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BLOPRESS 32 mg
Ogni compressa contiene 32 mg di candesartan cilexetil.
Ogni compressa contiene 162,7 mg di lattosio monoidrato.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa.
Le compresse di Blopress 32 mg sono tonde, rosa chiaro con i lati convessi, con impresso 32 su un lato e una linea di incisione sull’altro.
Ipertensione essenziale.
Trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco e alterata funzione sistolica ventricolare sinistra (frazione di eiezione ventricolare sinistra ≤ 40%) in aggiunta al trattamento con ACE-inibitori o quando gli ACE-inibitori non siano tollerati (vedere par. 5.1 Proprietà Farmacodinamiche).
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Dosaggio nell’ipertensione
La dose iniziale raccomandata e la dose abituale di mantenimento è di 8 mg una volta al giorno. La dose può essere aumentata fino a 16 mg una volta al giorno. Se la pressione sanguigna non è sufficientemente controllata dopo 4 settimane di trattamento con 16 mg una volta al giorno, la dose può essere ulteriormente aumentata fino ad un massimo di 32 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 5.1 Proprietà Farmacodinamiche). Se non si raggiunge il controllo della pressione sanguigna con questo dosaggio, devono essere prese in considerazione strategie alternative.
La terapia deve essere adattata in base alla risposta pressoria. Il massimo effetto antipertensivo si ottiene entro 4 settimane dall’inizio del trattamento.
Uso negli anziani
Nessun aggiustamento iniziale del dosaggio è necessario nei pazienti anziani.
Uso nei pazienti con deplezione del volume intravascolare
Nei pazienti a rischio di ipotensione, quali i pazienti con possibile deplezione del volume intravascolare si può considerare una dose iniziale di 4 mg (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Uso in pazienti con alterata funzionalità renale
Nei pazienti con alterata funzionalità renale la dose iniziale è di 4 mg, inclusi i pazienti in emodialisi.
La dose deve essere titolata in base alla risposta. L’esperienza nei pazienti con insufficienza renale molto grave o allo stadio terminale (Clcreatinina < 15 ml/min) è limitata. (Vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego”.)
Uso in pazienti con alterata funzionalità epatica
Si raccomanda una dose iniziale di 2 mg una volta al giorno in pazienti con insufficienza epatica di grado lieve e moderato. La dose può essere adattata in base alla risposta. Non esistono dati in merito a pazienti con insufficienza epatica di grado severo.
Terapia concomitante
L’aggiunta di un diuretico di tipo tiazidico come l’idroclorotiazide ha mostrato un effetto antipertensivo additivo con Blopress.
Dosaggio nello Scompenso Cardiaco
La dose usuale iniziale raccomandata di Blopress è 4 mg una volta al giorno. La titolazione fino alla dose target di 32 mg una volta al giorno o fino alla dose più elevata tollerata è effettuata raddoppiando la dose ad intervalli di almeno 2 settimane (vedere paragrafo 4.4. Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Popolazioni speciali di pazienti
Nessun aggiustamento iniziale del dosaggio è necessario nei pazienti anziani o nei pazienti con deplezione del volume intravascolare, alterata funzionalità renale o alterata funzionalità epatica da lieve a moderata.
Terapia concomitante
Blopress può essere somministrato con altri trattamenti per lo scompenso cardiaco, inclusi gli ACEinibitori, i beta-bloccanti, i diuretici e i digitalici o con una associazione di questi farmaci (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego e paragrafo 5.1 Proprietà farmacodinamiche)
Somministrazione
Blopress deve essere somministrato una volta al giorno indipendentemente dall’assunzione di cibo.
Uso in pazienti di razza nera
L’effetto antipertensivo di candesartan è minore nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di razza non nera. Pertanto, un utilizzo di Blopress a dosaggi più elevati e l’aggiunta di una terapia concomitante possono essere più frequentemente necessari per il controllo della pressione arteriosa nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di razza non nera. (vedere paragrafo 5.1 Proprietà Farmacodinamiche).
Uso nei bambini e negli adolescenti
La sicurezza e l’efficacia di Blopress non sono state accertate nei bambini e negli adolescenti (minori di 18 anni).
Ipersensibilità a candesartan cilexetil o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Gravidanza e allattamento (vedi paragrafo 4.6 “Gravidanza e allattamento”).
Grave insufficienza epatica e/o colestasi.
Alterata funzionalità renale
Come con altri agenti che inibiscono il sistema renina-angiotensina-aldosterone, è possibile prevedere modifiche della funzione renale in pazienti suscettibili trattati con Blopress.
