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BICALUTAMIDE CHIESI COMPRESSE 50 mg
Una compressa contiene 50 mg di bicalutamide.
Una compressa contiene 62,23 mg di lattosio.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere sezione 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compresse rivestite oblunghe bianche, biconvesse.
Trattamento del carcinoma della prostata in fase avanzata in associazione con analoghi LHRH o castrazione chirurgica.
Alla dose giornaliera di 150 mg, Bicalutamide Chiesi è usato da solo o come adiuvante alla prostatectomia radicale o alla radioterapia in pazienti affetti da carcinoma della prostata localmente avanzato ad alto rischio di progressione della malattia (vedere sezione 5.1).
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Adulti di sesso maschile compresi gli anziani:
Terapia in associazione:
Una compressa (50 mg) al giorno.
Via di somministrazione: orale.
Le compresse devono essere deglutite intere con del liquido.
Il trattamento con bicalutamide deve essere iniziato almeno 3 giorni prima dell’inizio del trattamento con l’analogo LHRH, o contemporaneamente alla castrazione chirurgica.
Monoterapia:
Tre compresse da 50 mg (150 mg) al giorno.
Via di somministrazione: orale.
Le compresse devono essere deglutite intere con del liquido.
Le compresse devono essere assunte continuativamente per almeno 2 anni o fino alla progressione della malattia.
Compromissione renale
Non sono necessarie modifiche della dose in pazienti con compromissione renale. Non vi è esperienza con l’uso di bicalutamide in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere sezione 4.4).
Compromissione epatica
Non sono necessarie modifiche della dose in pazienti affetti da compromissione epatica lieve. Il medicinale può essere accumulato in pazienti con compromissione epatica da moderata a grave (vedere sezione 4.4).
Bambini e adolescenti
Bicalutamide Chiesi non è indicato nei bambini e negli adolescenti.
Bicalutamide Chiesi è controindicato nelle donne e nei bambini.
Ipersensibilità alla bicalutamide o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
La co-somministrazione di terfenadina, astemizolo o cisapride con Bicalutamide Chiesi è controindicata (vedere sezione 4.5).
L’inizio del trattamento deve avvenire sotto la diretta supervisione di uno specialista e successivamente i pazienti devono essere tenuti sotto regolare osservazione.
La bicalutamide è metabolizzata nel fegato. I risultati degli studi suggeriscono che l’eliminazione della bicalutamide può essere rallentata in pazienti con grave compromissione epatica, che può dare luogo a un maggior accumulo di bicalutamide. Pertanto, la bicalutamide deve essere impiegata con cautela in pazienti con compromissione epatica da moderata a grave.
Raramente con la bicalutamide sono state osservate modificazioni epatiche gravi (vedere sezione 4.8). La terapia con bicalutamide deve essere interrotta se le modificazioni sono gravi.
Si raccomanda di monitorare periodicamente la funzione epatica allo scopo di verificare la possibile insorgenza di modificazioni epatiche. La maggioranza di questi casi dovrebbe manifestarsi entro i primi 6 mesi di terapia con bicalutamide.
Poiché non vi è esperienza con l’uso di bicalutamide in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min), la bicalutamide deve essere usata con cautela in questi pazienti.
In pazienti con malattie cardiache è consigliabile un monitoraggio periodico della funzionalità cardiaca.
Pazienti con carcinoma della prostata localmente avanzato in monoterapia con bicalutamide:
Per quei pazienti che presentano una obiettiva progressione della malattia unitamente a elevati livelli di PSA, va considerata l’opportunità di una cessazione della terapia con bicalutamide.
È stato riscontrato che la bicalutamide inibisce il citocromo P450 (CYP 3A4); pertanto, deve essere usata cautela quando il prodotto è co-somministrato con farmaci metabolizzati prevalentemente dal CYP 3A4 (vedere sezioni 4.3 e 4.5).
Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
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Non sono state identificate interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche fra la bicalutamide e gli analoghi LHRH.
Studi in vitro hanno mostrato che l’R-enantiomero della bicalutamide è un inibitore del CYP 3A4, con minori effetti inibitori sull’attività di CYP 2C9, 2C19 e 2D6.
Sebbene studi in vitro abbiano indicato la possibilità che la bicalutamide inibisca il citocromo 3A4, diversi studi clinici mostrano che l’entità di tale inibizione per la maggior parte dei farmaci metabolizzati dal citocromo P450 probabilmente non riveste un significato clinico.
