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AZITROMICINA RATIOPHARM ITALIA - Compresse
Una compressa rivestita contiene azitromicina monoidrato equivalente a 500 mg di azitromicina.
Per la lista completa degli eccipienti vedere il paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compressa rivestita, ovale e biconvessa di colore bianco o biancastro, con una linea di frattura su entrambi i lati.
Le compresse rivestite con film possono essere divise in due parti uguali.
L’azitromicina è indicata per il trattamento delle seguenti infezioni causate da microrganismi sensibili all’azitromicina:
- infezioni delle basse vie respiratorie come bronchite e polmonite acquisita in comunità di grado da lieve a moderatamente grave;
- infezioni delle alte vie respiratorie, tra cui sinusite, faringite e tonsillite (vedi par. 4.4);
- otite media acuta;
- infezioni della cute e dei tessuti molli;
- uretrite e cervicite non complicate causate da Clamydia trachomatis.
Per quanto riguarda il trattamento antibiotico si tengano presenti la resistenza agli antibiotici e le istruzioni ufficiali/locali relative all’uso appropriato del trattamento antibiotico.
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Modo di somministrazione
Le compresse rivestite con film di Azitromicina ratiopharm 500 mg devono essere somministrate in dose singola e possono essere assunte con o senza cibo. Di seguito viene indicata la durata del trattamento in corrispondenza ad ogni malattia infettiva.
Adulti, adolescenti e bambini con peso superiore ai 45 Kg
La dose totale dell‘azitromicina corrisponde a 1500 mg da somministrare nell’arco di 3 giorni (500 mg una volta al giorno). In alternativa è possibile somministrare la dose nell’arco di 5 giorni (500 mg come dose singola da somministrare il primo giorno e dosi successive da 250 mg/die).
Per il trattamento delle uretriti e cerviciti non complicate causate da Chlamydia thrachomatis si usi un dosaggio di 1000 mg in dose singola.
Adolescenti e bambini con peso inferiore ai 45 Kg
Le compresse non sono indicate per questi pazienti. Si utilizzino altre forme farmaceutiche dell’azitromicina come ad esempio le sospensioni.
Pazienti anziani
Per quanto riguarda i pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Pazienti con insufficienza renale:
Non è richiesto un aggiustamento posologico in pazienti con danno renale da lieve a moderato (GFR 10-80 ml/min). Il farmaco deve essere usato con attenzione in pazienti con grave insufficienza renale (GFR < 10 ml/min) a causa di un possibile aumento dell’esposizione sistemica (vedi par. 5.2)
Insufficienza epatica
Non è richiesto un aggiustamento posologico in pazienti con danno epatico da lieve (Child Pough A) a moderato (Child Pough B) (vedi Par. 4.4).
Ipersensibilità verso l’azitromicina, altri antibiotici del gruppo dei macrolidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Reazioni allergiche
A seguito dell’utilizzo dell’azitromicina sono state raramente segnalate reazioni allergiche gravi (raramente fatali), tra cui edema angioneurotico e anafilassi. Alcune di queste reazioni hanno causato sintomi ripetuti e richiesto un periodo di osservazione e un trattamento prolungati nel tempo.
Utilizzo in caso di insufficienza renale
Non è richiesto un aggiustamento posologico in pazienti con danno renale da lieve a moderato (GFR 10-80 ml/min). Il farmaco deve essere usato con attenzione in pazienti con grave insufficienza renale (GFR < 10 ml/min) a causa di un possibile aumento dell’esposizione sistemica (vedi par. 5.2).
Insufficienza epatica
Dato che l’azitromicina viene metabolizzata nel fegato e viene escreta attraverso la bile, il farmaco non deve essere somministrato a pazienti affetti da grave danno epatico (Child Pough C). Non sono stati condotti studi relativamente al trattamento di tali pazienti.
In caso di insorgenza di grave insufficienza epatica è necessario interrompere la terapia con l’azitromicina. Se la somministrazione è inevitabile è necessario monitorare la funzionalità epatica.
