attivo, ma la sua efficacia è poco documentata.
L’utilità della emodialisi o della emoperfusione è dubbia.
Vi sono dati in letteratura che indicano che in presenza di effetti anticolinergici gravi che non rispondono ad altre terapie e che pongono il paziente in pericolo di vita, può essere utile un tentativo con una dose terapeutica di fisostigmina. Questo farmaco non deve essere usato solo per tenere il paziente sveglio. Se sono stati ingeriti contemporaneamente anche antidepressivi triciclici, l’uso della fisostigmina può scatenare convulsioni e provocare un arresto cardiaco intrattabile. Bisogna evitare la fisostigmina anche in pazienti con difetti della conduzione cardiaca.
Categoria farmacoterapeutica: psicolettico ed ansiolitico (atarassico)
Codice ATC: N05BB01
Il principio attivo idrossizina dicloridrato è un derivato del difenilmetano che non è correlato chimicamente né alla classe delle fenotiazine o delle benzodiazepine, né alla reserpina o al meprobamato.
Meccanismo d’azione
L’idrossizina dicloridrato non deprime la corteccia cerebrale, ma la sua azione può essere dovuta alla soppressione dell’attività in alcune zone chiave dell’area sottocorticale del sistema nervoso centrale.
Effetti farmacodinamici
Attività antiistaminiche e broncodilatatrici sono state dimostrate sperimentalmente e confermate in clinica. E’ stato dimostrato anche un effetto antiemetico, sia con il test all’apomorfina che con quello con Veriloid. Studi farmacologici e clinici indicano che l’idrossizina a dosaggio terapeutico non aumenta la secrezione o l’acidità gastrica e che nella maggior parte dei casi esplica una modesta attività antisecretoria. La riduzione della reazione eritemato-pomfoide alla iniezione intradermica di istamina o antigeni è stata dimostrata in volontari sani sia adulti sia bambini. L’idrossizina si è rivelata efficace anche nel dare sollievo dal prurito in varie forme di orticaria, eczema e dermatite.
Nella insufficienza epatica, l’effetto antistaminico di una dose singola può durare fino a 96 ore dopo la somministrazione.
Tracciati elettroencefalografici in volontari sani presentano un profilo simile ai farmaci a effetto ansiolitico e sedativo. L’effetto ansiolitico è stato confermato in pazienti mediante l’uso di vari test psicometrici classici.
Tracciati polisonnografici in pazienti ansiosi ed insonni hanno evidenziato un aumento della durata totale del sonno, una riduzione del tempo totale di risvegli notturni ed una riduzione del tempo di latenza fino al sonno dopo dosi giornaliere sia singole che ripetute di 50 mg. Una riduzione della tensione muscolare è stata dimostrata in pazienti ansiosi al dosaggio giornaliero di 50 mg tre volte al giorno. Non è stato osservato alcun deficit della memoria. Non sono comparsi segni o sintomi da astinenza dopo 4 settimane di trattamento in pazienti ansiosi.
L’effetto antistaminico si instaura dopo circa 1 ora in seguito a somministrazione orale. L’effetto sedativo inizia dopo 5-10 minuti con la soluzione orale e dopo 30-45 minuti con le compresse.
L’idrossizina esplica anche effetti spasmolitici e simpaticolitici. Ha una debole affinità per i recettori muscarinici. Esplica una modesta attività analgesica.
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Assorbimento
L'idrossizina è rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale.
Il picco plasmatico (Cmax) viene raggiunto circa 2 ore dopo somministrazione orale. Dopo dosi singole di 25 mg e di 50 mg nell’adulto le concentrazioni Cmax sono rispettivamente 30 e 70 ng/ml. La velocità e l’entità di esposizione alla idrossizina è molto simile con le compresse e lo sciroppo. In seguito a somministrazione ripetuta una volta al giorno, le concentrazioni sono aumentate del 30%. La biodisponibilità orale di idrossizina rispetto alla somministrazione intramuscolare è di circa l’80%. Dopo una singola dose di 50 mg per via intramuscolare, la concentrazione Cmax è generalmente di 65 ng/ml.
Distribuzione
L’idrossizina si distribuisce ampiamente nel corpo e generalmente si concentra maggiormente nei tessuti che nel plasma. Il volume di distribuzione apparente varia tra i 7 ed i 16 l/kg negli adulti. L’idrossizina penetra la cute dopo somministrazione orale. Le concentrazioni nella cute sono più elevate di quelle nel siero sia in seguito a somministrazione singola che a somministrazione multipla.
L’idrossizina attraversa la barriera ematoencefalica e placentare, raggiungendo concentrazioni più elevate nel feto che nella madre.
Metabolismo
L’idrossizina viene ampiamente metabolizzata. La formazione del principale metabolita cetirizina, un metabolita carbossilico (45% della dose orale), è mediata dall’alcool deidrogenasi. Questo metabolita possiede importanti proprietà antagoniste dei recettori H1 periferici. Sono stati identificati diversi altri metaboliti, ivi inclusi un metabolita N-dealchilato e un metabolita O-dealchilato con una emivita plasmatica di 59 ore. Queste vie metaboliche sono mediate principalmente dagli isoenzimi CYP3A4/5.