Ciononostante, per farmaci con un ristretto indice terapeutico metabolizzati nel fegato, l’inibizione del CYP 3A4 causata dalla bicalutamide potrebbe essere rilevante. Perciò, l’uso concomitante di terfenadina, astemizolo e cisapride è controindicato. Deve essere usata cautela con la co-somministrazione di bicalutamide con composti quali la ciclosporina e i bloccanti dei canali del calcio. Per questi farmaci può essere richiesta una riduzione della dose, particolarmente se vi è evidenza di un effetto aumentato o di effetti indesiderati. Per la ciclosporina, si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche e la condizione clinica dopo l’inizio o la cessazione della terapia con bicalutamide.
Deve essere usata cautela quando si somministra bicalutamide a pazienti che assumono medicinali che inibiscono i processi di ossidazione a livello epatico, per es. cimetidina e ketoconazolo. Ciò può dare luogo ad aumentate concentrazioni plasmatiche di bicalutamide che in teoria potrebbero causare maggiori effetti indesiderati.
Studi in vitro hanno mostrato che la bicalutamide può spiazzare l’anticoagulante cumarinico warfarin dai suoi siti di legame alle proteine. È pertanto raccomandato un attento monitoraggio del tempo di protrombina se si inizia una terapia con bicalutamide in pazienti che già ricevono anticoagulanti cumarinici.
La bicalutamide è controindicata nelle donne e non deve essere somministrata a donne gravide o a madri che allattano.
Non sono stati effettuati studi sugli effetti sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Tuttavia, si deve notare che occasionalmente si possono manifestare vertigini o sonnolenza (vedere sezione 4.8). I pazienti che avvertono tali sintomi devono prestare cautela.
Gli effetti indesiderati osservati con la bicalutamide sono classificati secondo le classi sistemiche organiche ed elencati più avanti come segue:
Molto comune: > 1/10
Comune: > 1/100 e < 1/10
Non comune: > 1/1.000 e < 1/100
Raro: > 1/10.000 e < 1/1.000
Molto raro: < 1/10.000, non noto (non valutabile dai dati disponibili).
Disturbi del sistema immunitario
Non comune: reazioni di ipersensibilità, compresi angioedema e orticaria.
Disturbi psichiatrici
Non comune: depressione.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune: malattia polmonare interstiziale.
Patologie gastrointestinali
Comune: diarrea, nausea.
Raro: vomito.
Patologie epatobiliari
Comune: modificazioni epatiche (livelli elevati di transaminasi, colestasi, ittero, bilirubinemia)¹, epatomegalia.
Molto raro: insufficienza epatica².
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: prurito.
Raro: pelle secca.
Patologie renali e urinarie
Non comune: ematuria.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Molto comune: ginecomastia³, tensione mammaria³.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune: vampate di calore³.
Comune: astenia.
¹ Le modificazioni epatiche sono di rado severe e sono risultate frequentemente transitorie, scomparendo o migliorando con il proseguimento della terapia o dopo la cessazione della terapia (vedere sezione 4.4).
² Molto raramente nei pazienti trattati con bicalutamide si è verificata insufficienza epatica, ma non è stata stabilita con certezza una relazione di causalità. Occorre valutare l’opportunità di un monitoraggio periodico della funzione epatica (vedere anche sezione 4.4).
³ Può essere ridotta dalla concomitante castrazione.
Inoltre, negli studi clinici durante il trattamento con bicalutamide con o senza un analogo LHRH sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati:
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comune: anemia.
Molto raro: trombocitopenia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: diabete mellito, aumento ponderale.
Non comune: iperglicemia, calo ponderale.
Patologie del sistema nervoso
Comune: capogiri, insonnia.
Non comune: sonnolenza.
Patologie cardiache
Molto raro: insufficienza cardiaca, angina, difetti della conduzione, compreso il prolungamento degli intervalli PR e QT, aritmie e modificazioni ECG aspecifiche.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune: dispnea.
Patologie gastrointestinali
Comune: stipsi.
Non comune: anoressia, bocca secca, dispepsia, flatulenza.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: eruzione cutanea, sudorazione, irsutismo.
Non comune: alopecia.
Patologie renali e urinarie
Non comune: nicturia.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Molto comune: diminuzione della libido, disfunzione erettile, impotenza.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: edema, dolore generale, dolore pelvico, brividi.
Non comune: dolore addominale, dolore toracico, cefalea, dolore alla schiena, dolore al collo.