Ergotamina
Lo sviluppo di ergotismo è teoricamente possibile a seguito di uso concomitante di ergotamina e azitromicina, il cui contemporaneo utilizzo è pertanto sconsigliato (vedi anche par. 4.5)
Prolungamento QT
Durante il trattamento con altri macrolidi è stato osservato un prolungamento della ripolarizzazione cardiaca e dell’intervallo QT. Non è possibile escludere un effetto simile con l’azitromicina in pazienti ad alto rischio per effetti cardiaci. Pertanto:
• Azitromicina ratiopharm 500 mg compresse rivestite con film non deve essere impiegata in pazienti con prolungamento QT congenito o acquisito e documentato.
• Azitromicina ratiopharm 500 mg compresse rivestite con film non deve essere utilizzato contemporaneamente ad altre sostanze attive che prolungano l’intervallo QT come gli antiaritmici delle classi IA e III, cisapride e terfenadina.
• Azitromicina ratiopharm 500 mg compresse rivestite con film non deve essere impiegata in pazienti con disturbi elettrolitici, soprattutto in caso di ipopotassiemia e ipomagnesiemia.
• Si eviti di utilizzare Azitromicina ratiopharm 500 mg compresse con film in pazienti con bradicardia clinicamente rilevante, aritmia cardiaca o grave insufficienza cardiaca.
Faringite/tonsillite
L’azitromicina non è la sostanza di prima scelta per il trattamento di faringite e tonsillite causate da Streptococcus piogenes, il cui trattamento di elezione è rappresentato dalla penicillina, utilizzata anche per la profilassi della febbre reumatica acuta.
L’azitromicina non è indicata per il trattamento di ustioni infette.
In caso di malattie sessualmente trasmesse è necessario escludere una concomitante infezione da Treponema palladium.
Superinfezioni
Si raccomanda una particolare osservazione dei possibili sintomi di superinfezioni causate da microrganismi non sensibili inclusi i funghi. A causa di una superinfezione può essere necessario interrompere il trattamento con l’azitromicina ed adottare misure appropriate.
Disturbi neurologici o psichiatrici
L’azitromicina deve essere somministrata con cautela a pazienti affetti da disturbi neurologici o psichiatrici.
Colite pseudomembranosa
È stata segnalata la comparsa di colite pseudomembranosa a seguito dell’utilizzo di antibiotici macrolidi. Si tenga pertanto presente questa diagnosi per pazienti che manifestano diarrea dopo l’inizio del trattamento a base di azitromicina. Nel caso in cui la colite pseudomembranosa sia indotta dall’azitromicina non devono essere usati antiperistaltici.
Utilizzo a lungo termine
Non vi è esperienza circa la sicurezza e l’efficacia di un utilizzo a lungo termine con l’azitromicina per il trattamento delle indicazioni sopra indicate. In caso di infezioni a rapida ricorrenza si consideri l’adozione di un altro tipo di antibiotico per il trattamento.
Le compresse di azitromicina non sono adatte per il trattamento di infezioni gravi che necessitano una rapida concentrazione di alte quantità di antibiotico nel sangue.
Si rimanda al paragrafo 5.1 per quanto riguarda la possibile resistenza crociata con altri macrolidi.
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Antiacidi: nell’ambito dello studio dell’effetto della contemporanea assunzione di antiacidi sulla farmacocinetica dell’azitromicina non è stato osservato alcun cambiamento complessivo nella biodisponibilità, nonostante la concentrazione sierica di picco dell’azitromicina sia diminuito del 30%.
L’azitromicina e gli antiacidi non devono essere somministrati contemporaneamente. Si raccomanda di assumere l’azitromicina almeno un’ora prima o due ore dopo la somministrazione degli antiacidi.
Alcaloidi dell’ergotamina: è stato riscontrato che la somministrazione concomitante di alcaloidi dell’ergotamina e degli antibiotici macrolidi può accelerare lo sviluppo di ergotismo. Non sono state studiate le interazioni tra gli alcaloidi dell’ergotamina e l’azitromicina. Lo sviluppo di ergotismo è comunque possibile, tanto che non si raccomanda la somministrazione contemporanea dell’azitromicina e derivati dell’ergotamina.
Anticoagulanti orali di tipo cumarinico: sono stati segnalati casi di aumentata tendenza al sanguinamento a seguito della somministrazione concomitante dell’azitromicina e del warfarin o degli anticoagulanti orali di tipo cumarinico. Si consiglia di rivalutare la frequenza con cui monitorare il tempo di protrombina.