Eliminazione
Nell’adulto l’emivita della idrossizina è di circa 14 ore (range: 7-20 ore). La clearance apparente totale calcolata nei vari studi disponibili ammonta a 13 ml/min/kg. Solo lo 0,8% della dose viene escreta immodificata nelle urine. La cetirizina, il principale metabolita, viene escreta principalmente immodificata nelle urine (25% e 16% rispettivamente della dose orale ed intramuscolare).
Popolazioni speciali
Anziani
La farmacocinetica della idrossizina è stata studiata in 9 soggetti anziani sani (69,5 ± 3,7 anni) a seguito di somministrazione di una dose orale singola di 0,7 mg/kg. L’emivita di eliminazione della idrossizina si è allungata fino a 29 ore e il volume di distribuzione apparente è aumentato a 22,5 l/kg. Si consiglia di ridurre la dose giornaliera di idrossizina nel paziente anziano (vedere 4.2).
Bambini
La farmacocinetica della idrossizina è stata studiata in 12 pazienti pediatrici (6,1 ± 4,6 anni; 22,0 ± 12,0 kg) a seguito di somministrazione di una dose orale singola di 0,7 mg/kg. La clearance plasmatica apparente è stata pari a circa 2,5 volte quella nell’adulto. L’emivita è risultata più breve che negli adulti: circa 4 ore nei bambini di 1 anno e pari a 11 ore nei pazienti di 14 anni. Il dosaggio deve essere adattato nella popolazione di pazienti in età pediatrica (vedere 4.2).
Insufficienza epatica
Nei soggetti con insufficienza epatica secondaria a cirrosi biliare primitiva la clearance corporea totale è risultata pari a circa il 66% di quella osservata nei soggetti normali. E’ stato osservato un aumento dell’emivita fino a 37 ore e un innalzamento delle concentrazioni sieriche del metabolita carbossilico cetirizina, rispetto ai pazienti giovani con funzionalità epatica normale.
Nei pazienti con insufficienza epatica bisogna ridurre il dosaggio giornaliero o la frequenza di somministrazione (vedere 4.2).
Insufficienza renale
La farmacocinetica dell’idrossizina è stata studiata in 8 soggetti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina: 24 ± 7 ml/min). L’entità della esposizione (AUC) all’idrossizina non è risultata alterata in maniera importante, mentre quella al metabolita carbossilico cetirizina, è aumentata. Questo metabolita non viene rimosso in maniera efficiente dalla emodialisi. Al fine di evitare qualsiasi accumulo rilevante del metabolita cetirizina in seguito a dosi multiple di idrossizina, la dose giornaliera del farmaco deve essere ridotta nei soggetti con compromissione della funzionalità renale (vedere 4.2).
I dati di tossicità acuta e cronica sono i seguenti:
- Tossicità acuta: la DL50 nel ratto è uguale a 1000 mg/kg per os od a 45 mg/kg per e.v.
- Tossicità cronica: è praticamente assente; nel cane, dosi orali giornaliere da 5 a 20 mg/kg, per 6-7 mesi, non provocano alterazioni ematologiche, delle funzioni epatiche e renali, nè alterazioni istologiche dei parenchimi principali.
Sciroppo: saccarosio, sodio benzoato, levomentolo, essenza di nocciola, etanolo, acqua depurata.
Compresse rivestite con film:
Nucleo della compressa: lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, magnesio stearato, silice colloidale anidra.
Film di rivestimento: Opadry Y-1-7000 [titanio diossido (E 171), ipromellosa (E 464), macrogol 400].
Soluzione iniettabile: sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili.
La soluzione iniettabile non deve essere miscelata ad altre sostanze/soluzioni.
Sciroppo: 3 anni.
Compresse e soluzione iniettabile: 5 anni.
Sciroppo e compresse rivestite con film: tenere il flacone e i blister nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Soluzione iniettabile:conservare a temperatura non superiore a 25°C.
Sciroppo: flacone di vetro ambrato da 150 ml.
Compresse rivestite con film: blister in PVC/alluminio. Confezione da 20 compresse.
Soluzione iniettabile: fiale da 2 ml.Confezione da 6 fiale.
Sciroppo: somministrarlo, puro o diluito, in poca acqua o succo di frutta, immediatamente prima dei pasti.
Compresse: inghiottire senza masticare, con un sorso di acqua o di bibita; eventualmente, far seguire la somministrazione da una piccola quantità di alimento (biscotti, frutta, ecc.).
Soluzione iniettabile: su indicazione del medico curante (vedere 4.4).
UCB Pharma S.p.A.
Via Gadames 57
20151 - Milano (MI).
ATARAX 2 mg/ml sciroppo: A.I.C. 010834012
ATARAX 25 mg compresse rivestite con film: A.I.C. 010834024
ATARAX 100 mg/2 ml soluzione iniettabile: A.I.C. 010834051
Data della prima autorizzazione: 4 Febbraio 1956/Data dell’ultimo rinnovo: 1 Giugno 2005
18 Dicembre 2009