Si raccomanda di controllare periodicamente i livelli sierici del potassio e della creatinina, quando Blopress viene usato in pazienti ipertesi con alterata funzionalità renale. L’esperienza è limitata nei pazienti con insufficienza renale molto grave o allo stadio terminale (Clcreatinina < 15 ml/min). In quei pazienti Blopress deve essere attentamente titolato attraverso il monitoraggio della pressione sanguigna.
La valutazione dei pazienti con scompenso cardiaco deve includere accertamenti periodici della funzione renale, in particolare nei pazienti anziani di età uguale o superiore a 75 anni, e nei pazienti con alterata funzionalità renale. Durante la titolazione della dose di Blopress, si raccomanda di monitorare le concentrazioni sieriche di creatinina e di potassio. Gli studi clinici nello scompenso cardiaco non hanno incluso pazienti con concentrazioni sieriche di creatinina > 265 mcmol/L (> 3 mg/dL).
Terapia concomitante con ACE-inibitori nello scompenso cardiaco
Il rischio di eventi avversi, in particolare alterata funzionalità renale e iperpotassiemia, può aumentare quando candesartan è somministrato in combinazione con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.8 Effetti Indesiderati). I pazienti sottoposti a questo trattamento devono essere attentamente e regolarmente monitorati.
Emodialisi
Durante la dialisi la pressione sanguigna può essere particolarmente sensibile al blocco del recettore AT1 come risultato del ridotto volume plasmatico e dell’attivazione del sistema renina-angiotensinaaldosterone.
Perciò Blopress deve essere attentamente dosato attraverso il monitoraggio della pressione sanguigna in pazienti in emodialisi.
Stenosi dell’arteria renale
Altri prodotti medicinali che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, come per esempio gli ACE-inibitori, possono aumentare l’azotemia e la creatininemia in pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in presenza di rene unico. Un effetto simile può verificarsi anche con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II.
Trapianto renale
Non ci sono esperienze circa l’uso di Blopress in pazienti che hanno subito un recente trapianto renale.
Ipotensione
Durante il trattamento con Blopress può verificarsi ipotensione in pazienti con scompenso cardiaco.
Come descritto con altri agenti che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, ciò si può verificare anche in pazienti ipertesi con deplezione del volume intravascolare come per esempio quelli che assumono diuretici a dosi elevate. Si deve essere cauti quando si inizia la terapia e si deve cercare di correggere l’ipovolemia.
Anestesia ed interventi chirurgici
Durante l’anestesia e gli interventi chirurgici, in pazienti trattati con antagonisti dell’angiotensina II, può verificarsi ipotensione dovuta al blocco del sistema renina-angiotensina. Molto raramente l’ipotensione può essere così grave da giustificare l’impiego di liquidi per via endovenosa e/o di sostanze vasopressorie.
Stenosi aortica e mitralica (cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva)
Come con altri vasodilatatori, si raccomanda speciale cautela in pazienti con stenosi aortica o mitralica emodinamicamente rilevante, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Iperaldosteronismo primario
Pazienti con iperaldosteronismo primario non rispondono generalmente a prodotti medicinali antipertensivi che agiscono inibendo il sistema renina-angiotensina-aldosterone. Pertanto l’uso del Blopress non è raccomandato.
Iperpotassiemia
Sulla base dell’esperienza con l’uso di altri prodotti medicinali che agiscono sul sistema reninaangiotensina-aldosterone, l’uso concomitante di Blopress con diuretici risparmiatori di potassio, di supplementi di potassio, di sostituti del sale contenenti potassio o di altri prodotti medicinali che possono aumentare la potassiemia (come l’eparina) può causare l’aumento sierico di potassio in pazienti ipertesi.
In pazienti con scompenso cardiaco trattati con Blopress, si può verificare iperpotassiemia. Durante il trattamento con Blopress in pazienti con scompenso cardiaco, si raccomanda un monitoraggio periodico dei livelli sierici di potassio, specialmente se l’assunzione avviene in concomitanza con ACE-inibitori e diuretici risparmiatori di potassio quali lo spironolattone.
Aspetti Generali
In pazienti il cui tono vascolare e la funzione renale dipendono in modo predominante dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (per esempio pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia o con malattia renale di base compresa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con altri prodotti medicinali che agiscono su questo sistema è stato associato ad ipotensione acuta, azotemia, oliguria o, raramente, insufficienza renale acuta. La possibilità di simili effetti non può essere esclusa con l’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II. Come con altri farmaci antipertensivi, l’eccessiva diminuzione della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia ischemica cerebrovascolare può comportare l’insorgenza di infarto miocardico o di ictus.