Digossina: si ritiene che alcuni macrolidi riducano il metabolismo della digossina nell’intestino in alcuni pazienti. È quindi opportuno considerare la possibilità che pazienti trattati simultaneamente con l’azitromicina e la digossina manifestino un incremento delle concentrazioni di digossina.
Zidovudina: la somministrazione di dosi singole da 1000 mg e di dosi ripetute da 1200 mg o 600 mg dell’azitromicina ha modificato solo leggermente la farmacocinetica plasmatica o l’escrezione urinaria della zidovudina o del suo metabolita glucuronide. Tuttavia, la somministrazione dell’azitromicina ha determinato un aumento delle concentrazioni della zidovudina fosforilata, suo metabolita clinicamente attivo, nelle cellule periferiche mononucleate. L’importanza clinica di questo dato non è chiara, ma può comunque costituire un beneficio per il paziente.
Didanosina: dosaggi giornalieri di 1200 mg dell’azitromicina somministrati contemporaneamente alla didanosina in 6 volontari non hanno influenzato la farmacocinetica della didanosina in comparazione al placebo.
Rifabutina: la somministrazione concomitante dell’azitromicina e della rifabutina può modificare le concentrazioni sieriche dei due farmaci. È stata osservata neutropenia in pazienti trattati contemporaneamente con l’azitromicina e la rifabutina.
Teofillina: l’azitromicina non ha influenzato la farmacocinetica della teofillina quando le due sostanze sono state somministrate contemporaneamente in volontari sani. È possibile un aumento dei livelli della teofillina in pazienti trattati con l’azitromicina. È pertanto necessario monitorare attentamente i livelli plasmatici della teofillina nei pazienti che ricevono l’azitromicina e la teofillina simultaneamente.
Benché l’azitromicina non sembri in grado di inibire l’enzima CYP3A4 si richiede cautela quando il farmaco viene associato a chinidina, ciclosporina, cisapride, astemizolo, terfenadina, alcaloidi dell’ergotamina, pimozide o altri farmaci con stretto indice terapeutico che vengono prevalentemente metabolizzati dal CYP3A4.
Ciclosporina: non sono stati svolti studi clinici o farmacocinetici su possibili interazioni tra l’azitromicina e la ciclosporina; Alcune segnalazioni descrivono un marcato aumento dei livelli della ciclosporina durante l’uso concomitante di questi due farmaci. Pertanto, prima che questi farmaci siano somministrati in associazione è necessario valutare attentamente la situazione. Se la co-somministrazione viene ritenuta opportuna, si consiglia un attento monitoraggio delle concentrazioni sieriche della ciclosporina e un adeguato aggiustamento del dosaggio.
Terfenadina: gli studi di farmacocinetica non hanno evidenziato interazioni tra l’azitromicina e la terfenadina. Sono stati segnalati casi in cui la possibilità di una tale interazione non poteva essere completamente esclusa, ma non è stata stabilita alcuna specifica evidenza a riprova dell’avvenuta interazione. La combinazione dell’azitromicina e della terfenadina deve avvenire con cautela.
Cisapride: il cisapride viene metabolizzato nel fegato dall’enzima CYP3A4. Dato che i macrolidi inibiscono questo enzima la somministrazione concomitante di cisapride può comportare un aumento del prolungamento dell’intervallo QT, delle aritmie ventricolari e delle torsioni di punta.
Astemizolo, triazolam, midazolam, alfentanil: non sono disponibili dati circa le interazioni con astemizolo, triazolam, midazolam e alfentanil. Si richiede cautela durante l’uso concomitante di queste sostanze e l’azitromicina a causa del documentato potenziamento del suo effetto durante l’uso contemporaneo dell’antibiotico macrolide eritromicina.
Non sono disponibili dati adeguati relativamente all’uso dell’azitromicina in donne in gravidanza. Studi di riproduzione animale hanno dimostrato che l’azitromicina attraversa la placenta, ma non sono stati osservati effetti teratogeni (vedi par. 5.3). Non è stata confermata la sicurezza d’impiego del principio attivo durante la gravidanza. L’utilizzo di azitromicina durante la gravidanza deve essere riservato ai casi a rischio per la vita.