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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. Poiché la bicalutamide è una anilide, c’è il rischio teorico di sviluppo di metaemoglobinemia. La metaemoglobinemia è stata osservata in animali dopo sovradosaggio. Pertanto, un paziente con una intossicazione acuta può apparire cianotico. Non c'è un antidoto specifico, il trattamento deve essere sintomatico. La dialisi difficilmente può essere di aiuto, perché la bicalutamide presenta un elevato legame proteico e non viene escreta tal quale nelle urine. È indicata una terapia generale di supporto comprendente un frequente monitoraggio dei segni vitali.
Categoria farmacoterapeutica: antiandrogeni.
Codice ATC: L02BB03.
La bicalutamide è un antiandrogeno non steroideo privo di attività endocrina. Essa si lega al recettore androgeno normale (“wild-type”) senza attivazione dell’espressione genica, in tal modo inibendo lo stimolo androgeno. Da questa inibizione deriva la regressione dei tumori prostatici. Clinicamente, l’interruzione del trattamento con bicalutamide può dare luogo alla sindrome da astinenza antiandrogena in una frazione di pazienti.
La bicalutamide 150 mg è stata valutata come trattamento di pazienti affetti da carcinoma della prostata localizzato (T1-T2, N0 o NX, M0) o localmente avanzato (T3-T4, qualsiasi N, M0; T1-T2, N+, M0) non metastatico in un’analisi congiunta di 3 studi controllati verso placebo in doppio cieco su 8113 pazienti, nei quali il farmaco è stato somministrato come terapia ormonale di prima scelta o come trattamento adiuvante alla prostatectomia radicale o alla radioterapia (principalmente esterna). A 7,4 anni di follow up mediano, il 27,4% e il 30,7% di tutti i pazienti trattati rispettivamente con bicalutamide e con placebo, hanno mostrato progressione obiettiva della malattia.
Una riduzione del rischio di progressione obiettiva della malattia è stata osservata nella maggior parte dei gruppi di pazienti, ma è stata più evidente in quelli con il più alto rischio di progressione della malattia.
Pertanto, i medici possono decidere che la strategia medica ottimale per un paziente con un basso rischio di progressione della malattia, particolarmente nel contesto di terapia adiuvante a seguito di prostatectomia radicale, possa essere quella di rimandare la terapia ormonale fino alla comparsa di segnali di progressione della malattia.
Non è stata osservata alcuna differenza nella sopravvivenza globale al follow up mediano di 7,4 anni con il 22,9% di mortalità (HR = 0,99; 95% IC 0,91-1,09). Tuttavia, alcuni andamenti sono stati evidenziati in analisi esplorative di sottogruppi.
I dati di sopravvivenza libera da progressione e di sopravvivenza globale per i pazienti con malattia localmente avanzata sono riportati nelle tabelle qui di seguito:
Tabella 1: Sopravvivenza libera da progressione nella malattia localmente avanzata per sottogruppo di terapia
Popolazione analizzata | Eventi (%) nei pazienti trattati con bicalutamide | Eventi (%) nei pazienti trattati con placebo | Hazard ratio (95% IC) |
Vigile attesa | 193/335 (57,6) | 222/322 (68,9) | 0,60 (0,49 - 0,73) |
Radioterapia | 66/161 (41,0) | 86/144 (59,7) | 0,56 (0,40 - 0,78) |
Prostatectomia radicale | 179/870 (20,6) | 213/849 (25,1) | 0,75 (0,61 - 0,91) |
Tabella 2: Sopravvivenza globale nella malattia localmente avanzata per sottogruppo di terapia
Popolazione analizzata | Decessi (%) nei pazienti trattati con bicalutamide | Decessi (%) nei pazienti trattati con placebo | Hazard ratio (95% IC) |
Vigile attesa | 164/335 (49,0) | 183/322 (56,8) | 0,81 (0,66 - 1,01) |
Radioterapia | 49/161 (30,4) | 61/144 (42,4) | 0,65 (0,44 - 0,95) |
Prostatectomia radicale | 137/870 (15,7) | 122/849 (14,4) | 1,09 (0,85 - 1,39) |
Per i pazienti con malattia localizzata che ricevono bicalutamide da sola, non vi è stata differenza significativa nella sopravvivenza libera da progressione. In questi pazienti si è osservata anche una tendenza alla diminuzione della sopravvivenza rispetto ai pazienti trattati con placebo (HR = 1,16; 95% IC 0,99-1,37). Alla luce di ciò, il profilo rischio-beneficio della bicalutamide non è considerato favorevole in questo gruppo di pazienti.
La bicalutamide è una miscela racemica la cui attività antiandrogena risiede quasi esclusivamente nell’enantiomero (R).