Questo medicinale non deve essere somministrato a pazienti con problemi ereditari rari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp lattasi o sindrome da malassorbimento di glucosio-galattosio.
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Non sono state identificate interazioni tra farmaci clinicamente rilevanti.
I composti che sono stati sperimentati negli studi di farmacocinetica sull’uomo includono idroclorotiazide, warfarin, digossina, contraccettivi orali (etinilestradiolo/levonorgestrel), glibenclamide, nifedipina ed enalapril.
Candesartan viene eliminato solo in misura minore dal metabolismo epatico (CYP2C9). Gli studi di interazione disponibili non indicano alcun effetto su CYP2C9 e CYP3A4 ma l’effetto su altri isoenzimi del citocromo P450 non è attualmente noto.
L’effetto antipertensivo di candesartan può essere potenziato da altri prodotti medicinali aventi proprietà ipotensive, se prescritti come antipertensivi o per altre indicazioni.
Sulla base dell’esperienza con l’uso di altri prodotti medicinali che influenzano il sistema reninaangiotensina-aldosterone l’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, di supplementi di potassio, di sostituti del sale contenenti potassio o di altri prodotti medicinali che possono aumentare la potassiemia (come l’eparina) può causare l’aumento sierico di potassio.
Aumenti reversibili nelle concentrazioni sieriche di litio e reazioni tossiche sono stati riportati durante la somministrazione concomitante di litio con ACE-inibitori. Un effetto simile può verificarsi con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II ed è pertanto raccomandato un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio durante l’uso concomitante.
Quando gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II sono somministrati simultaneamente con farmaci antinfiammatori non steroidei (per es. inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico (> 3 g/die) e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto antipertensivo.
Come con gli ACE-inibitori, l’uso concomitate di antagonisti del recettore dell’angiotensina II e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico, specialmente in pazienti con preesistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante e da allora in poi periodicamente.
La biodisponibilità di candesartan non è influenzata dal cibo.
Uso in gravidanza
I dati sull’uso di Blopress in gravidanza sono molto limitati. Questi dati sono insufficienti per permettere conclusioni sul rischio potenziale per il feto quando il farmaco è usato durante il primo trimestre. Nell’uomo, la perfusione renale fetale, che dipende dallo sviluppo del sistema reninaangiotensina-aldosterone, inizia nel secondo trimestre. Pertanto, il rischio per il feto aumenta se Blopress viene somministrato durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza. Quando utilizzati in gravidanza durante il secondo e terzo trimestre, i prodotti medicinali che agiscono direttamente sul sistema renina-angiotensina possono causare danno fetale e neonatale (ipotensione, disfunzione renale, oliguria e/o anuria, oligoidramnios, ipoplasia cranica, ritardata crescita intrauterina) e decesso. Sono stati anche descritti casi di ipoplasia polmonare, alterazioni facciali e contratture a livello degli arti.
Gli studi sugli animali condotti con candesartan cilexetil hanno dimostrato un danno renale tardivo nei feti e nei neonati.
Si pensa che il meccanismo sia farmacologicamente mediato dagli effetti sul sistema reninaangiotensina-aldosterone.
Sulla base delle suddette informazioni, Blopress non deve essere utilizzato in gravidanza. Se la gravidanza è accertata durante il trattamento, Blopress deve essere sospeso (vedi Paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Uso durante l’allattamento
Non è noto se candesartan venga escreto nel latte materno. Tuttavia, candesartan è escreto nel latte dei ratti durante l’allattamento. A causa del rischio potenziale di eventi avversi nei lattanti, Blopress non deve essere somministrato durante l’allattamento (vedi paragrafo 4.3 Controindicazioni).
L’effetto di candesartan sulla capacità di guidare ed usare macchinari non è stato studiato, ma sulla base delle sue proprietà farmacodinamiche, è improbabile che candesartan influenzi questa capacità.
Quando si guidano veicoli o si opera su macchinari si deve tenere in considerazione che si possono verificare vertigini o affaticamento durante il trattamento.
Trattamento dell’ipertensione
Negli studi clinici controllati gli eventi avversi sono stati lievi e transitori e confrontabili al placebo.