L’azitromicina viene escreta nel latte materno. Non è noto se l’azitromicina può causare effetti avversi nel bambino allattato al seno. Si consiglia pertanto di sospendere l’allattamento durante il trattamento. Il bambino allattato al seno può manifestare tra l’altro diarrea, infezioni micotiche delle mucose e sensibilizzazione. Si raccomanda di non allattare durante e fino a due giorni dopo la sospensione del trattamento. Dopodiché è possibile ricominciare ad allattare.
Non sono stati condotti studi per quanto riguarda gli effetti sulla capacità di guidare e usare macchinari. Si deve comunque tenere presente la possibilità che possano manifestarsi vertigini e convulsioni durante lo svolgimento di queste attività.
Nell’ambito degli studi clinici circa il 13% dei pazienti ha sperimentato effetti indesiderati. I disturbi gastrointestinali (approssimativamente 10%) si sono manifestati con maggiore frequenza.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Trombocitopenia, anemia emolitica, in studi clinici sono stati riscontrati episodi transitori di lieve neutropenia, sebbene non sia stata accertata una relazione causale con l’azitromicina.
Disturbi psichiatrici
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Comportamento aggressivo, agitazione, ansia, nervosismo, depersonalizzazione, nei pazienti anziani può manifestarsi delirio.
Patologie del sistema nervoso
Non comuni ((≥1/1000, <1/100)
Capogiri/vertigini, sonnolenza, cefalea, convulsioni, alterazione del senso dell’odorato e del gusto
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Parestesia, sincope e astenia, insonnia, iperattività.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Con i macrolidi sono stati riportati casi di alterazione della funzionalità uditiva. In seguito all’assunzione dell’azitromicina sono stati osservati alcuni episodi di alterazione della funzionalità uditiva, inclusi sordità e tinnito, che nella gran parte dei casi si sono verificati nel corso di studi sperimentali condotti con dosi molto elevate e per periodi prolungati. In base alle informazioni relative al decorso dei pazienti è stato comunque constatato che nella maggior parte dei casi si è trattato di episodi reversibili.
Patologie cardiache
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Palpitazioni, aritmia inclusa tachicardia ventricolare. Sussiste un rischio potenziale di prolungamento QT e torsione di punta, soprattutto in pazienti soggetti a queste condizioni.
Patologie gastrointestinali
Comuni (≥1/100, <1/10)
Nausea/vomito, diarrea, disturbi addominali (dolore/crampi)
Non comuni (≥1/1000, <1/100)
Feci molli (conseguenti a disidratazione infrequente), flatulenza, anoressia, disturbi digestivi.
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Stipsi, scolorimento della lingua, pancreatite, scolorimento dei denti, colite pseudomembranosa.
Patologie epatobiliari
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Alterazione dei valori dei test di funzionalità epatica, epatite, ittero colestatico, rari casi di necrosi epatica e disturbi della funzionalità epatica, che hanno in rari casi causato la morte del paziente.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni (≥1/1000, <1/100)
Reazioni allergiche, tra cui prurito e rash.
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Reazioni allergiche, tra cui edema angioneurotico, orticaria e fotosensibilità; gravi reazioni cutanee, tra cui eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non comuni (≥1/1000, <1/100)
Artralgia.
Patologie renali e urinarie
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Nefrite interstiziale, insufficienza renale acuta.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non comuni (≥1/1000, <1/100)
Vaginite.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Rari (≥1/10.000, <1/1000)
Anafilassi, incluso edema (raramente fatale), astenia, candidiasi.
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Gli eventi avversi verificatisi con dosi superiori a quelle consigliate sono stati simili a quelli registrati con dosi normali. I sintomi tipici di un sovradosaggio con antibiotici macrolidi includono una perdita reversibile dell’udito, nausea grave, vomito e diarrea. In caso di sovradosaggio, sono indicate, in caso di necessità, le appropriate misure generali sintomatiche e di supporto delle funzioni vitali, nonché la somministrazione di carbone attivo.
Categoria farmacoterapeutica: agenti antibatterici per uso sistemico, macrolidi
Codice ATC: J01FA10
L’azitromicina è il primo antibiotico macrolide della classe degli azalidi. La molecola si ottiene dall’inserimento di un atomo di azoto nell’anello lattonico dell’eritromicina A. La sua denominazione chimica è: 9-deossi-9a-aza-9a-metil-9a-omoeritromicina A. Il peso molecolare equivale a 749,0.