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La bicalutamide è ben assorbita dopo somministrazione orale. Non vi è evidenza di effetti clinicamente rilevanti del cibo sulla biodisponibilità.
L’enantiomero (S) è eliminato rapidamente rispetto all’enantiomero (R), che ha un’emivita di eliminazione plasmatica di circa 1 settimana.
Dopo somministrazione giornaliera di bicalutamide, l’enantiomero (R) presenta un accumulo di circa 10 volte nel plasma come conseguenza della sua lunga emivita.
Concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario dell’enantiomero (R) di circa 22 mcg /ml sono state osservate durante la somministrazione giornaliera di bicalutamide alle dosi di 50 mg e 150 mg. Allo stato stazionario, l’enantiomero (R) prevalentemente attivo costituisce il 99% degli enantiomeri totali circolanti.
La farmacocinetica dell’enantiomero (R) non è influenzata dall’età, dalla compromissione renale o dalla compromissione epatica da lieve a moderata. Vi è evidenza che per i soggetti con compromissione epatica grave l’enantiomero (R) sia eliminato più lentamente dal plasma.
La bicalutamide è altamente legata alle proteine (miscela racemica 96%, enantiomero (R) >99%) ed è estensivamente metabolizzata (ossidazione e glucuronidazione); i suoi metaboliti sono eliminati attraverso i reni e la bile in proporzioni approssimativamente uguali.
La bicalutamide è un potente antagonista puro del recettore degli androgeni negli animali sperimentali e nell’uomo. La principale azione farmacologica secondaria è l’induzione delle ossidasi miste CYP450-dipendenti. Non è stata osservata induzione enzimatica nell’uomo. Le modificazioni agli organi bersaglio negli animali sono chiaramente in relazione alle azioni farmacologiche primaria e secondaria della bicalutamide. Esse comprendono l’involuzione dei tessuti androgeno-dipendenti, adenomi follicolari tiroidei, iperplasie epatiche e delle cellule di Leydig e neoplasie o tumori; disturbi della differenziazione sessuale nella prole di sesso maschile, disturbi reversibili della fertilità nei maschi. Gli studi di genotossicità non hanno evidenziato alcun potenziale mutageno della bicalutamide. Tutti gli effetti indesiderati osservati negli studi sull’animale vengono considerati di nessuna rilevanza con il trattamento di pazienti con carcinoma avanzato della prostata.
Nucleo: lattosio monoidrato, crospovidone (Tipo A), povidone (K25), magnesio stearato.
Rivestimento: OPADRY II 85F28751 (alcol polivinilico, macrogol 3000, titanio diossido (E171), talco).
Non applicabile.
3 anni (in blister PVC+PVDC/Alu).
3 anni (in blister OPA/Alu/PVC/Alu).
Non conservare al di sopra di 30°C se confezionato in blister PVC+PVDC/Alu.
Non richiede alcuna particolare condizione di conservazione se confezionato in blister OPA/Alu/PVC/Alu.
Blister PVC+PVDC/Alluminio.
Blister OPA/Alluminio/PVC/Alluminio.
Le confezioni contengono 20, 28, 30, 60, 90 o 100 compresse da 50 mg di bicalutamide.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna particolare precauzione.
Il prodotto non utilizzato deve essere smaltito in accordo con la normativa locale.
Chiesi Farmaceutici S.p.A.
Via Palermo, 26/A
43122 Parma - Italia
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 20 compresse in blister Pvc/Pvdc/Al AIC n. 038830016/M
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 28 compresse in blister Pvc/Pvdc/Al AIC n. 038830028/M
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister Pvc/Pvdc/Al AIC n. 038830030/M
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister Pvc/Pvdc/Al AIC n. 038830042/M
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 90 compresse in blister Pvc/Pvdc/Al AIC n. 038830055/M.
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 100 compresse in blister Pvc/Pvdc/Al AIC n. 038830067/M.
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 20 compresse in blister Opa/Al/Pvc/Al AIC n. 038830079/M.
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 28 compresse in blister Opa/Al/Pvc/Al AIC n. 038830081/M.
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 30 compresse in blister Opa/Al/Pvc/Al AIC n. 038830093/M.
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 60 compresse in blister Opa/Al/Pvc/Al AIC n. 038830105/M.
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 90 compresse in blister Opa/Al/Pvc/Al AIC n. 038830117/M
BICALUTAMIDE CHIESI “50 mg compresse rivestite con film” 100 compresse in blister Opa/Al/Pvc/Al AIC n. 038830129/M
23/06/2009
Settembre 2010