L’incidenza totale degli eventi avversi non ha mostrato alcuna correlazione con la dose o l’età. La sospensione del trattamento dovuta ad eventi avversi è stata simile con candesartan cilexetil (3.1%) e placebo (3.2%).
Da un’analisi complessiva dei dati ottenuti da studi clinici, sono state riportate con candesartan cilexetil le seguenti reazioni avverse basate sull’incidenza di eventi avversi con candesartan cilexetil almeno dell’1% più alta rispetto all’incidenza osservata con placebo:
Le frequenze usate nelle tabelle in questo paragrafo sono: molto comune (≥ 1/10) comune (≥1/100 <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100 ), raro (≥1/10.000, <1/1.000) e molto raro (<1/10.000)
Classificazione sistemica organica | Frequenza | Effetto indesiderato |
Infezioni ed infestazioni | Comune | Infezioni respiratorie |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Capogiri/vertigini, cefalea |
Esami diagnostici
In genere non ci sono state influenze clinicamente rilevanti di Blopress sui parametri di laboratorio routinari. Come per altri inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone, sono state osservate lievi diminuzioni dell’emoglobina. Sono stati osservati aumenti della creatinina, dell’urea o del potassio e diminuzioni del sodio. Aumenti della S-ALAT (S-GPT) sono stati riportati come eventi avversi con una frequenza leggermente superiore con Blopress che con placebo (1.3% vs 0.5%). Di solito non si richiede alcun monitoraggio routinario degli esami di laboratorio nei pazienti trattati con Blopress. Comunque, in pazienti con alterata funzionalità renale, si raccomanda di controllare periodicamente i livelli sierici del potassio e della creatinina.
Trattamento dello scompenso cardiaco
Il profilo di tollerabilità di Blopress osservato nei pazienti con scompenso cardiaco è stato corrispondente alla farmacologia del farmaco e allo stato di salute dei pazienti. Nel programma clinico CHARM, che ha confrontato Blopress a dosaggi fino a 32 mg (n = 3.803) con placebo (n=3.796), il 21% del gruppo trattato con candesartan cilexetil ed il 16.1% del gruppo trattato con placebo ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi. Le reazioni avverse osservate sono state:
Classificazione sistemica organica | Frequenza | Effetto indesiderato |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Comune | Iperpotassiemia |
Patologie vascolari | Comune | Ipotensione |
Patologie renali e urinarie | Comune | Alterata funzionalità renale |
Esami diagnostici
Aumenti di creatinina, urea e potassio. Si raccomanda un periodico monitoraggio delle concentrazioni sieriche di creatinina e di potassio (vedere anche paragrafo 4.4. Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Post marketing
Nell’esperienza post-marketing sono state riportate le seguenti reazioni avverse:
Classificazione sistemica organica | Frequenza | Effetto indesiderato |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto raro | Leucopenia, neutropenia e agranulocitosi |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto raro | Iperpotassiemia, iponatriemia |
Patologie del sistema nervoso | Molto raro | Capogiro, cefalea |
Patologie gastrointestinali | Molto raro | Nausea |
Patologie epatobiliari | Molto raro | Aumento degli enzimi epatici, alterata funzionalità epatica o epatite |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto raro | Angioedema, rash cutaneo, orticaria, prurito |
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa | Molto raro | Dolore alla schiena, artralgia, mialgia |
Patologie renali e urinarie | Molto raro | Ridotta funzionalità renale, inclusa insufficienza renale in pazienti suscettibili (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego) |
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Sintomi
Sulla base delle considerazioni farmacologiche, la manifestazione principale da sovradosaggio dovrebbe essere ipotensione sintomatica e vertigini. Nei rari casi di sovradosaggio (fino a 672 mg di candesartan cilexetil), la guarigione del paziente avviene senza conseguenze.
Modalità di intervento in caso di sovradosaggio
Se dovesse insorgere ipotensione sintomatica, si deve istituire un trattamento sintomatico e monitorare le funzioni vitali. Il paziente deve essere posto in posizione supina con le gambe sollevate. Se questo non fosse sufficiente, il volume plasmatico deve essere incrementato tramite infusione, per esempio, di soluzione salina isotonica. Prodotti medicinali simpaticomimetici possono essere somministrati nel caso in cui le misure summenzionate fossero insufficienti.
Candesartan non viene rimosso tramite emodialisi.
Categoria farmaco-terapeutica: antagonisti dell’Angiotensina II (candesartan), codice ATC: C09CA06
L’angiotensina II è l’ormone vasoattivo principale del sistema renina-angiotensina-aldosterone e gioca un ruolo nella fisiopatologia dell’ipertensione, scompenso cardiaco e di altre malattie cardiovascolari.