L’azitromicina esplica la sua attività inibendo la sintesi proteica batterica mediante legame con la subunità ribosomiale 50 S e prevenendo così la traslocazione peptidica.
Breakpoints
Il breakpoint di sensibilità dell’azitromicina per i più comuni patogeni batterici:
NCCLS:
• sensibile ≤ 2 mg/l; intermedio 4 mg/l; resistente ≥ 8 mg/l
• Haemophilus spp.: sensibile ≤ 4 mg/l
• Streptococcus pneumoniae e Streptococcus pyogenes: sensibile ≤ 0,5 mg/l; intermedio 1 mg/l; resistente ≥ 2 mg/l.
Si tenga presente che i breakpoint nazionali possono differire da quelli raccomandati dal NCCLS
Al momento non sono disponibili breakpoint raccomandati dal NCCLS relativi all’azitromicina nei confronti di Neisseria gonorrhoeae e Moraxella catarrhalis.
Al momento non sono disponibili breakpoint raccomandati da NCCLS per i patogeni atipici nei confronti dei quali l’azitromicina ha dimostrato un’attività clinicamente significativa, come Chlamydia spp., Mycobacterium avium Complex, Mycoplasma spp., Borrelia spp. e Helicobacter pylori.
La prevalenza di resistenza può variare geograficamente e nel tempo per specie selezionate ed è auspicabile disporre di informazioni locali sulla resistenza, soprattutto quando si stanno trattando infezioni gravi. Questa informazione fornisce solo una guida approssimativa sulla probabilità che un organismo sia sensibile all’azitromicina.
Specie | Gamma di resistenza acquisita (%) |
Specie comunemente sensibili |
Batteri aerobi gram-positivi |
Corynebacterium diphteriae | - |
Staphylococcus aureus - sensibile alla meticillina. | 0-19 |
Staphylococcus coagulase-negativo - sensibili alla meticillina | - |
Streptococcus pneumoniae | 5-37 |
Sensibile alla eritromicina | - |
Sensibile alla penicillina | 3-23 |
Streptococcus pyogenes | 0-43 |
Sensibile alla eritromicina | 21 |
Streptococcus del gruppo viridans | 20-32 |
Batteri aerobi gram-negativi |
Bordetella pertussis | - |
Escherichia coli - ETEC | - |
Escherichia coli - EAEC | - |
Haemophilus influenzae | 0-2 |
Haemophilus ducreyi | - |
Legionella spp. | - |
Moraxella catarrhalis | 0-2 |
Sensibile alla eritromicina | - |
Sensibile in modo intermedio all’eritromicina | - |
Neisseria gonorrhoeae | 0 |
Pasteurella mutocida | - |
Batteri anaerobi |
Clostridium perfringens | - |
Fusobacterium nucleatum | - |
Fusobacterium necrophorum |
Prevotella spp. | - |
Porphyromonas spp. | - |
Propionibacterium spp. | - |
Altri microrganismi |
Borrelia burgdorferi | - |
Chlamydia pneumoniae | - |
Chlamydia trachomatis | - |
Helicobacter pylori | - |
Listeria spp. | - |
Mycobacterium avium Complex |
Mycoplasma pneumoniae | - |
Ureaplasma urelyticum | - |
Specie per cui la resistenza acquista può costituire un problema |
Batteri aerobi gram-positivi |
Streptococcus pneumoniae |
Sensibile in modo intermedio alla penicillina | 20-62 |
Resistente alla penicillina | 23-78 |
Sensibile in modo intermedio all’eritromicina | - |
Streptococcus pyogenes |
Sensibile in modo intermedio all’eritromicina | - |
Streptococcus del gruppo viridans |
Sensibile in modo intermedio alla penicillina | - |
Batteri aerobi gram-negativi |
Moraxella catarrhalis - resistente all’eritromicina |
Batteri anaerobi |
Peptostreptococcus spp. | - |
Organismi resistenti |
Batteri aerobi gram-positivi |
Corynebacterium spp. | - |
Enterococcus spp. | - |
Staphylococcus MRSA, MRSE | Resistente |
Streptococcus pneumoniae |
Resistente all’eritromicina | - |
Resistente alla penicillina ed all’eritromicina | - |
Streptococcus pyogenes |
Resistente all’eritromicina | - |
Streptococcus del gruppo viridans |
Resistente alla penicillina | - |
Resistente all’eritromicina | - |
Batteri aerobi gram-negativi |
Pseudomonas aeruginosa | - |
Batteri anaerobici |
Bacteriodi del gruppo fragilis | - |
Altre informazioni
Resistenza (crociata)
Sussiste una completa resistenza crociata tra l’eritromicina, l’azitromicina, altri macrolidi e le lincosamidi per Streptococcus pneumoniae, streptococcus beta-emolitici del gruppo A, Enterococcus spp. e Staphylococcus aureus, incluso S. aureus resistente alla meticillina (MRSA).