Esso ha anche un ruolo nella patogenesi dell’ipertrofia e del danno d’organo. Gli effetti fisiologici maggiori dell’angiotensina II, come vasocostrizione, stimolazione di aldosterone, regolazione dell’equilibrio idrosalino e la stimolazione della crescita cellulare, sono mediati attraverso il recettore di tipo1 (AT1).
Candesartan cilexetil è un pro-farmaco per uso orale. È rapidamente convertito in sostanza attiva, candesartan, per idrolisi dell’estere durante l’assorbimento dal tratto gastrointestinale. Candesartan è un antagonista del recettore dell’angiotensina II, selettivo per i recettori AT1, con stretta affinità di legame e lenta dissociazione dal recettore. Non ha attività agonista.
Candesartan non inibisce l’ACE, che converte l’angiotensina I in angiotensina II e degrada la bradichinina. Non c’è alcun effetto sull’ACE e nessun potenziamento della bradichinina o della sostanza P. Negli studi clinici controllati che hanno confrontato candesartan con gli ACE-inibitori, l’incidenza della tosse è stata più bassa nei pazienti trattati con candesartan cilexetil. Candesartan non si lega o non blocca altri recettori ormonali o canali ionici che sono importanti nella regolazione cardiovascolare. L’antagonismo dei recettori (AT1) dell’angiotensina II si manifesta con aumenti dose correlati dei livelli plasmatici della renina, dei livelli di angiotensina I e angiotensina II, e con un decremento delle concentrazioni plasmatiche di aldosterone.
Ipertensione
Nell’ipertensione, candesartan causa una riduzione dose-dipendente della pressione arteriosa, di lunga durata. L’azione antipertensiva è dovuta alla diminuzione delle resistenze periferiche sistemiche, senza aumenti riflessi nella frequenza cardiaca. Non si sono osservati gravi o esagerati effetti di ipotensione da prima dose o effetto “rebound” dopo la sospensione del trattamento.
Dopo somministrazione di una singola dose di candesartan cilexetil , generalmente l’inizio dell’effetto antipertensivo insorge entro 2 ore. A seguito di trattamento prolungato, la riduzione massima della pressione arteriosa con qualsiasi dosaggio si ottiene generalmente entro 4 settimane e si mantiene durante il trattamento a lungo termine.
Secondo una meta-analisi, l’aumento della dose da 16 mg a 32 mg una volta al giorno ha avuto in media un piccolo effetto addizionale. Prendendo in considerazione la variabilità inter-individuale, in alcuni pazienti ci si può aspettare un effetto maggiore della media.
Candesartan cilexetil somministrato una volta al giorno causa una riduzione efficace ed omogenea della pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore con una piccola differenza nel rapporto valle/picco durante l’intervallo fra dosi. L’effetto antipertensivo e la tollerabilità di candesartan e losartan sono stati comparati in due studi clinici randomizzati in doppio cieco, su un totale di 1268 pazienti con ipertensione da lieve a moderata. La riduzione a valle della pressione arteriosa (sistolica/diastolica) è stata di 13,1/10,5 mmHg con candesartan cilexetil 32 mg somministrato una volta al giorno e 10,0/8,7 mmHg con losartan potassico 100 mg somministrato una volta al giorno (differenza nella riduzione della pressione arteriosa 3,1/1,8 mmHg, p<0.0001/p<0.0001). Gli eventi avversi più frequenti sono stati infezioni respiratorie (candesartan 6.6%, losartan 8.9%), cefalea (candesartan 5.8%, losartan 5.6%) e vertigini (candesartan 4.4%, losartan 1.9%).
Quando candesartan cilexetil viene associato all’idroclorotiazide, si ha una riduzione dei valori pressori di tipo additivo. La somministrazione concomitante di candesartan cilexetil con idroclorotiazide o amlodipina è ben tollerata.
Candesartan cilexetil è efficace, in egual misura, in tutti i pazienti a prescindere dall’età e dal sesso. I prodotti medicinali che bloccano il sistema renina-angiotensina-aldosterone hanno un effetto antipertensivo meno pronunciato in pazienti di razza nera (popolazione con livelli solitamente bassi di renina) rispetto a pazienti di razza non nera. Questo si verifica anche nel caso di candesartan. In uno studio clinico in aperto su 5.156 pazienti con ipertensione diastolica, la riduzione della pressione arteriosa durante il trattamento con candesartan è stata significativamente minore nei pazienti di razza nera, rispetto a quelli di razza non nera (14,4/10,3 mmHg vs 19,0/12,7 mmHg, p<0.0001/p<0.0001).
Candesartan incrementa il flusso renale e non ha alcun effetto né incrementa il tasso di filtrazione glomerulare, riducendo nel contempo la resistenza vascolare renale e la frazione di filtrazione. In uno studio clinico a 3 mesi in pazienti ipertesi con diabete mellito di tipo 2 e microalbuminuria, il trattamento antipertensivo con candesartan cilexetil ha ridotto l’escrezione urinaria di albumina (riduzione media del rapporto albumina/creatinina del 30%, con intervallo di confidenza 95%, 15-42%). Attualmente non ci sono dati sull’effetto di candesartan sulla progressione a nefropatia diabetica. In pazienti ipertesi con diabete mellito di tipo 2, il trattamento con candesartan cilexetil da 8 mg a 16 mg per 12 settimane non ha influenzato negativamente il profilo glicolipidico.
Gli effetti di candesartan cilexetil 8-16 mg (dose media 12 mg), una volta al giorno, sulla morbilità e mortalità cardiovascolare sono stati valutati in uno studio clinico randomizzato su 4.937 pazienti anziani (età 70-89 anni; di cui il 21% di età uguale o superiore a 80 anni) con ipertensione da lieve a moderata seguiti per una media di 3,7 anni (Study on COgnition and Prognosis in the Elderly). I pazienti hanno ricevuto candesartan cilexetil o placebo con altri trattamenti antipertensivi aggiuntivi secondo necessità. La pressione sanguigna è stata ridotta da 166/90 a 145/80 mm/Hg nel gruppo trattato con candesartan, e da 167/90 a 149/82 mmHg nel gruppo di controllo. Non c’è stata una differenza statisticamente significativa nell’end-point primario, eventi cardiovascolari maggiori (mortalità cardiovascolare, ictus non fatale e infarto del miocardio non fatale). Ci sono stati 26,7 eventi per 1000 anni-paziente nel gruppo trattato con candesartan vs 30,0 eventi per 1000 anni-paziente nel gruppo di controllo (rischio relativo 0,89, intervallo di confidenza al 95% da 0.75 a 1.06, p=0.19).
Scompenso cardiaco
Il trattamento con candesartan cilexetil riduce la mortalità, riduce l’ospedalizzazione dovuta a scompenso cardiaco e migliora la sintomatologia in pazienti con disfunzione sistolica ventricolare sinistra come dimostrato nello studio Candesartan in Heart failure - Assessment of Reduction in Mortality and morbidity (CHARM).
Questo studio multinazionale, controllato verso placebo, in doppio-cieco in pazienti con scompenso cardiaco cronico (CHF) di classe funzionale NYHA da II a IV consisteva di tre studi separati:
CHARM-alternative (n=2.028) in pazienti con LVEF ≤ 40% non trattati con ACE-inibitori a causa di intolleranza (principalmente dovuta a tosse, 72%), CHARM-added (n=2.548) in pazienti con LVEF ≤ 40% e trattati con un ACE-inibitore e CHARM-preserved (n=3.023) in pazienti con LVEF > 40%. I pazienti che seguivano una terapia di base ottimale per CHF sono stati randomizzati a placebo o candesartan cilexetil (titolato da 4 mg o 8 mg una volta al giorno fino a 32 mg una volta al giorno o alla dose tollerata più elevata, dose media 24 mg) e seguiti per una mediana di 37.7 mesi. Dopo 6 mesi di trattamento il 63% dei pazienti che assumevano ancora candesartan cilexetil (89%) erano arrivati alla dose target di 32 mg.
Nello studio CHARM-alternative, l’end-point combinato di mortalità cardiovascolare o di prima ospedalizzazione per CHF è stato significativamente ridotto con candesartan rispetto al placebo (hazard ratio (HR) 0.77, intervallo di confidenza al 95% da 0.67 a 0.89, p<0.001). Questo corrisponde ad una riduzione del rischio relativo del 23%. È stato necessario trattare per tutta la durata dello studio 14 pazienti per prevenire in un paziente la morte per eventi cardiovascolari o l’ospedalizzazione per il trattamento dello scompenso cardiaco.
L’end-point combinato di mortalità per tutte le cause o di prima ospedalizzazione per CHF è stato anche significativamente ridotto con candesartan (HR 0.80, intervallo di confidenza al 95% da 0.70 a 0.92, p=0.001).