Si ritiene che gli S.pneumoniae sensibili alla penicillina siano più sensibili all’azitromicina rispetto ai ceppi di S.pneumoniae resistenti alla penicillina. L’S.aureus resistente alla meticillina (MRSA) sembra meno sensibile all’azitromicina rispetto all’S.aureus sensibile alla meticillina (MSSA).
L’induzione di resistenza significativa in modelli sia in vitro che in vivo è ≤ 1 aumento di diluizione in MIC per S.pyogenes, H.influenzae, e Enterobacterciae dopo nove passaggi sub-letali del principio attivo e tre aumenti di diluizione per S.aureus . Lo sviluppo di resistenza in vitro a causa di mutazione avviene raramente.
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Assorbimento
Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità dell’azitromicina equivale a circa 37%. I livelli di picco plasmatici vengono raggiunti 2-3 ore dopo la somministrazione.
Distribuzione
L’azitromicina somministrata oralmente si distribuisce ampiamente in tutto l’organismo.
Studi di farmacocinetica hanno dimostrato livelli tissutali di azitromicina considerevolmente più elevati rispetto a quelli plasmatici (fino a 50 volte la massima concentrazione osservata in plasma), indicando così che la sostanza è altamente legata ai tessuti (volume di distribuzione allo stato stazionario approssimativamente 31 l/kg). La concentrazione massima media (Cmax) osservata dopo una singola dose di 500 mg equivale ad approssimativamente 0,4 mcg/ml, 2-3 ore dopo la somministrazione. Alle dosi raccomandate non si verifica alcun accumulo in siero/plasma. Il farmaco si accumula nei tessuti dove i livelli sono molto maggiori che in siero/plasma. Tre giorni dopo la somministrazione di 500 mg in dose singola o suddivisa le concentrazioni di 1,3-4,8 mcg/g, 0,6-2,3 mcg/g, 2,0-2,8 mcg/g e 0-0,3 mcg/ml sono state rispettivamente riscontrate nel polmone, nella prostata, nelle tonsille e nel siero. Le concentrazioni medie di picco misurate nei leucociti periferici sono maggiori rispetto alla MIC90 dei più comuni patogeni.
In studi sperimentali in-vitro ed in-vivo l’azitromicina si accumula nei fagociti ed il suo rilascio avviene per mezzo di fagociti attivati. Nei modelli animali questo processo sembra contribuire all’accumulo dell’azitromicina nei tessuti. Il legame dell’azitromicina alle proteine plasmatiche può variare dal 52% a 0.05 mcg/ml fino al 18% a 0.5 mcg/ml a seconda della concentrazione sierica.
Metabolismo ed eliminazione
Il tempo di emivita plasmatica terminale riflette il tempo di emivita di deplezione tissutale (da 2 a 4 giorni).In volontari anziani (>65 anni), sono stati sempre osservati dopo un ciclo di 5 giorni valori di AUC più alti (29%) rispetto ai volontari più giovani (<45 anni). Queste differenze non sono comunque considerate clinicamente rilevanti e non si raccomanda pertanto alcun aggiustamento posologico. Circa il 12% di una dose di azitromicina somministrata per via intravenosa viene eliminata nelle urine come farmaco immodificato nei 3 giorni successivi; per la maggior parte nelle prime 24 ore. 2 giorni dopo un ciclo di 5 giorni concentrazioni fino a 237 mcg/ml di azitromicina sono state trovate nella bile umana insieme a 10 metaboliti (formati mediante processi di N- e O-demetilazione, mediante idrossilazione della desosamina e degli anelli agliconici e mediante scissione dei cladinosio-coniugati). La comparazione tra HPLC e misurazioni microbiologiche suggerisce che i metaboliti non sono partecipi all’attività microbiologica dell’azitromicina.