Sia la mortalità che la morbilità (ospedalizzazione per CHF), entrambe componenti di questi end point combinati, hanno contribuito agli effetti favorevoli di candesartan. Il trattamento con candesartan cilexetil ha prodotto un miglioramento della classe funzionale NYHA (p=0.008).
Nello studio CHARM-added, l’end-point combinato di mortalità cardiovascolare o di prima ospedalizzazione per CHF è stato significativamente ridotto con candesartan rispetto al placebo (HR 0.85, intervallo di confidenza al 95% da 0.75 a 0.96, p=0.011). Questo corrisponde ad una riduzione del rischio relativo del 15%. È stato necessario trattare per tutta la durata dello studio 23 pazienti per prevenire in un paziente la morte per eventi cardiovascolari o l’ospedalizzazione per il trattamento dello scompenso cardiaco. L’end-point combinato di mortalità per tutte le cause o di prima ospedalizzazione per CHF è stato anche significativamente ridotto con candesartan (HR 0.87, intervallo di confidenza al 95% da 0.78 a 0.98, p=0.021). Sia la mortalità che la morbilità, entrambe componenti di questi end-point combinati, hanno contribuito agli effetti favorevoli di candesartan. Il trattamento con candesartan cilexetil ha prodotto un miglioramento della classe funzionale NYHA (p=0.020).
Nello studio CHARM-preserved non è stata ottenuta una riduzione statisticamente significativa dell’end-point combinato di mortalità cardiovascolare o di prima ospedalizzazione per CHF (HR 0.89, intervallo di confidenza al 95% da 0.77 a 1.03, p=0.118). La riduzione numerica è risultata attribuibile a una ridotta ospedalizzazione per CHF. Non c’è stata evidenza sull’effetto sulla mortalità in questo studio.
La mortalità per tutte le cause non è stata statisticamente significativa quando esaminata separatamente per ciascuno dei tre studi CHARM. Tuttavia la mortalità per tutte le cause è stata valutata anche in gruppi di popolazioni, negli studi CHARM-alternative e CHARM-added (HR 0.88, intervallo di confidenza al 95% da 0.79 a 0.98, p=0.018) e in tutti e tre gli studi (HR 0.91, intervallo di confidenza al 95% da 0.83 a 1.00, p= 0.055).
Gli effetti benefici di candesartan sulla mortalità cardiovascolare e sulla ospedalizzazione per CHF sono stati consistenti, indipendentemente da età, sesso e terapie concomitanti. Candesartan è stato efficace anche in pazienti che assumevano sia beta-bloccanti che ACE-inibitori allo stesso tempo, e il beneficio è stato ottenuto sia che i pazienti assumessero o meno ACE-inibitori alla dose target raccomandata dalle linee guida di trattamento.
In pazienti con CHF e ridotta funzione sistolica ventricolare sinistra (frazione di eiezione ventricolare sinistra, LVEF <40%), candesartan diminuisce la resistenza vascolare sistemica e la pressione capillare polmonare d’incuneamento, aumenta l’attività della renina plasmatica e la concentrazione dell’angiotensina II, e riduce i livelli di aldosterone.
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Assorbimento e distribuzione
A seguito di somministrazione orale, candesartan cilexetil viene convertito nella sostanza attiva candesartan. La biodisponibilità assoluta è approssimativamente del 40% dopo somministrazione di una soluzione orale di candesartan cilexetil. La biodisponibilità relativa della formulazione in compresse confrontata con la stessa soluzione orale è approssimativamente del 34% con una variabilità molto piccola. La biodisponibilità assoluta stimata della compressa è quindi del 14%. I valori medi di concentrazione al picco (Cmax) sono raggiunti in 3-4 ore dall’assunzione. Le concentrazioni sieriche di candesartan aumentano in modo lineare con l’incremento delle dosi nel range terapeutico. Nessuna differenza nella farmacocinetica di candesartan è stata osservata nei due sessi. L’area sotto la curva (AUC) non risulta influenzata dal cibo in maniera significativa.
Candesartan è altamente legato alle proteine plasmatiche (più del 99%). Il volume apparente di distribuzione è 0.1 l/kg.
Metabolismo ed eliminazione
Candesartan viene eliminato quasi interamente immodificato per via urinaria e biliare e solo in misura minore attraverso il metabolismo epatico. L’emivita terminale è di circa 9 ore. Non si osserva accumulo a seguito di dosi ripetute.
La clearance totale plasmatica di candesartan è circa 0.37 ml/min/kg, con una clearance renale di circa 0.19 ml/min/kg. L’escrezione renale avviene sia per filtrazione glomerulare che per secrezione tubulare attiva. A seguito di dose orale di candesartan cilexetil marcato 14C, circa il 26% della dose è escreta nelle urine come candesartan e il 7% come metabolita inattivo, mentre circa il 56% della dose si trova nelle feci come candesartan e il 10% come metabolita inattivo.
Farmacocinetica in popolazioni speciali
Negli anziani (età superiore ai 65 anni) sia la Cmax che la AUC di candesartan risultano aumentate circa del 50% e 80% rispettivamente, in confronto ai soggetti giovani. Comunque, la risposta pressoria e l’incidenza di eventi avversi sono simili dopo la somministrazione di una stessa dose di Blopress nei pazienti giovani e anziani (vedi Paragrafo 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”).
In pazienti con insufficienza renale di grado lieve e moderato, la Cmax e la AUC di Candesartan durante somministrazioni ripetute sono aumentate rispettivamente di circa il 50% e 70%, ma il t½ non è stato alterato rispetto ai pazienti con una funzionalità renale normale. I corrispondenti cambiamenti in pazienti con insufficienza renale di grado severo sono stati invece di circa il 50% e 110%. Il t½ terminale di candesartan è stato approssimativamente raddoppiato in pazienti con alterata funzionalità renale di grado severo. L’AUC di candesartan nei pazienti in emodialisi è stata simile a quella dei pazenti con alterata funzionalità renale di grado severo.
In pazienti con alterata funzionalità epatica di grado lieve-moderato si è osservato un aumento pari al 23% nell’AUC di Candesartan (vedi paragrafo 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”).
Non è stata osservata alcuna tossicità sistemica anomala o a livello degli organi bersaglio a dosi clinicamente rilevanti. In studi preclinici di sicurezza candesartan ha avuto effetti sui reni e sui parametri eritrocitari a dosi elevate nei topi, ratti, cani e scimmie, causando una riduzione dei parametri dei globuli rossi (eritrociti, emoglobina, ematocrito). Gli effetti sui reni (come nefrite interstiziale, distensione tubulare, basofilia tubulare ; aumentate concentrazioni plasmatiche di azotemia e creatinina) sono stati indotti da candesartan e potrebbero essere secondari all’effetto ipotensivo che determina alterazioni della perfusione renale. Inoltre, candesartan ha indotto iperplasia/ipertrofia delle cellule juxtaglomerulari. È stato considerato che queste modificazioni possano essere state causate dall’azione farmacologica di candesartan. Con dosi terapeutiche di candesartan nell’uomo, la suddetta iperplasia/ipertrofia delle cellule juxtaglomerulari non sembra avere alcuna rilevanza.
È stata osservata fetotossicità nella gravidanza avanzata (vedi paragrafo 4.6 Gravidanza ed Allattamento).
I dati di mutagenesi in vitro ed in vivo indicano che candesartan non esercita attività mutagenica o clastogenica in condizioni di uso clinico. Non sono stati osservati fenomeni di carcinogenicità.
• Carmellosa calcica
• Idrossipropilcellulosa
• Ossido di ferro rosso (E172)
• Lattosio monoidrato
• Magnesio stearato
• Amido di mais
• Macrogol
Non pertinente.
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Blister in polipropilene.
Confezioni da 7, 14, 20, 28, 50, 56, 98, 100 e 300 compresse in blister
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Takeda Italia Farmaceutici S.p.A.
Via Elio Vittorini 129 - 00144 Roma
Blopress 32 mg compresse - 7 compresse - AIC n. 033451333/M
Blopress 32 mg compresse - 14 compresse - AIC n. 033451345/M
Blopress 32 mg compresse - 20 compresse - AIC n. 033451358/M
Blopress 32 mg compresse - 28 compresse - AIC n. 033451360/M
Blopress 32 mg compresse - 50 compresse - AIC n. 033451372/M
Blopress 32 mg compresse - 56 compresse - AIC n. 033451384/M
Blopress 32 mg compresse - 98 compresse - AIC n. 033451396/M
Blopress 32 mg compresse - 100 compresse - AIC n. 033451408/M
Blopress 32 mg compresse - 300 compresse - AIC n. 033451410/M
9 Dicembre 2005 / 29 Marzo 2007
Gennaio 2009