Farmacocinetica in popolazioni speciali
Insufficienza renale
A seguito della somministrazione di una singola dose orale di 1 g di azitromicina, i valori medi di Cmax e AUC0-120 sono aumentati rispettivamente di 5.1% e 4.2% in soggetti con compromissione renale lieve e moderata (velocità di filtrazione glomerulare di 10-80 ml/min) rispetto a pazienti con funzione renale normale (GFR> 80 ml/min). In soggetti con grave compromissione renale i valori medi di Cmax e AUC0-120 sono aumentati rispettivamente di 61% e 35% rispetto al normale.
Insufficienza epatica
In pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata non vi è evidenza di marcata alterazione della farmacocinetica sierica dell’azitromicina rispetto ai pazienti con funzione epatica normale. In questi pazienti il recupero dell’azitromicina nelle urine sembra aumentare, forse a compensazione della ridotta clearance epatica.
Pazienti anziani
La farmacocinetica dell’azitromicina negli uomini anziani era simile a quella degli adulti giovani; nelle pazienti anziane non si è comunque verificato nessun accumulo significativo, nonostante siano state osservate concentrazioni di picco più alte (con aumenti del 30-50%).
Lattanti, bambini ai primi passi, bambini e adolescenti
È stata studiata la farmacocinetica in bambini dai 4 mesi ai 15 anni che assumevano capsule, granulati o sospensioni. La somministrazione di 10 mg/kg al primo giorno, seguita da 5 mg/kg nei 4 giorni successivi ha determinato una Cmax leggermente più bassa rispetto a quella degli adulti con 224 mvg/l in bambini di età tra 0.6 e 5 anni dopo tre giorni di dosaggio e 383 mcg/l in quelli di età tra i 6 e i 15 anni. La T½ di 36 h nei bambini più grandi si collocava nella gamma attesa per gli adulti.
È stato trovato in sperimentazioni su animali che l’azitromicina somministrata a dosi 40 volte maggiori rispetto alle dosi cliniche causa fosfolipidosi reversibili. Di norma non è stato ad esse correlato nessun reale effetto tossicologico. Non si sa se questi dati siano rilevanti nell’uomo in caso di assunzione dell’azitromicina in accordo con quanto raccomandato.
Le indagini elettrofisiologiche hanno dimostrato che l’azitromicina prolunga l’intervallo QT.
Cancerogenicità
Non sono stati condotti studi su animali a lungo termine volti a stabilire la possibile cancerogenicità del prodotto.
Mutagenicità
In modelli in vivo e in vitro non sono stati osservati effetti di mutazione genetica o cromosomica.
Tossicità riproduttiva
Dopo somministrazione orale dell’azitromicina non sono stati osservati effetti teratogeni in ratti nell’ambito di esperimenti eseguiti con l’intento di stabilire i possibili effetti embriotossici del prodotto. La somministrazione di 100-200 mg/kg di peso corporeo/die di azitromicina nei ratti ha leggermente ritardato l’ossificazione dell’embrione e l’aumento di peso della madre. Studi pre- e post-natali sui ratti hanno dimostrato che la somministrazione di 50 mg/kg/die di azitromicina determina un leggero ritardo dell’ossificazione nell’embrione e aumento di peso della madre.
Nucleo della compressa: calcio fosfato acido anidro, cellulosa microcristallina, idrossipropilcellulosa, sodio laurilsolfato, amido di sodio glicollato (Tipo A), sodio stearilfumarato.
Rivestimento: ipromellosa, macrogol 6000, talco, titanio biossido (E171).
Non pertinente.
3 anni.
Non sono richieste particolari precauzioni per la conservazione di questo prodotto.
Blister in PVC/Al e blister in PVC/PVDC/Al
Confezioni da: 2, 3, 6, 30, 30 x1, e 150 compresse
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Ratiopharm GmbH - Graf-Arco Strasse, 3 - 89079 Ulm (Germania)
AIC n. 037463080/M - 500 mg compresse rivestite con film - 3 compresse in blister PVC/PVDC/Al
Determinazione n. 1193/2009 del 15 maggio 2009 - GU n. 130 del 8 giugno 2009